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Autore: Milky_Rose    17/03/2015    2 recensioni
“Che guardi?” Castiel appoggia il mento sulla mia testa, sbirciando il cortile che va svuotandosi.
“Un tipo che non è della nostra scuola direi… Non l’ho mai visto” dico sbuffando appena.
Sento i muscoli della mascella del rosso contrarsi.
“Dov’è?” soffia le parole con rabbia.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Kentin, Lysandro
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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La sveglia suona imperiosa, riportandomi alla realtà di tutti i giorni.
La spegno, dandole un colpo e rischiando di farla ruzzolare giù dal comodino; rimango qualche minuto sotto le coperte per poi uscire dal letto e iniziare la mia routine quotidiana.
Recupero i vestiti del giorno prima dalla sedia e li indosso svogliatamente, mi siedo alla scrivania e mi pettino tranquilla i capelli facendomi una treccia laterale.
Quando scendo al piano di sotto non trovo mia madre ai fornelli ma un biglietto fa bella mostra di se sul tavolo.
“Sono dovuta uscire prima per colpa di una chiamata urgente sul lavoro, Papà questa sera non rincasa per una conferenza, io arriverò tardi! Un bacio”
Abituata a questo genere di cose, recupero il mio zaino, infilo le scarpe e nel momento in cui sto per mettermi il giubbotto suonano alla porta.
Chi sarà mai a quest’ora del mattino? Penso, mentre mi dirigo ad aprire.
“Ehilà nanerottola!!” Castiel è davanti alla porta di casa mia, con due caschi in mano e un sorriso sornione in volto.
“Tu che ci fai qui?”  rimango li imbambolata a guardarlo mentre lui sbuffa e incrocia le braccia.
“E’ questo il modo di salutare il proprio fidanzato?”
Fidanzato… questa parola mi rimbomba nella testa… Già, per quanto tentiamo di tenerlo nascosto il più possibile, dato che a scuola questa situazione mi darebbe troppi problemi, viste le sue spasimanti, io e Castiel ci siamo messi insieme quasi un anno fa…
Lui mi guarda in modo truce e continua con voce in falsetto
“Oh Castiel, che bello vederti! Sei venuto a prendermi! Ti adoro troppo, sei il più figo di tutti!!” gesticola mentre parla in quel modo ridicolo e io non posso fare a meno di ridere.
“Te le dici da solo, adesso?” 
Mi becco una seconda occhiataccia e di tutta risposta gli faccio una linguaccia.
“Vuoi entrare a fare colazione?” chiedo mentre mi scosto per lasciarlo passare.
“Non preferisci fermarti al bar?” mi porge il casco che mi ha regalato qualche mese fa.
“D’accordo, recupero borsa, giacca e chiavi e arrivo!” Entro in casa lasciando la porta aperta e Castiel si appoggia contro lo stipite, in attesa.
Metto il giubbotto, butto la borsa in spalla, stringendo al massimo consentito le cinghie, in modo che stia aderente alla schiena e con il casco sotto mano esco dalla porta e chiudo a chiave.
“I tuoi non ci sono?” mi chiede Cass mentre ci dirigiamo alla moto.
“Mia madre è uscita prima insieme a mio padre… Lui stasera non c’è, lei rientrerà molto tardi” dico sospirando mentre mi infilo il casco.
Accende la moto e mi porge una mano per facilitarmi la salita, lancio una gamba al di là della sella e mi isso dietro di lui.
La moto fa le fusa sotto il suo tocco e dolcemente partiamo, immettendoci nel traffico mattutino di Parigi.
Ci fermiamo in un bar poco lontano, non è il nostro abituale, ma le brioches sono talmente buone che non vorrei più andarmene.
“Possiamo anche saltare scuola se vuoi!” asserisce Castiel mentre risaliamo in moto.
“Non ci pensare neanche per un minuto signorinello! Finché saremo in compagnia, non salterai nemmeno un ora di scuola!” lo sento borbottare qualcosa mentre ripartiamo alla volta dell’istituto, sfrecciando attraverso il traffico .
In pochi minuti ci ritroviamo all’interno del cortile, ancora affollato di studenti; Cass parcheggia con disinvoltura la moto e io do un occhiata intorno alla ricerca di Rosa e Lys, ma non riesco a scorgerli da nessuna parte.
Scendo e mi levo il casco, tolgo la treccia dal collo del giubbotto, sto per allontanarmi dalla  moto quando sento Castiel afferrarmi la mano.
“Cosa…?” Mi giro e lo ritrovo a pochi centimetri da me, osservandomi con quei suoi occhi d’acciaio fuso.
“Castiel siamo a scuola… non possiamo…”  Ma non mi lascia il tempo di finire la frase.
In meno di un secondo mi ritrovo stretta a lui, le sue braccia circondano il mio corpo e con una mano sulla mia nuca mi spinge verso la sua bocca.
Le sue labbra cercano pretenziose le mie, la sua lingua inizia a danzare in un bacio irruento e appassionato.
Potrebbe essere passato un minuto come tutta l’eternità, quando sentiamo parecchi fischi provenire da un gruppetto di ragazzi di passaggio e decidiamo di staccarci.
“Cass.. ma cosa..?” gli chiedo non appena riesco a scostarmi dal suo volto, le sue braccia mi tengono ancora stretta a lui, come se potessi scappare da un momento all’altro.
Mi guarda un attimo, arrossendo appena e senza togliere i suoi occhi dai miei
“Hime sei mia, ricordalo sempre…” si avvicina poi al mio orecchio e con voce calda mi sussurra “Ti amo…”  Io arrossisco fino alla punta delle orecchie e balbetto quella che dovrebbe essere una risposta alle sue parole… Lo amo? Sto tentando di farlo con tutta me stessa, dimenticando i sentimenti per Ken, poco alla volta, per quanto questi tornino come ondate a distruggere quello che provo per il ragazzo dai capelli rossi che ora mi sta dedicando uno dei suoi rari sguardi dolci.
Scioglie il nostro abbraccio e recupera le chiavi dalla moto.
“Allora, nanerottola, andiamo in classe o hai intenzione di rimanere in cortile tutto il santo giorno?” Eccolo tornato il Castiel di sempre.
Gli faccio la linguaccia e ci dirigiamo insieme verso la nostra classe.
Al nostro arrivo noto Rosa e Lysandre parlare fitto con aria preoccupata; quando Rosa mi scorge, cancella istantaneamente l’ansia dal suo volto per salutarmi e sorridermi come sempre.
“Buongiorno Rosa… C’è qualche problema?” Le dico affiancandola
“Buongiorno! Niente di cui preoccuparsi! Lys mi stava solo dicendo che Leigh è malato e in questi giorni non riusciremo a vederci, vero?” scocca un occhiata paurosa nella direzione del ragazzo, che annuisce con vigore.
Pur non essendo molto convinta, decido di soprassedere alla discussione per concentrarmi con lei su i miei problemi con la matematica.
Mentre chiacchiero con Rosa vicino al suo banco, con la coda dell’occhio scorgo Cass e Lys scambiarsi sguardi cupi e sussurri rabbiosi… Ma cos’hanno tutti in questi giorni?
Sbuffando mi tolgo il giubbotto e lo lancio insieme al casco sul mio banco; sarà una lunga giornata di scuola.
Le lezioni delle prime ore scorrono come sempre, Cass dorme, Lys lascia che l’ispirazione prenda il sopravvento sulla lezione e si dedica al suo quadernino, io prendo gli appunti per entrambi.
Appena suona la campanella dell’intervallo scatto come una molla, diretta alle macchinette, prima che Lys o Cass possano anche solo avere l’idea di fermarmi.
Esco dalla classe con aria soddisfatta ma Rosa mi raggiunge in pochi secondi
“Ti faccio compagnia, ti va?” e mi sorride afferrandomi sottobraccio; le voglio un mondo di bene, ma credo proprio che mi stia nascondendo qualcosa, così come quei due che ho lasciato in classe.
Tornando indietro incontriamo Ambra e le sue amichette che confabulano in corridoio.
“Quindi un nuovo ragazzo sta per trasferirsi qui?” La voce di Charlotte, stridula e irritante, si spande per tutto il corridoio; rizzo le orecchie, interessata dalla notizia… Un nuovo arrivo?
Ora è la voce di Ambra, sicura e arrogante, a riempire l’aria.
“Si ed è un gran figo! L’ho incontrato giusto ieri mentre consegnava i moduli a mio fratello!” In quel momento Castiel esce come una furia dalla classe per afferrare il polso di Ambra e trascinarla verso la segreteria.
“Ambra hai un momento?” le dice con un sorriso tirato; quasi mi sfugge il the dalle mani, per la situazione totalmente senza senso.
“Certo Castiel, per te ho anche tutto il giorno” Si gira verso di me e davanti alla mia faccia sbigottita mi concede un ghigno di superiorità.
Credo di avere ancora la mascella a mezz’aria mentre Rosa mi trascina in classe.
“Cosa diavolo ha nella testa quello scemo?” borbotto a denti stretti mentre mi risiedo al mio posto, Rosa occupa la sedia di Cass, guardandomi con aria preoccupata.
“Oh, lo sai come è fatto, Hime” mi sorride avvicinandosi al mio orecchio per sussurrare
“Avrà avuto paura che Ambra ti attaccasse, come fa di solito… Sai quanto è protettivo nei tuoi confronti!”
Arrossisco alle sue parole e un po’ di arrabbiatura evapora, al pensiero di lui che sopporta Ambra solo per evitare a me l’ennesimo conflitto con la Barbie.
Tuttavia, non sono convinta del tutto, l’apprensione e la sensazione che mi stiano nascondendo qualcosa è sempre li, presente.
Rimugino soffiando sul mio the ormai tiepido e ho di nuovo il sentore che i miei amici si stiano scambiando sguardi carichi di preoccupazione.
D’un tratto un pensiero mi folgora la mente… E se tutto questo fosse per coprire un tradimento di Castiel? Questo spiegherebbe i suoi modi più dolci del solito, l’apprensione nei miei confronti, il non volermi far parlare con Ambra…
Sbianco in volto e sento la mano di Rosa posarsi sulla mia spalla
“Tutto bene Hime?” Punta i suoi occhi d’oro fuso nei miei.
“Si... Stavo solo pensando alla lezione di matematica… Spero non interroghi!” Sorrido forzatamente e questo sembra tranquillizzarla, quanto basta per impedirle di farmi altre domande.
Scuoto appena la testa e rinfresco i miei pensieri; No, Castiel non è tipo da tradimenti e sotterfugi, inoltre non credo che Lysandro lo coprirebbe mai.
Alzo lo sguardo verso il ragazzo coi capelli bianchi e trovo un sorriso dolce ad aspettarmi.
Sorrido di rimando e confermo i miei pensieri, Lys non coprirebbe mai Cass in un azione tanto meschina.
Un po’ più sollevata bevo in un paio di sorsi il mio the ormai ghiacciato e aspetto il suono della campanella chiacchierando del più e del meno con i miei amici.
Poco prima che entri il professore di matematica fanno la loro comparsa Ambra, che non perde occasione di rifilarmi un secondo ghigno di soddisfazione prima di sedersi tra Li e Charlotte e iniziare una fitta conversazione piena di risolini, e Castiel.
La sua mascella è contratta, esattamente come quando è arrabbiato, ma appena mi passa alle spalle per andare ad occupare il suo posto, mi scompiglia delicatamente i capelli, dedicandomi per qualche secondo un espressione dolce.
Arrossisco e decido di tenere per me i miei dubbi, almeno per il momento, e concentrarmi sull’orrida lezione di matematica che sta per iniziare.
Il resto della mattina trascorre senza ulteriori stranezze e al suonare dell’ultima campanella mi ritrovo a chiacchierare allegramente con i miei compagni.
Tutto sembra essere tornato come sempre e questo mi rasserena al punto di non pensare a quanto successo all’intervallo poche ore prima.
Ci tratteniamo a lungo nel cortile della scuola, tutti e quattro insieme, decidendo di mangiare al fast food più vicino.
Mentre Castiel inforca la moto, accendendola, io porgo temerariamente il casco a Lysandro.
“Tieni Lys, vai tu con Castiel… Io e Rosa vi raggiungiamo a piedi!” Sorrido, ben sapendo di aver appena svegliato la rabbia di Cass, che come un lampo si gira nella mia direzione con uno sguardo che sembra urlare “Non ci pensare nemmeno”.
Il tempo sembra fermarsi, con in uno di quei film western di second’ordine… Io tengo il mio sguardo fisso su Lys, Castiel tiene il suo su di me, Rosa fissa malissimo il povero Lysandro che non sa veramente più chi guardare.
Alla fine, Lys cede e afferra il casco dalle mie mani; gli concedo un sorriso di sincero ringraziamento e quando Castiel apre la bocca per ribattere, lui gli posa una mano sulla spalla, scrollando leggermente la testa, invitandolo tacitamente ad evitare una discussione con me e Rosa.
Sento nuovamente lo sguardo di fuoco di Castiel trafiggermi, ma non apre bocca; Nel momento in cui Lys è seduto dietro di lui, sfreccia via come un furia, lanciandomi un ultimo sguardo apprensivo mentre mi passa accanto.
“Finalmente un po’ di tranquillità!” sospiro.
Io e Rosa ci sorridiamo in modo complice, prima di avviarci a piedi fuori da scuola e successivamente verso il luogo concordato per l’appuntamento.
Camminiamo in silenzio per i primi minuti, il tarlo del dubbio ricomincia a rodere pesantemente i miei pensieri… E se Castiel mi avesse veramente tradita? Come dovrei comportarmi? Cosa dovrei fare?
Fisso Rosa, rimuginando sui miei pensieri poco positivi e alla fine sbotto.
“Cosa mi state nascondendo?” lo dico talmente velocemente che per qualche secondo dubito che la mia amica abbia capito il significato delle mie parole.
“Nulla, Hime… Cosa ti preoccupa?” mi sorride cordiale ma i suoi occhi non riflettono il suo sorriso.
“Cass… Voi…” Cerco di mettere insieme una frase di senso compiuto, nonostante il groppo in gola
“State coprendo Cass? Mi ha tradita e non volete farmelo sapere, vero?” sussurro infine con aria rassegnata.
Già solo l’averlo finalmente detto ad alta voce mi fa sentire meglio, anche se non cambia assolutamente la situazione in cui mi trovo.
Rosa mi guarda interdetta qualche secondo per poi scoppiare in una risata cristallina.
“Hime, sciocchina!!” Si ferma perché nuovamente sopraffatta da degli incontrollabili risolini
“Era questo che ti preoccupava?” Cerca di contenersi sotto il mio sguardo di fuoco.
Cosa ci troverà di tanto divertente?  Forse lei ha sempre avuto tanta stima di se da non avere mai questo genere di pensieri.
“Quindi… Non mi hai tradita con Ambra?”
Mi abbraccia teneramente e ci fermiamo in mezzo al marciapiede; mi supera di almeno dieci centimetri e i suoi capelli bianchi sfiorano i miei, color del tramonto.
“Cass ti ama” Mi sussurra in quell’abbraccio “Non credo di averlo mai visto così innamorato di una ragazza… Non ti tradirebbe mai” Mi stringe ancora un poco per poi staccarsi e riprendere a camminare.
“Poi non coprirei mai un tale atto di cattiveria nei tuoi confronti Hime! Soprattutto se l’altra persona coinvolta fosse Ambra!”
Sono ancora ferma nel punto in cui mi ha abbracciata, i miei pensieri e il mio cuore ora sono più rinfrancati, mi affianco a lei e riprendiamo la nostra strada.
“Quindi cosa avete in questi giorni? Sembrate tutti molto strani…”
“Te l’ho detto questa mattina, Leigh è malato e per qualche giorno non potrò vederlo…” Sospira
“Cass e Lys invece? Sai il perché sono così agitati?”
Rosa appoggia la sua guancia all’indice piegando appena la testa.
“Da quello che ho capito da Leigh, dovevano suonare in un locale una di queste sere, ma il proprietario li ha eliminati dalla scaletta per inserire una band più conosciuta… Ovviamente le loro rimostranze non hanno portato a nulla. Credo sia questo il motivo del loro comportamento”
Sento come se un peso mi fosse stato tolto dal cuore, mi sento finalmente leggera e sorrido inconsciamente.
Lascio cadere l’argomento e spettegoliamo di ragazzi e scuola fino al fast food.
“Ce ne avete messo di tempo ad arrivare! Sto morendo di fame!!” Castiel e i suoi soliti modi ci aspettano al nostro tavolo preferito.
“Lys si è già messo in coda per ordinare” Ce lo indica con un gesto secco del pollice
“Hime, se mi dici cosa prendi lo raggiungo!” Rosa mi porge il suo giubbottino
“Oh, il solito Rosa, appena ritorni di do i soldi” Lei se ne va agitando la mano e ignorandomi totalmente.
Tolgo anche io il giubbotto e mi siedo davanti a Castiel che si ostina a tenere lo sguardo fisso sul finestrone poco distante da noi.
Allungo la gamba sotto il tavolo per mollargli un calcio e avere la sua attenzione ma, ovviamente, lo colpisco appena.
“Cosa cerchi di fare nanerottola?” tiene il mento appoggiato alla mano e mi guarda leggermente di traverso
“Lo sai che hai le gambine corte!” sorride sornione.
Gli faccio la linguaccia e lancio uno sguardo a Rosa e Lys, che nel frattempo sono tornati con i vassoi stracolmi di roba da mangiare.
“Finalmente!” Lys si siede accanto a Cass, sorridendomi e dividendo con lui il vassoio.
Rosa si siede accanto a me e ci lanciamo affamati sul cibo; dopo esserci riempiti le pance, ci dedichiamo con poca voglia ai compiti per il giorno successivo, approfittando della presenza di Rosa per la matematica, l’unica tra noi ad andare abbastanza bene nella materia.
Il pomeriggio vola via in un soffio, tra risate e milk shake alla fragola e alle cinque siamo tutti fuori alla fredda aria parigina.
Rosa e Lysandro si congedano da noi mentre io e Castiel ci dirigiamo al parcheggio per recuperare la moto.
Le giornate sono ormai corte, siamo a Novembre e nell’aria si può già respirare tutto lo spirito del Natale.
Inspiro profondamente indossando il mio casco, Cass mi porge come sempre la mano per montare in sella e partiamo alla volta di casa mia.
Il traffico di Parigi ci scorre accanto e mi stringo a Castiel mentre guida con sapienza la moto attraverso strade secondarie e slalom ai semafori per arrivare al mio ben poco trafficato  quartiere.
Parcheggia la moto proprio davanti al mio cancelletto e io mi affretto a ascendere porgendoli nuovamente il casco.
“Grazie mille… “
Le mani corrono veloci alla mia borsa, per cercare le chiavi di casa; Tenendo lo sguardo fisso ai miei piedi sussurro:
“Ti andrebbe di fermarti?” Le mie guance si imporporano immediatamente, alzo lo sguardo su Castiel e lo vedo sorridere e annuire.
Sento che armeggia con il cavalletto della moto, mentre apro il cancelletto e mi avvio lungo il corto vialetto.
Mi si affianca veloce e insieme entriamo in casa, ben calda rispetto alla temperatura esterna, grazie al riscaldamento autonomo.
“Casa tua è così calda, HIme…” una nota di malinconia si dipinge sul volto del ragazzo e per un attimo intuisco che non si rivolga solo alla temperatura.
Ovunque nella casa si possono notare i segni della vita di tre persone che vivono in armonia, dall’odore leggero di biscotti, che la mamma ha preparato ieri sera, ai bigliettini che mio padre lascia sparsi per casa, con le indicazioni su cosa fare nel caso lui non fosse li ad aiutarci… Anche solo per cambiare le pile al telecomando!
Sorrido e gli stringo la mano calda nelle mie.
“Dai, dammi il giubbotto e vai pure in salotto, io preparo un the!” Lui annuisce sfilandosi il giubbotto di pelle, e mi scompiglia i capelli prima di andare verso la sala.
Una volta arrivata in cucina preparo un piatto dei biscotti di mamma, mentre aspetto che l’acqua arrivi a temperatura preparo un vassoio con tazze e zucchero.
Dopo pochi minuti sono in soggiorno insieme a Castiel e appoggio il vassoio con la nostra merenda sul piccolo tavolino davanti al divano.
“Prego!” Dico porgendo la tazza di the a Cass.
“Grazie nanerottola!” sorride e da una vigorosa sorsata al the bollente.
“Mi chiedo come fai a berlo in quel modo!” dico in tono scherzoso.
Sono seduta accanto a lui, le nostre gambe si sfiorano appena e io sento un brivido attraversarmi la schiena.
Cass sembra accorgersene, si avvicina e requisisce la mia tazza, per poi posarla insieme alla sua sul tavolino.
Lo guardo interdetta, ma prima di poter anche solo elaborare  una frase di senso compiuto, le sue labbra sono sulle mie.
Una mano corre al mio viso, avvolgendo una guancia in una dolce carezza, l’altra appoggiata alla mia spalla mi spinge leggermente, invitandomi a sdraiarmi sul divano; assecondo il suo desiderio, senza smettere di baciare le sue labbra calde,  abbracciandolo con passione.
Ora la sua mano scivola via dalla mia spalla, per posarsi sul mio seno, massaggiandolo appena, per poi scorrere lungo il mio ventre ed arrivare all’orlo del maglioncino rosa.
Ne afferra e i lembi e con decisione fa scorrere la stoffa fino a scoprirmi il seno pallido.
Un sospiro mi sfugge tra le labbra, ancora saldamente ancorate alle sue, mentre la sua mano torna a massaggiarmi il seno, ora coperto solo dal reggiseno nero.
D’un tratto i suoi baci si fanno più impetuosi, lascia il mio viso per portare la mano sui mei seni sodi, l’altra corre invece con impazienza all’orlo dei miei jeans, trovando in fretta il bottone e sganciandolo con un solo movimento, per poi scivolare frettolosamente a contatto con la mia pelle, al di sotto delle mie mutandine.
“No… Cass, no..” Mugolo a fatica tra i suoi baci caldi e afferro il suo polso, tirandolo leggermente per fermare la sua mano.
“No… per favore…” mi alzo appena, cercando di ritrarmi dal suo tocco, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
Punta i suoi occhi d’acciaio nei miei e il suo sguarda, dapprima triste e apprensivo, si addolcisce.
“Scusami Hime...” si alza da me, portando via tutto il suo calore e con esso anche la mia paura; mi rialzo, rimettendomi seduta e sistemo il mio maglioncino.
“Scusa, Cass… Non me la sento ancora” dico in un sussurro, appoggiandomi alla sua spalla.
Mi stringe con forza, appoggiando la sua guancia ai miei capelli
“Non scusarti…” ispira forte, per poi scompigliarmi i capelli con la mano
“Quando sarai pronta; non voglio forzarti” schiocca un bacio ai miei capelli e si lancia sui biscotti ridacchiando.
Gli lancio qualche sguardo di traverso mentre beviamo insieme il nostro the, guardando la replica di qualche talk show, fino alle 19, quando il cellulare di Castiel squilla prepotente.
“Devo proprio andare..” dice guardando il piccolo schermo dello smartphone.
“Di già? Speravo ti fermassi anche a cena” Ci alziamo insieme e ci dirigiamo verso l’ingresso.
“Si, stasera devo provare con Lys e dobbiamo passare in un paio di locali.” Dice afferrando il giubbino e il casco dall’appendi giacche.
“Magari la prossima volta, nanerottola” Mi schiocca un bacio in fronte , ridacchiando fra se, si allontana per raggiungere la porta.
“Cass!!” lo chiamo con un urgenza che suona strana anche alle mie orecchie; si gira e io mi aggrappo al suo colletto per tirarlo verso di me e lasciargli un veloce bacio sulle labbra morbide.
“Ti voglio bene!” butto fuori, tutto d’un fiato, e arrossisco fino alla punta delle orecchie.
Castiel mi abbraccia stretto prima di uscire e lasciarmi un nuovo saluto non appena inforcata la moto.
Rimango a guardarlo appoggiata allo stipite della porta, fino a che non sparisce completamente dalla mia vista.
Un brivido mi attraversa ma mentre mi giro per rientrare in casa sento una voce chiamare il mio nome.
Mi volto nuovamente verso la strada ma non vedo nessuno che conosco; sto per rientrare quando, per la seconda volta, sento la stessa voce che mi chiama.
Volgo nuovamente lo sguardo alla strada e vedo un ragazzo che corre verso di me reggendo un grosso sacchetto di carta da cui sporgono i più svariati generi alimentari; sventola una mano nella mia direzione e capisco che è stato lui a chiamarmi.
Appena appunto gli occhi sul suo viso, sento mancare un colpo al cuore;
“Non è possibile” sussurro appoggiandomi alla porta di casa.
Il ragazzo dai capelli castani e l’abbigliamento militare è ormai davanti al mio cancelletto e posso quindi vederlo con chiarezza.
Indossa un giubbotto verde militare, le sue lunghe gambe sono avvolte da dei pantaloni mimetici; mi soffermo sul suo volto, i capelli castani sono arruffati e i suoi occhi smeraldini ricambiano il mio sguardo incredulo con uno di una contentezza disarmante.
Non potrei confondermi con nessun altro al mondo; il ragazzo che sta entrando dal mio cancelletto e mi sta correndo incontro è proprio colui che mai avrei creduto di poter rivedere.
Kentin.

\Angolo Autore/
Eccoci al secondo capitolo! 
Ero troppo ansiosa di pubblicarlo e non l'ho riletto tante volte, quindi se notate errori/orrori/imprecisioni ditelo senza problemi! (。・//ε//・。)
Grazie a tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione,chi mi segue e chi ha messo la storia tra i preferiti, mi spronate a non mollare e a continuare a scrivere!!( ´•௰•`)
Spero di avervi incuriosito e spero continuerete a seguirmi! 

 
  
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