A new beginning
-Sono a casa!- urlò Martha entrando nel
loft immerso nella penombra nonostante fosse appena passata l’ora di pranzo.
-Da quando ti annunci, mamma?
-Da quando ospitiamo una certa persona dai
lunghi capelli castani e due grandi occhi marroni, figliolo.
-Se è questo che ti preoccupa, puoi anche
stare tranquilla. Kyra se n’è andata. Ha fatto le
valige un paio di ore fa.
-Sul serio?- fu il commento sbigottito
della donna. -Oh, beh…ce ne faremo una ragione.
-Mamma!
Lo sguardo severo di Rick addolcì Martha
che posò una mano sul viso del figlio.
-Tesoro, so che avevi dei progetti su te e Kyra, ma…beh, lei forse è più saggia di te in questo
momento- la donna trasse un profondo sospiro prima di riprendere. -Ad ogni
modo, cosa pensi di fare ora con Kate?
-Niente.
-Niente? Pensi che lei si ripresenterà qui
di nuovo e ti cadrà tra le braccia?
-Non intendevo questo, lo sai. È solo che
con lei è tutto molto…
-…complicato?
Richard annuì mentre si dirigeva nel suo
studio posizionandosi davanti al suo amato portatile, trascurato per molto,
forse troppo, tempo.
-Tesoro, tu sei innamorato di lei e lei è
innamorata di te. Cosa c’è di complicato? Molta gente è partita con molto meno,
te lo assicuro.
-Forse tu dimentichi Washington, la
proposta, il suo rifiuto e la mia fuga, mamma. Questo credo che complichi un
bel po’ le cose.
Martha Rodgers
squadrò il figlio intrecciando le braccia al petto.
-Richard Alexander Rodgers!-
tuonò la donna. Castle sapeva bene che sua madre
usava chiamarlo con il suo vero nome solo quando il discorso era
particolarmente serio ed in un certo senso questo meccanismo gli piaceva: lo
riportava a quando era solo un ragazzino che seguiva la grande diva dietro le
quinte dei grandi teatri di Braodway. -Io non ho
cresciuto un vigliacco! Hai tanti difetti, lo riconosco, ma non questo. Per cui
ora alza il tuo bel sedere da quella sedia e corri al distretto da Kate. E
prega che lei ti voglia ascoltare e riprendere con sé.
-Ma…
La donna alzò la mano per zittire il figlio
che ancora se ne stava seduto dietro la scrivania.
-Sei ancora lì?
-Non so cosa dirle! Non posso mettere piede
al 12th e dirle: “ehi, Kate! Hai presente tutto quello che ti ho detto in
questi mesi? Ecco, ho cambiato idea!” Forse non lo sai, ma ha una pistola!-
cercò di sdrammatizzare l’uomo, anche se in cuor suo sapeva non solo che sua
madre aveva ragione (come sempre, del resto), ma anche che presentarsi al
distretto era esattamente quello che voleva fare già da molto tempo.
-Richard! Quella donna ti ha cercato per
tre mesi, senza sosta. Non appena ha saputo che eri tornato si è precipitata
qui! Tu non l’hai vista quando si è resa conto che qui c’era un’altra donna, ma
io sì. Lei ti ama, tesoro! Ti ama come ha sempre fatto, se non di più ora che
sa di aver messo te, anzi voi, al primo posto nella sua vita. E forse
all’inizio farete fatica a superare gli ultimi sei mesi e tutte le parole
dette, ma…alla fine ce la farete. Vedrai. Avete superato di peggio: supererete
anche questa.
Rick accennò ad un debole sorriso
decidendosi infine ad alzarsi.
-Grazie, mamma- disse lasciandole un bacio
sulla guancia.
Poi uscì. Per andare da lei.
***
Dopo la discussione avuta con Castle, Kate era più che mai decisa a buttarsi nel lavoro e
a dimenticare tutto il resto. Non che avesse molte alternative, in effetti: a
parte il lavoro non le restava granché della sua vita!
-Becks!- Esposito
agitò le braccia sventolando dei fogli appena stampati. -Ho appena finito di
controllare le liste passeggeri in arrivo e in partenza da tutti gli aeroporti
di New York e provenienti da San Francisco. Ho controllato anche i principali
scali e le linee ferroviarie…ma niente.
-Niente?- chiese perplessa Kate. -Non è
possibile! Vuoi farmi credere che Greg è stato ucciso da un perfetto
sconosciuto? Per caso?
-Beh, dico solo che non ho trovato
corrispondenze in questi elenchi viaggiatori. Nessuno che apparentemente sembra
legato a Greg Murphy. Né sentimentalmente né professionalmente. Ma ho allargato
le ricerche: se lui non stava scappando da qualcuno, forse stava raggiungendo
qualcuno qui a New York. Ho chiesto di poter visionare anche gli elenchi
passeggeri arrivati in città prima di Greg per scrupolo.
-Hai fatto bene, Espo!-
Kate si alzò dalla sua scrivania per spuntare dalle voci in elenco sulla
lavagna i risultati appena ottenuti. Non che questo cambiasse qualcosa. Anzi.
Il tutto aveva un significato sempre più chiaro che l’esperta detective non
poteva non notare. -Credo che a questo punto io non possa più rimandare.
-Rimandare cosa?- anche Ryan ora si era
avvicinato per osservare gli sviluppi e per portarne di altri.
-Chi è l’unica persona che sappiamo essere
a conoscenza del fatto che Greg fosse a New York?
-Non avevi detto che il movente di Kyra era praticamente inesistente?- obiettò l’ispanico.
-L’ho detto, è vero…
-…ma se non fosse il tradimento il
movente?- si intromise Ryan con il suo classico sorriso di quando portava buone
notizie.
-Che intendi dire?
-Beh, sapete quando Castle
ha parlato delle email che Kyra ha ricevuto? Ecco,
nell’appartamento di Greg ho trovato il suo pc e le email provenivano da un suo
account di posta…non ufficiale, diciamo così. E non solo. Kyra
gli ha persino scritto…e proprio il giorno in cui Greg è morto. Non a questo
indirizzo evidentemente, ma ad un altro indirizzo di Greg che fa capo alla sua
società. In questa mail gli chiede spiegazioni circa gli ammanchi sul conto
corrente che con il divorzio doveva spettare a lei. In pratica Greg l’ha
lasciata senza un soldo…beh, a parte quelli della famiglia di Kyra. Ma a parte questo, tutti i soldi che dovevano
provenirle dal divorzio…in una parola non esistono!
-Che cosa? Come ha fatto Greg a dilapidare
milioni di dollari in soli quattro anni?- esclamò Esposito.
-Avrà ereditato il talento dello zio Teddy, presumo- rispose Ryan mentre Kate si appuntava la
novità sotto l’immagine di Greg.
-Ok, ma tutto questo ancora non mi basta
per un mandato di perquisizione- disse infine la detective mordendosi la parte
interna della guancia destra. -Abbiamo un movente, più di uno a dire il vero, e
sappiamo che Kyra era a conoscenza della presenza di
Greg in città. Ma niente di più.
-A
dire il vero sappiamo anche che Kyra ha comprato
un’arma il cui calibro corrisponde a quello della pistola usata per l’omicidio.
E troverebbero anche spiegazione i capelli femminili rinvenuti sulla scena del
crimine. Chiedi un mandato- aggiunse Javier.
Kate
scosse la testa: -No, è il classico serpente che si morde la coda, Espo. Per avere il mandato dovrei essere almeno in grado di
collocare Kyra nell’appartamento di Greg o quantomeno
nelle sue vicinanze. Ma…le uniche prove che potrebbero collocarla lì posso
ottenerle solo con la perquisizione. Novità dall’analisi del meccanismo
elettronico di apertura della porta, Ryan?
-Sì…nell’intervallo
individuato da Perlmutter la porta è stata aperta sei
volte: la prima alle 20.10, la seconda circa 12 minuti dopo; poi di nuovo alle
20.29, e chiunque sia arrivato è stato lì un bel po’ perché le porte sono state
riaperte alle 21.37 infine alle 21.42 è presumibilmente entrato l’assassino che
poi è uscito alle 21.53.
-Sei
riuscito a fare un confronto con le immagini recuperate dalla telecamera
posizionata nell’ascensore?
Ryan
scosse la testa: -Negativo. A quanto pare la telecamera non era in funzione
quel giorno. Ma ho mandato i tecnici del nostro laboratorio a controllare: il
sistema non è stato manomesso. Un’interruzione casuale.
-Casuale
ma di certo fortunata per l’assassino- concluse Kate continuando a prendere
appunti sulla lavagna.
-Beh,
c’è sempre il portiere!- disse Javier. -E a questo proposito ho controllato:
sono ben tre i portieri dello stabile e secondo il piano dei turni di lunedì il
nostro portiere è Tim Collins.
-Tim
Collins!
-Già…ho
parlato con lui qualche minuto fa. Mi ha detto di aver visto uscire una donna
di corsa dal palazzo. Lunghi capelli castani.
-Uscire?
-Sì,
un inquilino lo ha chiamato d’urgenza per un problema in uno degli appartamenti
e lui si è assentato dall’ingresso per almeno un’ora. Quando è tornato ha fatto
a malapena in tempo a vedere una donna uscire di corsa dalla porta principale.
-Ha
riconosciuto Kyra, Espo?
-No,
l’ha vista di spalle e solo per una frazione di secondo. Però questo colloca Kyra sulla scena del crimine.
-Non
direi, amico- si intromise Kevin. -Semmai è un’altra prova circostanziale.
Possiamo al massimo dire che una donna con lunghi capelli castani era nel
palazzo. Il che non restringe di molto la nostra indagine. Potrebbe anche
essere una delle inquiline, o comunque qualcuno diretto in uno degli altri
appartamenti.
-Ok…vi
detesto quando smontate le mie teorie.
-Non
te la prendere, Javi. Ma almeno il tuo testimone
ricorda a che ora ha visto questa donna?
-Sì,
verso le 22. In corrispondenza con l’ultima apertura della porta. Quindi,
potenzialmente ha visto l’assassina.
-Potenzialmente-
ripetè Beckett ancora concentrata sugli sviluppi
appena conosciuti. –Ok, Espo, tu torna nel palazzo e
vedi se qualcuna delle inquiline ha lunghi capelli castani e verifica se
qualcuno ha ricevuto visite lunedì sera.
Ryan, tu controlla di nuovo i conti di Greg. Se ha sperperato tutti quei
soldi nel modo sbagliato è possibile che tutto ciò riguardi il suo omicidio.
Voglio sapere dove è andato a finire ogni singolo dollaro.
-Tu
che farai?
-Vado
da Perlmutter. Dovrebbero essere pronti gli esami di
laboratorio che avevo richiesto. Tossicologico e contenuto dello stomaco.
Solita routine, insomma. Se scoprite qualcosa di interessante, chiamatemi
subito! Prima otteniamo un mandato per la pistola di Kyra,
meno sono le probabilità che trovi il modo di sbarazzarsene.
-Sempre
che non l’abbia già fatto- commentò Esposito.
-Esatto…sempre
che non l’abbia già fatto.
La
detective afferrò decisa il proprio cellulare depositato sulla scrivania e la
sua giacca e si diresse a passo militare verso l’ascensore. Senza curarsi di
quello che le accadeva attorno premette il pulsante di chiamata e attese che il
trillo di avvertimento le annunciasse la prossima apertura delle porte. Cosa
che avvenne nell’arco di pochi secondi.
Ma
non appena le porte si aprirono Richard Castle le si
parò davanti.
Angolo mio:
Qualcuno doveva pur fare il primo passo…oddio, Kate ci ha provato più volte ma Rick era stato un po’ un mulo…ops, un muro. Così ora è lui ad andare da lei. Un po’ per uno non fa male a nessuno, no?
Certo, le cose non sono ancora appianate, ma ci stiamo lavorando =)
Non prevedo tempi lunghissimi per la riappacificazione, perché sono pur sempre Castle e Beckett e per quanto testoni sono pur sempre innamorati come due pere cotte :p
Anyway, grazie a chi ha letto, a chi ha recensito lo scorso capitolo (avendo anche la pazienza di rileggersela tutta).
Spero che vi piaccia anche questo capitolo.
A presto.
Laura