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Autore: Sarugaki145    16/03/2015    4 recensioni
[Spoiler!Mockingjay]
Dal testo:
A quanto pareva Peeta era riuscito a portare un po’ di gioia con il suo arrivo.
Katniss ispirò a fondo l’aria fresca e proseguì verso il prato, con una nuova consapevolezza.
La primavera del Distretto 12 era veramente arrivata.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And if I open my heart to you
And show you my weak side,

What would you do?

 


CAPITOLO 21
 

Ci si può ammalare anche solo di un ricordo.
- Paolo Giordano 
 

Katniss dopo il suo piccolo incidente restò a letto quasi una settimana, in cui Gale passò spesso a trovarla, senza però accennare mai al bacio che era sfuggito quella sera.

La ragazza, dal canto suo, non fece niente per far tornare il discorso, evitando accuratamente di rimanere in atteggiamenti intimi con lui.

Nonostante ciò la Ghiandaia non si stupì affatto quando lui un giorno, mentre parlavano del tempo passato distanti, affermò sicuro:

-Sai, sono stato veramente sollevato vedendoti tornare qui. Temevo tu avessi scelto Peeta nonostante tutto quello che aveva detto su di te.-

La ragazza distolse lo sguardo dalla finestra, dove stava osservando due passerotti beccare le briciole del suo pranzo che aveva buttato sul davanzale e osservò Gale scettica, mentre una ruga si insinuava sulla sua fronte:

-Tutto quello che aveva detto su di me?-

Il ragazzo sembrò non dar peso al tono polemico della ragazza e rispose curioso:

-Si, non ti ha raccontato che ci siamo visti quando siete andati a Capital City per quella famosa cena?-

La ragazza, nonostante non volesse darlo a vedere, si ricordava perfettamente di quella cena.

Era il giorno in cui aveva fatto pace con Peeta e aveva ritrovato le sue braccia accoglienti, che pensava non avrebbe più lasciato.

Eppure ricordava con altrettanta chiarezza come avesse trovato insolita l’assenza di Gale, nonostante si fosse convinta che fosse una cena riservata solo ai vecchi tributi.

E ora non si spiegava il perché il ragazzo del pane non le avesse detto di averlo incontrato.

-No, non me l’ha detto.-

Affermò lei titubante, non guardando appositamente l’amico negli occhi, per paura che lui vedesse il suo disagio.

Peeta non le aveva mai nascosto nulla, a differenza sua, che aveva nascosto fin troppe cose all’amico. Quindi a che pro farlo?

Aveva forse timore che ammettendo di aver incontrato Gale lei sarebbe tornata dall’amico d’infanzia?

Eppure non era stato Peeta stesso a spingerla tra le sue braccia il mese prima?

-Avrà voluto nascondere la scemata che ha detto quel giorno.-

Rispose Gale con un’alzata di spalle, non dando peso allo sguardo pensieroso della ragazza.

-Che scemata?-

Domandò quindi lei, curiosa.

Gale iniziò a raccontare con voce incolore:

-Ci siamo incontrati dopo il suo colloquio con la presidentessa Paylor, io ero li per il rapporto trimestrale che le devo fare sull’andamento del distretto. All’inizio ci siamo salutati normalmente e mi ha detto che stava aspettando che Johanna finisse anche lei il colloquio, quindi, visto che io avevo bisogno della Paylor, sono rimasto li ad aspettare e a chiacchierare con lui. Vabbè gli ho chiesto come stessi tu, visto che non ti avevo più rivisto dopo aver lasciato Capital City e mi ha spiegato che stavi migliorando. Quindi gli ho fatto una battuta tipo: “hai visto che alla fine Katniss ti ha ritenuto quello indispensabile tra i due?”-

Katniss sobbalzò, ricordando di come fosse stata ferita nell’essere stata considerata sia da Gale che da Peeta talmente calcolatrice che alla fine della guerra avrebbe scelto quello indispensabile per la sua sopravvivenza.

Stava per rispondere sprezzante quando il ragazzo riprese il suo racconto:

-Lui mi ha lasciato un po’ sconcertato dalla sua risposta, insomma non penso stesse del tutto bene di testa.-

La rabbia provata qualche istante prima da Katniss scomparve, lasciando il passo alla curiosità.

-Cosa ti ha detto?-

Chiese quindi osservando gli occhi grigi di Gale.

-Mi ha risposto “E’ qui che ti sbagli, l’unica indispensabile per Katniss era Prim e penso che i fatti l’abbiano evidenziato a pieno.”-

Il ragazzo trattenne una risatina divertita nel ripensare a quelle parole, ma Katniss non diede peso al fatto, intenta com’era ad elaborare la risposta di Peeta.

Lo sfortunato amante non si era sentito abbastanza importante da definirsi indispensabile per lei, nonostante avesse visto le condizioni pietose in cui era stata in sua assenza, mentre era prigioniero a Capital City.

Eppure aveva detto che Prim fosse indispensabile per lei e dalla morsa allo stomaco che provò solo a ripensare a quel nome si rese conto che il ragazzo avesse ragione. La profonda depressione in cui era caduta dopo la sua scomparsa era la prova palpabile di quanto affermato da Peeta e lei lo sapeva bene, non riusciva semplicemente a capire come mai Gale avesse detto che il biondo aveva detto una scemata.

-E tu cosa hai risposto?-

Domandò Katniss dubbiosa.

-Io? Che pensavo non fosse vero, poi è arrivata Johanna e abbiamo cambiato discorso.

La liquidò Gale alzandosi e stiracchiandosi.

-Si è fatto tardi Katnip, devo tornare al lavoro! Ci vediamo dopo!-

Annunciò salutandola con un sorriso e uscendo dalla stanza.

Peeta riteneva che l’unica indispensabile per la sua vita fosse Prim, eppure anche dopo la morte della sorellina lei era ancora li, viva.

O forse era viva semplicemente perché le era stato impedito di togliersi la vita, anche se a lungo si era limitata semplicemente ad esistere.

Ed era stato proprio Peeta a farla uscire da quello stato di torpore ed era stato grazie a lui che ora lei poteva definirsi ancora viva.

Eppure lui non si abrogava il diritto di essere indispensabile per lei e per questo gli era grata.

La mente di Katniss continuò a lungo a ripensare al racconto, finché non cadde sfinita addormentandosi.

Durante la sua permanenza in ospedale venne spesso a trovarla anche Hazelle e Katniss si rese conto di quanto le fosse mancata quella donna.

Aveva l’aria molto meno sciupata rispetto a quando viveva nel loro distretto e si poteva vedere come finalmente, grazie al lavoro di Gale, lei riuscisse a lavorare solo le ore consoni alla sua età.

Non seppe bene se fu per la vicinanza della donna per tutto quel tempo, ma la ragazza riprese a pensare a sua madre, a come l’avesse chiusa ermeticamente fuori dalla sua vita, ma come alla fine fosse l’ultimo membro della sua famiglia di sangue ancora in vita.

Fu probabilmente per quei pensieri che quando fu dimessa dall’ospedale accettò la proposta di Gale di andare a trovare sua madre nel Distretto 4.

Non la innervosì neanche il fatto che lui l’avesse appositamente fatto per tenerla il più possibile fuori dai guai, ma approfittò dell’occasione per concedersi quella gita nel distretto della pesca, ben sapendo che, non avendo mai incontrato Finnick nel suo distretto natale, non l’avrebbe ricollegato a lui.

Prese il treno una mattina soleggiata, pronta a circa quattro ore di viaggio, dovendo solamente recarsi a due distretti di distanza.

Quando scese dal treno non fu per lei difficile trovare l’ospedale e seguendo le indicazioni degli infermieri arrivò ben presto nella stanza dove si trovava la donna.

Katniss osservò quella schiena così familiare, china su un letto dove stava fasciando accuratamente una gamba, che in quel momento desiderò tanto stringere.

Era l’ultima parte della sua famiglia e, nonostante non si fosse riuscita a fidare negli ultimi anni, tante volte aveva desiderato poterlo fare, tornando a cullarsi nel pensiero che in fondo era ancora un ragazzina, nonostante tutto quello che aveva passato.

Erano rimaste solo loro due, non c’erano più suo padre e Prim che facevano da collante per quella famiglia, ma nonostante tutto era certa che entrambe si volessero ancora un gran bene.

-Mamma.-

Sussurrò con voce flebile e spezzata la ragazza, rendendosi conto di avere un groppo in gola, attirando l’attenzione della donna, che si voltò incuriosita.

Quando la donna si girò Katniss rimase per qualche secondo senza parole.

Non era la donna che aveva visto l’ultima volta quasi un anno prima, sembrava terribilmente invecchiata.

I capelli erano di un biondo cenere spento, mentre due profonde occhiaie incorniciavano gli occhi che avevano perso quella luce da cui erano stati illuminati un tempo.

Era il ritratto di una donna distrutta dal peso della sofferenza e mentre gli occhi di Katniss si riempivano di lacrime sussurrò di nuovo, facendolo suonare come una supplica:

-Mamma..-

Gli occhi della donna ebbero un guizzo di vita quando riconobbe la figlia e sul suo volto spuntò un sorriso, che le tolse almeno dieci anni, facendo vedere il riflesso della bellissima donna che era stata.

-Katniss.-

Rispose quella con voce tremante, avvicinandosi quasi con paura di un paio di passi, non essendo certa che la figlia avrebbe accettato le sue braccia che così spesso aveva respinto.

Eppure Katniss per la prima volta dalla morte del padre si gettò tra quelle braccia tese senza remore, stringendo a se quel corpo così esile che sembrava si stesse per spezzare, cercando di stringerla forte a se in modo da non far crollare gli ultimi pezzi di quella donna distrutta.

Il profumo materno la investì con dolcezza, lasciandola per qualche istante in un limbo di emozioni e ricordi, da cui non desiderava uscire, facendola sentire una bambina, quando suo padre era ancora vivo e quando spesso si godeva lunghi momenti tra quelle braccia.

Le lacrime iniziarono a bagnare i visi di entrambe ancor prima che se ne rendessero conto, facendole stringere ancora più forte, per non perdere l’unica persona che era rimasta per loro.

Dopo parecchi minuti le due si separarono, asciugandosi le lacrime, allontanandosi dalla stanza per andare in un luogo appartato dove poter avere un po’ di privacy e parlare.

La madre passò quasi un’ora a spiegarle come si trovasse con il suo nuovo lavoro, la sua nuova casa e questo nuovo distretto, poi fu il turno di Katniss, che spiegò il perché avesse colpito la presidentessa, ammettendo come fosse stata un’idea di quella donna quella di eliminare Prim, per poter distruggere lei e renderla inoffensiva.

La donna ascoltò e versò assieme alla figlia altre lacrime, ma quando la più giovane ebbe finito di raccontare come si fosse ripresa grazie a Peeta la madre domandò:

-Con Peeta come va quindi? Ho visto un po’ di tempo fa in tv che siete tornati assieme.-

Affermò la madre senza nessuna nota di accusa nella voce, ma con una leggera curiosità.

Katniss arrossì visibilmente, facendo scoppiare in un’insolita risata la madre.

-Perché ridi?-

Chiese la figlia leggermente risentita squadrando la donna con aria ostile.

La madre le sorrise divertita e spiegò pacatamente:

-Ridevo perché anch’io quando ero giovane avevo due uomini che mi facevano la corte, uno del giacimento e uno no.-

L’attenzione di Katniss si catalizzò totalmente sulla madre, mentre affermava quella cosa.

Non aveva praticamente mai parlato della sua giovinezza dalla morte del padre, mai una volta.

E ora, senza una ragione precisa stava aprendole il suo cuore, forse perché per la prima volta anche Katniss lo stava facendo con lei.

-Uno era il padre di Peeta e l’altro, ovviamente, tuo padre. Il fornaio poteva offrirmi un buon futuro, mentre con tuo padre avrei dovuto lasciare tutto quello che mi era più caro.-

Gli occhi chiari della madre erano persi in chissà quali ricordi mentre raccontava e Katniss osservava quella donna che a tratti le appariva quasi come un’estranea, o almeno una bella giovane bionda che aveva fatto breccia in più cuori.

-Litigai con i miei genitori quando dichiarai che avevo scelto tuo padre, me ne dissero di ogni. Eppure io avevo preso la mia decisione, anche se non era la più semplice. Non ti dico le mie amiche come mi guardarono e come smisero di considerarmi dopo quella scelta, ma io ero innamorata e la cosa mi pesava solo in piccola parte.-

Spiegò la donna sempre con aria sognante, finché non aggiunse con un sorriso:

-L’unico che non mi condannò fu proprio il padre di Peeta, che mi augurò il meglio che potessi trovare e lo fece di cuore, assicurandomi che lui ci sarebbe comunque sempre stato per me e che non mi avrebbe mai completamente dimenticata.-

La donna si interruppe abbassando lo sguardo su Katniss e dedicandole un sorriso nostalgico, ma senza alcun rimpianto.

-Inizialmente non mi andava a genio Peeta, tutto questo amore così giovani, eppure mi sono accorta di quanto fosse simile a suo padre. Quando tu ti struggevi al capezzale di Gale lui ha messo da parte tutti i suoi sentimenti per poterti vedere di nuovo felice, tutti.-

La Ghiandaia arrossì leggermente ripensando alla reazione esagerata che aveva avuto dopo che Gale era stato torturato, rendendosi conto di come Peeta in quel momento non avesse pensato neanche un momento alla sua felicità ma si era concentrato solo a far star meglio lei.

-E anche tu avevi scelto Gale al tempo e mi sono rivista tanto in te. Eppure penso che siano cambiate tante cose nell’arena, che ti hanno fatto rendere conto di quanto fosse speciale Peeta per te. Quando ti ho vista nell’arena, con Peeta, mentre cercavate l’un l’altra di convincervi a restare in vita ho capito che lui ti amava veramente e quella sera sono andata da suo padre.-

La donna si interruppe, mentre le si velavano gli occhi di lacrime, che però trattenne stoicamente.

-E` stata l’ultima volta che l’ho visto prima del bombardamento. E l’ho ringraziato con tutto il cuore perché aveva donato a te un figlio capace di darti tutto quell’amore che io come madre non ero mai stata in grado di darti.-

Ora la donna piangeva silenziosamente, ma Katniss anziché darle della debole iniziò ancora una volta a piangere con lei, distrutta dalla consapevolezza che lei aveva abbandonato Peeta nel Dodici, non essendo capace di volergli bene come gliene aveva sempre voluto lui.

Katniss non trovò il coraggio per ammettere con la madre che viveva con Gale da diverso tempo nel Distretto 2, sentendosi la peggiore vigliacca.

Dopo pochi minuti la madre riprese:

-Gale ovviamente mi è sempre piaciuto, ma è troppo simile a te e non penso che nonostante tutto il bene che potrebbe darti non sarebbe mai in grado di accettarti completamente come Peeta.-

La madre sorrise al volto arrossato della figlia e concluse:

-E alla fine, di fronte ad un fiorente futuro con Gale nel distretto 2 hai scelto Peeta, nonostante tutto quello che gli è successo, nonostante vi dobbiate costruire un futuro senza nessun appoggio, per seguire il suo vero amore. Sono fiera di mia figlia.-

Katniss arrossì per la prima volta imbarazzata per il complimento di sua madre, non aspettandosi di riceverne.

Sorrise a disagio, infilando i capelli che sfuggivano dalla treccia dietro l’orecchio, abbassando lo sguardo.

In quel momento bussarono alla porta e un’infermiera si affacciò richiamando la madre al suo dovere.

Quindi, dopo aver accompagnato Katniss nel nuovo appartamento dove avrebbe aspettato che lei finisse il suo turno, la donna tornò al lavoro.

 
*

Katniss sedeva da sola nella stanza della madre, dove aspettava paziente che lei terminasse il suo turno di lavoro per poi poter cenare insieme prima che Katniss salisse su un altro treno per tornare da Gale.

Era rimasta colpita dalle parole della madre quella mattina, su tutte le informazioni che le aveva dato sul suo passato.

Non sapeva si fosse trovata anche lei nella sua situazione di dover scegliere tra Peeta e Gale.

Aveva ritenuto di aver fatto la sua scelta restando nel distretto Dodici, ma come sempre il ragazzo del pane le aveva dato la possibilità di raddrizzare il colpo, di capire chi amasse veramente.

Sospirò sconsolata, iniziando a dondolare le gambe come una bambina, nella speranza di trovare la risposta che cercava da giorni.

Non voleva sentirsi un’egoista calcolatrice che avrebbe scelto solo per il futuro che potevano concederle. Anche perché, per essere sincera, non le interessava essere ricca, famosa o qualunque altra cosa, lei voleva stare solamente in pace con se stessa e poter guardare qualcuno con lo stesso sguardo con cui si guardavano Annie e Finnick, così innamorati l’uno dell’altra.

Eppure in quel momento più che qualunque altro le sembrava difficile trovare la risposta giusta, perché sapeva che non sarebbe potuta tornare indietro quella volta. Aveva avuto una seconda possibilità da entrambi i ragazzi, quindi ora doveva capire chi amasse veramente.

La ragazza chiuse gli occhi stropicciandoseli come per far scomparire i pensieri che l’assillavano.

In quel momento la porta si aprì e dei passi leggeri fecero alzare gli occhi a Katniss, che si trovò di fronte Annie Cresta, con i lunghi capelli scompigliati.

Le due si osservarono un momento, studiandosi a vicenda, poi l’attenzione della Ghiandaia venne attirata da un gridolino e abbassando gli occhi vide un bambino ancora in fasce tra le braccia della ragazza.

-Lui è..?-

Domandò Katniss interrompendosi subito per paura di risultare indiscreta, ma Annie le sorrise e rispose:

-Si, è lui.-

Il fagottino emise un altro gridolino e quindi la Ghiandaia si avvicinò a guardarlo, accarezzando quella testolina spruzzata di capelli.

-Stavo cercando tua madre. Non c’è?-

Domandò dopo i convenevoli che le due ragazze si scambiarono, quindi la Ghiandaia rispose:

-No, dovrebbe tornare tra qualche ora.-

Annie le sorrise in modo sognante e rispose:

-Va bene, ripasserò. Ora vado a cercare Finnick è da un po’ che non lo vedo!-

Concluse quella stringendo a se il bambino e allontanandosi con leggerezza.

Katniss rimase a fissarla sbalordita, rendendosi conto di quanto potesse essere devastante l’amore.
Annie da quando la conosceva non era mai stata del tutto a posto, eppure quando era insieme a Finnick sembrava una ragazza normale, semplicemente un po’ svampita.

Quanto era stato ingiusto il mondo risparmiando lei che non voleva più vivere e portandosi via quel ragazzo dagli occhi color del mare?

La ragazza si raggomitolò su se stessa, sentendosi persa come quando nel Distretto 13 si nascondeva negli armadi o dietro le tubature per sfuggire al mondo.

Sua madre la trovò qualche ora dopo addormentata nel suo letto, con il volto rigato dalle lacrime ormai evaporate.
La coprì con una coperta leggera, lasciandole poi un bacio sulla fronte, come non faceva da quando suo marito se n’era andato.

 
*

-Com’è andata nel distretto 4 Katnip?-

Domandò Gale cortese non appena Katniss rimise piede nel Distretto 2. Aveva un’insolita aria apprensiva nel domandarglielo, come a sperare che quell’incontro non avesse suscitato troppi ricordi di Prim e che lei non fosse ripiombata nella depressione.

Katniss rispose semplicemente, con una noncurante alzata di spalle:

-Tutto bene, è stato quasi come avere una vera madre.-

Il ragazzo sorrise sollevato e passò un braccio attorno alle sue spalle, iniziando a chiacchierare del più e del meno, insolitamente superficiale.

Quella sera la ragazza si fermò a cena a casa di Hezelle, dove passò quasi l’intera serata a giocare con i fratelli di Gale, godendosi a pieno la loro compagnia allegra.

La ragazza si congedò molto tardi, quindi Gale si offrì di riaccompagnarla al suo alloggio, anche per poter stare un po’ da solo con lei.

Quando si furono allontanati di una ventina di passi dalla casa il ragazzo domandò:

-Di cosa avete parlato te e tua madre?-

Katniss alzò le spalle e sospirò, per poi rispondere:

-Di cos’abbiamo fatto in questo periodo, del nuovo governo.. Di Peeta.-

Aggiunse con un sussurro, ben conscia che quel nome avrebbe fatto irrigidire Gale.

Come previsto la temperatura sembrò improvvisamente precipitare a quel nome, quindi il ragazzo domandò:

-Di Peeta?-

Katniss annuì senza far apparentemente caso al tono accusatorio di Gale, quindi lui chiese ancora:

-Cosa avete detto di lui?-

La ragazza prese un respiro e ribatté:

-Mia mamma ha detto che le piace molto come persona, che è stata felice di vedere in tv che fossimo tornati insieme.-

Il ragazzo stava per rispondere, quando Katniss sbottò:

-Beh, se speravi che mandandomi da lei facesse una campagna a tuo favore e io ritrovassi il sorriso allora ti sei sbagliato di grosso. Mi ha fatto piacere vederla perché è l’ultimo membro della mia famiglia, ma mi ha fatto pensare a tante cose.-

Concluse lei fermandosi davanti al portone del suo alloggio.

-Buonanotte Gale.-

Concluse gelida voltandosi e lasciandolo sulla porta senza una parola.


 
- To be continued. 
 
  
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