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Autore: musa07    15/03/2015    7 recensioni
" Come sempre, Tobio si svegliò con Shoyo acciambellato su di lui.
Non c’era mattina che non succedesse.
Accarezzando piano quell’arruffamento rosso, che tanto gli dava conforto e calore, iniziò a scuoterlo delicatamente, per risvegliarlo.
- Shoyo … Shoyo … -
Incredibile un tono di voce così dolce in lui. Perfino Tobio stesso se ne meravigliava ..."
Piccola KageHina scritta prima di partire per il Cartoomics.
Perché c’è bisogno di tanto fluff diabetoso, e loro due lo sono taaaaanto
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola KageHina scritta prima di partire per il Cartoomics.
Perché c’è bisogno di tanto fluff diabetoso, e loro due lo sono taaaaanto^^
 
 
 
“Per iniziare bene la giornata scelgo un caffè, per continuarla, un sorriso”
 
 

 

Come sempre, Tobio si svegliò con Shoyo acciambellato su di lui.
Non c’era mattina che non succedesse.
Accarezzando piano quell’arruffamento rosso, che tanto gli dava conforto e calore, iniziò a scuoterlo delicatamente, per risvegliarlo.
- Shoyo … Shoyo … -
Incredibile un tono di voce così dolce in lui. Perfino Tobio stesso se ne meravigliava.
- Shoyo … - ci riprovò, ricevendo in cambio un miagolio di protesta, che lo fece ridacchiare. E ancora di più, quando Shoyo – pigramente e non del tutto convinto – socchiuse un occhio.
- Dai pigrone, muoviti! – lo piccò divertito l’alzatore, beccandosi un altro miagolio di protesta.
Shoyo non ne voleva proprio sapere di levarsi da lì. Si stava così bene accoccolati sul petto di Tobio.
- Dai, vado a preparati la pappa … -
A quella parola a lui così familiare – pappa – finalmente il piccolo soriano rosso diede segni di vita.
Con un agile balzo, saltò giù dal letto e iniziò a trotterellare allegramente e chiassosamente tra le gambe di Tobio, mentre questi scendeva le scale e si dirigeva verso la cucina.
Per evitare di ammazzarsi per i gradini, Tobio lo recuperò per la collottola, prendendolo tra le braccia. Cosa che il gatto non parve gradire molto e iniziò a mordicchiargli l’indice con il quale gli stava grattando il naso.
- Che casinista che sei, proprio come il tuo omonimo. – costatò sospirando l’alzatore tra sé e sé, mentre lo posava sulla credenza e il micio aveva preso a osservarlo attentamente, piegando la testolina di lato.
 
Quando sua madre, la settimana prima, se n’era tornata a casa con quella palla di pelo rossa tra le mani, Tobio non aveva proprio potuto fare a meno di pensare che quel gatto assomigliasse in maniera spaventosa a Hinata. E più erano passati i minuti, più aveva visto tale somiglianza rafforzarsi. Era stato del tutto naturale quindi, affibbiarli quel nome.
- Shoyo? – aveva esclamato sua madre, dubbiosa – Ma non è il nome del tuo compagno di squadra? Quello che passa a prenderti tutte le mattine in bicicletta, che fa un casino infernale … - aveva ricordato ridendo divertita.
- Appunto! – era stata la sua lapidaria risposta, che aveva messo la parola fine alla diatriba e la donna non aveva più replicato alcunché, vedendo come il figlio stava sorridendo teneramente alle fuse del gattino, che pareva gradire molto le coccole del ragazzo.
 
Tobio, che come una settimana prima, aveva Shoyo versione neko tra le braccia e gli stava grattando la testolina, fu bruscamente riportato alla realtà dallo scampanellio alla porta.
- Kageyama!!! –
“Solo una persona” pensò mentre andava ad aprire “può avere tutta questa energia di prima mattina”
- Hinata boke! Non urlare in questa maniera, che svegli tutto il vicinato. – fu il suo saluto, mentre apriva.
- Buongior … Ohh! Kageyama! Che meraviglia questo gattino! – esclamò Shoyo elettrizzato, scendendo dalla bici e dirigendosi con un balzo verso gatto e padrone.
- Posso prenderlo in braccio? – proseguì, saltellando su un piede e l’altro, come faceva sempre quando era in trepidante attesa, sollevando gli occhi marroni verso Tobio, attendendo.
E Tobio, al solito, di fronte a quegli occhi, si trovò costretto a deglutire a vuoto.
- Come si chiama? – chiese Hinata, nel momento in cui l’alzatore, riluttante, gli mise delicatamente in braccio il gattino.
- Eh? – andò in panico lui.
“Che cazz!” imprecò dentro di sé.
Non poteva di certo dirgli la verità, pensò, mentre – di nuovo – lo sguardo caldo di Hinata si posò su di lui, sorridente.
- Come si chiama? – domandò nuovamente, e Tobio andò in iperventilazione, rischiando morte certa.
Per fortuna dell’alzatore, l’attenzione di Shoyo fu distratta dal suo omonimo felino.
- Ohhh! Kageyama, guarda: mi sta leccando le dita! – squittì felice.
- Già … -
Tobio non poté che permettere alle sue labbra di aprirsi in un dolce sorriso.
- Ma allora sai come si sorride. – mormorò Shoyo, a metà tra il meravigliato e il divertito, rimanendo incantato di fronte a quella piacevole novità. Quante volte aveva anelato di poter vedere quelle labbra piegarsi in un sorriso!
Non fu una novità, invece, il pugno che Tobio gli assestò giù per la testa.
- Ka-geyama … Perché? Era una cosa carina la mia … - piagnucolò, dolorante.
Non ricevette risposta.
Tobio era troppo impegnato a cercar di ricordar come si fa a respirare, mentre nascondeva il rossore che gli era salito alle guance.
 
 
 
Fine
 

Buondì, anche se ormai è sera inoltrata.
Per una volta faccio la seria. Anche se molto probabilmente questo grazie non verrà mai letto dalle persone al quale è indirizzato, volevo comunque ringraziare e dedicare di cuore questa mini os alle due carinissime persone che, proprio con un sorriso, oggi mi hanno fatto arrivare in tempo a recuperar il treno.
Grazie, davvero <3
 
 

 
   
 
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