Fanfic su attori > Jared Leto
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Autore: Sherit Maatkara    14/12/2008    1 recensioni
"Erano passati un paio d'anni o forse più... ne aveva perso il conto. Nei suoi ricordi era come se fosse stato ieri."
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi! XD Recensite, mi raccomando!!!

Capitolo nove:

Capitolo nove:

The vision

 

« Jared?»

Sentì la voce del fratello e un bussare insistente alle sue spalle.

«Jared, tutto a posto? Dobbiamo salire sul palco, il concerto sta per cominciare! Ehi, mi senti?»

Quel bagno era insolitamente piccolo, a malapena riusciva a muoversi. Era tutto di un bianco abbagliante e ovunque regnava un forte odore di disinfettante. Il lavandino era basso, ma piuttosto ampio. Il vetro sopra di esso era in parte strisciato e macchiato. Oltre quelle macchie, il suo riflesso.

«Salve, Jared...» Ricordava ancora quella volta in cui Elisabeth l'aveva raggiunto nel backstage di un suo concerto. Ricordava ogni sua parola, ogni suo gesto. «Ho ricevuto la tua lettera... »

Dal camerino erano usciti anche Shannon, Tomo e Matt. Il primo aveva fatto un cenno al fratello. « Jared, dobbiamo salire sul palco, il concerto sta per cominciare! »

Jared li aveva ignorati e, voltatosi verso di lei, aveva sorriso. «Non riesco ancora a credere che tu sia qui. »

Elisabeth aveva guardato, oltre le sue spalle, le espressioni di un Shannon alquanto impaziente. « Dovresti andare... »

Il cantante aveva scosso la testa. «E se non ti trovassi al mio ritorno? »

« Jared, dobbiamo andare!  Jared? Jared,  se non apri sfondo la porta!»

« Ti prometto che al mio ritorno mi ritroverai... Non ho viaggiato fin qui per andarmene subito... »

Jared aprì la porta del bagno così improvvisamente che  Shannon aveva ancora la mano alzata nell'atto di bussare.

« Era ora, Jared, mi hai spaventato!»

Il cantante accennò un sorriso imbarazzato.«Scusami... »

Il fratello gli posò una mano sulla spalla. «Non scusarti. Non devi. », disse. «E' ora, per un attimo, di mettere da parte i ricordi. Non senti? La folla la fuori ci sta aspettando! Facciamo vedere la carica dei Thirty Seconds to Mars! »

Jared si mise a ridere per il gesticolare concitato di Shannon. «Sì, Shan... Andiamo!», rispose imitandolo.

Ma dentro di sé sentiva che quell'allegria, quel giorno, non gli apparteneva.

 

Shannon, dietro al fratello su una piccola piattaforma rialzata, era alle prese con la batteria, ma continuava con lo sguardo a tenere d'occhio Jared.

Il concerto era cominciato bene, Jared aveva tirato fuori la solita carica e il solito entusiasmo, acclamato dai fan che lo avevano accolto con striscioni, grida e applausi. Ma Shannon sapeva che in quel momento stava solo recitando.

Era quella la condanna di essere famosi: essere sempre al meglio, rappresentare sempre la perfezione. Non era concesso altro.

Jared recitava alla perfezione, la folla sembrava non accorgersi che qualcosa non andava nel cuore del cantante, era bravo a nascondere i propri sentimenti a chi non lo conosceva. Sotto quella finta patina di allegria, però, Shannon sapeva cosa stava succedendo in realtà e avrebbe fatto qualsiasi cosa per interrompere il concerto in quel preciso istante.

E la sua preghiera venne improvvisamente esaurita.

« Your defences were on high, your walls built deep inside... »

Jared aveva infatti cominciato a cantare, sulle note della chitarra di Tomo, “Was it a dream?” . La voce trasmetteva un intenso dolore che Shannon sapeva essere vero. Lo accompagnava con la batteria, incalzando il ritmo, doveva trovare il modo di farla terminare al più presto.

“Cazzo, Jared, perché hai voluto cantarla?”

Jared proseguiva imperterrito, ignorando le occhiate del batterista al suo fianco. Il tono, sempre più malinconico e tremante, aveva calmato la folla che ora lo seguiva cantando quasi senza muoversi.

«Was it a dream? Was it a dream? Is this the only evidence that proves it? A photo.... » La voce gli morì in gola.

Prevedibile” pensò Shannon. Si aspettava che, sentendo il nodo in gola impedirgli di cantare, avrebbe rivolto il microfono al pubblico. Uno stratagemma che funzionava sempre. Uno stratagemma che questa volta Jared sembrava intenzionato a non usare.

Il cantante teneva gli occhi incollati alla folla, quasi un incantesimo lo avesse bloccato in quella posizione.

Sembrava avesse visto un fantasma e, forse, era stato proprio così.

Perché non molto tempo dopo un flebile sussurro uscì dalle sue labbra. Una sola, unica parola che fece comprendere a Shannon cosa stava accadendo.

«Liz... » Jared allontanò il microfono dalla bocca.

«LIZ!»

Il cantante gettò il microfono a terra e scese dal palco.

 

  
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