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Autore: Kairyporter    15/03/2015    1 recensioni
FF americana, traduzione. Quello che, secondo l'autore, è successo dopo l'episodio 2x10 Luter Braxton:Conclusione
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dembe costrinse l’ultimo armeno a inginocchiarsi facendogli pressione dietro il ginocchio. Gli altri uomini avevano le mani legate, inginocchiati, in fila sul cemento freddo di uno spoglio edificio dietro il vicolo di Clark Street, vicino al loro appartamento. Mr. Kaplan era ancora lì, ripulendo tutto ciò che poteva incriminare il suo amico, prima dell’arrivo dell’FBI.
Reddington stava davanti agli uomini, con Liz a qualche passo dietro di lui, che venne raggiunta da li a poco da Dembe. Reddington passeggiava tranquillamente davanti agli uomini, le mani intrecciate dietro la schiena.
“Condivido l’idea che non bisogna mai smettere di migliorarsi” Cominciò Reddington “Non voglio mai smettere di imparare, acquisire nuove conoscenze. Ultimamente, sono stato preso alla sprovvista dalla psicologia che ha fatto molteplici passi avanti. Sapete, ricordi rimossi, PTSD, amnesia dovuta ad un trauma, questo genere di cose. Le vostre affermazioni sul fatto che stavate solo eseguendo degli ordini mi hanno fatto venire in mente uno studio un po’ particolare. Esperimento Milgram, ne avete sentito parlare?” Red approfittò della pausa per osservare, ad uno ad uno, gli uomini inginocchiati in attesa di una risposta che, ovviamente, non arrivò “No, ci ho pensato molto” continuò voltandosi verso Liz e Dembe “Tu hai famigliarità con Milgram?” Chiese rivolgendosi a Liz inclinando leggermente la testa come era solito fare.
“Un’altra storia Reddington? Qual è il punto adesso?” Chiese Liz sprezzante e guardando Red in cagnesco.
“Bè, vedi, se ti do la lezione senza la storia, che ne sarà del mio metodo?” Rispose un po’ irritato
“Questa quindi è una lezione per me? O per loro?”
Reddington allargò le braccia e le sue labbra si allargarono in un sorriso compiaciuto non appena incrociò gli occhi della ragazza.  “E’ una lezione per tutti” disse allegramente per poi tornare a rivolgersi agli armeni. “ora, dove eravamo rimasti? Ah, Milgram. Nei primi anni del 1960, uno psicologo eseguì una serie di esperimenti in cui invitava dei soggetti in un laboratorio, che divise in due gruppi. Insegnanti e allievi. L’insegnante doveva dare delle scosse all’allievo nel caso questo non fosse riuscito a portare a termine un compito. L’insegnante e lo studente furono messi in due stanze separate, ma comunicanti.
Nel corso dell’esperimento, lo studente fallì più volte, e l’insegnate era stato incaricato di aumentare la tensione ogni qualvolta lo studente avesse sbagliato. Con il tempo le scosse hanno raggiunto dei livelli terribili, si poteva sentire lo studente urlare nella stanza accanto che chiedeva di essere liberato, sbatteva persino sul muro per pietà. Il conduttore dell’esperimento faceva pressione sull’insegnante nel caso ci fossero state delle esitazioni, a volte chiedendo al soggetto che non avevano altra scelta se non il continuare, ed era imperativo che le scosse continuassero.” Reddington smise di camminare e si sedette su una sedia arrugginita, dopo averle dato una leggera pulita, per poi continuare con il suo racconto.
“La scossa finale veniva somministrata tre volte, il rumore della stanza accanto era cessato. Gli insegnanti, a quel punto, avevano raggiunto diversi stati di compostezza, alcuni stavano meglio di altri, ma indovinate quanti di questi campioni casuali di popolazione erano disposti a continuare a torturare un altro essere umano solo perché veniva detto loro di farlo?” Reddington osservò di nuovo gli uomini “Qualcuno? No? Oltre il sessanta percento! Desideravano continuare a scioccarli oltre il punto di incoscienza, e forse  anche ucciderli, dopo  averli ascoltati mendicare per le torture, solo perché qualcuno in una posizione di autorità aveva detto loro di farlo”
“Nah” disse con beffa uno degli uomini “Questo è illegale, o qualcosa del genere, tu menti. Gli scienziati non potrebbero mai uccidere la gente”
“Credo che sia illegale per te uccidere la gente, ma questo non ti ha mai fermato, vero?” Reddington si spostò sulla sedia “Comunque sia l’esperimento era un trucco. Non ci sono mai state scosse. Gli “studenti” nelle stanze in realtà erano attori, che avrebbero dovuto sbattere sul muro e far andare delle registrazioni di urla disperate”
“Questa è una cazzata” Intervenne l’uomo di fronte Reddington
Red inarcò le sopracciglia e chinò la testa in senso d’accordo “Quindi si, hai comunque rispettato degli ordini. Non cambia il fatto che hai fatto quello che hai fatto. Il quaranta percento delle persone avrebbe rifiutato. Ecco perché vado in giro con quei due” aggiunse tendendo il braccio verso Liz e Dembe senza distogliere lo sguardo dai suoi prigionieri. “Sono il quaranta percento”
“Fammi indovinare” , disse lo stesso uomo “Tu devi far parte del sessanta percento che mandava scosse a quei poveri cristi nella stanza accanto?”
“No” rispose Red scuotendo la testa e ridacchiando con allegria “Tu sei il sessanta percento. Io sono l’uomo che conduce l’esperimento.” Si alzò e guardò gli uomini prima di lui, la testa inclinata con aria interrogativa. Prese la pistola e la batté distrattamente contro la sua coscia.
“Reddington” Lo ammonì Liz
Red serrò la mascella, emise un lungo respiro prima di alzarsi e iniziare il tragitto verso l’auto. “Chiamali. Dembe vieni con me. Ho bisogno di fare una telefonata”
“Mi lasci qui con loro?” Liz prese il telefono , cercando di mettersi in contatto con l’ufficio postale.
Dembe continuava a camminare raggiungendo l’assolato ingresso, ma Reddington rallentò girandosi verso Liz “Non andiamo lontano, agente Keen, ho solo bisogno del telefono nel bagagliaio” Poi fissò gli uomini “Sono legati bene e hai una pistola. Se uno di loro si muove, passa nel sessanta percento e sparagli” Con questo si voltò e scomparve nella luce del giorno



……………..
Mentre l’FBI ispezionava sia l’appartamento che l’edificio abbandonato, Reddington aspettava tranquillamente nel vicolo, sotto la stretta sporgenza di un tetto, evitando il triste e costante scrociare della pioggia.
Liz camminava affianco ai SUV dell’FBI incurante degli schizzi di fango che creava mentre attraversava le pozzanghere.
“Perché le lezioni criptiche e le storie?” Chiese accigliata. “Sei stato molto più pesante oggi” Si fermò ad alcuni passi da lui, più lontano del loro consueto spazio personale.
“Ti ho provato a chiamare ieri. Più volte. E anche il giorno prima. Credo che ci siano stati più di dieci tentativi ,da parte mia, di parlare con te negli ultimi giorni, dopo quello che è successo con Braxton.” Reddington le rivolse un piccolo e triste sorriso prima di continuare “Alcune persone potrebbero sentirsi feriti da questo tipo di atteggiamento freddo”
“Sto lavorando con te. Questo è tutto. Io non voglio avere alcun contatto personale con te, solo lavoro” Rispose dura
Reddington scrutò Liz “Se l’unico modo per parlare con te è essere chiuso in una stanza con dei teppisti o malfattori, allora credo che lo farò.” Fece un passo verso di lei che, per tutta risposta indietreggiò mettendo ancora più distanza tra loro, incrociò le braccia e lo fissò con uno sguardo glaciale. Quando parlò di nuovo la voce di Reddington era bassa e sofferente “Lizzie, voglio scusarmi per..”
“Così questa mattina mi hai martellato con la storia dei brutti pesci e dei raggi di luce” Lo interruppe “E oggi pomeriggio cosa? Dirmi che ti piace il fatto che non torturo nessuno solo per eseguire degli ordini?” Liz si fermò e alzò le sopracciglia “Sei sicuro di questo? Visto quello che sai di…” si guardò intorno e abbassò la voce che divenne appena un sussurro “per quello che ho fatto a Tom?”
Uno strano sguardò passo sul viso di Red che Liz non seppe interpretare, e sospirò, mentre con lo sguardo percorse tutto il vicolo. “E’ stata una situazione completamente diversa, Lizzie. Questo è stato…” Si schiarì la voce e si guardò indietro, dopo un lungo momento “Qual è la tua opinione sull’etica dopo Milgram?” chiese osservandola
“L’etica?” Ripeté Liz
“Dietro l’esperimento. Il sessanta percento… La critica dei metodi di studio dicono che i soggetti che assistevano alla la serie completa di shock… alcuni piangevano, altri sudavano, alcuni lo ritenevano malato o debole. Ci possono essere dei danni psicologici sui volontari per il bene della scienza?”
“Stai dicendo che il fine giustifica i mezzi?”
Reddington sollevò le sopracciglia in un gesto silenzioso di inchiesta.
Liz si voltò dalla parte opposta di Red, le braccia ancora incrociate, lo sguardo rivolto verso il furgone dell’FBI. “No” disse alla fine, guardandosi  gli stivali, sprofondati in una pozzanghera”
“Ci hai creduto con Tom”
Liz si girò di scatto, il suo volto furente “Hai appena detto che era una situazione divera”
Red scosse la testa, il viso piegato dall’emozione, fece un altro passo in avanti solo per veder Liz ritrarsi ancora. Alzò le mani in segno d’arresa e chinò  la testa, come per promettere con non avrebbe proceduto ulteriormente. “Quello che sto cercando di dirti è… non c’è mai una reazione corretta al cento percento. Etica e morale dipendono sempre delle situazioni. Le nostre reazioni e ciò che siamo disposti a fare, dipendono sempre da ciò che c’è in gioco”
“E tu eri disposto a torturami quando c’è in gioco il Fulcrum”
La bocca di Reddington si aprì, cercando disperatamente di controbattere ma le parole non uscivano, così la richiuse. La sua mano destra si trasferì sull’addome, quasi a significare che la risposta era nel suo profondo. “Lizzie, fammi scusare per…”
“Non voglio ascoltare” Disse seccamente girando sui tacchi e dirigendosi verso il veicolo, lasciando Reddington solo sotto la pioggia.
   
 
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