CAPITOLO
VENTUNO
“The
Smile
Sword”
Villa di Faith
– Salem,
Oregon
Dopo aver scoperto,
grazie ad una visione, che Faith
era viva, Samuel non si fece scrupoli nel chiamare Terence per
informarlo della
novità, sotto lo sguardo perplesso di Jade.
“Si
può sapere cosa sta succedendo? Chi è questa
Faith?”
“Un
miracoloso asso nella manica!” esclamò
l’altro,
compiaciuto, mentre Terence compariva davanti a loro, alquanto stupito
per
quella chiamata.
“Ero venuto
a cercarvi alla casa del viaggiatore. Cosa
ci fate qui? Perchè non siete rimasti al sicuro, come avevi
detto?”
Ma il demone
ignorò tutte quelle domande:“Ho una
notizia!” esclamò.
“Anche io:
conosco tutto il piano che hanno architettato
John e mio padre!”
“Davvero?!?
Come hai fatto?”
“Mi sono
fatto aiutare da una mia vecchia conoscenza.
Tuttavia, il tempo stringe e loro potrebbero essere già in
vantaggio.”
“Forse
possiamo capovolgere la situazione. Io e Jade
abbiamo avuto una visione: Faith è viva!”
“COSA?!?
Non è possibile!”
“E invece
è proprio così! Dopo l’esplosione, un
paramedico l’ha soccorsa e rianimata. Come abbiamo potuto non
accorgerci di
nulla?!”
“Ma certo:
Faith è una strega alchimista! Quando è
morta lei, sono morte anche tutte le streghe che aveva riportato in
vita. Poi,
però, è stata salvata da quel paramedico e per
questo Heith è viva. Che
stupidi, avevamo la prova proprio sotto gli occhi!”
“Esatto!
Nessuno di noi si è mai chiesto come Heith
avesse fatto a sopravvivere. Perciò, se adesso eliminiamo
Faith, morirà anche
Heith e tuo padre non uscirà mai da quel cigno se non
saranno in cinque a
compiere il rito.”
“Ottimo!
Nella visione hai visto anche dov’era?”
L’altro
scosse la testa: “L’hanno portata in un
ospedale, ma non so quale.”
A quel punto Jade,
che finora si era limitata ad
ascoltarli, decise di intromettersi nella discussione: “E se
facessi un
incantesimo? Sono una strega, no? Dovrei riuscirci.”
Terence,
però, scosse la testa, nervoso: “Dobbiamo
trovarla immediatamente. Senza Heith, il piano fallirà
sicuramente.”
“Il potere
è dentro di me, quindi non dev’essere
complicato, giusto?!” la strega continuò a
insistere, poi prese una pietra dal
cumulo di macerie.
“Fredda
è la tua storia, di cui hai memoria. Mostraci la via che la
strega Faith ha
compiuto e saremo grati del tuo immenso aiuto...” recitò.
La pietra, allora, si
sollevò in aria e iniziò a
muoversi e tutti la fissarono per un attimo, incantati.
“Beh? Ha
funzionato, no? – esclamò lei, soddisfatta
–
Cosa aspettiamo a seguirla?”
“Per un
attimo, mi sei sembrata di nuovo tu, sai?” le
disse Samuel, ricevendo in cambio un sorriso.
Ma Terence, che stava
già correndo via, rovinò il
momento: “Muovetevi, accidenti! – urlò
loro - Questa dannata pietra è veloce!”
North Platte, Nebraska
Dopo diverse ore di
viaggio, Noa e Brenda erano
finalmente giunti a North Platte. Mentre il ragazzo cercava di
ricordare il
quartiere in cui abitava la zia di suo padre, lei ripensava ancora alla
faccenda dei solenoidi.
“Ancora non
riesco a capire come ho fatto a far
funzionare quei cosi. Insomma, non sono una strega o roba simile. Ho
solo il
potere di sentire i pensieri e una discreta abilità con la
balestra...”
Noa si
voltò e le lanciò un’occhiataccia,
irritato:
“Ma non ce la fai proprio a chiamarli solenoidi? E’
così difficile da
memorizzare? E poi, cosa ti importa di quella storia?
L’importante è aver
trovato un mezzo con cui spostarci e, a giudicare dalle autostrade
deserte che
abbiamo percorso, è l’unico. E hai reso ricco quel
meccanico, aggiustando tutti
i suoi solenoidi, o qualunque cosa tu abbia fatto.”
“Ti ho
detto che non ho fatto un bel niente, a parte
toccarli. Dev’essere stato
qualcos’altro!”
“Ok,
comunque ci siamo. – esclamò lui, infilandosi in
una stradina – Ne sono certo: è questo il
quartiere.”
“Finalmente!
Un altro minuto in auto e mi sarei
gettata fuori dal finestrino. Forza, troviamo tuo padre e facciamola
finita,
ok?”
I due, allora,
scesero dall’auto e si diressero verso
il cancello dell’abitazione di fronte a loro.
“Vedi la
cassetta delle lettere? – indicò lui, sempre
più convinto di essere nel posto giusto -
L’incisione che c’è sopra l’ho
fatta
io con la punta di una chiave.”
“Hai
inciso aprimi? -
replicò lei,
sarcastica – Ingegnoso... Scommetto che il postino non ci
sarebbe mai arrivato
da solo!”
Lui le
lanciò un’occhiataccia: “Avevo solo 11
anni!”
“Quante
volte sei venuto qui?”
“Una o due
volte, credo.”
Lei rimase
sbalordita: “Vedo che eri molto rispettoso
nei confronti di una parente appena conosciuta!”
Noa le sorrise,
mentre avanzavano: “Lascia stare, ero
ribelle e maleducato, da piccolo. Pensa che una volta ho dipinto di
viola il
gatto di mia nonna e lei ha gridato per un’ora,
finchè uno dei quadri appesi
alla parete non è caduto a terra.”
Brenda non
riuscì a trattenere una risata, mentre il
ragazzo suonava il campanello e lei gli raccontava le sue avventure:
“Io ho
messo della super colla sulla cerniera della borsa di una
professoressa, quando
ero al primo anno. Ho pensato che se non poteva tirare fuori i libri,
allora
non avremmo fatto lezione. Morale della favola? Ne aveva una copia nel
cassetto
dell’aula professori e io sono stata sospesa. Però
le ho anche fatto un favore,
visto che quella borsa era orrenda!”
“Oh mio
Dio, eri proprio tremenda! Chissà cosa avremmo
combinato insieme, se fossimo stati compagni di banco!” ma la
risata si spense
nel momento in cui la porta fu aperta.
“Ehm…
questa donna mi sembra un po’ troppo giovane per
essere la zia di tuo padre, non credi?”
Come se avesse
percepito qualcosa, quella rimise
dentro la testa e urlò a qualcuno che si trovava
all’interno: “Thomas, c’è
qualcuno che ti cerca!”
Noa, sgranando gli
occhi, domandò: “Mio-mio padre è
qui?”
Lei gli sorrise:
“Devi essere suo figlio, o sbaglio?
Quegli occhi sono inconfondibili! E sì, lui è
qui.”
In quel momento,
l’uomo la raggiunse e rimase per
qualche secondo a guardare il figlio, incapace di dire qualsiasi cosa:
“Noa… -
e corse verso di lui per abbracciarlo – Oh mio Dio, non posso
credere che tu
sia qui!”
“E io non
posso credere di averti ritrovato,
finalmente!” gli rispose, staccandosi da lui.
“Come hai
fatto a ricordarti di questa casa? Ti ci ho
portato solo due o tre volte, quando eri piccolo. E poi non ti avevo
detto di
non oltrepassare il confine?”
“Memoria
fotografica!” esclamò il figlio.
Brenda rimase molto
sorpresa nel vedere il
meraviglioso rapporto che c’era fra l’amico e suo
padre e, assieme alla donna,
non poté non sorridere.
Poi, il ragazzo
rivelò loro perchè si trovavano lì:
“Mi mancavi tanto e poi non potevo lasciare lei – e
indicò Brenda – da sola.”
Thomas la
guardò attentamente: “Non può essere
uno dei
prescelti!”
“Infatti
non lo sono, visto che gli esseri
soprannaturali non possono attraversare il confine. Ho solo
accompagnato i
prescelti nel loro viaggio, perchè Jade, la strega,
è la mia migliore amica.”
“Quindi
sarai tu a portare l’arma, giusto?”
“Sì,
se lei ci aiuterà. Siamo qui per questo, infatti.
Noa mi ha detto che lei è l’unico ad essere
entrato nel tempio dove è custodita
l’arma, come ha scritto anche nella lettera.”
“Esatto. Io
e Monique siamo stati gli unici.”
La donna, allora, si
fece avanti, presentandosi:
“Piacere, sono Monique.”
“La
strega!” esclamò Noa, guardandola con
più
attenzione e quella annuì.
“Esatto.”
Il tempo,
però, era prezioso e Brenda, frettolosa,
interruppe il loro discorso: “Potete portami in questo
tempio, tipo adesso? I
miei amici sono là fuori ad aspettare l’arma e il
tempo stringe.”
“Non essere
così precipitosa!” la ammonì Thomas,
lasciandola turbata e confusa.
Noa, allora, decise
di venirle in aiuto: “A proposito
del mondo esterno, perché siamo riusciti a oltrepassare il
confine, ma non
possiamo tornare indietro?”
Fu Monique a
rispondergli: “Purtroppo siete rimasti
bloccati qui, come tutti gli altri. Gli esseri umani possono
oltrepassare il
confine una sola volta e questa regola vale sia per chi è
dentro, che per chi è
rimasto fuori, fin dal momento in cui le pareti si sono
sollevate.”
“Quindi,
chi era dentro il pentagono quando il cigno è
stato attivato può uscire, giusto?”
“Sì,
perché?”
“Potrei
recuperare l’arma e darla a qualcuno che la
porti dall’altra parte. Qualcuno che non ha ancora utilizzato
il suo biglietto
di sola andata, no?”
Ma Noa subito la
sgridò: “Brenda!”
“Che
c’è? Di certo io non posso andare da nessuna
parte, perchè ho già varcato una volta
l’enorme metal detector soprannaturale!”
“Ascolta,
Brenda, – intervenì Thomas, più gentile
-
ormai è un anno che sono qui e grazie a Monique ho scoperto
molte cose sul
mondo che pensavo di conoscere. E, se c’è una cosa
che ho capito più di altre,
è che quest’arma è troppo importante
per essere messa nelle mani di un
estraneo.”
“Molta
gente è rimasta bloccata qui, visto che il
cigno è stato attivato durante l’estate, quando
molte famiglie erano di ritorno
dalle vacanze. Gli altri che non sono mai andati via, non sono nemmeno
consapevoli di poter uscire dal pentagono. Hanno paura, non
c’è corrente, il
cibo scarseggia, gli omicidi sono all’ordine del giorno e
pensano che sia così
in tutto il mondo. Perciò, mettere in mano un’arma
ad una persona
psicologicamente provata da tutto questo è un enorme
rischio. Che non possiamo
assolutamente correre.”
“E allora
che cosa dovrei fare? Andare al supermercato
e litigare per l’ultimo pacchetto di patatine con dei
saccheggiatori sull’orlo
di un apocalisse?” replicò l’altra,
esasperata, alzando la voce.
“Magari
può gettare l’arma dall’altro lato, come
hai
fatto tu con la penna, no?” propose Noa, ma la strega scosse
energicamente la
testa.
“Impossibile!
L’arma è un oggetto soprannaturale, non
può varcare il confine.”
La ragazza rimase
letteralmente senza parole: “Mi
state prendendo in giro, per caso?!? Allora cosa ci faccio qui? Dalla
lettera,
sembrava che sapeste perfettamente come fare per aiutarci!”
Thomas
tirò fuori una collana da sotto la camicia:
“Credo che questa possa portarti fuori da qui, o almeno
credo. L’ho rubata ad un
tizio che si aggirava nei pressi di quel tempio, probabilmente
l’ha usata per
entrare e uscire dal pentagono a suo piacimento.”
“Credo,
magari, forse… Queste sono tutte
supposizioni!” rispose lei, nervosa.
Noa, allora, si
rivolse nuovamente alla strega:
“Monique, tu che sei una strega, sai a cosa serve questa
collana con gli
anelli?”
“No, non
l’ho mai vista in vita mia. Ma sono sicura
che non deriva dai Creatori, o
sarebbe sui libri di
stregoneria. E’ stata sicuramente creata dai servitori del
Caos, ma non so
dirvi a quale scopo.”
Brenda
guardò l’oggetto, dubbiosa: “Ma
funzionerà
quando la avrò al collo? Potrò varcare il confine
con l’arma?”
“Gli anelli
di questa collana sono sicuramente magici,
ma all’interno del pentagono non esiste la magia,
perchè, da quando il cigno ha
cantato, da qui è sparita completamente.”
“Quindi,
fatemi indovinare, gli oggetti magici non
sono più magici, giusto? Dove sarebbe la soluzione ai nostri
problemi?”
“Ascolta...
Monique è fermamente convinta che, una
volta in possesso dell’arma, sarà essa stessa a
permetterti di uscire.”
E la donna prese
parola per aggiungere dettagli a
quanto appena dettole da Thomas: “Quella che serve al
prescelto, non è una
comune arma. Si tratta di una spada, la spada della
buona sorte, detta anche spada
del sorriso.
Essa viaggia di dimensione in dimensione e, molto probabilmente,
è nata nello
stesso momento in cui è stato creato il Male più
puro, il cigno. Infatti,
compare nei luoghi in cui regna una minaccia e, soprattutto, dove
qualcuno ha
osato spingersi oltre il consentito.”
“Cosa
vorresti dire?” le chiese Brenda, confusa.
“La guerra
contro i servitori del Caos si sarebbe
dovuta concludere con l’ultima profezia, ma così
non è stato, perchè qualcuno è
riuscito a riportare il Male in questo mondo, attuando un piano astuto
ancora
prima di sapere l’esito di quella battaglia.”
“Ma noi
sappiamo chi c’è dietro a tutto questo: un
servitore del Caos. Però non capisco, lei sta forse cercando
di dirci che
questa persona sapeva che la prima profezia si sarebbe
compiuta?”
L’uomo
annuì: “Monique pensa che l’uomo contro
cui
combattete, abbia consultato un oracolo.”
Noa era alquanto
perplesso. “Un oracolo?”
“Gli
oracoli osservano, VEDONO il futuro. Ma sarebbe
troppo facile per chiunque poter prevedere l’imprevedibile,
ecco perché sono
rari da incontrare.”
“E, allora,
come avrebbe fatto Luis, l’uomo contro cui
stiamo combattendo, ad incontrarne uno?”
“Per
contattare un oracolo, bisogna compiere tre
massacri di enorme portata” le spiegò
l’altra e subito la ragazza capì.
“La strage
di Rosemberg” sussurrò e l’altra
annuì.
“Quella
è solo una delle tre, mia cara. Questo Luis
deve essere perfettamente cosciente di ciò che sta facendo,
altrimenti non
avrebbe dato vita a tutto questo e non avrebbe reso la spada
così irraggiungibile.”
“E come
può aiutarmi ad uscire dal pentagono?”
“E’
una spada benefica e porterà buona sorte solo a
coloro che combattono contro il Male. Non so esattamente in che modo ti
farà
uscire da qui per raggiungere i tuoi amici, ma, se non fosse
così, perché Luis
si sarebbe affannato tanto a rinchiuderla in un antico tempio,
aggiungendo
intorno ad esso delle pareti invalicabili? E’ come se avesse
chiuso una
cassaforte dentro un’altra cassaforte, capisci? Quella spada
è troppo
importante per finire nelle mani dei buoni!”
A quel punto Thomas
capì che era ora di andare e
recuperò la giacca da una sedia: “E’ ora
di fare visita a quel posto, se volete
capire meglio. D’accordo?”
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
Le streghe stavano
ancora tentando di dividere il
Libro, ancora a mezz’aria, quando John tornò alla
villa per verificare i loro
progressi. Purtroppo, ancora una volta non c’erano risultati.
“Accidenti,
– disse fra sé e sé - non sta
funzionando!
Non posso deludere Luis, non dopo quello che ha fatto per me!”
1975
– Castello dei servitori del Caos, Canada
Luis,
grazie ai suoi poteri da
servitore del Caos, aveva appena compiuto un massacro, quello che tutti
avrebbero chiamato “la strage di Rosemberg”. Quella
notte, però, John si era
presentato da lui per discutere di una questione delicata: Dana stava
per
rinchiuderlo in una cripta, perché ormai rappresentava una
minaccia per lei e
per il Consiglio da quando si era unito a loro.
Subito
dopo aver parlato, lo
portò al castello per aiutarlo a sfuggire a quel destino e,
più precisamente,
lo condusse nei sotterranei.
“E’
ora di portarti nella stanza
di cui ti ho parlato, quella dove tengo nascosto il cigno.”
L’altro,
però, era ancora
scettico: “Sei sicuro che riuscirà ad
aiutarmi?”
“Certo!
L’ho creato io e può fare
cose strabilianti.”
Arrivati
nella stanza, l’uomo
sollevò subito il telo che lo nascondeva.
“Ho
creato questo cigno per
renderlo un’arma infallibile contro i nemici. Purtroppo, la
sto ancora
perfezionando, ma posso controllare chiunque io voglia se solo ne
verserò
dentro del sangue. Tu e Dana siete collegati dal vincolo di prescelti,
giusto?
Perciò basterà versare qui il tuo sangue per
collegarla e annullare quindi
qualsiasi incantesimo lancerà su di te. Quando lei
spezzerà il vincolo, perciò,
farò in modo che solo lei rimanga collegata.”
“E
poi che le accadrà?”
“Dana
farà tutto ciò che voglio,
se solo vorrò, anche se preferirei tenermi questo asso nella
manica per un
prossimo futuro. Sai, John, ormai sono quasi due anni che sei passato
dalla nostra
parte e, se ti sto aiutando, è perché per me sei
stato una fonte di
ispirazione...”
L’altro
era lusingato e sorpreso
per le sue belle parole: “Davvero? Beh... ti ringrazio,
ma… per cosa ti avrei
ispirato?”
Per
rispondere, Luis si avvicinò
a lui e abbassò la voce:“Hai presente questa
battaglia che stiamo combattendo
contro la fazione di cui facevi parte? Loro vogliono fermare il ritorno
di
Deimos, mentre noi vogliamo impedirlo, perchè, quando il
nostro padrone tornerà
a camminare tra noi, avremo potere e immortalità,
ciò che ci aveva promesso, in
pratica. Ricordi?”
“Sì,
certo, quindi?”
“Ho
dei forti dubbi sul suo
esito, perché, siano noi che loro, siamo convinti di
vincere. Perciò mi chiedo
chi avrà ragione, alla fine. E, beh, non possiamo saperlo
– e rise – non
possiamo prevedere il futuro, no? Perciò l’unica
che so è che, se vinceremo,
otterremo tutto ciò che vogliamo, ma, se perderemo,
sarà la nostra fine e io
non voglio di certo soccombere. E sai cosa si fa in questi
casi?”
“Prevenire,
prima che sia troppo
tardi…” replicò John,
d’istinto, e l’altro annuì.
“Esatto.
Ma qui, nel nostro
Castello, vige la fedeltà assoluta nei confronti del nostro
padrone. Nessun
servitore del Caos oserebbe voltare le spalle a Deimos. Peccato che io
ci stia
già pensando e forse mi sono spinto troppo oltre, creando
quel cigno. Se gli
altri servitori lo scoprissero, io…” e si
interruppe.
“Luis...
cos’è questo cigno
esattamente? Da quanto ho capito, può fare molto di
più che controllare le
persone…”
“John,
io ho creato il cigno
pensando di dare vita a una vera e propria arma, non un semplice
oggetto! Da
quando mi hai raccontato di quella faccenda dei prescelti che vanno in
un mondo
senza magia dopo la morte, il mio cervello ha cominciato a fare mille
ragionamenti per arrivare da solo ad avere ciò che Deimos ha
promesso a tutti
noi.”
“Hai
bene in mente ciò che vuoi
fare?”
“Sì,
certo. Inoltre, grazie alle
mie conoscenza della storia sui servitori del Caos, sono riuscito a
pensare ad
un piano ben strutturato. Infatti, qui esiste un’altra
stanza, nella quale
vengono custoditi alcuni oggetti mistici e potenti creati da Deimos,
che uniti
alla mia creazione, lo renderebbero semplicemente… il piano
perfetto!”
Il demone
era sempre eccitato
all’idea di una possibile collaborazione fra loro due:
“Allora dimmi tutto.
Dobbiamo assolutamente attuarlo!”
Ma quello
scosse la testa: “No,
non posso. I poteri del cigno devono essere ancora plasmati; inoltre,
non posso
dare origine a qualcosa di enorme, prima di essere certo che questa
battaglia
verrà persa.”
John lo
guardò, perplesso: “Ma
hai detto che non è possibile avere la
certezza…”
“Lo
so, per questo ho deciso di
contattare un oracolo. Quello che mi hai visto fare stasera alla tenuta
dei
Rosemberg e le uccisioni di massa sono il modo per incontrarlo. Dovevo
compiere
tre massacri e quello di stasera era il secondo. Me ne manca ancora uno
e poi
potrò finalmente consultarlo e chiedergli se la profezia si
compierà. Se
risponderà no, allora non faremo niente, altrimenti...
nessuno potrà
fermarmi...”
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
John si riscosse dai
suoi pensieri e capì che tutti
quegli anni, passati a meditare e a preparare il piano perfetto, non
dovevano
essere vani, così gridò alle due donne:
“FERME! BASTA!” ed esse cessarono di
scatenare i propri poteri contro il Libro e alzarono la mani, facendo
sì che
questo cadesse al suolo.
Subito,
l’uomo si avvicinò a loro: “Ditemi la
verità:
i vostri tentativi non serviranno a nulla, vero?”
“Il Libro
è molto potente e oppone resistenza, ma noi
faremo il possibile” gli rispose Dana, risoluta, ma non
abbastanza da
convincerlo.
“NON BASTA!
E tu, nonostante sia sotto il mio
controllo, hai ancora una mente da buona e quindi hai una visione del
tutto
limitata. – poi si rivolse ad Heith – Tu, invece,
ragioni come i cattivi, che
non hanno limiti. Perciò, cosa ti serve per dividere questo
dannato Libro?”
“Più
potere! Quello che abbiamo non è nemmeno la metà
di ciò che serve.”
John rimase molto
sorpreso da quella richiesta:
“Vorresti dire che il potere dei disordini di cui sei dotata,
immenso ora che
sei rimasta l’unica del gruppo, non è sufficiente?
Allora, sentiamo, come lo
vorresti ottenere?”
“Beh...
sarebbe una cosa proibita, punibile con la
morte e nessuna strega oserebbe farlo...”
“Sì,
sì questa l’ho già sentita! –
ridacchiò lui - Il
fatto è che non puoi più decidere cosa sia giusto
fare e cosa non fare, perchè
la posta in gioco è troppo alta e puoi vincere soltanto se
osi fare quello che
gli altri temono di fare. Perciò dimmi pure.”
Ma,
sorprendentemente, fu Dana a rispondere: “Noi
streghe possiamo appropriarci dei poteri di altre streghe. Questo,
però, non
può accadere, visto che siamo state dotate tutte degli
stessi poteri e nessuna
sovrasta le altre. Quando ciò avviene, però, non
significa che essa abbia più
magia, ma che, semplicemente, si è allenata maggiormente a
usarla.”
“Ma voi
siete collegate al cigno, ora, e quindi
ad un immenso potere, che io posso darvi. Questo, perciò, vi
porta ad un
gradino più sopra rispetto le altre. Ops... ho appena
sovvertito le leggi della
magia, o sbaglio? – e rise, prima di tornare serio e perfido
- Adesso fate ciò
che serve per dividere quel Libro, anche se significa privare tutte le
streghe
del mondo della loro magia. ORA!” e le due, subito,
eseguirono.
“Sarà
fatto!” esclamarono insieme le due donne, prima
di alzare le mani al cielo, pronte a recitare la formula, mentre John
le
osservava soddisfatto.
Nei pressi di un
quartiere residenziale – Salem, Oregon
Terence era fuori di
sé, perchè ormai stavano seguendo
la pietra incantata da Jade da almeno un’ora ormai, senza
risultati.
Alla fine, perse del
tutto la pazienza: “Okay, adesso
basta! Sono stufo di seguire quella pietra, non la troverà
mai!”
Jade, irritata, gli
lanciò un’occhiataccia: “La
vecchia me potrà anche esserti stata amica, ma in questo
momento io decisamente
no, ragazzo di Brenda o come diavolo ti chiami!”
“Mi chiamo
Terence e non sono fidanzato con la tua
amica!”
Sentendoli, Samuel
sbuffò, incapace di sopportare
simili battibecchi: “D’accordo, la pietra ci ha
portati in ospedale, ma lì non
c’era. Inoltre abbiamo scoperto che una certa Jane
Doe è stata dimessa circa sei mesi fa, ma non
sappiamo dove
sia andata. Suggerimenti?”
“La volete
smettere? – li ammonì lei - Questo è il
mio
primo incantesimo e, dato che mi avete ripetuto fino alla nausea che
sono una
brava strega, sono sicura che funzionerà. La pietra ci sta
semplicemente
mostrando il percorso che ha fatto questa Faith dopo
l’ospedale, non credete?”
“Qualcuno
può spiegarmi chi sarebbe questa Jane
Doe, piuttosto?” chiese allora
Terence, confuso.
“Suppongo
che al castello dei servitori non c’era la
tv via cavo, vero? E che quindi non hai mai visto Grey’s
Anatomy o altre serie
medical.”
“Ehm no,
che cos’è?”
Jade, allora, lo
prese bonariamente in giro: “Maddai,
lo so perfino io che sono praticamente una lavagna bianca senza
ricordi!” ma ne
guadagnò solo un’occhiataccia.
“Ok, vuoi
spiegarmi ora?”
“Jane Doe è
il nome assegnato alle donne sconosciute che non ricordano il proprio
nome,
oppure a quelle trovate morte e senza documenti che ne permettano il
riconoscimento. L’equivalente maschile, invece, è John Doe.”
“Hai mai
pensato di insegnare quando tutto questo sarà
finito?”
L’altro,
improvvisamente angosciato, lo guardò in modo
strano: “Forse in un’altra vita, in questa non
credo proprio!”
Ovviamente
l’uomo notò che qualcosa non andava, ma non
fece in tempo a scoprire di più perchè fu
interrotto da un urlo di Jade, poco
più avanti lungo la strada.
“Si
è fermata! La pietra si è fermata!”
Quando la
raggiunsero, i tre si ritrovarono davanti ad
una tipica casa borghese, con il giardino perfettamente immacolato
circondato
da una staccionata bianca.
Terence sollevo un
sopracciglio, perplesso: “Faith ha
per caso sterminato una rispettabile famigliola e si è
sistemata qui?”
“Stiamo per
scoprirlo!” esclamò Samuel, avanzando, ma
subito Jade lo fermò, prendendolo per un braccio.
“Hey, non
mi dire che stiamo per usare la violenza!
Potrebbe esserci altra gente in quella casa, oltre alla vostra Faith,
sai?”
“E quindi
cosa vorresti fare? Entrare con un cestino
di muffin e chiederle gentilmente di farsi uccidere?”
La ragazza gli
lanciò immediatamente un’occhiataccia:
“Fate andare avanti me e statemi dietro pronti
all’azione in caso volesse
uccidermi, ok?” e, senza aspettare una risposta,
iniziò a camminare verso la
porta.
“Eccome se
vuole ucciderti!” sussurrò l’uomo fra
sé e
sé.
Samuel, invece, fu
più diretto: “Jade, non mi piace la
tua tattica, sappilo. Un tempo l’avresti presa a calci, non
ti saresti
comportata come stai facendo ora!” ma lei lo
ignorò, suonando il campanello.
Pochi secondi dopo,
si affacciò una donna.
“Sì,
eccomi, chi mi… – ma, quando osservò
bene la
ragazza, quella reagì male e cercò subito di
chiudere la porta – Oh mio Dio!”
esclamò.
Subito, Jade
cercò di opporre resistenza e di tenerla
aperta.
“Aiutatemi,
cavolo!” gridò e subito il demone
iniziò a
preparare una sfera di energia, che distrusse la porta.
“Dovevamo
fare così dall’inizio!”
esclamò Terence,
mentre entravano.
Trovarono la donna in
cucina, circondata da coltelli
che fluttuavano per aria, minacciosi.
“Non vi
avvicinate, o sarò costretta a farvi del
male!”
Nel vederla, Terence
rise: “Adesso saresti pacifica?
Ma fammi il piacere!”
“No,
– rispose lei - voi non capite: io non sono più
quella persona. Non voglio farvi del male, ok?”
Il demone, invece, le
lanciò un’occhiata strana,
l’ennesima sfera di energia fra le mani: “Stai
scherzando, vero?”
“Sta
recitando, – gli gridò l’uomo
– lanciala!” e in
quel momento furono raggiunti da Jade, che entrò correndo
nella stanza.
“Fermi, non
fatelo!” urlò loro, tra le mani una
fotografia presa da un ripiano in soggiorno.
Samuel,
però, non si voltò nemmeno, rimanendo in
guardia: “Jade, tu non capisci: se non la uccidiamo ora,
è finita!”
Disperata, Faith
lasciò cadere i coltelli: “Vi prego,
non fatemi del male… ho una vita, adesso!”
Terence
sgranò gli occhi per la sorpresa: “Come,
scusa? Ho sentito bene?”
La ragazza, allora,
intervenì, mostrando loro quello
che aveva trovato: “Sta dicendo la verità: in
questa foto sorride accanto ad un
uomo. – poi si rivolse direttamente a Faith –
E’ il paramedico, vero?”
“Sì,
è l’uomo che mi ha salvata. Dopo avermi portata
in ospedale, non mi ha mai lasciata sola, si è preso cura di
me e io,
lentamente, me ne sono innamorata, come lui di me. Mi ha cambiata, non
sono più
quella che ero un tempo e ora siamo felici, SONO felice, e viviamo
insieme.
Perciò, vi prego, non fatemi del male, non rovinate tutto
questo... Perdonatemi
per quello che vi ho fatto in passato, vi supplico...”
Terence era
sbalordito: “Stai mentendo!” le urlò, ma
subito Jade prese le sue difese.
“Non sta
mentendo! Si vede chiaramente che è sincera!”
Samuel,
però, prese le parti dell’uomo: “Jade,
noi
dobbiamo ucciderla, o…”
“O niente,
Samuel! Noi non faremo proprio niente e
tantomeno uccideremo qualcuno! Guardala... io forse non ricordo chi
sia, ma la
donna che ho davanti ai miei occhi adesso, è
tutt’altro che malvagia e non
merita di morire.”
Gli occhi della donna
si riempirono di lacrime, mentre
la guardava riconoscente: “Grazie!”
Con grande sconcerto
di Terence, Samuel abbassò le
mani.
“Stai
scherzando, vero?”
“Cosa vuoi
che faccia? Che la uccida davanti a Jade?
Tu lo faresti, se Brenda fosse qui a dirti di non farlo? Beh, non
credo, perciò
non alzare la voce con me!”
La ragazza rimase
sollevata quando sentì le sue
parole: “Ti ringrazio!” ma quello, in procinto di
uscire dall’abitazione,
rimase serio.
“Non
ringraziarmi, abbiamo un grosso problema,
adesso”.
Ancora sotto shock,
Terence lo seguì a ruota.
Prima che uscissero,
però, Jade li fermò: “Io non
vengo!”
Samuel, guardandola
perplesso, tornò subito indietro:
“COSA?!? Che significa? Brenda sta per tornare con
l’arma e noi dobbiamo
escogitare subito un piano B, visto che il piano A è dietro
di te!”
L’altra,
allora, li prese per un braccio, conducendoli
via: “Devo scambiare due parole con loro, torno subito,
ok?” disse a Faith,
prima di uscire.
Appena varcarono la
porta, però, i due si sfogarono.
“Allora?
– chiese Terence, spazientito – la tua era
una recita e possiamo ucciderla di sopresa?”
“No!
Assolutamente no!”
“Quindi?”
la incalzò Samuel.
“Terence ha
delle informazioni sui piani delle persone
contro cui state combattendo, o sbaglio? Andate da qualche parte e
discutetene,
mentre io resto con Faith e le faccio qualche domanda. In fondo, siete
stati
voi a dirmi che è una strega, quindi potremmo ottenere
ciò che vogliamo senza
dover uccidere nessuno, non credete?”
“No, non ti
lascio da sola con quella. – le disse
Samuel, contrariato - Ti ricordo che… anzi, no, non puoi
ricordarlo. Ascolta,
Jade, lei è malvagia e ci ha quasi uccisi l’ultima
volta che l’abbiamo
incontrata...”
Ma Jade scosse
energicamente la testa: “Nei suoi occhi
c’è qualcosa di innocente, non è
più la stessa persona. Sentite, fidatevi di me
e andate da qualche altra parte. Lei di me si fida, quindi
riuscirò a farci
dare una mano, ok?”
Alla fine, Terence
capitolò e si arrese: “Senti,
andiamo, è testarda come la sua amica!”
Il demone,
però, non riuscì a trattenersi dal fare
un’ultima raccomandazione: “Stai attenta, ok? Hai
perso due anni della tua vita
e non hai più le stesse abilità e la stessa
astuzia che hai maturato con il
tempo. E’ come se il tuo viaggio fosse ricominciato
dall’inizio e all’inizio si
è sempre ingenui...”
“Non
preoccuparti!”
A quel punto, Terence
e Samuel se ne andarono, mentre
Jade rientrava in casa di Faith per parlare con lei. Ma i due non si
allontanarono molto, anzi, si fermarono pochi metri più in
là, dove c’era una
panchina. Subito, Samuel vi si diresse e si sedette, lasciando
l’altro molto
perplesso.
“Cosa
c’è, sei stanco, per caso?”
Quello gli
lanciò un’occhiataccia, osservando la casa
che avevano appena lasciato: “Credi davvero che me ne sarei
andato da qualche
altra parte, sperando che vada tutto per il meglio? Per lei Faith
è solo una
sconosciuta, ma noi sappiamo chi è veramente. Poi, Zack si
sarà accorto che non
siamo più a casa di Noa, rinchiusi nell’area
protetta dall’incantesimo e
sicuramente starà venendo qui per prendermi a calci. Quindi
resto qui!”
L’altro
annuì e lo raggiunse.
“Visto che
ci vorrà molto, perchè non mi racconti
cos’hanno in mente John e Luis?”
Terence, allora,
iniziò a parlare.
Presso il Tempio
Antico,
all’interno del Pentagono
Thomas e Monique
condussero i due ragazzi al Tempio in
cui è custodita la Spada della Buona Sorte, ma Brenda
sembrò essere talmente
ottimista che l’uomo si sentì subito in dovere di
ammonirla.
“Senti, non
pensare che sarà così facile. Purtroppo
dentro quel tempio ci sono numerose insidie. Ok?”
“Di che
tipo di insidie parliamo?” chiese allora la
ragazza, ormai davanti all’imponente ingresso.
Tuttavia, fu la
strega a risponderle: “C’è una
creatura all’interno di quel tempio. Diciamo che ho
conosciuto Thomas in
circostanze assai poco... gradevoli...”
L’uomo,
ovviamente, si affrettò a spiegare loro
com’era andata: “Monique mi ha salvato da quel
mostro, perchè all’epoca aveva
ancora i suoi poteri.”
Ma, con loro grande
sorpresa, Brenda scrollò le
spalle: “La cosa non mi intimidisce. Quest’anno ho
affrontato cose che non
pensavo potessero esistere, che andavano al di là
di… beh, di tutto quanto!
Perciò non sarà certo un mostro ad impedirmi di
prendere quella spada.”
Thomas
annuì, poi si rivolse di nuovo a lei e al
figlio: “Siete riusciti a trovare la mappa
all’interno della penna?”
Noa la estrasse
subito dallo zaino: “Sì, da un lato
c’era la mappa per arrivare a questo tempio e
dall’altro lato… beh, suppongo
sia quella per arrivare all’arma.”
“Esatto!
Monique mi ha raccontato che il tempio che è
stato creato dal vostro nemico per tenere l’arma lontana dal
prescelto, fa parte
di una magia molto potente chiamataTempio
del non ritorno, perchè, chi vi entra,
è destinato a restarci per
l’eternità.”
Lei lo
guardò, perplessa: “E allora come ha fatto ad
arrivare all’arma e ad uscire?”
“Credo che
la spada sia talmente potente da avermi
infuso parte della sua buona sorte, affinché potessi uscire
sano e salvo.”
“Vedete,
– aggiunse Monique - Thomas era del tutto
neutrale, quando vi entrò. Era qualcuno di inaspettato, che
non combatteva né
per il Bene né il Male, perciò la spada si
è fidata di lui, aiutandolo a
trovare l’uscita.”
L’uomo,
allora, prese la mappa dalle mani del figlio:
“Ho fatto molto di più che uscire dal quel posto:
ho trascritto il percorso
sulla carta affinché chiunque fosse giunto qui per
recuperare l’arma, potesse
anche trovare la via per andarsene.”
La ragazza
annuì, soddisfatta: “Bene, perciò non
ho
solo la mappa con me, ma anche l’uomo che l’ha
disegnata. Direi che a questo
punto possiamo entrare, no?”
“D’accordo,
vi guiderò io. Ma non aspettatevi
striscioni di benvenuto. Sarà dura!” e, senza
aggiungere altro, entrò, seguito
dagli altri.
Casa di Faith
– Salem,
Oregon
Jade si sedette
accanto a Faith, che iniziò a
raccontarle in breve tutto ciò che le era capitato, tenendo
sempre in mano la
foto di lei col suo fidanzato.
“Si chiama
Alex – iniziò, mentre gli occhi le si
inumidivano, mentre gliela mostrava – e lo conobbi
durante il mio terzo
giorno in ospedale, quando mi svegliai.”
“Carino!”
esclamò la ragazza, sorridendo e suscitandole
una risata.
“Sì,
molto. – il suo tono, però, tornò
subito serio –
All’inizio non capivo bene cosa fosse successo e trattavo
male chiunque mi si
avvicinasse, perchè ero ancora malvagia. Facevo
così anche con lui, dicendogli
che non volevo la sua compagnia, che volevo solo andarmene. Un giorno,
però,
un’infermiera entrò nella stanza per cambiarmi le
bende che avevo al braccio e
mi disse quanto fossi stata fortunata: Alex mi aveva trovata, mi aveva
salvato
la vita, dato che ero praticamente morta, ed era stato così
buono e altruista
da aver passato ogni notte accanto al mio letto, nella speranza che io
mi
svegliassi e stessi meglio. Dopo quelle parole, quando lui
tornò a trovarmi, la
mia visione sul mondo era cambiata radicalmente: cominciai a
ringraziarlo, a
sorridere e lui ricambiava, gentile. E, ogni volta che se ne andava,
sentivo un
grande vuoto nel cuore. Improvvisamente, avevo come dimenticato
totalmente chi
ero, come se la mia vita prima della morte fosse svanita in un
attimo.”
“Allora sei
stata davvero fortunata a incontrarlo,
perchè... beh, guarda dove sei ora: siete innamorati e
vivete una vita
meravigliosa in questa bellissima casa. Un po’ ti invidio,
sai?”
Mortificata, la donna
le prese le mani nelle sue:
“Jade, voglio tu sappia che mi dispiace tanto per tutto
quello che ti ho fatto
passare quando ci siamo incontrate l’ultima volta. Se tu
ricordassi, non ti
saresti di certo seduta qui con me, anzi, mi avresti uccisa subito,
come
volevano fare Samuel e Terence non appena hanno varcato quella porta.
Ora sono
veramente cambiata, sono una persona buona e mi sento bene, come mai
ero stata
in tutta la mia vita. Non voglio morire…”
“E non
morirai, non lo permetterò, te lo prometto. Non
mi interessa chi eri prima, l’importante è che tu
abbia deciso di cambiare.
Però, avrai anche capito che siamo in una situazione
difficile e che, se non ti
uccideremo, avranno comunque bisogno di un aiuto magico per contrastare
quelli
contro cui combattono. Anzi, quelli contro cui combattiamo, visto che
ci sono
di mezzo anche io.”
“Ascolta,
Jade, io non ho il potere di fermare John.
Se la riuscita del suo piano è collegata ad Heith,
l’unico modo di ucciderla è
uccidere me, purtroppo. Perciò, se deciderete di
risparmiarmi, io non potrò
comunque aiutarvi. Mi dispiace...”
“Apprezzo
la tua sincerità e, anche se non potrai
aiutarci, non ti uccideremo ugualmente. Troveremo sicuramente un altro
modo per
liberarci di questa Heith. Tu cerca di vivere bene questa tua nuova
vita, ok?”
Intanto, fuori
dall’abitazione, seduto su una panchina,
Terence stava spiegando a Samuel cosa aveva scoperto grazie alle Pietre Scisma.
“Mentre ero
in quella sorta di allucinazione, ho
sentito tutto quello che John diceva a mio padre, rinchiuso nel cigno.
Quello
che ti dirò, però, deve rimanere strettamente
confidenziale, o almeno una
parte. Non lo dovrà sapere nessuno, ok? Nemmeno Jade,
né Brenda. Nessuno.”
“D’accordo,
dimmi pure.”
“Mio padre
creò quel cigno, dopo che John gli rivelò
un segreto sui prescelti. Inizialmente, infatti, non era una vera
è propria
arma, ma lo diventò quando mio padre consultò un
oracolo per scoprire se la
prima profezia si sarebbe avverata, il che spiega i tre massacri: gli
sono
serviti per consultarne uno.”
“Come
quello di Rosemberg, quando io e Jade siamo
andati nel passato…”
“Quando
questo oracolo gli confermò che la profezia si
sarebbe compiuta, il cigno diventò una vera e propria arma
diabolica. Mio
padre, a quel punto, era sicuro che Deimos non sarebbe mai
sopravvissuto e
quindi realizzò il suo piano in segreto, senza che nessun
altro servitore del
Caos venisse a scoprirlo, apparte John, il suo unico alleato. Il cigno
fu poi
modificato e non ebbe più solo la capacità di
controllare le persone, ma anche
quella di assorbire al suo interno ogni tipo di magia, compresi i
disordini.”
“Sì,
però c’è anche tuo padre
all’interno. Perché?”
“Per
assorbire tutta quella magia dentro di sé, no? E
immagina quanta possa essere dopo trentasette anni di
reclusione!”
“Perché
è dovuto rimanere dentro così a lungo?
–
chiese allora Samuel, alquanto preoccupato - Insomma, se voleva essere
il più
potente in assoluto, gli bastava restare lì dentro solo
qualche anno. O sbaglio?”
“Non
è quello il suo obiettivo, infatti. I servitori
del Caos hanno da sempre aspettato il ritorno di Deimos per la salute e
l’immortalità che ci avrebbe offerto e i disordini
non fanno parte di questo
mondo, per questo dobbiamo diffonderli, per sopravvivere.
Così mio padre ha
trovato il modo di renderli permanenti in questo mondo.”
“Come?”
“Si fece
rinchiudere nel cigno da cinque servitori del
Caos che controllava grazie ad esso. Per farlo, infatti, gli servivano
esseri
magici e discretamente potenti e loro facevano al caso suo. Subito
dopo, però,
essi morirono, perché una volta collegati al cigno con il
loro sangue, avrebbero
dovuto stipulare il patto oscuro per rimanere in vita e John,
ovviamente, fece
in modo di liberarsi subito dei corpi. Il cigno, poi, grazie a un
incantesimo
di occultamento, fu nascosto nel castello, insieme ad una lettera di
istruzioni
lasciata da mio padre, in modo che nessuno potesse trovarlo. Allora
John,
creduto morto sia dal Consiglio che da Dana, si esiliò su
un’isola, attendendo
gli eventi che avrebbero seguito il compimento della
profezia.”
“Quindi il
piano è stato progettato per avere inizio
subito dopo la sconfitta di Deimos? E cosa c’entra John con
il fatto di rendere
permanenti i disordini in questo mondo?”
“Il segreto
dei prescelti che John gli ha rivelato e
che tu non dovrai riferire a nessuno. Quello secondo cui, riceverete
una sorta
di premio per il lavoro svolto…”
Il ragazzo rimase
alquanto stupito dalle sue parole:
“Un premio? Il Consiglio non ci ha mai parlato di
questo!”
“Infatti,
nessun prescelto ne è a conoscenza, almeno
inizialmente. Lo si viene a sapere solo quando la missione è
quasi arrivata al
termine. John e Dana scoprirono di quel premio, nell’esatto
momento in cui
Annabelle Montgomery e Joshua Alison scoprirono di aspettare Jade, la
cui
nascita avrebbe significato la fine della loro missione, con la
consegna
dell’amuleto all’ultima prescelta.”
“E di cosa
si tratta, esattamente?”
“Quando i
prescelti muoiono in questa vita, si
risvegliano subito in un nuovo mondo. Il Consiglio la definisce come
una sorta
di seconda opportunità per vivere la vita che non si
è potuta avere, per via della
lotta contro il Male. Esso, però, non è simile al
nostro, perchè lì la magia
non esiste.”
Samuel, allora,
abbassò lo sguardo, triste, e sussurrò
con voce quasi impercettibile: “Allora non
morirò…”
Terence,
però, lo sentì ugualmente: “Di cosa
stai parlando?”
“Anche io
ho un segreto che non dovrai dire a nessuno,
nemmeno a Jade: ho scoperto che compiere la nuova profezia,
causerà la mia
morte, una volta incastrata l’arma nel cigno.
Finirò in questo… mondo, a quanto
pare.”
“Mi
dispiace tanto, ma almeno sarai vivo, no?”
“Beh,
sì, ma non con Jade. Comunque è ancora presto
per dire addio a questa terra, perciò ora dimmi cosa
c’entra il piano di tuo
padre con il segreto dei prescelti.”
“Mio padre
ha intenzione di scambiare la sua esistenza
con quella di John, così, quando morirà,
andrà nel nuovo mondo, grazie a un
anello, chiamato Anello della congiunzione
dimensionale. Ce ne è
anche un altro, gemello, che porterà John e
servirà per tenere collegati i due
mondi.”
Il demone rimase
letteralmente sconvolto da quella
rivelazione: “Ma perché tuo padre dovrebbe voler
andare in un luogo dove non
c’è magia?”
“Quando mio
padre uscirà dal cigno, avrà talmente
tanta magia in corpo, che potrà cambiare le leggi di quel
mondo in modo che ci
sia anche lì. E, con i disordini in entrambi i mondi,
creerà un equilibrio
talmente perfetto da renderli…”
“...
permanenti in entrambi! In questo modo, nessuno
potrà mandarli via e i servitori del Caos otterranno tutto
quello che Deimos
aveva promesso loro: potere e immortalità. Un piano geniale,
direi...”
“Esatto!
Ecco perché mio padre e John hanno fatto in
modo che l’arma fosse ben protetta all’interno del
pentagono.”
Rendendosi conto
della gravità della situazione, il
ragazzo si alzò, pronto per andarsene: “Non
possiamo permetterlo! Faith deve
morire, non c’è altra soluzione per rovinare il
piano di quei due prima che sia
troppo tardi!”
In quel momento,
però, poco lontano da loro, apparve
Zack, un sorriso malvagio stampato sulla faccia.
“Ops..
– esclamò, vedendoli - spero di non aver
interrotto
niente. In ogni caso, qualcosa mi dice che qui non ci sarà
un campo di forze ad
impedirmi di staccarti la testa, Samuel...”
Allora i due,
allarmati, presero posizione.
“Zack, non
voglio ucciderti, ok?” gli disse l’ormai
ex-amico.
Ma Terence era di un
altro parere: “Beh, io sì,
però!”
Zack li
osservò e rise: “Qui nessuno mi
ucciderà, non
illudetevi. Sono un demone potente dotato dei poteri del cigno, credete
davvero
che John mi avrebbe mandato a darvi la caccia, se fosse stato certo che
mi
avreste ucciso? – ma dai due non arrivò alcune
risposta - No? Nessuno risponde?
Bene, allora: Zack 1 - coppia di idioti 0.”
Samuel
sospirò: “Beh, io non ti ucciderei in ogni
caso. Siamo amici e non lo farei mai, anche se sei malvagio.”
“Wow, sei
anche diventato sentimentale! – rise di
gusto – Devi essere proprio disperato, perché non
è da te.” poi sollevò le
braccia e li fece letteralmente volare a terra.
Per poi aggiungere,
in tono crudele: “E, Samuel, sappi
che noi non siamo amici.”
Improvvisamente, Jade
e Faith uscirono di casa,
attirate dai rumori proveniente dall’esterno e la ragazza
rimase letteralmente
sconvolta dalla scena che si ritrovò davanti.
“Cosa sta
succedendo?!?“ urlò.
“Torna in
casa, Jade!” le urlò Samuel, rialzandosi, ma
Zack aveva già puntato lo sguardo su di lei.
“Vedo con
piacere che voi due siete ancora insieme: in
salute e in malattia, finchè un’amnesia da
parassita mangia-ricordi non vi
separi, eh? Davvero patetico, Samuel, davvero patetico. Le hai
raccontato di
me, per caso? Del suo diabolico migliore amico?”
“E di
quanto fai schifo in questo momento? – replicò
l’altro, pulendosi il sangue che colava dal labbro
– Ovvio che no, amico caro.
E vuoi sapere una cosa? Lei ti odia a morte, adesso!”
Furioso, quello gli
graffiò la faccia con un solo gesto
della mano e, a quel punto, il demone decise che era arrivato il
momento di
giocare pesante.
“Terence,
– disse, glaciale - porta via le ragazze. Io
e Zack abbiamo un paio di cose da dirci” e subito
l’uomo eseguì,
allontananddosi con le due.
“Abbiamo
qualcosa da dirci? – gli chiese Zack, appena
rimasero soli - E cosa, di preciso? Che la ragazza giusta sta con il
ragazzo
sbagliato? Non ti senti privilegiato dalla profezia, per caso?
Chissà se Jade
avrebbe mai guardato un demone ripugnante come te, senza quella stupida
pietra!”
“Sai, Zack,
da quando ho scoperto di poter assorbire
molti poteri, mi sono sempre chiesto come sarebbe stato usarli tutti
insieme e
forse sto finalmente per scoprirlo....” e improvvisamente, si
alzò in aria, si
avvicinò a Zack e gli tirò un calcio, beccandolo
in pieno petto, per poi
volteggiare all’indietro e tornare al suolo, lanciando una
serie di sfere di
energia.
Per evitarle, Zack
dovette nascondersi dietro un auto,
ma subito Samuel la sollevò grazie alla telecinesi, per poi
rendersi
invisibile.
“Ops, dove
sono?” gli disse, prendendosi gioco
di lui e quello iniziò a guardarsi intorno per cercarlo,
finchè non iniziò a
ricevere una serie di pugni che lo colpirono allo stomaco e in faccia,
buttandolo a terra.
Presso il Tempio
antico
all’interno del Pentagono
Il gruppo era ormai
dentro il tempio: era un luogo
cupo, le vie illuminate da torce infuocate e le pareti piene di disegni
e
incisioni. Thomas era davanti a tutti, con in mano la mappa,
poiché ricordava i
corridoi che andavano seguiti, mentre Brenda lo seguiva continuando a
fargli
domande.
“Questo
posto è inquietante. Secondo voi, il mostro ci
ha percepiti?”
“Questo
tempio è la sua casa, sa come muoversi e
sicuramente sa anche che siamo qui” le rispose
tranquillamente Monique, mentre
Noa la guardava.
“Davvero
confortante! – esclamò, prima di rivolgersi
al padre – Papà, manca ancora molto?”
Quello
sbuffò, troppo concentrato per prestargli
attenzione: “Noa, non è una passeggiata al parco
questa!”
“Non
mettergli pressione. Se sbaglia direzione,
rischiamo di perderci, ok?” aggiunge la strega,
più gentilmente.
“Davvero
confortante!” replicò allora Brenda,
imitandolo, quando un rumore ruppe il silenzio in cui erano immersi,
facendoli
voltare di scatto.
“Cos’è
stato?” chiese il ragazzo, spaventato.
“Forse il
mostro!” gli rispose lei, più coraggiosa,
guadagnandosi un’occhiataccia.
“Non
scherzare!”
Monique scosse
impercettibilmente la testa: “Restate
in guardia, ok? Potrebbe anche non essere nulla.”
Poi, Thomas
esclamò: “Ok, ci siamo, mi ricordo questa
zona del tempio. Solo che c’è qualcosa di
diverso…”
Davanti a loro,
infatti, c’era un muro con una
scritta: “Solo
la verità potrà proseguire il cammino”
Brenda la lesse,
alquanto perplessa: “Che cosa
significa, signor Quill?”
“Non lo so,
quando sono passato io, non c’era.”
“Forse ti
sei sbagliato, papà, perchè non proviamo
un’altra via?”
Ma, quando si
voltarono, il corridoio alle loro spalle
era scomparso, sostituito da un altro muro: non c’era
più nessuna vita
d’uscita.
Brenda, incredula,
esclamò: “Ok, sono sicura che
dietro di noi ci fosse un lungo corridoio.”
Improvvisamente,
però, la parete iniziò ad avanzare
verso di loro, pronta a schiacciarli e tutti si allarmarono.
Thomas,
però, era sicuramente il più nervoso:
“Ok,
mantenete la calma e toccate tutta la parete, ok? Magari
c’è qualche passaggio
segreto. O almeno spero.”
“Spero? Ha
detto spero?!?” chiese la ragazza,
isterica, mentre si metteva all’opera.
Il muro,
però, continuava ad avanzare e allora a
Monique venne un’idea.
“Aspettate!
Forse dovremmo fare come dice la scritta:
qualcuno di noi nasconde qualcosa e questo non ci permette di
proseguire.”
“Io non
nascondo niente. Giuro!” esclamò Brenda,
risoluta, mentre Noa, imbarazzato, abbassava lo sguardo.
“Forse il
problema sono io...”
Subito Thomas
notò la sua angoscia e si preoccupò:
“Hey, cosa ti succede? Intendi dire che nascondi un segreto?
Che lo nascondi a
me?”
“Sì…”
“Pensavo
che noi ci dicessimo tutto. Io ti ho sempre
ascoltato e appoggiato, non capisco…”
“Papà,
sono gay...
Per qualche istante,
il padre rimase fermo immobile,
poi, si scrollò le spalle e ritrovò la parola:
“Va bene, non è un problema. – e
lo abbracciò – Va tutto bene, figliolo.”
Brenda,
però, indicò terrorizzata la parete dietro di
loro: “Il muro però c’è
ancora! Significa che non tutti abbiamo vuotato il
sacco.”
“Io non
nascondo niente. Ve lo garantisco!” le rispose
Thomas e, stavolta, infatti, fu Monique a prendere la parola.
“Sono io
quella che nasconde qualcosa. Thomas, io….
sono innamorata di te, ma non ho mai trovato il coraggio di dirtelo e
forse era
destino che dovessi entrare qui con te per rivelartelo. Dal momento in
cui ti
ho incontrato la prima volta, ho capito che eri un uomo speciale, ma
temevo che
la mia natura di strega e la tua di mortale non potessero combaciare.
Pensavo
che non mi avresti mai accettata, perché era tutto nuovo per
te.”
L’uomo
rimase incredulo di fronte a quella
rivelazione: “Accidenti! E io che pensavo di essere
l’unico a provare
qualcosa...”
Lei
arrossì, imbarazzata: “No, non eri
l’unico. E sono
felice di saperlo.”
Ancora una volta,
Brenda li interruppe, sempre più
agitata: “Tutto questo è molto tenero, ragazzi, ma
il muro c’è ancora. Stiamo
per essere schiacciati vivi e vi assicuro che non sto nascondendo
nulla, perché
in genere non ho peli sulla lingua e non so mantenere un segreto.
Faccio
proprio schifo.”
Allora, Thomas ebbe
un’idea e provò a toccare la
parete, finendo subito a terra dall’altra parte.
Subito, gli altri lo
seguirono.
“Fortuna
che non siamo rimasti lì a pensare a cosa
potessimo nascondere!” esclamò la ragazza,
sollevata.
“Ve
l’avevo detto che questo tempio è pieno di insidie
e che questa non sarà di certo
l’ultima!” le rispose lui, rialzandosi.
Più
avanti, infatti, c’era una nuova sfida da
affrontare: il corridoio, stavolta, aveva un pezzo mancante e tra loro
e
l’altra sponda c’era il vuoto più
assoluto, superabile solo grazie a piccole
piattaforme di pietra che oscillavano a mezz’aria.
Brenda non
riuscì a trattenere una risata: “Davvero?
Cioè, dovremmo saltare su quelle pietre per arrivare
dall’altro lato?”
“Papà,
per caso siamo fuori strada?” chiese invece
Noa, preoccupato.
Ma quello scosse la
testa: “No, no, questa parte me la
ricordo benissimo, c’era anche prima. Dobbiamo solo fare
attenzione e saltare
uno alla volta, ok?” spiegò, tirando fuori una
lunga corda dallo zaino.
“Allora, io
andrò per primo così fisserò la corda
a
quel gancio dall’altra parte, ok?”
“Quindi ci
aiuteremo con la corda, giusto?” gli
domandò la ragazza, ancora dubbiosa.
“Sì,
esatto! Mio figlio fisserà l’altro capo della
corda al gancio che c’è qui e
così riusciremo a passare senza
problemi e senza vertigini. Più o meno.”
“Odio
quando le sue frasi finiscono con più o meno, o
credo, ma va bene. Male che vada precipiterò in eterno in un
vuoto senza fine,
perché questo vuoto non ha un fondo, giusto?”
Monique, vedendola
nervosa, cercò di tranquillizzarla:
“Ce la faremo, cara, non preoccuparti. So perfettamente che
senti il peso di
questo compito sulle spalle e che i tuoi amici contano su di te,
perciò sta
calma. Se c’è qualcuno che conosce bene questo
posto, quello è Thomas, perciò
fidiamoci di lui.”
Lei, però,
non si arrese e iniziò ad assillare Noa.
“Sei sicuro
di saperlo fare?”
Quello le
lanciò un’occhiataccia: “Mio padre mi ha
costretto ad andare al campo scout per sei estati di fila. Credimi, lo
so fare
un nodo ad un gancio!”
Il padre, che stava
per saltare, lo sentì e non riuscì
a non farsi sfuggire un commento: “Almeno c’erano
scout carini?” e, mentre le
due ragazze erano rimaste pietrificate dalle parole appena uscite dalla
bocca
dell’uomo, Noa rispose tranquillamente.
“Papà,
ti prego, non iniziare... Ti voglio bene e sono
contento che hai accettato la cosa, ma lascia stare, ok?”
“Ok, sto
zitto!”
“Per la
cronaca, – aggiunse Brenda - al campo scout ci
sono sempre dei tipi carini, per questo ci vanno anche le
ragazze.”
L’uomo
annuì: “Ok, vado, allora!” e
iniziò a saltare
una pietra dietro l’altra, mentre Monique lo guardava, in
apprensione.
“Stai
attento!”
“Ora che ho
una donna che mi ama, non cadrò di certo!”
e finalmente, nonostante tutta l’ansia, arrivò
dall’altra parte, fissando
subito la corda all’altro gancio.
“Bene, ora
che la corda è ben tesa potete tenervi,
mentre saltate. Forza, Brenda, vieni tu, adesso!”
Lei
indietreggiò, intimorita: “Io? Non posso essere
l’ultima, come a ginnastica?”
L’uomo
roteò gli occhi, sbuffando: “Non siamo a scuola,
Brenda! E poi dubito che nella tua palestra ci sia un percorso
simile.”
Allora, la ragazza
cercò di farsi coraggio e,
attaccandosi con una mano, iniziò a saltare sulla prima:
“Ok, la prima è
andata, no? Ora devo passare alla seconda.”
Ma, improvvisamente,
Thomas si accorse che alle spalle
di Noa e Monique stava arrivando qualcosa, anzi qualcuno,
così gli avvisò.
“Attenti,
alle spalle!”
E un feroce mostro
con il corpo ricoperto di bende,
gli occhi gialli, denti e unghie affilatissime e cicatrici sparse su
tutto il
corpo, si avvicinò lentamente verso loro, come se stesse
annusando le sue
prede.
Preoccupata, Brenda
si voltò: “Oh mio Dio!”
Subito, Monique si
mise davanti a Noa per proteggerlo
e, quando il mostro le saltò addosso, il ragazzo cadde
indietro nel vuoto,
rimanendo aggrappato solo grazie a una piccola sporgenza rocciosa.
Brenda, allora, prese
la balestra e iniziò a colpire
il mostro, che nel frattempo stava cercando di trascinare via Monique,
mentre
Thomas tornava indietro per aiutarli.
“Noa!
Monique! Resistete!”
Intanto, la ragazza
era riuscita a colpirlo e quello,
gravemente ferito, lasciò andare la strega, per poi scappare
via.
“Monique,
stai bene?” le chiese subito, preoccupata,
mentre quella cercava di rialzarsi, ancora scossa.
“Sto bene,
sto bene. – poi corse ad aiutare il ragazzo
- Eccomi Noa!” esclamò, tirandolo su.
A quel punto,
però, Thomas si trovava sulla stessa
pietra di Brenda.
“Bene,
vieni, ti aiuto io a finire la traversata, ok?”
ma non fece in tempo a fare nulla, che le pietre fluttuanti iniziarono
a
spostarsi via dalla fune.
Brenda, spaventata,
iniziò a gridare: “Cosa sta
succedendo?!?”
“Attaccati
alla corda! Attaccati alla corda!” la incitò
lui e, quando tutte le pietre si allontanarono, rimase solo quella a
salvarli
dal vuoto.
Noa li
osservò dalla sponda, preoccupato. Erano
rimasti appesi.
“Ce la
fate?”
“Evidentemente
dovevamo attraversarla uno per volta.
Se ci aiutiamo, è come imbrogliare!” gli rispose
Thomas, mentre la ragazza, in
difficoltà, invocava il suo aiuto.
“Mi sudano
le mani, sento che sto per mollare!”
“No, non
mollare! - le urlò lui - Non abbiamo fatto
tutta questa strada per mollare!”
“Io ci sto
provando, ma… oddio, le mani iniziano a
farmi male. Non ce la faccio!”
“Sali sulla
mia schiena!” le ordinò allora l’uomo,
lasciandola sbigottita.
“Cosa?
Ma…”
“Brenda, ti
ho detto di salire sulla mia schiena!
Fidati di me.”
Lei eseguì
e, nonostante il grande sforzo, lui riuscì
ad avanzare, poco alla volta. Le sorprese, però, non erano
finite lì, tant’è
che, dal vuoto, iniziarono a salire delle minuscole fiammelle, quasi
stesse
piovendo al contrario.
La ragazza, quando le
notò, rimase senza parole: “Cosa
sta succedendo? Da dove arrivano?”
Monique e Noa,
invece, osservavano sconvolti la scena,
incapaci di fare nulla, mentre Thomas cercava di ignorare tutto quanto
e di
continuare ad avanzare, finchè una di esse non
sfiorò la corda, che iniziò a
bruciare.
“Oh mio
Dio.. la corda sta bruciando, sta bruciando!”
gli urlò Brenda, ma lui non fu abbastanza veloce e,
inevitabilmente, essa si
ruppe, facendoli precipitare per qualche metro, fin quando non
colpirono
duramente l’altra sponda, rimanendo appesi per miracolo.
“State
bene?” gridò subito loro la strega,
preoccupata, ma i due ignorarono le sue grida.
“Arrampicati,
presto!” intimò Thomas alla ragazza.
“D’accordo,
ma…”
“Non
preoccuparti se mi metterai un piede in testa o
su una spalla, devi arrampicarti e fregartene. Sei tu quella che deve
arrivare
alla spada, non io. Ok?”
Gli occhi di lei si
riempirono di lacrime: “Ma… Oddio,
la prego, mi dica che salirà dopo di me... Non
può mollare!”
Lui le fece un
sorriso forzato, perchè ormai era
arrivato al limite delle sue forze: “Sto per cedere, non ce
la faccio più,
Brenda. Nell’ultimo tratto di strada sarai sola, ma potrai
usare la mia mappa,
intesi? Alla fine di questo corridoio ti troverai davanti
un’enorme porta e
dietro ad essa troverai la spada. Adesso vai e dì a Noa e
Monique che li amo!”
e lei, arrampicandosi con la morte nel cuore, finalmente
riuscì a salire la
sponda.
Noa, a quel punto,
iniziò a incitare il padre: “Dai,
papà, tocca a te! Arrampicati!”
Ma quello scosse la
testa: “Non ho più forze figliolo.
- poi si lasciò cadere - Mi
dispiaceeeeeeeeee...”
“Noooooooooooooo!”
gridarono tutti, distrutti dal
dolore, mentre Brenda si rialzava in piedi a fatica, osservando gli
altri,
sconvolti quanto lei.
Monique, allora,
strinse fra le braccia Noa, mentre le
lacrime le solcavano il viso.
“Non
può essere vero. – mormorava il ragazzo - No, non
può essere!”
La strega, allora,
fece capire con un cenno a Brenda
che doveva proseguire e quella comprese il messaggio e
iniziò ad allontanarsi,
distrutta dal pianto incessante dell’amico.
Casa di Noa
– North
Platte, Nebraska
Mentre la lotta tra
Samuel e Zack continuava, Terence
aveva teletrasportato Jade e Faith a casa di Noa. Non essendoci nessuno
a
fermarlo, l’uomo pensò che fosse meglio per tutti
togliere di mezzo la donna
una volta per tutte e poter quindi rovinare tutti i piani del padre.
Ovviamente, Jade si
oppose, mettendosi davanti alla
donna nel tentativo di difenderla.
“No, tu non
la toccherai!”
“Non vedi
che sta cercando di ingannarti con questa
commedia sull’essere cambiata ed essere diventata buona?
Dobbiamo eliminarla,
prima che sia troppo tardi!”
“Ho detto
che non le torcerai un capello. CAPITO?” e
fece partire un urlo ultrasonico che fece cadere l’uomo a
terra.
Poi, ancora
incredula, si voltò verso Faith: “Presto,
scappa, prima che si riprenda! Io lo terrò
occupato.”
Lei fece quanto le
aveva detto, ma subito Terence le
comparve davanti di nuovo.
“Spiacente!”
“Ti prego,
lasciami andare. – lo supplicò allora lei,
disperata - Io sono davvero cambiata, proprio come hai fatto tu.
Perché non mi
credi?”
“Okay, puoi
anche essere cambiata, ma resta il fatto
che Heith è collegata a te, perciò se muori,
morirà anche lei e questo manderà
a monte i piani di mio padre. In questo modo salveremo il mondo,
perché la tua
vita non vale più di quelle che verranno sacrificate quando
questo sarà un
luogo di dolore e sofferenza. Vuoi davvero che la persona che ami, quel
paramedico, viva in un mondo simile?”
Sentendo le sue
parole, la donna si arrese con un
sospiro: “D’accordo, forse hai
ragione…”
Ma Jade si intromise
subito, furibonda: “NO! No, che
non ha ragione! Possiamo trovare un’altra soluzione, lei non
merita di essere
uccisa perché ci fa comodo per salvare il mondo. Noi
dovremmo salvare tutti,
nessuno escluso.”
Faith si
voltò verso di lei: “Per le mie azioni
passate, meriterei di essere morta in quella esplosione, ma non
è stato così. Ora
tu vuoi salvarmi e io sento sempre di più di non
meritarmelo, soprattutto dopo
le parole di Terence. Probabilmente, lui vi ha dato una prova del suo
desiderio
di voler cambiare, o per dimostrare che lo stava facendo,
perciò lasciate che
io faccia altrettanto, ok?”
L’uomo le
lanciò, allora, una lunga occhiata:
“Impedirai a mio padre di uscire dal cigno?”
“No, ma
posso risolvere un grosso problema futuro,
quello di Jade.”
Intanto, poco
lontano, Samuel e Zack erano
distesi, feriti, in mezzo alla strada, senza la forza per
alzarsi e
riprendersi.
“Non posso
credere che siamo arrivati a questo punto…”
disse il demone, sospirando.
“Mi
dispiace, avresti dovuto aspettartelo.”
L’altro
fece un sorriso triste: “Mi dispiace che sia
andata a finire così. Ciò che dirò,
probabilmente non ti sfiorerà nemmeno,
visto che sei succube del cigno e che non provi più nulla.
Ma io ci provo lo
stesso, perché, quando tutto questo finirà, tu
ricorderai tutto.”
“Non me ne
importa niente delle tue parole!” gli gridò
l’altro, insensibile.
Samuel,
però, parlò ugualmente:
“C’è stato un periodo
della mia vita in cui sono stato davvero felice e ci siete tu e Jade,
oltre a
Brenda, anche se è arrivata dopo. Tutte le avventure, i
litigi, le
incomprensioni, le risate nei momenti più critici fanno
parte di un
meraviglioso ricordo che serberò per sempre nella memoria.
Non credo nemmeno io
a ciò che sto per dirti, ma lo faccio comunque: tu sei
l’unico vero amico che
io abbia mai avuto e sono sicuro che in fondo al cuore, tu non mi odi
veramente. Zack, io sto per morire… ed è per
questo che voglio che tu ti prenda
cura di Jade, quando tutto questo sarà finito,
perché lei sarà distrutta e avrà
bisogno dell’altra persona che ama più al mondo.
Ok?”
Zack, per tutto il
tempo, aveva fissato il cielo, col
sangue che gli colava lungo il volto e uno sguardo arrabbiato e, come
previsto,
quelle parole non lo toccarono: “Va all’inferno,
Samuel!”
L’altro,
però, sorrise, perchè capì che non era
il
momento.
“Ti voglio
bene anche io, amico...” sussurrò, prima di
teletrasportarsi via.
Pochi secondi dopo,
ricomparve presso il fiume che
scorreva vicino alla casa di Noa e gli altri si accorsero subito del
suo arrivo
e gli corsero incontro, soprattutto Jade, quando notò che
era ferito.
“Samuel,
stai bene?” gli chiese, preoccupata.
“Si,
tranquilla! – la rassicurò, per poi rivolgersi
subito a Terence – Si può sapere perché
Faith è ancora viva?”
“Perché
ha qualcosa da offrirti, a quanto pare”
replicò quello, lasciandolo perplesso.
“Di che
cosa stai parlando?”
Ma fu direttamente la
donna a prendere la parola: “A
quanto pare, non avete raccontato a Jade del suo parassita.”
“Non avevi
il diritto di dirglielo!” le urlò il
demone, arrabbiato, ma subito la ragazza lo calmò.
“E’
tutto a posto. Non prendertela con lei!”
Lui la
guardò e abbassò lo sguardo: “Mi
dispiace non
averti rivelato il motivo della tua amnesia, ma non volevo spaventarti.
Fai
ancora fatica a capire tutto ciò che ti circonda
e…”
Faith,
però, si intromise, impedendogli di finire la
frase: “Sei molto dolce a volerla proteggere, ma
così non la salverai.”
“Sì,
invece! Una volta che avrò incastrato l’arma nel
cigno, il parassita morirà e Jade ricorderà
tutto.”
Ma la donna scosse la
testa, mortificata: “Mi
dispiace, ma le cose non funzionano così, Samuel. Il
parassita è nella mente di
Jade da parecchio tempo e sta facendo più danni di quanto
immagini. Se non
fosse per la pozione di Heith di cui mi ha parlato Terence,
infatti,
sarebbe in condizioni ben più gravi. Tuttavia, il suo
effetto non durerà ancora
per molto e perciò presto perderà nuovamente i
ricordi.”
Lui, però,
continuò ad insistere: “Ho detto che quando
porterò a termine…” ma fu di nuovo
bruscamente interrotto.
“Non
servirà a nulla portare a termine la tua
missione! Il parassita ha danneggiato la memoria di Jade a tal punto,
che,
anche se i disordini spariranno da questo mondo, lei non
sarà comunque mai più
quella di prima!”
Allora, Terence si
intromise, per cercare di farlo
ragionare: “Lei vuole offrirti il suo aiuto, in cambio della
salvezza.”
“Questo
è solo un trucco per non permetterci di
ucciderla!” ribatté il ragazzo, sempre diffidente.
“Credimi,
è la verità! Posso ancora salvarla! So che
voi morite dalla voglia di farmi fuori, ma lasciate che meriti di
vivere
facendo un atto di altruismo verso Jade, datemi
l’opportunità di redimermi. Vi
prego!”
“Ti prego,
Samuel! – la sostenne Jade, rivolgendosi
direttamente a Samuel - Sono stanca di essere confusa e non voglio
risvegliarmi
in un mondo in cui non mi ricordo dei miei più cari amici e
di te.”
Tutti videro che,
dopo quelle parole, Samuel era
combattuto.
Tuttavia,
c’era ancora un’importante questione da
sistemare e il ragazzo si voltò verso Terence per chiarirla:
“Come facciamo con
l’altra faccenda, però?”
“Sapevo che
l’avresti risparmiata, così ho preparato
anche un piano B.”
“Bene,
è quello che speravo di sentirti dire. – poi si
rivolse a Faith – Cosa le farai?”
“Le
farò un incantesimo, che preserverà la sua
memoria
fino a quando i disordini non lasceranno questo mondo. Tuttavia, per
fare
questo, dovrà cadere in un lungo sonno. Quando si
sveglierà, però, la sua
memoria sarà intatta e i vecchi ricordi
ripristinati.”
Terence la
guardò, dubbioso: “Ma non hai detto che la
memoria di Jade è gravemente danneggiata? Cosa vuoi
preservare, allora?”
“Il mio
incantesimo andrà ad aggiustare i danni fatti
dal parassita, prima di preservarne la memoria. Fortuna che mi avete
trovata
appena in tempo, o non l’avreste mai saputo!”
Samuel non aveva
più dubbi, a quel punto: “Allora
procedi!”
Presso il Tempio
antico
all’interno del pentagono
Brenda, senza
voltarsi indietro, imboccò l’ultimo
tratto di strada che la separava dalla meta. E, come le aveva detto
Thomas,
dopo pochi passi si ritrovò davanti ad un’enorme
porta, affiancata da una fontana
di pietra e dall’ennesima incisione.
“Andrà
versato il sangue di chi ha perso per permettere al vincitore di
spalancare le
porte e giungere al proprio premio ”
In quel momento la
ragazza, con ancora gli occhi
lucidi e il respiro affannato per gli eventi appena vissuti,
sentì dei passi
alle sue spalle e, quando si voltò, vide se stessa: vestita
bene, unghie perfette
e capelli impeccabili. Solo quella sorrideva malvagiamente, mentre lei
la
accoglieva con ghigno dipinto sulle labbra.
“E
così sarei io l’ostacolo di me stessa? Bene
– e
afferrò una freccia dall’astuccio che portava
sulle spalle – non sarà così
difficile togliere di mezzo tutto ciò che rappresentavo un
tempo, visto che ora
sono cambiata...” poi corse verso la ragazza e gliela
conficcò nello stomaco,
facendola accasciare a terra.
“Beh,
all’epoca non sapevo difendermi molto bene, in
effetti...” esclamò, mente strappava una parte
della maglietta e tamponava
parte del sangue che stava colando copioso sul pavimento. Poi, lo
portò vicino
alla fontana e, strizzandolo, fece colare il liquido al suo interno.
Allora, la porta si
spalancò ed ecco, l’arma era
proprio davanti a lei, che fluttuava al centro dell’enorme
stanza immersa in
una bolla di energia celeste. Non appena la ragazza
attraversò la soglia, la
ragazza si sentì quasi travolta da un’ondata di
pace e speranza.
“E’
così bella…- sussurrò, con voce soave
e un sorriso
dipinto sul volto - Finalmente ti ho trovata, finalmente sei mia, spada
della
buona sorte” poi si avvicinò, pronta a prenderla
fra le mani. Il suo braccio
penetrò all’interno di quella bolla di energia e
la sua mano afferrò senza
timore la spada.
“Portami
fortuna…” aggiunse, prima che il Tempio
iniziasse a tremare...
CONTINUA NELL’ULTIMO EPISODIO DELLA SECONDA STAGIONE
Testo a cura di Lady Viviana.ANGOLO AUTORE: Siamo arrivati al penultimo episodio di questa stagione, purtroppo, però, non sono riuscito a revisionare anche l'ultimo e dovrete aspettare fino a domani per il gran finale della seconda stagione dal titolo "Incastro". Ricordate di lasciare sempre un commento ai fini della continuazione della storia, a domani!