Film > Lorax - Il guardiano della foresta
Segui la storia  |       
Autore: Alex_Beilschmidt    17/03/2015    1 recensioni
Ora Thneedville, ormai chiamata Greenville, è tornata com'era in origine: gli alberi veri invece di quelli di plastica, il cielo di nuovo blu e cristallino... La foresta è tornata. Ted ha davvero dato il meglio di sé, riportando alla città un bene di cui era stata da tempo privata; ha compiuto la sua missione, ed Audrey ora è sempre al suo fianco, e lui non può che esserne felice. C'è però qualcosa che lui non sa ancora. Toccherà a voi scoprire in quale avventura si lanceranno Ted, Audrey ed Once Ler. Con la compagnia di Gru, Lucy e le bambine da Cattivissimo Me (2), vi auguro una buona lettura e di divertirvi ;) Alex
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Audrey, Lorax, Once-ler, Ted, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Passarono alcuni giorni da quando Ted fece la sua iscrizione al liceo: da allora, lui e Onceler iniziarono a scriversi sempre più lettere, e il loro rapporto si rafforzava dopo ognuna di queste. -...Ti va se ti veniamo a fare visita, io ed Audrey, questa domenica?- scrisse Ted, una mattina, in una missiva -Potremo parlare di un sacco di cose, e tu mi racconterai di come va con il lavoro, della casa dove sei ospite... Di tutto!-  Concluse Il ragazzino, per poi ricevere una lettera di risposta quella sera stessa.  E cosi fu, quella domenica mattina, che Audrey andò a bussare alla portale Wiggins; "Sveglia dl buon'ora, oggi?" la accolse Ted, scherzando un po' "Entra..." la fece accomodare sul divano "Mia madre si sta ancora preparando, credo che ci accompagnerà tra non più di mezz'ora''.  "Che cos'hai in tasca?" domandò lei, notando un laccio azzurro che fuoriusciva da questa; egli allora afferrò quella piccola sporgenza e vi tirò fuori un braccialetto di pizzo di un intenso color ciano ''Volevo ringrazianrlo per i soldi che mi aveva mandato l'altro giorno, quindi gli ho preso un regalino, giusto un pensierino''. Presto anche Elena li raggiunse e fece loro cenno con la mano di seguirla ''Venite, ragazzi! Non vorrete fare troppo tardi?'', dopo di che tutti e tre montarono in auto e presero l'autostrada per Gainesville, per poi arrivarci solo dopo i soliti quaranta-quarantacinque minuti di percorso. ''Mi raccomando, ragazzi,'' li avvisò la mamma, come al suo solito ''non andate in giro da soli, non comprate le caramelle dagli sconosciuti e non fate arrabbiare i padroni di casa... Ciao ragazzi, tornerò a prendervi verso sera, e se c'è qualche problema basterà che mi facciate una telefonata'' detto questo, li salutò una seconda volta e se ne andò, lasciandoli davanti alla casa di Lucy e Gru. Suonarono il campanello; ''Ciao Ted!'' lo salutò Lucy ''Prego, entrate...'' fece loro segno di varcare la soglia della porta e di dirigersi in soggiorno, dove, una volta che li raggiunse, la donna propose loro di sedersi sul sofà, mentre poggiava una ciotola con dei salatini dentro sul tavolino che si trovava di fronte a loro. ''E lei chi è?'' domandò lei con tono dolce, sorridendo e rivolgendo alla ragazza uno sguardo amichevole; ''Oh, io mi chiamo Audrey'' si presentò ella ''E lei deve essere la signora Lucy, se non sbaglio''; l'altra annuì ''Possiamo darci del tu, se vuoi''. ''Once Ler è in casa?'' domandò Ted, nel bel mezzo delle loro chiacchiere, prima che Lucy rispondesse ''No, mi dispiace. Lo hanno appena chiamato a lavoro in una riunione d'urgenza, dovrebbe tornare tra un paio d'ore... Ma se vuoi possiamo andare a prenderlo quando esce, sai che sorpresa sarà!'' propose lei, ed i due accolsero entusiasti l'idea. Intanto, nell'ufficio di O'Hare... ''L'ho trovato, signore!'' il vice di O'Hare lo raggiunse di corsa, portando con sé una specie di enorme volantino, arrotolato e fermato con un elastico; lo aprì ed andò a mostrarlo all'uomo. ''Perfetto!'' ridacchiò l'altro sotto i baffi, con malizia, mentre mirava l'insegna: un ragazzo... L'immagine raffigurava un ragazzo alto, dai capelli neri e che indossava una suit verde; O'Hare fu stupito da quanto quel disegno assomigliasse ad Once Ler, anche se preferiva pensarla come una coincidenza, ma la cosa che lo colpì più di tutto fu che quel ragazzo aveva in mano... ''Un Thneed!'' esultò, incurante di essere sentito da qualcuno, dato che sarebbe stato impossibile, dal momento che nel suo ufficio c'erano solo lui ed il suo assistente e che la stanza era sonoramente isolata ''Aha!! Lo sapevo, che lo avevo visto da qualche altra parte!'' si mise a fare i salti di gioia ''Aha!! Lo sai questo che significa!?''. ''Significa che...'' l'altro era rimasto piuttsto confuso dal tono con cui pronunciò tale domanda ''Che quel ragazzino ha copiato l'idea di qualcun altro per ottenere il posto e che quindi lei dovrà licenziarlo?''; ''Sì!'' rispose O'Hare distrattamente, per poi correggersi ''Cioè, no! Significa che quei Thneed sono fatti con la chioma degli alberi di truffula. Ora noi 'non conosciamo' il materiale con cui è fatto il Thneed'' spiegò virgolettando con le dita quelle sue parole ''quindi dobbiamo fare in modo che sia Once Ler a dircelo, così avremo anche chi incolpare quando le cose andranno a degradare, e quando le cose andranno a degradare...'' ricominciò a ridacchiare maliziosamente ''La O'Hare Air andrà a riaprire i battenti!''. ''Non credo sia molto onesto, signore...'' il vice di O'Hare sembrava dispiaciuto, ma l'uomo riuscì a fargli cambiare idea ''Quel ragazzo è la nostra miniera d'oro, Rossi! E credo che non ti dispiacerà avere ben la metà dei miei guadagni...''; ''Mi scusi, signore, volevo dire che questa è un'ottima idea!'' ribbatè il trentenne ''Ma come farà a strappargli l'ingrediente segreto del Thneed? Sono quasi tre settimane che ci sta provando, se non mi sbaglio...''; ''Ho provveduto anche a questo...'' aprì uno dei cassetti nascosti sotto la scrivania e vi tirò fuori una bottiglia di vetro ''Il buon vecchio vino rosso del '96, mio caro...'' la mise a posto, per poi fargli segno di uscire dal suo ufficio ''Ed ora va', quel moccioso arriverà a momenti. E...'' aggiunse prima che l'impiegato varcasse l'uscita ''Ricordati di avvisare a casa, da parte mia, che il ragazzo sicuramente farà tardi, oggi'' . Non passarono dieci minuti, che ad entrare nella stanza fu proprio Once Ler: ''Buon giorno, sig. O'Hare'' lo raggiunse e si sedette sulla solita sedia dietro alla scrivania, di fronte a O'Hare ''Mi scusi, signore, ma questa non doveva essere una riunione?''; ''Sì, certo, perché?'' mentì l'uomo, prima che il ragazzò replicò un po' confuso ''Allora dove sono gli altri colleghi? Mi aveva detto che ci sarebbe stato anche qualcun altro''; ''Oh, forse non ti ho ancora detto che io incontro solo un impiegato alla volta'' si affrettò a rispondere l'altro. O'Hare stava facendo di tutto per rendere credibile la scena, dal momento che, in realtà, quella riunione non sarebbe stata altro che una trappola per il ragazzo. ''C'è qualcosa che voleva dirmi, signore?'' domandò Once Ler con un tono di curiosità e timore insieme, per poi sentire come l'uomo iniziò ad adularlo ''Volevo dirti che l'altro giorno ho personalmente visionato gli impianti nuovi che hai installato, e.. Cavolo! Sono una bomba! Le mie congratulazioni! Sapessi come sono felice di avere dalla mia parte una persona brillante (e redditizia) come te!''; quasi subito, nell'ufficio entrò anche la sarta che la settimana prima aveva preso le misure di Once Ler, portando con sé un cilindro nero con una facia verde ed un rivestimento riflettente di plastica attaccato ad una stampella: non appena si ritrovò al fianco di O'Hare, tolse la copertura plastificata per poi rivelare una bellissima suit verde smeraldo ''La suit è pronta, ma ho bisogno di vedere come veste addosso al ragazzo''. ''Nella stanza qui a fianco c'è un camerino; potete andare lì'' indicò la parete alla sinistra della porta, come se stesse mostrando direttamente l'oggetto della questione; ancor prima che il giovane riuscì ad esprimere la sua opinione, venne preso per il braccio e trascinato dalla donna fino ad arrivare nella stanza in questione. Tornò nell'ufficio solo alcuni minuti dopo, una volta indossati gli indumenti portati dalla sarta: la giacca smeraldo presentava delle sottili strisce vertivali che mettevano in risalto la sua altezza e la forma snella, e si prolungava sul retro, fino a formare due code che andavano a coprire le gambe vestite con dei pantaloni neri ed attillati che andavano a terminare con un paio di scarpe nere e lucide, mentre dal collo si vedeva uscire il colletto della camicia bianca; la braccia invece erano quasi interamente coperte da un paio di guanti smeraldo, ed il collo era fascinosamente decorato con una cravatta nera e verde. ''E per un tocco di classe,'' disse orgogliosa lei ''ci sono gli occhiali e l'orologio da tasca ricoperto d'oro'' per poi poggiargli gli occhiali blu brillantinati sul viso ed agganciare alla giacca la catenella a cui era collegato l'orologio e mettere quest'ultimo nella tasca dell'indumento. ''Sono $5000'' riferì con tono fermo, provocando una reazione di disagio nel giovane; ''Io non ho tutti questi soldi!'' disse Once Ler ''Penso che dovrò passare''; ''Non se ne parla!'' replicò l'uomo ''Sei troppo attraente con quella suit, e non ti permetterò di rinunciare ad averla. Posso pagarla io, consideralo un pensierino da un amico''. Dopo che la donna li lasciò di nuovo soli, O'Hare continuò ininterrotto per alcuni minuti, quando seppe che era arrivato il momento cruciale in cui esporre la sua domanda, come per avvissarlo ''Davvero, ottimo lavoro! C'è però ancora una questione di cui vorrei parlarti...'' continuò solo dopo che il ragazzo, pieno di sé per i complimenti, fece un cenno con la testa ''Sai, abbiamo veramente bisogno di sapere con quale materiale è fatto il tuo Thneed...''. A quelle parole, gli occhi del giovane si spalancarono; anche se l'uomo gli poneva quella richiesta quasi ogni giorno, per la bellezza di tre settimane e forse poco più, la reazione del ragazzo era la stessa: il suo sguardo, perso nel vuoto dei suoi pensieri e dei suoi ricordi, mostrava come libro aperto tutta l'ansia e la paura che provava in quel momento. ''M-Mi scusi...'' balbettò con voce tremante ''I-Io... No-Non posso!''. All'ennesimo rifiuto, O'Hare sentì che avrebbe potuto lanciarsi contro di lui e picchiarlo con tutta la sua forza, ma sapeva che doveva avere pazienza, e l'unico pensiero che fu in grado di fermarlo allora era quello dell'immensa fortuna che avrebbe potuto fare sfruttando sia la produzione di Thneed, sia quella di aria pulita. Per di più, a soddisfarlo c'era anche la certezza che il tutto sarebbe andato a carico del ragazzo. Così mostrò ancora una volta quel suo finto sorriso che lo tirava fuori ogni volta da quella situazione quasi imbarazzante e simulò un tono di comprensione e di pazienza come parlò ''Non ti preoccupare... Scusa, è colpa mia. Piuttosto, permettimi di farmi perdonare...'' prese la bottiglia di vino dal cassetto e due bicchieri ''Guarda, che meraviglia... Il vino rosso del '96. Solo in pochi possono godere di privilegi come questo, ragazzo!''; fece per versarne un po' nel bicchiere che nel frattempo Once Ler aveva preso in mano, quando questo glielo impedì ''Scusi, signore, io non bevo''. ''Così mi offendi, sai!?'' O'Hare cercava di tenere sotto controllo quella furia che in lui ribolliva sempre di più ''Dai, soltanto metà del bicchiere, così lo assaggi. Per una goccetta di vino non muore nessuno!'' riempì il calice di vetrò fino a rempirne la metà... Ed anche un po' di più! Il giovane si sentì costretto ad ingerirne tutto il contenuto ''Devo... Devo ammettere che è buono...''; ''Visto!?'' riempì nuovamente il bicchiere del ragazzo, questa volta però per intero, mentre nel suo vi versò solo la metà della capacità, e, vedendo il giovane piuttosto scoraggiato davanti a quella bevanda, scese dalla poltrona e gli andò vicino, per poi avvolgergli un braccio attorno al torace, quasi a rassicurarlo ''Che ti dicevo?''. Once Ler tentò di giustificarsi ''Signore... Mi sta venendo un gran mal di testa... Credo che dovrei smettere'', ma l'uomo insistette ''Ah, ma se il problema è questo, la soluzione è continuare!''; si vedeva che era la prima volta che era la prima volta che il giovane stesse bevendo qualcosa di così forte. Ma, un po' perché si fidava ciecamente di O'Hare, sia un po' per l'improvvisa inebriazione dell'alcool, gli diede retta e fece come gli venne detto. Mandò giù un terzo ed anche un quarto bicchiere, sotto gli occhi divertiti del suo burattinaio, che continuava a rifornire il suo calice. ''Sa- Hic! Che nessuno mi ha mai amato? Hic!'' disse fra ridolini e singhiozzi, il ragazzo, seduto sulla scrivania, a fianco di O'Hare, con le guancie rosse ed infuocate, e la cravatta tutta allargata e libera dalla giacca, andò a sdraiarsi su un fianco e ad appoggiare la testa sulle corte gambe dell'uomo per poi andare ad abbracciarlo ''Ma- Hic! Tu puoi essere il primo... Hic!''. L'uomo scoppiò a ridere, ma cercò di stare al suo gioco ''He he... Credimi, ragazzo, mi piacerebbe, ma poi cosa dico a tua madre?''; ''Ah, a lei- Hic! A lei non importa niente di me- Hic! Mi odia un sacco- Hic! E dice che non valgo niente! Hic! Ti prego- Hic!'' lo supplicò stringendosi ancora di più al petto dell'altro ''Ti prometto- Hic! Che sarò bravissimo! Hic! So anche fare i pancake!''; ''Già... Sono divertenti, i pancakes, non è vero?'' l'uomo era sempre più vicino al suo obbiettivo, poteva quasi sentirne il sapore. ''Oooh, sì! E sono anche buoni- Hic! A Ted piacciono tanto, e scommetto che piaceranno anche a te- Hic!'' Once Ler, preso dagli effetti dell'alcool, continuava a persuaderlo; ''Ted!?'' pensò per un attimo O'Hare, ma subito decise di non darci troppo peso, e domandò al ragazzo ''E, dimmi, lo sai cos'altro è divertente?''; ''Uhm...'' lui esitò un momento ''Oh, ma sì che lo so! Hic! Mi piace tanto quando i barbalotti mi fanno le coccole, e anche quando i citrigni mi fanno il solletico con le loro piume! Hic! Pensi che cinquant'anni fa, quando ero giovane, c'erano anche dei pescetti che mi avevano buttato in un fiume... Hic!''. Sapendo che Once Ler era ubriaco, non fece caso a ciò che gli aveva detto, ma continuò il suo discorso ''Certo, anche quello è molto divertente, ma ti dico io cos'è davvero divertente. Sai, sarebbe molto divertente se mi dicessi con che cosa è fatto il tuo Thneed...''; ''Ma è semplice!'' rispose distrattamente ''Guardi che è fatto con gli alberi di truffula... Sa', la loro- Hic! La loro chioma è coosì soffice... E profuma di latte di farfalla, ma ci pensa!? Hic!''. ''Perfetto!!'' fu allora che O'Hare iniziò a ridere follemente, ricambiando l'abbraccio per la felicità ''Bravo! Bravo!! Sei proprio un bravo ragazzo!''; Once Ler si sentì appagato ''E lei lo sa cosa si merita un ragazzo bravo come me?'', prima che l'uomo domandò ''No, cosa?''; ''Un bacetto...'' rispose allora lui ''Proprio qui...'' indicandosi con il dito sulla guancia; fu allora che O'Hare volle accontentarlo e, per l'accitazione, tornò ad abbracciarlo. ''Allora- Hic! Posso venire a casa sua...?'' chiese il ragazzo con tono prezioso, ma l'uomo prima rispose che ne avrebbero parlato due giorni dopo (gli concesse un giorno di riposo), e poi, dopo altre ed altre chiacchere, lo mandò a casa che era quasi notte: ''Ora torna a casa e goditi la serata libera... Anzi, ripensandoci, raggiungi la tua collega, la segretaria, al piano terra e dille di chiamare qualcuno che ti venga a prendere... E cerca di non cadere mentre scendi le scale, che potresti farti veramente del male... Ci vediamo martedì''. Una volta giunto al pian terreno, si avvicinò alla vetrina che si trovava vicino all'uscita vi ci strusciò contro, attirando inevitabilmente l'attenzione dell'impiegata ''Mi scusi, signorina- Hic! Non è che può telefonare il mio amico Teddy? Hic!''; l'altra, rimasta piuttosto disgustata dal suo collega, con tono di sufficienza gli chiese il numero telefonico. ''Oh, sì, certo! Hic! Aspetti solo un attimo...'' il ragazzo si sfilò il guanto sinistro e cercò di leggere il numero che si era appuntato sul polso per cercare di memorizzarlo ''Allora... Tre... Questo cos'è... Oh, un unicorno vale come numero?''; la donna dall'altra parte del vetro era piuttosto divertita da quanto Once Ler fosse rimasto carino nonostante fosse brillo ''Ok, ho capito... Fammi vedere il braccio, così lo vedo''. Così fecero, e lei riuscì a telefonare il ragazzino; ''Pronto?'' ''Buon giorno, qui la O'Hare Industries. La chiediamo se può cortesemente dare un passaggio al signor Once Ler fino casa'' ''Finalmente! Posso chiedere perché ci ha messo così tanto?'' ''Mi spiace, non sono a conoscenza del motivo'' ''D'accordo... Grazie per la telefonata, ora arriviamo. Arrivederci!''. Durante l'attesa, il ragazzo andò a distendersi sulle sedie vicino all'uscita, ma non passarono più di dieci minuti, prima che Lucy, Ted ed Audrey si fecero vivi ed entrarono nell'edificio, dove sembrarono tutti e tre essere rimasti piuttosto sorpresi nel trovare il ragazzo in quello stato; questo tentò di mettersi in piedi e di corrergli incontro, ma cadde come gli sembrava che il pavimento si muovesse violentemente. Allora i tre lo raggiunsero e lo aiutarono a rimettersi in piedi e a camminare fino a raggiungere l'auto di Lucy: Ted lo prese per un braccio, ed Audrey per l'altro, entrambi abbastanza disgustati dal forte odore del vino. Dentro l'auto, Lucy ed Audrey si sedettero sui posti davanti; dietro, Ted doveva tenere conto all'inebriazione di Once Ler: ''Sai che mi hanno- Hic! Mi hanno fatto le coccole!?'' il ragazzo si sdraiò addosso all'altro ''E poi mi hanno anche dato un bacetto! Hic! Nessuno lo aveva mai fatto con me! Nemmeno tu... Hic!'' facendo modo che Ted ebbe sempre più imbarazzo, mentre le due di davanti non fecero altro che ridere per tutto il tragitto ''Viva l'innocenza... Ma dimmi, quanto hai bevuto, esattamente?''. ''Ah, non mi ricordo... Hic! Però il vino era buonissimo! Pensa che il sig.O'Hare me ne ha fatto bere un sacco nonostante fosse molto pregiato- Hic! Che gentile! Abbiamo anche finito la bottiglia...''; ''Oncie, credo che l'abbia bevuto tutto quanto tu, il vino...'' il ragazzino liberò la testa di Once Ler dal cappello e, forse per pietà, iniziò ad accarezzare la sua folta chioma ''Sei proprio un bambinetto, sai?'' e l'altro rispose ''Sì, ma uno di quelli bravi!''



ANGOLINO: Zalfe a tutten! (← saluto tedesco inventato da me) Se siete arrivati fin qua... Bravi, siete stati proprio dei bravi bambini! *clap clap* (come Oncie... °W°) Sì, questo è quello che io chiamo 'un-capitolo-lungo-lungo-lungo', e quella, invece, è l'innocienza di quelle persone pervertite come me che si va a far benedire XD (no, scherzo... forse). Bene, che c'è da dire? Boh, credo nulla di particolare. Aaalloraaa... Oncie è stato fregato da quel coso basso, brutto e cattivo che io mi permetto di chiamare O'Hare. Ma Oncie se ne rende conto?

A- Sì, allora lui cerca di sabotare i piani di O'Hare;

B- Sì, e viene licenziato per questo;

C- No, nemmeno quando torna 'cosciente', perché O'hare gli tiene segreto il fatto che conosca l'ingrdiente segreto, ma lo scoprirà solo più avanti.

E con questo, vi lascio. Baci, Alex <3



PS: Vi va bene se continuo a fare capitoli di questa lunghezza? (ha ha... lunghezza XD) Solo per capire... Grazie in anticipo
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Lorax - Il guardiano della foresta / Vai alla pagina dell'autore: Alex_Beilschmidt