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Autore: Mia_Usagi    17/03/2015    3 recensioni
Usagi e Mamoru annunciano il loro matrimonio, ma non tutti sembrano esserne contenti. Inoltre, un nuovo nemico li minaccia. ******* Fanfiction nata da un'idea di MiaMoon e Usagi_Chiba.******* SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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Il crown era affollato quel giorno, la primavera aveva tirato un brutto scherzo agli abitanti di Tokyo: rovesci di grandine improvvisa avevano rovinato i piani di quel sabato pomeriggio a parecchie persone. Era dall'alba che grandinava ed i suoi chicchi, con una particolare forma a stella, ad ogni caduta diventavano sempre più grandi. In quel momento, erano grandi quasi quanto le dimensioni di uno yen, tanto grandi che, in poco tempo, avevano riempito strade e marciapiedi rendendo, le vie quasi impraticabili.

- Così vi sposerete sul serio??? – chiese Minako, spalancando i suoi occhioni celesti e facendola imbarazzare così tanto, da farle le gote di un rosso acceso.

Usagi aveva fantasticato mille e più volte ad occhi aperti sul giorno del suo matrimonio ed, altrettante volte, aveva trascinato nei suoi sogni le sue amiche ed una forte emozione si era sempre impossessata del suo corpo.

In quel momento, però, tutto era ingigantito dal fatto che sarebbe accaduto sul serio e che non erano più soltanto magnifici vagheggi dove vedeva, finalmente, coronato il suo sogno d'amore con Mamoru, ma la realtà si stava affacciando concretamente sulle sue giornate.

D'improvviso, però, il suo sguardo si adombrò al pensiero che quella sera avrebbe dovuto invitare i suoi genitori a casa del suo fidanzato, per annunciagli il fidanzamento ufficiale e l'idea del matrimonio e sperava tanto, in cuor suo, che avrebbero accettato di buon grado la loro decisione.

- Che hai Usagi? – chiese Makoto, sorseggiando il suo tè alla menta.

Lei scosse la testa, facendo uscire dalla bocca un suono gutturale ed incomprensibile.

- Cosa ti preoccupa? – insistette la brunetta.

Usagi spostò il bicchiere con il succo d'arancia di lato ed appoggiò entrambe le mani sul tavolo, incrociando le dita.

- È che… – iniziò esalando, subito dopo, un sospiro angosciato. - Non l'ho ancora detto ai miei genitori e non so come reagiranno! – ammise riluttante. Non si era ancora sfogata con nessuno, a parte Mamoru e, forse, era giunto il momento di farlo.

- Cioè non hai ancora detto nulla ai tuoi? – chiese Minako, non riuscendo a capire il perché.

- Te l'ha appena detto!!! – esclamò Makoto, strabuzzando gli occhi al cielo.

La bionda posò sul tavolo il suo drink, corrucciandosi del fatto che l'amica non avesse colto la sua domanda retorica.

- Beh, è comprensibile la tua preoccupazione. – mormorò Ami, rimescolando distrattamente il suo latte di mandorla.

Sei paia di occhi incuriositi si incollarono su di lei e solo allora si rese conto di aver dato voce ai suoi pensieri. Ci mise un po' a parlare, poi disse la sua.

- Anche se compirai diciotto anni a breve e ti diplomerai fra poche settimane, sei ancora giovane! – esclamò leggermente caustica. - Mamoru non ha neanche finito l'università, deve pensare a studiare, poi ci sarà la specializzazione, turni massacranti in ospedale… – aggiunse dopo un po'. - Non me ne volere, Usagi… ma al posto vostro aspetterei ancora, soprattutto spererei di avere, quanto meno, una stabilità economica per potermi creare una famiglia senza alcun tipo di preoccupazione! – ammise la ragazza dai curiosi capelli blu, imbarazzandosi, per la sua troppa razionalità.

Le ragazze non risposero e la futura sposina sembrò sprofondare ancor di più nel suo nervosismo. Forse Ami aveva ragione, ma lei ed il suo Mamo-chan desideravano così tanto stare insieme per sempre, da non voler aspettare un minuto in più.

- Tu cosa ne pensi, Rei??? – chiese Ami, cercando di alleggerire la tensione, mentre si rimproverava d'aver parlato troppo.

La mora dai lunghi capelli corvini, era stranamente silenziosa. Seduta sulla poltroncina, rimirava, con sguardo vacuo, la grandine stramazzare al suolo, sorreggendosi il mento con una mano. Sembrava rapita e confusa da ciò che stava accadendo al di là dei vetri.

- Rei? – la richiamò Ami, attirando la sua attenzione, soltanto dopo averla scossa per un braccio.

- Mmm??? – chiese rivolgendo uno sguardo stralunato a tutte. Si girò, poi, verso Usagi e la vide trattenere a stento le lacrime, con gli occhi gonfi e rossi: era evidente che non riposava bene da qualche giorno, almeno.

- Penso che non devi, anzi non dovete, dar retta a nessuno. Noi non siamo nella vostra storia e vi guardiamo dall'esterno, ma soltanto voi conoscete cosa il vostro cuore desidera. – disse parlando lentamente e con la solita calma che la contraddistingueva come sacerdotessa. - Seguite i vostri sentimenti e… se arriveranno le difficoltà, le risolverete insieme. – concluse, poi, alzandosi di scatto: qualcosa la turbava nel profondo, si sentiva stranamente agitata.

Rei prese le sue cose, mosse alcuni passi e sorrise, con una smorfia tirata.

- Scusatemi ragazze, ma mi sono ricordata di un impegno al tempio! – esclamò, quasi esitante. - Ci aggiorniamo domani! – salutò preparando l'ombrello ed andando via.

Le ragazze si guardarono perplesse da quella strana reazione della loro amica ma, dopo qualche momento, Usagi riprese a parlare seguita da Minako e Makoto. Ami, invece, era rimasta silenziosa, insospettita dallo strano comportamento della giovane. Non si era mai comportata così con loro, non se n'era mai andata in maniera così sbrigativa, tanto meno era mai stata così evasiva. Sperava soltanto che ciò che le passava per la mente, non avesse a ché fare con il matrimonio di Usagi e Mamoru. Aveva ascoltato la sua risposta diplomatica, ma credeva, in cuor suo, che la miko la pensasse esattamente come lei, sull'argomento e che non avesse detto realmente tutta la verità.

Si era ormai fatta ora di cena e, dopo aver salutato le amiche, Usagi si era diretta a casa. Avrebbe tanto voluto raggiungere il suo Mamo-chan e raccontargli di quella strana reazione di Rei e chiedere un suo parere, ma era anche cosciente che sarebbe stato un errore arrivare in ritardo a cena. Non quella sera così importante, quanto meno. Doveva, inoltre, continuare a dimostrare ai suoi genitori, che era diventata una persona molto più responsabile.

- Sono a casa! – urlò non appena chiusa la porta dietro le spalle.

Lasciò le scarpe all'ingresso e si diresse verso la sua camera per cambiarsi prima di cenare. Una volta entrata trovò Luna che l'aspettava con un'aria belligerante.

- Ciao Luna, come va? – chiese, consapevole che sarebbe arrivata sicuramente una ramanzina da parte della gatta, a giudicare dalla sua coda: quando la rizzava era sempre così.

- Hai anche il coraggio di chiedermelo? – domandò scendendo con un balzo felino dal letto.

- Perché? Cosa ho fatto??? – ribatté turbata, portandosi una mano sul petto.

- Ti sposi e lo vengo a sapere da Artemis!!! – esclamò quasi sconvolta, seguendola con lo sguardo.

Usagi scosse la testa, mentre apriva l'armadio, quel quadrupede bianco era peggio di una donna dal parrucchiere. - Pettegolo! – pensò, sbuffando.

- Benedetta ragazza, quando pensavi di dirmelo??? – domandò quasi delusa di essere all'oscuro di tutto.

- Te l'avrei detto adesso, prima di cena, volevo un momento tutto per noi! – mormorò prendendo dei pantaloni ed una maglia a caso e richiudendo le ante.

La ragazza guardò Luna che la osservava cambiarsi senza dire nulla, anche lei persa nei suoi pensieri, come le sue amiche. Sembrava la notizia del secolo, neanche dovesse scoppiare una guerra. Era scritto, era il loro destino, sapevano pure che avrebbero avuto una figlia un giorno e che sarebbero diventati regnati di Crystal Tokyo e loro ne stavano facendo apparentemente un dramma, perché due innamorati come lei e Mamoru avevano deciso di anticipare di qualche anno i tempi.

- Allora? Vuoi cambiare casa con me? – le chiese avvicinandosi a lei e prendendola in braccio, non sopportando più quel silenzio.

La sua padroncina era diventata una donna da un giorno all'altro. La ricordava ancora piagnucolare quando un mostro l'attaccava, oziare la domenica pomeriggio sul divano, essere perennemente in ritardo per la scuola e non volere fare altro che leggere fumetti e mangiare patatine, invece di studiare. Aveva subito una vera e propria trasformazione, nell'ultimo anno.
Le sfuggì qualche lacrima di commozione dagli occhi, poi mosse la testa accennando un sì.

- Usagi è pronta la cena! – la voce di sua madre, arrivò ovattata dal piano di sotto.

Iniziarono a tremarle le gambe, quasi come quando doveva consegnare la pagella di scuola ai suoi genitori, una sensazione che non ricordava da tempo, ormai.

A prima vista sembrava una serata normale, i quattro componenti della famiglia erano seduti nei loro posti abituali, nella sala da pranzo, la tv era accesa sul solito programma pre-serale, Shingo parlava con suo padre a proposito di un nuovo video game e sua madre si divertiva a rispondere agli indovinelli dati dal presentatore in tv.

Eppure… eppure non lo era. Usagi aveva lo stomaco talmente chiuso da non riuscire neanche ad ingoiare ciò che aveva in bocca da cinque minuti, continuava a torturare e sminuzzare ciò che aveva nel piatto, con il capo chino e senza dire una parola.

- Volete ancora del pollo? – chiese allegramente Ikuko, guardando i commensali.

Si voltò istintivamente verso Usagi ma, quando la vide chiusa nel suo mutismo e con uno sguardo preoccupato sul viso, abbassò gli occhi sul suo piatto e lo vide quasi intatto.

- Usagi! – esclamò, facendola sobbalzare ed emettere un gridolino di spavento. -  Perché non mangi? – domandò stranita dal suo comportamento. La ragazza non le aveva mai dato problemi, da quel punto di vista. Era almeno una settimana che si comportava stranamente, l'aveva notata spesso persa nei suoi pensieri, dispiaciuta, distratta e sconsolata. 

- Cos'è Mamo-chan ti ha finalmente piantata in asso??? – chiese Shingo, stuzzicando i suoi già precari nervi.

Usagi sospirò, posando la forchetta di lato al piatto, poi prese a guardare i suoi genitori, scandagliando i loro volti straniti. Poi, sentì Luna, strofinarsi contro le sue gambe, così abbassò lo sguardo e la vide invogliarla a parlare.

- Allora? – la incalzò suo padre, con un tono di voce preoccupato.

La ragazza ci mise ancora un attimo a rispondere, bevve un sorso d'acqua e poi si decise a parlare.

- Tutt'altro! – esclamò lanciando un'occhiata malevola a suo fratello. - Mamoru ed io… volevamo invitarvi domani sera a cena nel suo appartamento. – disse tutto d'un fiato, stringendo gli occhi per la tensione.

- Cosa????????? – riuscì a mormorare Kenjii Tsukino, tossendo disperatamente mentre sua moglie gli batteva una mano sulla schiena.

- Complimenti Usagi hai trovato un modo efficace per uccidere papà! – ghignò Shingo, riempiendo un bicchiere d'acqua al genitore.

La ragazza prese sulle gambe Luna e le lisciò il pelo, cercando di frenare il tremito delle sue mani, nell'attesa di sentire la sentenza dei suoi. Quelli furono gli istanti più lunghi della sua vita, fino a quel momento.

Ripresosi, suo padre guardò negli occhi sua moglie, affidando a lei la risposta da dare alla loro figlia.

La donna sorrise nervosamente, mentre raccoglieva i piatti vuoti di suo figlio e di suo marito, poi parlò.

- Va bene, verremo… – mormorò prima di uscire dalla stanza e dirigersi in cucina, per non far trapelare il nervosismo che quell'invito le aveva scatenato.

Usagi lasciò andare il respiro, che si accorse di aver trattenuto tutto il tempo, poi si scusò ed andò via di corsa, raggiungendo camera sua per prendere il telefono ed avvisare il suo Mamo-chan.

***

La grandine aveva ripreso a scendere da circa un'ora e si stava prolungando più del solito, in quel momento le sue proporzioni ricordavano quelle di una figurina degli album per bambini.

Rei stava interpellando il fuoco, da quando aveva lasciato le sue amiche al crown.

Quella strana sensazione con la quale si era svegliata quella mattina, diventava sempre più opprimente, gravandole sull'anima e sul corpo e l'impediva quasi di concentrarsi nel captare ciò che stava accadendo. Perché ne era certa, sentiva delle percezioni negative che non promettevano nulla di buono.

Inginocchiata davanti alle fiamme, con il suo kimono rosso e bianco, nella più piena solitudine, Rei invocò ancora una volta la formula divina per interrogare il sacro fuoco.

- Rin Pyo Tou Sha Kai Jin Retsu Zai Zen! – esclamò, chiudendo gli occhi e posandosi sul viso indice e pollice di entrambe le mani.

Stelle, tante stelle che una grossa falce distruggeva e che invece di scomparire e disintegrarsi, diventano sei più grandi e numerose. Era questo ciò che continuava a vedere. Null'altro.
Quella falce, poi, sembrava simile a quella di Sailor Saturn, guerriera della morte e della rinascita.

- Che cosa significa? Cosa cerchi di dirmi sacro fuoco? Riguarda il matrimonio di Usagi e Mamoru? È per questo che continua a grandinare ghiaccio di questa strana forma? – chiese con la mente. - Ti prego, rispondimi!!! – esclamò ad alta voce, stavolta.

A quelle domande, però, ancora una volta il fuoco si spense davanti ai suoi occhi ed il suo corpo fu scosso da brividi di energia maligna. Era da quel pomeriggio che lottava, cercando di resistere a quelle folate dannose, in quel momento, però, estenuata si accasciò riversa sul pavimento.





Ed ecco il secondo capitolo. Speriamo vi piaccia e che ci farete sapere cosa ne pensate.

Inoltre abbiamo creato una pagina fb dedicata alla fanfiction. Se vi interessa, cliccate qui per raggiungere la pagina e cliccate"mi piace" in tanti/e!!!
 


A prestissimo!!! :)
   
 
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