Beatriz e i due
gemellini passavano
la maggior parte del tempo assieme.
Il piccolo Eevee
era quello che
preferiva,era un cosino sì dolce e tenero.
Invece Vulpix le
ricordava lei da
piccola.
Tremenda,vendicatrice
e dispettosa.
Quel giorno
aveva le tinte dolci del
mattino anche di pomeriggio.
Un cielo azzurro
come gli occhi di
Umbreon e il manto verde dell’erba che tagliava il paesaggio.
Nate li aveva
accompagnati durante
tutto il tempo,come se fosse stato l’angelo custode dei tre
amici,e in un certo
senso lo era.
Per un capriccio
di Beatriz si erano
ritrovati davanti ad una grotta dal tetto sporgente,dentro alla quale
non si
riusciva a scorgere nemmeno la minima mossa delle pietre
che,rotolando,cadevano
giù dal soffitto.
-Vogliamo
entrare?- chiese piena di
speranza la giovane kitsune bianca,tirando la manica al suo
fidanzatino,che
tremava al solo pensiero di quel che avrebbero potuto incontrare
nell’oscura
caverna che si apriva davanti ai loro occhi.
-Eh…ma
i tuoi protetti?- cercò di
salvarsi il moro,che continuava a sbattere i denti.
-Mizze,come sei
pauroso! Allora io
entrerò da sola,ciao!- e gli voltò le spalle.
Nate non aveva
altra scelta.
Non riusciva a
capire come facesse,ma
la sua adorata fidanzata riusciva sempre a convincerlo a seguirla in
ogni attività
spaventosa o pericolosa che le passava per la mente.
-Ah…-
sospirò rassegnato
–aspettami,vendo anch’io….- e
s’incamminò dietro a Beatriz,fiacco fiacco come
un cane bastonato, tenendo per mano i due piccoli gemellini,che
gemevano a loro
volta con le loro “dolci vocine”.
***
-Allora,abbiamo
visitato tutta la
grotta…torniamo a casa adesso?!?- chiese Nate,dopo essersi
aggrappato al
braccio di lei con tutta la sua forza…se di forza si
può parlare.
-Sì,aspetta
un attimo…- gli rispose
la ragazza,avanzando a passo svelto verso una parete che sembrava una
porta
scorrevole.
-Hei! Ma questa
è una porta segreta!-
esclamò contenta,facendo sbucare fuori la coda da volpe e
facendola ondeggiare
a destra e a sinistra –e dà sul bosco!-.
Lui si
alzò da una pietra su cui si
era seduto per riposare,sempre tenendo le manine dei due.
-N…non
vorrai entrare,…spero.- le
mormorò all’orecchio,con i denti che tremavano
ancora.
Lei fece un
gesto di disprezzo,per
finta.
-E
perchè no? Chi sei tu,una
Ghotorita? Uh…ragazzi,nonn fate questo,ragazzi non baciatevi
quì davanti,uh non
fate se…- ma lui la bloccò sull’ultima
parola.
-Non davanti ai
piccoli!-.
-Ecco! Vedi cosa
intendevo?-.
-EEEEEEEEEEEEVVVVVEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!-
cominciò a strilare Eevee.
La giovane si
diresse in direzione
del buco,poi cambiò idea all’improvviso e prese
tra le braccia il piccolo, che
stava ancora strillando vivacemente.
*** NEL
BOSCO ***
La vegetazione
era fitta e densa e
non si scorgevano altro che alberi altissimi dalle folte chiome
smeraldine.
Ogni tanto
qualche rara apparizione
di un paio di Pokèmon faceva sobbalzare i quattro visitatori.
Camminando
camminando,si ritrovarono
in una specie di spiazzo erboso, nel quale stava raccogliendo dei
funghi un
omiciattolo dalle dimensioni minute,anziano,piuttosto malandato.
Nonappena
sentì i passi dei nostri
“eroi”,si levò con la schiena storta e
le mani doloranti, e andò loro incontro.
-Cosa ci fanno
dei giovani come voi
in un bosco orribile e maledetto come questo?- chiese con la sua
vocetta da
rana, ammiccando con gli occhi vitrei,senza vita.
-Noi…ci
siamo trovati qui per
sbaglio…- cercò di giustificare la loro presenza
Nate.
-Ma è
stata lei a voler entrare da
quella porta!- disse ancora,indicando la fidanzata, che lo stava
fulminando.
-Grazie amore,tu
sì che hai un cuore
grande!- esclamò lei a denti stretti, per poi passare in una
frazione di
secondo nemmeno a fissare i suoi occhi color del tramonto sul volto
cadaverico
dello spaventoso vecchietto.
-E poi,non credo
che questo bosco sia
di proprietà privata,mio caro signore!-.
L’uomo
fece uno strano verso,come se
gli fosse andato qualcosa di traverso,poi tornò a ridere,non
calcolando nemmeno
minimamente le reazioni dei due piccoli gemellini che li stavano
seguendo,
impauriti.
-Questo
bosco…ah…è maledetto. E’
protetto da una creatura crudele a dir poco,un mostro orribile che vive
in un
tempio situato nel…ah…nel centro della
foresta…ah…- diceva il vecchio
pazzo,respirando faticosamente di tanto in tanto.
-Tant’è
vero che…ah…lo chiamano…ah…IL SANTUARIO DEL SANGUE…AHHH!
Andate via!
Andate via! Andate via! Via da qui, Via da qui! E non tornate
più,mai più…-
fece eco,andandosene.
-Ah…credo
che dovremmo tornare
indietro,Bea… ti prego!- la supplicò il
fidanzato,in ginocchio,con le manine
dei cuccioli tre le sue.
-Ok,se vuoi tu
puoi portare i
cuccioli a casa e restare con loro,io voglio vedere questo mostro.- gli
rispose
la giovane kitsune dai capelli bicolore.
L’aveva
rifatto.
Ci era riuscita
ancora una volta.
L’aveva
convinto a restarle accanto
anche senza guardarlo.
Il ragazzo aveva
l’impressione che,se
lei gli avesse chiesto di scavare una buca a mani nude,lui
l’avrebbe fatto
senza fiatare.
Avanzarono nella
radura,inoltrandosi
ancora di più nel fitto, e alla fine lo videro.
-Guardate.
Questo dev’essere il il santuario del sangue.
Nate
andiamo avanti,voglio vedere!- lo
esortò la giovane.
-No
ti prego…-.
-Dai
piccolo,non ti ho mica chiesto di toglerti i pantaloni!-
ironizzò.
All’improvviso
si udì un rumore di combattimento,come delle persone che si
picchiavano.
Dal
nulla sbucarono dei Pokèmon dall’aria sinistra,
che però non si accorsero della
presenza dei quattro,perché erano impegnati in una lotta a
dir poco feroce.
Erano
uno Shiftry e un Ambipom,ai quali si unirono presto dei
Trubbish,qualche
Cacturne e anche degli altri Pokèmon che si trovavano nelle
vicinanze e avevano
voglia di lottare.
-A…aiuto
Bea!- cominciava a sussurrare Nate,stringendo il braccio della ragazza
con
tutte le sue forze.
-Sh!
Zitto! Cosa vuoi che faccia io?- lo ammonì la ragazza.
Proprio
nel mentre della discussion, un ruggito si levò alto nel
cielo,squarciando
l’aria.
Un
ruggito potente.
Un
ruggito rabbioso.
Un
ruggito degno di un mostro…
E
del mostro si trattava.
-RRRRRRRRRRRRROOOOOOOOAAAAAAAAAAAARRRRRR!!!-
ululò ancora,lanciandosi contro i due contendenti con tutta
la furia possibile
e immaginabile.
Con
un potentissimo Lavasbuffo li mise K.O. senza tanta esitazione,facendo
fuggire
anche gli altri che avevano stretto un cerchio attorno ai
Pokèmon che ora
giacevano a terra,là,morti.
-Che
razza di creatura è questa…?- si chiese il
moro,portandosi una mano alla bocca.
Poi,quando
fu possibile distinguere più chiaramente i tratti fisici del
mostro…
Lunga
pelliccia color panna,occhi rossi e crudeli,capelli biondi e
infine…
Nove
code.
Era
un Ninetales.
-Ah!-
esclamò la ragazza,avanzando verso il Pokèmon.
-Bea,non
andare!- la supplicò Nate,implorante.
Beatriz
non gli diede retta e la seguì fino a dietro al piccolo
tempio.
-Th
th th,su vieni qui…ma dov’è?- si chiese
lei,dopo aver constatato che la volpe
non era più lì….o almeno,lei non la
vedeva…quando…
-MHHHHHMM!!!-
qualcuno le tappò la bocca con una mano.
-Sono
qui. E non avresti mai dovuto seguirmi. Tu non avresti mai dovuto
nascere,DISGRAZIATA!- le mormorò all’orecchi una
voce femminile,bloccandole
anche le mani dietro la schiena,dando particolare rilevanza alla parola
“disgraziata”.
-Mh,mh….mh…?!
Mh…mhn…mh…mh…mh!?- con
questo intendeva dire “Chi sei? Che cosa vuoi da
me?”,agitandosi.
-Io
sono colei che porrà fine alla vita del tuo caro Nate,e se
non vuoi vederlo
morire qui davanti ai tuoi occhi,devi seguirmi senza tante storie.-.
Aveva
altra scelta?
No.
Perciò
la seguì all’interno del piccolo
tempio,rabbrividendo quando vide che aveva
davanti…
Sé
stessa.
La
creatura che era lei,o che le assomigliava in maniera mostruosa,le
strinse le
mani in una morsa micidiale con delle corde e le tappò la
bocca con un pezzo di
stoffa,lasciandola stesa lì per terra.
-E
ora…-.
***
COMMENTI DELL’AUTRICE ***
Salve,come
avrete notato questo capitolo tocca molto il tema soprannaturale\horror
(o
almeno io ci ho provato…) ed è un po una specie
di collegamento per quello che
dovrò scrivere successivamente.
Il
prossimo passo è pieno di
“sangue”,quindi se non ve la sentite di
leggere saltate delle righe,mi raccomando! ;)
P.S.:
Ho cambiato la trama in prima pagina e le caratteristiche della
storia e ho aggiunto “soprannaturale”
perché mi sembrava adatto. Ricordatevi di
votare per Ninetales
e di recensire,alla
prossima!
White
D.N.