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Autore: Shelby_    15/03/2015    0 recensioni
Dal testo: «Voleva sentirsi dire un "La vita va avanti comunque" per poterci non credere ma così da poter pensare "Oh, era vero" un paio di anni dopo, ma lo stavano tutti assecondando e questo alimentava solo quella parte di lui che voleva essere invisibile e che voleva abituarsi a quella situazione dalla quale non sarebbe mai uscito.»
In pochi minuti i One Direction hanno smesso di esistere e sono solo un gruppo di ragazzini senza una strada, senza una direzione, persi nel nulla nella loro caotica realtà, per fortuna Harry può ancora confidare in Louis.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Out loud someone's calling my name,
it sounds like you.
When I close my eyes
all the stars align
and you are by my side.

Once In A Lifetime - One Direction

 



Non era facile, per nessuno dei ragazzi, in momenti simili è un po' di spazio ciò che davvero desideri, spazio per respirare, per fermarti senza essere travolto dalle persone che hanno solo voglia di andare avanti con la loro vita e per cercare di mettere in ordine tutte le cose che ora sono a terra. È stato come un terremoto che non solo ha fatto cadere gli oggetti dagli scaffali, ma ha anche tolto tutti i muri, il soffitto, il pavimento e ogni altra cosa su cui una persona può appoggiarsi, però potevano farcela, non che credessero molto in loro stessi, nelle loro capacità, però era ciò che Louis diceva sempre nelle situazioni negative, anche quando era ovvio che lui stesso non lo pensasse fino in fondo. Ce l’avrebbero fatta, con tempi e modi diversi.
Louis sapeva essere una pallina di quelle che i bambini lanciano rischiando di rompere la televisione da quanto rimbalzano, e quando tutti erano a terra, si lanciava da solo sperando di far sorridere qualcuno. Non era solito dare consigli, non era il suo forte ed era una caratteristica che Harry aveva sempre ignorato come meglio poteva, agli inizi era dura andare dal suo migliore amico cercando conforto per poi ritrovarsi a dover comunque fare le cose da solo, per fortuna però negli anni era cambiato, maturato, e dagli abbracci era passato al dire vere e proprie parole con un senso, anche se non era mai soddisfatto perché sapeva che Harry avrebbe potuto trovare ciò che cercava in un'altra persona e, senza rendersene conto, ciò scatenava gelosia in lui, voleva essere l'unica risposta per il ragazzo, ma sapeva di chiedere troppo; nonostante tutto, Louis faceva il possibile, dava del suo meglio in ogni situazione, anche se nessuno sembrava mai notarlo.
Zayn invece era a suo agio quando le persone non lo notavano nel buio del suo silenzio, solitamente osservava e ascoltava, a volte parlava con Liam ma nulla più. Era simile a Louis perché non era solito piangersi addosso e preferiva allontanarsi dalle situazioni spiacevoli, per questa caratteristica comune con il tempo i due erano riusciti a legare, e quando entrambi si ritrovarono con un qualcosa di più al posto di quelli che prima erano i rispettivi migliori amici, decisero di diventare l'uno il nuovo migliore amico dell'altro. Spesso però, finivano nei guai e questo tirava fuori il lato più paterno di Liam, il quale provava a non far capire la sua posizione riguardo agli avvenimenti che finivano per scuotere la loro quiete, nascondeva tutto e cercava di sembrare quello responsabile.
Per loro fortuna, Niall e Harry non finivano quasi mai sotto lo sguardo accusatorio di Liam, non che fossero delle anime sante e senza peccati, però da un lato c'era Niall che sembrava fare tutto innocentemente e dall'altro c'era Harry che era capace di far dimenticare tutto a tutti sorridendo.
Sotto ogni aspetto, questi cinque ragazzi funzionavano bene insieme ed erano tutte delle ruote di uno stesso treno, ogni volta sul palco si aiutavano e completavano a vicenda, e ciò capitava anche dietro le quinte. Avevano una sorta di regola non scritta secondo la quale almeno loro cinque si dovevano dare lo spazio meritato, però a volte avevano solo bisogno di stare insieme per trovare la giusta strada, dopotutto erano un gruppo.
In quella specifica situazione Harry fu quello che s’isolò di più, rischiando di superare anche Zayn, per questo e altri motivi i ragazzi dedicarono tutte le loro attenzioni a lui. Ne aveva passate di ogni nonostante la giovane età, ed era una cosa che gli altri ammiravano più di quel che dessero a vedere.
Evitarono di lasciarlo da solo, quasi per paura che potesse fare qualcosa di stupido, anche se Harry e l'aggettivo stupido non erano quasi mai nella stessa frase — Louis diceva sempre che fosse meglio usare parole come sciocco o idiota per certe cose — ma a volte quando erano nella stessa stanza con lui, sembrava quasi che non ci fosse.
Esisteva Harry Styles dal bel sorriso, quello delle copertine, quello dei red carpet, esisteva Harry dai riccioli d'oro, quello sul palco, esisteva poi Hazza, H, il piccolino del gruppo, e quest'ultimo poteva essere tutto ciò che gli altri due non erano mai, ed era quello che a volte sentiva la necessità di essere circondato da silenzio e calma, a dir la verità anche gli altri due ne avevano bisogno, semplicemente non avevano nemmeno il permesso di richiedere quel tipo di pace.
In ogni caso, Harry era felice, possedeva tutto ciò che aveva sempre desiderato e molto di più, il che implicava che aveva anche cose negative che nemmeno si era mai immaginato ma facevano parte della sua vita e non si lamentava, lo facevano già abbastanza Louis e Liam.
Infatti, in quel momento non appena Liam aveva cominciato a lamentarsi di un qualcosa che Harry nemmeno aveva notato, il ragazzo più piccolo decise di alzarsi e uscire dalla stanza, non stava nemmeno ascoltando e molto probabilmente non gli sarebbe interessato comunque, però pensò che nessuno si sarebbe reso conto della sua assenza con le parole di Liam che giravano per la stanza intente a riempire ogni vuoto. La verità era che una parte di Harry odiava il fatto che tutti si comportassero come se nulla fosse successo, o meglio dire, odiava se stesso perché anche lui stava tenendo quel comportamento e non voleva odiare loro per lo stesso motivo, quella parte di lui voleva semplicemente essere svegliato, voleva ricevere uno schiaffo in volto, ne aveva avuto abbastanza dei sorrisi che non significavano niente e di tutte quelle parole che non avevano nemmeno senso, voleva sentirsi dire un "La vita va avanti comunque" per poterci non credere ma così da poter pensare "Oh, era vero" un paio di anni dopo, ma lo stavano tutti assecondando e questo alimentava solo quella parte di lui che voleva essere invisibile e che voleva abituarsi a quella situazione dalla quale non sarebbe mai uscito.
L'unico modo in cui riuscisse a sfogarsi era scrivere, ma sapeva che nemmeno una delle canzoni che aveva scritto sarebbe mai finita in un album, magari un giorno avrebbero fatto di nuovo un album tutti insieme con tutte quelle canzoni che avevano scartato per un motivo o per un altro, ma di sicuro in quel momento preferiva tenersele per sé; sapeva anche che il suo diario non sarebbe mai diventato un best seller, non che avesse la minima intenzione di provare a comporre un libro con quelle parole.
Mentre camminava si fermò in quella che avevano trasformato in una specie di sala da pranzo e prese del cibo, era da settimane, mesi, che non mangiava cibo decente ma si accontentava.
Anziché fermarsi lì per mangiare, andò nello studio di registrazioni. Era più un punto di ritrovo che di lavoro in quel periodo, nel loro piccolo sapevano che non avrebbero più fatto musica insieme, Liam probabilmente avrebbe continuato visto il suo grande amore per quella carriera, ma di sicuro avrebbe sentito la mancanza di tutte quelle piccole cose che possono accadere solo se fai parte di un gruppo; a Harry sembrava quasi insensato immaginarsi in un palco grande come quelli su cui erano stati per cantare da solo, certo, inizialmente voleva fare il solista, come gli altri quattro del resto, ma affrontare un palco come quello delle audizioni di XFactor da solo era tutt'altra cosa, e di sicuro mentre cantava le parole della sua canzone non si immaginava negli stadi più grandi di paesi e città che non aveva mai sognato di visitare.
Harry pensò che gli sarebbe dispiaciuto non sentire più la voce di Zayn, di sicuro avrebbe continuato a disegnare, forse nel giro di qualche anno avrebbe cominciato a sentire la mancanza dello studio e di tutto il resto e avrebbe fatto un album a sorpresa per il solo gusto di condividere la sua musica ma sarebbe stato difficile per quel ragazzo così silenzioso e calmo fare interviste per conto suo.
S’immaginava poi Niall vestito da folletto con una pentola d'oro in mano alla ricerca della fine dell'arcobaleno in Irlanda, dopo una lunga visita a casa e nei posti limitrofi; se lo immaginava a giocare a calcio o magari suonare in una band tutta sua, anche se gli servirebbero come minimo due anni prima di arrendersi all'idea che far parte di un altro gruppo non significherebbe tradire i suoi migliori amici ma sarebbe solo il suo modo di rifarsi una vita. Magari i ragazzi dei 5 Seconds of Summer lo avrebbero adottato per un po', anche solo come mascotte.
Non riusciva però a immaginarsi un futuro per se stesso, era tutto così buio. Si poteva solamente immaginare seduto sul suo divano — o meglio dire, quello a casa di Liam e Zayn, o di Niall a volte magari — a fare niente, ma poi si rendeva conto che quell'immagine era solo un ricordo di quello che aveva fatto il giorno prima e un'idea di quello che avrebbe fatto nei giorni seguenti.
Preferì pensare ad altro e si sedette per terra tra tutti quei fili; il primo giorno in cui si era ritrovato davanti a microfono registrare, non si era mai immaginato che un giorno quei fili avrebbero finito per soffocarli. Quello in cui si era seduto non era esattamente uno studio di registrazione, era più un posto con microfoni e gli strumenti necessari, era la cosa più vicina a uno studio che avessero.
Non era solo però, non lo era mai, e cominciò a raccontare a Louis come stava. «Sai, non è facile. Ti è mai capitato di trovarti in quelle situazioni per cui non hai soluzioni? Ecco. Non so cosa fare, dove andare, non so nemmeno se dovrei fare qualcosa» parlare non era facile, non tanto perché non fosse in grado di parlare dei suoi sentimenti o cose simili, dopotutto era di Louis che si trattava, era difficile perché non apriva bocca da quasi tre giorni ormai. «Cioè vorrei fare qualcosa ma non ne ho le forze e non saprei nemmeno cosa, e non capisco perché tu non mi stia aiutando a trovare la soluzione. L'hai sempre fatto, quindi—» non riuscì a continuare perché bussarono alla porta e anziché rispondere, tornò alle prese con il cibo.
La porta si aprì, ma Harry non si girò per vedere chi fosse.
I ragazzi ci misero poco a vedere che Harry non c'era, era stato però difficile scegliere chi mandare, non sapevano nemmeno loro cosa dire o cosa fare, così Zayn decise di andare, inizialmente Liam non sembrava sicuro anche se preferì non dire quel che pensava perché sapeva che così facendo avrebbe quasi sottovalutato Zayn, cosa che non avrebbe mai voluto fare. In quei giorni spesso Liam si frenava dal dire i suoi pensieri, per esempio, pensava che anche Zayn meritasse di stare male ma si occupava del ragazzo quasi come se fosse il suo compito e ciò faceva sentire inutile Liam: non aveva nessuno di cui prendersi cura.
«Anche noi non sappiamo cosa fare» sapeva che ammettendo in quel modo di aver origliato non gli avrebbe fatto guadagnare punti a suo favore, ma non aveva niente da perdere dopotutto e gli sembrò giusto dire quelle parole. «Puoi parlarcene, Harry» non lo disse sperando in qualcosa, ci teneva solo a farglielo sapere, o comunque a ricordarglielo. Si avvicinò un po', rimanendo comunque in piedi e dietro di lui, e decise di chiederglielo: «Perché stai mangiando da solo?».
Harry, che aveva preso in mano la forchetta e che aveva effettivamente cominciato a mangiare anche se lentamente, si fermò all'improvviso e alzò la testa, continuando a guardare altrove dando le spalle a Zayn. «Non sono da solo, Louis è proprio qua vicino a me» e tornò a mangiare.
Zayn sospirò, ancora più disperato di prima. «Ma Harry» si fermò per respirare e cercare di capire se stava facendo la cosa giusta o meno «Louis è morto quat—» non aveva mai detto quella frase e a quanto pare non l'avrebbe mai detta, almeno non in quel momento, infatti Harry non glielo permise.
«No» disse solamente Harry interrompendolo. «È qua vicino a me».
Harry non gli avrebbe mai permesso di dirlo.

 
 


NdA
Una mia amica mi chiede da una vita di scriverle una Larry triste e non appena ho letto una cosa su Tumblr, non potevo farmi scappare quest'idea. Non è lunghissima, anzi, e devo ammettere di averla scritta nel giro di pochi minuti sul mio cellulare, però spero vivamente che vi possa piacere :) 
A presto spero,
S.
   
 
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