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Autore: echois    16/03/2015    4 recensioni
Tom Trümper è uno studente del college che cerca un lavoro per mantenersi gli studi. Dopo aver cercato a lungo, trova un lavoro con una paga minima: il tuttofare in una rivista di moda.
Il suo capo, il direttore della rivista, Bill Kaulitz – chiamato anche Ape Regina – è un ragazzo dai modi estremamente femminili e una voce troppo acuta.
Riuscirà Tom a sopravvivere in quel folle mondo fatto di stiletto Jimmy Choo e capi firmati Chanel?
[TomxBill]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Banner bellissimo fatto da Bill Kaulitz (passate da lei, assolutamente!). Grazie ancora, tesoro! xx

 

 

 

 

Capitolo 2.

Mettersi all'opera.

 

 

 

 

 

Le porte dell'ascensore si aprirono e Tom entrò in quel paradiso rosa, un caffè freddo nella mano destra. Le ragazze correvano da una parte all'altra ed erano così veloci che il biondo a malapena le riconosceva. “Ragazze” chiamò ma nessuno si fermò, nemmeno per dargli l'accoglienza che aveva ricevuto ieri. “Ragazze!” disse ad alta voce e tutte si fermarono, lo guardarono. “A cosa devo questo via vai?” chiese e guardò i loro piedi, avevano tutte ai piedi dei tacchi vertiginosamente alti. “E come fate a correre su quei cosi?” indicò i tacchi e le ragazze si guardarono i piedi.

 

“L'Ape Regina è piuttosto furiosa, oggi” disse una di loro. Era alta e aveva il viso pallido, aveva i capelli neri mossi semi raccolti.

 

“L'Ape Regina? E perchè?” chiese corrugando la fronte.

 

“Il modello usato anche da Calvin Klein ha l'influenza e si rifiuta di venire a fare il photo shoot, la Regina lo ha chiamato personalmente e lui ha affermato di essere sul letto di morte” disse a voce bassa come se Bill potesse sentire e Tom strabuzzò gli occhi, la ragazza guardò il caffè tra le sue mani. “Va da lui e porta il suo caffè, esci velocemente e ritorna domani mattina!” Tom deglutì e pensò che avrebbe fatto così, non voleva avere conseguenze.

 

Annuì e sospirò, si girò e si avviò lentamente verso l'ufficio di Bill, riusciva a sentirlo urlare da lì. Avvicinò l'orecchio alla porta e origliò. “Dio, Jack, non può prendersi un'influenza proprio oggi! Se ho fatto annullare il matrimonio della sorella di Kendall per farle fare questo photo shoot lui verrà anche con una misera influenza! Come non potete farlo venire qui con la forza? Certo che potete!” ci fu un inquietante silenzio e poi Bill iniziò ad urlare. “Dove lo trovo un altro modello che sia alla sua altezza in un'ora? Non posso, il fotografo sarà qui tra poco! Oh, vaffanculo, Jack, fa quello che poi. Entro un'ora devi trovarmi un modello, sbrigati! Al lavoro!” Bill finì di urlare e Tom deglutì, bussò. Se non lo avesse sentito, se ne sarebbe andato. Ma sfortunatamente l'Ape Regina aveva un udito troppo sviluppato. “Chi cazzo è?!” urlò e Tom prese un lungo sospiro, aprì la porta e guardò in ufficio. Era tutto maniacalmente pulito e in ordine, Bill era dietro la sua scrivania che si passava la mano tra i capelli.

 

“S-Signor Bill, signore, le ho portato il caffè, signore” borbottò e Bill gli mandò un'occhiataccia, Tom si fece più piccolo. Si sentiva sempre intimorito dalla figura di Bill.

 

“Era ora! Portamelo qui” si sedette sulla sua imponente sedia marrone e Tom entrò lentamente nella stanza e posò il caffè freddo sulla sua scrivania. Bill lo prese e poi lo sputò su Tom, il ragazzo corrugò la fronte e guardò la sua enorme t-shirt macchiata di caffè freddo sputato dal suo capo. “Questo è semplice caffè freddo, io lo voglio caramellato, okay? Col caramello! Come hai osato dimenticarlo!”

 

“N-Non sapevo come lo preferisse, signore, non me l'ha detto, quindi le ho preso un s-semplice caffè freddo” mormorò Tom e Bill buttò a terra la tazza col caffè freddo, il liquido si sparse velocemente sul pavimento.

 

Bill incrociò le mani e guardò il pavimento. “Puoi andare, se domani ti presenti dinanzi a me con questo caffè di merda sei licenziato!” disse e Tom annuì, si girò per andarsene. “Aspetta!” disse Bill e il biondo si fermò, si girò a guardarlo. “Hai impegni per—” si guardò l'orologio al polso e poi ritornò a guardare Bill. “Hai qualcosa da fare tra mezz'ora?”

 

“D-Devo andare all'università, signore” disse e portò le mani dietro la schiena, Bill annuì.

 

“Bene, verrai a fare il photo shoot con me” disse calmo e Tom strabuzzò gli occhi.

 

“C-Cosa? Ma io devo andare all'università, tra una settimana ho un esame, non posso permettermi di saltare un corso!” disse e Bill lo guardò gesticolare nervosamente.

 

“Thomas, seguire i corsi è davvero stressante. Tu hai bisogno di rilassarti in vista dell'esame della settimana prossima, quindi vieni con me. Staccare un po' la spina ti farà bene” disse calmo, Tom aprì la bocca per ribattere quando parlò di nuovo. “Non si discute, vieni a farmi da modello per il photo shoot o perdi il posto” Tom fece ricadere le braccia molli lungo i fianchi. “Ah, ovviamente non ti pago gli straordinari” fece un sorriso falso in direzione di Tom. “Ora va, le ragazze ti devono spiegare un po' di cose.” lo guardò da capo a piede con un sopracciglio inarcato. “E dici ad Emily di venire a pulire. Immediatamente” e poi lo cacciò fuori.

 

 

*

 

 

Bill lo guardò a lungo e poi inclinò il capo. “Beh, Jacqueline, togligli quel cappello e quella fascia orribile e raccogligli i capelli in una coda alta e—”

 

“Quelli non si possono definire capelli, tesoro” disse una donna bassa e grassa di colore, aveva i capelli castani a caschetto e indossava un'orribile maglietta blu sopra dei pantaloni eleganti neri.

 

“Giusto, raccogligli qualsiasi cosa siano quei cosi in una coda alta e ordinata, per quanto riguarda il trucco—”

 

“Trucco?!” esclamò Tom e guardò Bill. Il suo capo non aveva mica intenzione di farlo truccare? Mai!

 

“Sì, trucco, Thomas, hai qualcosa in contrario?” Bill si mise le mani in vita e gli mandò un'occhiataccia.

 

“I ragazzi non si truccano” disse deciso Tom e poi guardò Bill, deglutì. “I-Intendo, io non sono solito truccarmi, ma alcuni ragazzi lo fanno e-e stanno bene”

 

Bill si avvicinò a lui e gli mise una mano sotto il mento, gli alzò il capo e lo girò prima a destra e poi a sinistra. “Ricoprilo di fondotinta e di correttore finchè non si vedranno più quelle Louis Vuitton che ha sotto gli occhi” disse e Tom sussultò.

 

“Louis Vuitton?” disse e si toccò il viso con una mano.

 

“Era una battuta, Thomas, Louis Vuitton non farebbe sfiorare le sue borse da te nemmeno se lo pagassi oro” disse e poi si allontanò, incrociò le braccia. “Per quanto riguarda le labbra, vorrei che sembrassero naturalmente pallide. Magari potresti mettergli un po' di rossetto e ricoprirlo con della cipria”

 

“Rossetto? Cipria?!” chiese Tom e sbattè le palpebre.

 

“Dio, Thomas, la cipria serve a far durare di più il rossetto” disse e guardò l'orologio. “Kendall è pronta?” chiese alla donna.

 

“Anne si sta occupando di lei” disse Jacqueline e si avvicinò a Tom.

 

“Bene. Ragazzi, sbrighiamoci! Siamo tremendamente in ritardo!” urlò e scappò via.

 

Bill aveva scelto come location per il photo shoot Central Park, Tom era sempre stato incantato dalla sua bellezza. Erano vicino al lago e Tom era seduto su una di quelle sedie per registi mentre Jacqueline cercava qualcosa in una pochette nera. “Mi farà male?” chiese Tom insicuro e Jacqueline ridacchiò.

 

“Tesoro, se il trucco facesse male le donne non si truccherebbero, non pensi?” chiese e Tom alzò le spalle, Jacqueline si mise un po' di fondotinta sulla mano e prese un pennello dai tanti che aveva. Si avvicinò al ragazzo e gli fece alzare il viso, iniziò a mettere il fondotinta.


“Anche i tacchi fanno male ma voi donne li indossate lo stesso” disse e la donna si fermò per guardarlo.

 

“Vero, probabilmente se il trucco ci facesse male continueremmo ad applicarlo, ma fidati, non ti farà nulla, ragazzo” disse e Tom lasciò che la donna gli mettesse quella cosa. La pelle non gli bruciava né tantomento stava venendo corrosa, quindi forse Jacqueline stava dicendo la verità. “Sei il nuovo segretario di Bill?”

 

“Lui preferisce definirmi tuttofare” disse e Jacqueline ridacchiò.

 

“Se avessi bisogno di una mano o di qualcuno con cui sfogarti sarò qui, tesoro” disse ironica e Tom sorrise.

 

“Cos'è successo all'altro tuttofare?” chiese incuriosito e la donna ridacchiò.

 

“È scappato in lacrime” rispose e Tom strabuzzò gli occhi.

 

“Oh, Dio! Bill è così cattivo?” chiese e la donna fece spallucce.

 

“Bill non è cattivo, è solo che vuole svolgere in maniera ottima il suo lavoro e non si accorge che a volte ferisce le persone. Ma non è una cattiva persona, è semplicemente uno stacanovista. Ha bisogno di qualcuno che gli faccia staccare la spina dal suo lavoro” disse e si avvicinò alla trousse, cacciò un piccolo tubetto ovale e si avvicinò a Tom di nuovo. “È da un sacco che non ha un ragazzo, poverino”

 

“Riesco a capire perchè” disse e lasciò che Jacqueline gli mettesse un po' di correttore sotto gli occhi. Chissà perchè la notizia di Bill gay non lo aveva stupito granchè.

 

“Tom! Oh, Tom, finalmente ti ho trovato!” disse una voce familiare e improvvisamente vide Marina al suo fianco. “Non ci posso credere, Bill ti ha chiesto di fargli da modello?”

 

“Uhm, sì” disse e la guardò. Aveva un vestito corto viola chiaro e degli stiletto bianchi. “So che non ne sarò in grado”

 

“Tom, fare il modello non è difficile! Basta metterti nella posa che ti chiede il fotografo e fare una faccia misteriosa, ed il gioco è fatto” disse e gli sorrise. Jacqueline si allontanò da lui per guardarlo e Marina inarcò le sopracciglia. “Beh, già con quei cosi sciolti sulle spalle e il fondotinta sembri un'altra persona” gli sorrise e alzò il pollice.

 

“Rasta, si chiamano rasta, è così difficile per voi capirlo?” chiese e Marina e Jacqueline lo guardarono a lungo. “Siete così esperti di moda e poi non sapete cosa sono questi”

 

“Uhg, già, peccato che noi non ci occupiamo della moda dei punkabbestia” disse e Tom alzò lo sguardo al cielo. Jacqueline gli mise un rossetto color carne e poi gli mise un fazzoletto sulle labbra.

 

“Apri la bocca ad o” disse e Tom fece come detto, Jacqueline, con l'aiuto di un pennello, gli mese un po' di cipria. Gli tolse il fazzoletto e lo guardò. “Sei perfetto, tesoro, ora mi occupo di quei cosi che hai al posto dei capelli” Tom roteò gli occhi.

 

Marina lo guardò da capo a piede e poi sorrise. “Wow, ti sta bene questo completo!” disse e Tom inclinò il capo all'indietro quando Jacqueline gli chiese di farlo.

 

“Non sono abituato alle cose strette, è come se mi stesse opprimendo” disse e fece una smorfia.

 

“Sei carino quando non indossi tende da campeggio, Tom. Fallo di meno” disse senza preoccuparsi di offenderlo e Tom sbuffò.

 

“Jacqueline, Kendall è pronta quasi da mezz'ora, quanto ci metti a truccare quest'essere?!” disse Bill correndo verso di loro e indicò Tom.

 

“Ho fatto, tesoro, ora puoi andare” disse e Tom si alzò. Aveva una coda alta ordinata e sentiva il suo viso strano, ma aveva ragione Marina, i pantaloni stretti ed eleganti neri insieme alla camicia a mezze maniche bianca gli stavano benissimo, anche Bill rimase a bocca aperta nel guardarlo. Tom era davvero bellissimo, le lettrici l'avrebbero semplicemente adorato.

 

Bill scosse il capo e tossì. “Bene, va dal fotografo e lui ti dirà cosa fare” disse indicando un punto non preciso e Tom andò verso l'uomo con una grossa telecamera in mano.

 

“Oh, signori, finalmente Miss Mondo ce l'ha fatta a prepararsi!” disse ironico e Tom sbuffò mettendosi davanti all'obbiettivo come indicato dall'uomo alto e dai capelli scuri e la barba folta. “Fate entrare Kendall” disse e Tom sospirò incrociando le braccia. Quando si girò vide una dea camminare verso di lui, spalancò la bocca. Una ragazza alta, magra e dalla pelle color caffellatte stava camminando verso di lui, i suoi lunghi e lisci capelli neri che venivano leggermente scossi dal vento. Indossava un pantaloncino a vita alta nero e un crop top a giro collo, ai piedi aveva degli stivali con il tacco aperti davanti. Quella era la ragazza più bella che avesse mai visto. Improvvisamente quel lavoro gli piacque davvero molto. “Kendall, mettiti vicino a quell'essere con i capelli strani”

 

“Sono rasta!” protestò Tom.

 

“Sì, sì, sono quello che vuoi” disse il fotografo e Tom sbuffò.

 

La ragazza si avvicinò a lui e gli fece quello che doveva essere il più bel sorriso del mondo. “Ciao, essere con i capelli strani” disse sicura di sé e Tom la guardò inarcando le sopracciglia.

 

“C-Ciao” borbottò. Fortunatamente era riuscito a non dire 'ciao, creatura divina'. Era la prima cosa che gli era venuta in mente.

 

“Okay, Kendall metti il gomito sulla sua spalla e guardalo. Tu invece metti le mani nelle tasche e guarda in terra” disse e fecero come detto. “Facciamo due scatti così, okay?”

 

“No, aspettate!” urlò Bill da dietro al fotografo e corse sul set verso Tom, gli sbottonò ogni singolo bottone della camicia. Osservò il suo petto muscoloso e poi lo guardò negli occhi, non si aspettava che un ragazzo come Tom nascondesse dei muscoli. Indietreggiò e poi ritornò al suo posto. “Okay, iniziamo”

   
 
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