Capitolo nove:
The
vision
« Jared?»
Sentì
la voce del fratello e un bussare insistente alle sue spalle.
«Jared, tutto a posto? Dobbiamo salire sul palco, il
concerto sta per cominciare! Ehi, mi senti?»
Quel
bagno era insolitamente piccolo, a malapena riusciva a muoversi. Era tutto di
un bianco abbagliante e ovunque regnava un forte odore di disinfettante. Il
lavandino era basso, ma piuttosto ampio. Il vetro sopra di esso era in parte
strisciato e macchiato. Oltre quelle macchie, il suo riflesso.
«Salve, Jared...» Ricordava ancora quella volta in cui Elisabeth l'aveva
raggiunto nel backstage di un suo concerto. Ricordava ogni sua parola, ogni suo
gesto. «Ho ricevuto la tua lettera... »
Dal camerino erano usciti anche Shannon,
Tomo e Matt. Il primo aveva fatto un cenno al fratello. « Jared, dobbiamo salire sul
palco, il concerto sta per cominciare! »
Jared li
aveva ignorati e, voltatosi verso di lei, aveva sorriso. «Non riesco ancora a credere che tu sia qui. »
Elisabeth
aveva guardato, oltre le sue spalle, le espressioni di un
Shannon alquanto impaziente. « Dovresti andare... »
Il
cantante aveva scosso la testa. «E se non ti trovassi al mio ritorno? »
« Jared, dobbiamo
andare! Jared?
Jared, se non apri sfondo la porta!»
« Ti
prometto che al mio ritorno mi ritroverai... Non ho viaggiato fin qui per
andarmene subito... »
Jared
aprì la porta del bagno così improvvisamente che Shannon aveva ancora la mano alzata nell'atto di bussare.
« Era ora, Jared, mi hai spaventato!»
Il
cantante accennò un sorriso imbarazzato.«Scusami... »
Il
fratello gli posò una mano sulla spalla. «Non scusarti. Non devi. », disse. «E' ora, per un attimo, di mettere da parte i ricordi.
Non senti? La folla la fuori ci sta aspettando! Facciamo vedere la carica dei Thirty Seconds to Mars! »
Jared si
mise a ridere per il gesticolare concitato di Shannon.
«Sì, Shan... Andiamo!», rispose imitandolo.
Ma
dentro di sé sentiva che quell'allegria, quel giorno, non gli
apparteneva.
Shannon,
dietro al fratello su una piccola piattaforma rialzata, era alle prese con la
batteria, ma continuava con lo sguardo a tenere d'occhio Jared.
Il
concerto era cominciato bene, Jared aveva tirato
fuori la solita carica e il solito entusiasmo, acclamato dai fan che lo avevano
accolto con striscioni, grida e applausi. Ma Shannon
sapeva che in quel momento stava solo recitando.
Era
quella la condanna di essere famosi: essere sempre al meglio, rappresentare
sempre la perfezione. Non era concesso altro.
Jared
recitava alla perfezione, la folla sembrava non accorgersi che qualcosa non
andava nel cuore del cantante, era bravo a nascondere i propri sentimenti a chi
non lo conosceva. Sotto quella finta patina di allegria, però, Shannon sapeva cosa stava succedendo in realtà e
avrebbe fatto qualsiasi cosa per interrompere il concerto in quel preciso
istante.
E
la sua preghiera venne improvvisamente esaurita.
« Your defences were
on high, your walls built deep inside... »
Jared
aveva infatti cominciato a cantare, sulle note della
chitarra di Tomo, “Was it
a dream?” . La voce trasmetteva un intenso
dolore che Shannon sapeva essere vero. Lo
accompagnava con la batteria, incalzando il ritmo, doveva trovare il modo di
farla terminare al più presto.
“Cazzo,
Jared, perché hai voluto cantarla?”
Jared
proseguiva imperterrito, ignorando le occhiate del batterista al suo fianco. Il
tono, sempre più malinconico e tremante, aveva calmato la folla che ora
lo seguiva cantando quasi senza muoversi.
«Was it a dream? Was
it a dream? Is this the only evidence that proves it? A photo....
» La voce gli
morì in gola.
“Prevedibile”
pensò Shannon. Si aspettava che, sentendo
il nodo in gola impedirgli di cantare, avrebbe rivolto il microfono al
pubblico. Uno stratagemma che funzionava sempre. Uno stratagemma che questa
volta Jared sembrava intenzionato a non usare.
Il
cantante teneva gli occhi incollati alla folla, quasi un incantesimo lo avesse
bloccato in quella posizione.
Sembrava
avesse visto un fantasma e, forse, era stato proprio così.
Perché
non molto tempo dopo un flebile sussurro uscì dalle sue labbra. Una
sola, unica parola che fece comprendere a Shannon
cosa stava accadendo.
«Liz...
» Jared allontanò il
microfono dalla bocca.
«LIZ!»
Il
cantante gettò il microfono a terra e scese dal palco.