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Autore: SylviettaMyss    17/03/2015    2 recensioni
... se nuovamente un pazzo creasse un gioco dove le persone muoiono veramente?
... se la figlia di Kirito si trovasse in quel gioco?
... se incontrasse niente-popò-di meno che Kai Hiwatari, finito anche lui lì per caso?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Un po' tutti, Yui
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 11: Gelosia e rivelazioni

It's not like you killed someone 
It's not like you drove a hateful spear into his side 
Praise the one who left you 
Broken down and paralyzed 
He did it all for you 
He did it all for you 

JUDITH - A PERFET CIRCLE ( UNDERWORLD - LA RIBELLIONE DEI LYCAN)

Quella sera, stranamente, pioveva più del solito. L’acqua scendeva giù a “goccioloni”, tra il frastuono del tuoni e la luce dei lampi. La gilda stava correndo sotto quella tempesta, dietro all’ennesimo nemico: un energumeno con la testa di un calabrone con il corpo gigantesco, coperto da pelli. Una volta raggiunto, Kai si lanciò su di lui con la spada sguainata mentre Ayame lanciò un incantesimo e quell’essere si trovò imprigionato nel ghiaccio. Non fece nemmeno in tempo a divincolarsi da quella specie di prigione che Kai gli tagliò di netto la testa. Il ragazzo scese a terra, raggiunto da Ayame che gli balzò in braccio non appena la testa del mostro rotolò e si fermò sulle sue gambe. Iniziarono tutti a ridere, mentre Ayame sbuffò girandosi e facendo l’offesa. Non le piaceva essere presa in giro.

Improvvisamente, la testa dell’essere iniziò a parlare. “… Attento … Attento a chi ti sta vicino … Hiwatari …” Sussurrò. Non fece in tempo a finire la frase che Atarie gli piantò una freccia di netto in mezzo agli occhi. “Sei impazzito?!” Gli gridò. Atarie ripose l’arco e si voltò. “Andiamo, muoviamoci!” Si limitò a rispondere.

Da quando Kai ed Ayame si erano sposati, Atarie era diventato insopportabile. Era scontroso e scorbutico, non gli andava mai bene qualcosa di quello che succedeva. La verità? Non li accettava e non intendeva accettarli ancora. Si chiedeva come fosse stato possibile che Ayame avesse scelto Kai … già, Kai e non lui …  Non sopportava che quel tipo gliela avesse portata via e quando li vedeva scambiarsi tenerezze, tipiche di una coppia di innamorati, si prendeva su e cambiava stanza, oppure se ne andava proprio dalla gilda.

Fu in una di queste uscite che sentì parlare del vecchio saggio. Stava sorseggiando il suo idromele e, facendo finta di nulla, origliò un’interessante discussione tra l’oste e un cacciatore di demoni. Al livello 31 si trovava un tempio greco, che ricordava l’oracolo di Delfi. Il vecchio, ceco, se ne stava lì, seduto, e ti presentava una sfida. Se la superavi ti dava delle importanti informazioni sul boss finale. Ma nessuno era riuscito in quest’impresa ed erano finiti tutti divorati dalla sua chimera.  

Ritornò alla gilda, chiedendosi se dovesse riferire quello che aveva sentito alla gilda o tenerselo per se. Quasi quasi se lo sarebbe tenuto per se e avrebbe affrontato quella prova da solo… non aveva più nulla da perdere, né in questa vita né tantomeno nell’altra. Inoltre, non voleva che Kai lo sapesse. Lo odiava… lo aveva sempre odiato… non capiva perché avevano scelto proprio lui tra tutti quelli che avevano l’elemento del fuoco. Ma ormai non poteva fare altro, andò alla gilda e riferì tutto. Forse, lui sarebbe morto nel tentativo …

“Non so in che consiste questa prova…” Concluse Atarie. Il resto della gilda si guardò domandandosi se ne valesse la pena. Kai si alzò in piedi. “Se si trattasse di una prova di forza posso pensarci io!” Esclamò. “Possiamo combattere insieme…” Aggiunse Zhou. “Si, lo abbiamo sempre fatto!” Affermò Ayame. Atarie chiuse gli occhi un momento e sospirò. “Non credo si tratti di sconfiggere qualcuno, altrimenti non sarebbero morti in tanti…” Disse poi. “Si tratterà di una prova diversa…”.

Ritornarono tutti in silenzio. Rischiare la vita senza sapere cosa si sarebbero trovati davanti? Ne valeva la pena? Nessuno parlò. Era una decisione da prendere unanime, ma Atarie non voleva obbligare nessuno. Anzi, sperava che accettassero tutti, specialmente il bel ragazzotto dai capelli argentati. Decisero di lasciare passare la notte, dopotutto “la notte porta consiglio”…

La mattina seguente tutti erano d’accordo sul tentare la sfida, dovevano assolutamente avere quelle informazioni preziose. Andarono a piedi al livello 31 e ci volle qualche giorno, visto che non avevano altri mezzi. Durante il tragitto nessuno parlò e si percepiva un’atmosfera di tensione, specialmente tra Kai ed Atarie che non perdeva occasione per rispondergli male e trattarlo con superficialità. Ayame non riusciva a capirlo e trovava il suo comportamento quasi infantile. Inoltre non capiva come mai l’amico avesse iniziato a comportarsi in quella maniera.

Una volta arrivati, dopo una fitta boscaglia, il panorama si aprì in tutto il loro splendore. Un promontorio su un vasto oceano, dove si udivano solo il frastuono delle onde infrangersi contro la scogliera e il verso dei gabbiani che volavano nel cielo. Possibile che un simile luogo fosse stato lasciato intatto?

Il tempietto si trovava alla fine di una stradina inghiaiata ed era decisamente piccolo: solo quattro colonne con un frontone decisamente spartano e privo di decorazioni. Strano visto la straordinaria capacità di quel popolo di decorare e creare meraviglie. Sul basamento sedeva il vecchio, vestito solo di una lunga tunica. La sua bestia dormiva a fianco al tempio, vedendola così assopita sembrava quasi innocua.

Sentendo i passi dei ragazzi avvicinarsi il vecchio alzò la testa, ovviamente gli occhi erano chiusi, segno della sua cecità. Accennò un breve sorriso e li invitò a sedersi. “Prego, chi di voi tenterà la fortuna?” Domandò poi. “In consa consiste la prova?” Domandò a sua volta Ayame. “Nulla di che, mia cara! Un semplice indovinello…” Rispose lui. Se l’indovinello fosse stato davvero semplice nessuno sarebbe morto, pensò Kai.

Non era una prova di abilità o di forza, ma di logica e ragionamento. Zhou si offrì per provare, era un tipo riflessivo e molto colto, credeva di farcela ma Ayame lo fermò. “Non ero una cima a scuola, ma ho sempre avuto una strana passione per il ragionamento… provo io!” Esclamò la ragazza. “Ho la strana sensazione di riuscire ad indovinare la risposta” Disse infine. Poi si sedette davanti al vecchio.

“Bene, ho piacere di offrire la prova ad una ragazza… di solito siete più riflessive e meno impulsive… potrebbe anche darsi che tu ce la possa fare…” Concluse il vecchio. Ayame deglutì, sperava solo di riuscire a saltarci fuori.

“Ci sono tre fratelli. A volte sono brutti, mentre altre volte sono belli. Il primo non c’è perché sta uscendo, il secondo non c’è perché sta venendo, c’è solo il terzo che è il più piccolo dei tre, ma quando manca lui nessuno degli altri due c’è. Chi sono? “
 
Il resto della gilda rimase impassibile mentre Ayame rifletteva. “Hai tutto il tempo che desideri…” Disse il vecchio. Le sembrò una presa in giro più che altro. Poi una soluzione le balzò in testa, le sembrava logica come risposta visto che aveva un senso: passato, futuro e presente. Troppo semplice, pensò la ragazza. Com’era possibile che centinaia di persone avessero avuto lo stesso indovinello e che nessuno lo avesse risolto. Da quella risposta dipendeva la sua vita e quella della gilda, decise di rischiare.

“Passato, presente e futuro!” Rispose decisa. Il vecchio accennò un sorriso e iniziò a muoversi avanti ed indietro. “Esatto! Esatto!” Esclamò. La gilda esultò, ma ad Ayame erano rimasti molti dubbi. “Non temere per coloro che non c’è l’hanno fatta… non sono morti…” Riprese il discorso il vecchio. “E allora dove sono?” Chiese lei. Il vecchio gli indicò un punto preciso sopra di loro. Lassù si potevano scorgere i corpi degli altri giocatori. “Vedi, non sono morti… sono in uno stato di ibernazione… li ho ibernati io, in attesa di coloro o colui che finirà il gioco…” Continuò lui. “E’ un incantesimo che può imparare facilmente anche una come te, Ayame!” Disse infine. “Come fai a conoscere il mio nome?” Chiese. Lui si limitò a sorridere e aprì lievemente gli occhi. “… papà…”

“Adesso le informazioni, vecchio!” Li interruppe, Atarie. “D’accordo! Quel che giusto è giusto…”Disse lui. Gli raccontò del livello del boss, una fortezza da cui nessuno poteva tornare indietro. Il boss era un essere immenso e molto potente ed era stato modificato da coloro che si erano impossessati del gioco per uccidere tutti quelli che avessero provavato a batterlo. Non si sa per quale motivo ma s’impossessava dell’energia dei giocatori.

Atarie s’incamminò all’uscita. “Ti ringrazio, vecchio!” Esclamò. “Forse dovresti ringraziare la tua amica…” Sussurrò il vecchio. “Non dirmi quello che devo fare! Io sono il leader! Loro fanno quello che voglio io!” Gridò l’elfo. Kai gli si avvicinò, prendendo Dranzer dalla sua schiena. “Chi diavolo sei tu? Che ne hai fatto del nostro amico?” Domandò. L’elfo prese a ridacchiare come un pazzo. “Ti credi migliore di me? Io ho fondato questa gilda!” Gridò. Diceva cose senza senso e aveva tirato fuori il lato peggiore di se. “Piuttosto che seguire te, me ne vado! Addio, Hiwatari! In questa vita e nell’altra!” Concluse indirizzandosi all’uscita.

Kai rimase un po’ sbigottito dalla minaccia di quello che considerava un amico dopo tanto tempo. Cosa poteva mai avergli fatto per farsi odiare cosi? La risposta era ovvia: Ayame! Si sedette accanto alla sua sposa sospirando. Il vecchio riprese a parlare. “Fate attenzione! L’associazione che ha rubato i dati, ecco, temo voglia impadronirsi del mondo attraverso BBO…”. “Com’è possibile? Questo è solo un gioco, creato per il divertimento delle persone! Questa è una passione!” Esclamò Ayame.

Kai aveva già sentito pronunciare parole simili anni prima. Gli parve fosse stato Takao, quando erano all’interno del monastero della Borg. Aspetta… si disse. Possibile che fosse la Borg? Quell’associazione di malati di mente che assoggettava ragazzini innocenti per i suoi sporchi scopi?!. “Vecchio, quell’organizzazione è la Borg?” Chiese. Il vecchio si limitò ad annuire.

C’era Vorcof dietro a tutto quello! Ora che suo nonno era morto e lui era rimasto imprigionato nel gioco era passato tutto in mano sua. Maledetto! Pensò. Era tipico di lui! Pensò ancora. “Dobbiamo andarcene da questo gioco!” Esclamò poi. Prese la mano di Ayame e l’aiutò ad alzarsi. Fece un cenno per ringraziare il vecchio e lui gli rispose con un cenno di approvazione, poi se ne andarono. Ayame lo guardò più volte mentre si allontanavano. Era tutto merito suo, di suo padre. Sapeva di questa sua passione aveva creato quel luogo per aiutarla, non l’avrebbe mai ringraziato abbastanza.

L’entrata del livello si chiuse subito dopo che loro ne uscirono…

Nella realtà, Kirito si tolse il nuovo nervegear, sicuro che sua figlia e quel ragazzo ce l’avrebbero fatta.
 
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Salve a tutti!
Si, lo so! Ci ho di nuovo messo un mese per scrivere... chiedo umilmente perdono! -_-
Purtroppo per voi apassionati, vi annuncio che mancano esattamente 3 capitoli alla fine... 
Si perchè, nella più bella delle tradizioni di Sao, anche Bbo avrà 14 capitoli... 
In teoria il prossimo è l'ultimo, diviso in due parti e quello dopo un capitolo così, per chiudere in bellezza...
( Ci sto già lavorando)
Bene, questo è tutto! 
Non dimenticate di commentare e/o lasciarmi critiche e consigli, sono ben accetti!
A presto 
SylviettaMyss

 
  
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