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Autore: Silviax    17/03/2015    3 recensioni
Appena assaporo la nicotina in gola tiro quasi un sospiro di sollievo, riesco per qualche istante a sentirmi più tranquilla, anche se quella tranquillità passa subito vedendo la faccia di Castiel leggermente irritata davanti al mio mutismo.
-Puoi onorarmi delle tue parole o è chiedere troppo?-
-Smettila Castiel, lasciami un po' in pace-
Non parla. Non dice un parola, mi guarda e basta. Non riesco a sostenere il suo sgardo e guardo altrove, non ho bisogno della compassione di nessuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Serata movimentata


Al tocco caldo di quella mano faccio un balzo girandomi verso l'emittente di quel gesto.
Mi sorprendo che sia Lysandro e non Kentin, così tiro un sospiro di sollievo pensando che la presenza che prima sentivo era la sua.
-Lys, che ci fai qui?-
-Sono venuto a trovare Castiel, tu invece?-
-Beh.. Io ci abito qui- scusa poco credibile, Lysandro non è stupido.
-Abiti là- dice indicando la mia casa -Non qua-
Ecco infatti, non mi ha creduto. Non mi va di raccontargli quello che mi sta succedendo in questo momento, soprattutto per il fatto che Kentin è qua in giro e potrebbe sentire ogni cosa che dico.
-Beh, entriamo?-
Lysandro mi guarda con aria interrogativa, ma dall'espressione del mio viso capisce subito che è meglio non fare domande e tenersi il dubbio su quello che sta succedendo, così con una leggera pressione del dito suona il campanello.
Nello stesso istante suona anche il mio telefono, che tengo strettamente impugnato nella mano destra nell'attesa di altre brutte notizie.
"Non azzardarti a entrare in quella casa."
Adesso i miei dubbi stanno iniziando a difendare fondati, Kentin è qui.
Castiel apre la porta con uno sguardo sorpreso nel vedere me e Lysandro insieme e con un cenno della mano ci fa segno di entrare.
Entro in casa del rosso un po' titubante, seguita a ruota da Lysandro, dopo il messaggio di Kentin, non erano belle parole e ho paura delle conseguenze, è sempre stato un ragazzo dall'arrabbiatura facile e quando si arrabbiava mi ha sempre fatto paura.
Riprendo il mano il telefono per rispondere a Kentin, anche se con un pizzico di ansia, mi trema la mano mentre digito quelle lettere sui tasti
"Chi sei per dirmi cosa devo fare?"
Ho appena il tempo di schiacciare il tasto invio che Castiel arriva per togliermi il cellulare dalle mani.
-Nanetta, se vuoi stare qui il telefono è abolito-
Il mio sguardo diventa di fuoco, odio quando mi si toglie il cellulare dalle mani, questa cosa mi innervosisce, anche se in quel momento Castiel ha fatto forse la cosa giusta, alleggerendomi dal pensiero di Kentin.
Sfortunatamente il cellulare vibra un secondo prima che Castiel potesse appoggiarlo sul tavolino che si trova proprio in mezzo al soggiorno.
-Chiunque sia ora gli rispondo io e gli dico che sei occupata!-
-No Castiel, aspetta!-
Urlo mentre corro sbraitando verso di lui, ma distrattamente inciampo in un giocattolo del suo cane, posto un metro prima del divano, ritrovandomi distesa sul divano che, fortunatamente, ha attuttito il mio volo, se no mi sarei ritrovata con la faccia per terra.
-Scusa ma chi è?- mi chiede Castiel con un'espressione leggermente infuriata -E poi cosa vuole?-
Mi rialzo dal divano sistemandomi in fretta e furia la maglietta e poi a passo svelto vado incontro al rosso riprendendo, con una certa violenza, il mio cellulare, leggendo poi il messaggio appena arrivato.
"Ti avevo detto che non lo dovevi fare, ma per l'ennesima volta non mi hai ascoltato, non aspettarti una buona reazione da parte mia adesso"
Dopo aver letto il messaggio distolgo lo sguardo dal display e alzando la testa vedo i volti di Lysandro e Castiel, il primo ha un'espressione dispiaciuta e dubbiosa non capendo cosa sta succedendo, mentre il secondo tiene gli occhi puntati su di me, con un'espressione apatica in viso.
Inizio a mordermi il labbro inferiore, visibilmente preoccupata, mi sono cacciata proprio in un bel guaio!
-Posso fumarmi una sigaretta?- dico cercando di sviare qualunque discorso o parola detta dai due amici
-Lysandro, accompagnala-
Lysandro si avvicina piano verso di me, poi mi mette una mano sulla schiena, sento ancora il calore provenire dalle sue mani, lo stesso che ho provato prima di entrare. Insieme saliamo le scale, poi Lysandro apre la prima porta a sinistra, è una stanza dipinta di grigio chiaro, con un letto al centro, contornato dai mobili rossi. È troppo in ordine per essere la stanza di un ragazzo, anche se il gusto è proprio quello di Castiel. Attaccati alle pareti ci sono foto di alcune band e cantanti rock, in un angolo della stanza c'è anche una chitarra elettrica rossa e nera, tenuta in perfette condizioni.
Mi appoggio contro la scrivania mentre noto Lysandro che mi guarda visibilmente preoccupato
-Cosa c'è che ti turba così tanto?-
Prendo un respiro e torno a morsicarmi il labbro, questa volta con più violenza, e finisco per farmi quasi male. Aspetto un attimo prima di rispondere a quella domanda, non so se sono in grado di raccontare fino alla fine senza trattenermi dal crollare emotivimante per la seconda volta.
Mi sposto dalla scrivania per sedermi sulla sedia che si trova proprio davanti a me, ma muovendomi faccio distrattamente cadere una pila di libri dalla scrivania del rosso, e con la fortuna che ho lo vedo salire le scale proprio in questo momento.
-Rimetto tutto apposto subito, tranquillo- dico anticipando qualunque sua parola
Mi abbasso per prendere i libri ma noto che da uno di essi è caduta una foto, una foto di Castiel coi capelli neri con una ragazza difianco. Al momento non ci faccio caso, ma poi connetto e afferro quella foto per scrutarla meglio, ma Castiel me la strappa subito dalle mani senza neanche farmi capire meglio.
-Non sono affari tuoi questi-
-Si invece, come fai a conoscere mia cugina?- chiedo perplessa, mi raccontava sempre tutto di lei e di quello che faceva, ma non ho mai sentito uscire il nome Castiel dalle sue labbra.
Vedo Castiel irrigidirsi nell'esatto istante in cui ho pronunciato quelle parole, è improvvisamente sbiancato e ha un'aria visibilmente irritata e scombussolata. 
-Crystal, non dovevi uscire a fumare?- mi chiede Lysandro alla vista di Castiel in quello stato
-Che ho detto di male?- chiedo confusa, nessuno mi da spiegazioni
-Non devi parlare, non devi proprio impicciarti negli affari miei!- mi urla Castiel
Non capisco cosa sta succedendo, perché si è alterato tutto d'un tratto? La sua reazione non mi piace e capisco di non essere più la benvenuta.
-Se te la devi prendere così tanto per una parola che ho detto me ne posso anche andare-
-Te ne devi andare, è diverso!-
Lo guardo negli occhi, è chiaramente arrabbiato con me, anche se non so per cosa decido di andarmene, proprio come mi ha detto lui. Esco dalla stanza salutando Lysandro, scendo le scale con un groppo in gola e mi avvicino alla porta, ma prima di andarmene vedo un tavolino nero di fianco alla porta d'ingresso, con sopra un pacco di post it e una penna di fianco. Mi giro per vedere se i due ragazzi stanno scendendo oppure no e successivamente mi avvicino a quel tavolino, impugno la penna e inizio a scrivere. Quando finisco mi tolgo la giacca, che ho ancora addosso, sentendo improvvisamente freddo, e poi esco da quella casa dirigendomi verso la mia.

Dopo che Lysandro se n'è andato lasciandomi solo coi miei pensieri, ho pensato di andare a fumare una sigaretta fuori, per prendere anche un po' d'aria. E sono ancora qua fuori, da circa mezzora, seduto sulle piastrelle fredde del balcone senza neanche la giacca. Questo freddo che penetra in ogni angolo del mio corpo mi sta facendo tremare, ma continuo a rimanere qui, nella speranza che prima o poi quella ragazza esca dal balcone di fronte.
Sono stato duro con lei, ma quando mi ha detto quella frase non ho fatto altro che associarla a quell'arpia di sua cugina. Sul suo volto non vedevo più lei ma Debrah, ho iniziato a notare la leggera somiglianza tra loro nei gesti e nei movimenti, e ho scaricato la mia rabbia proprio contro di lei. Debrah mi ha fatto davvero stare male, come se mi avessero inflitto un pugnale nel cuore.
Accendo l'ennesima sigaretta, sperando questa volta di vedere apparire Crystal da dietro quella finestra, ma la luce è spenta da tanto ormai.
È rimasta accesa qualche minuto dopo che se n'è andata via da qui e poi non si è più accesa.
Appena finisco la sigaretta rientraro in casa, ormai senza speranze.
Decido di andare a prendere Demon per portarlo a fare un giro, ma mi accorgo prima di uscire che la mia giacca è proprio di fianco alla porta, mi avvicino velocemente per afferrarla e mettermela addosso ma il mio occhio cade sulle scritte di un post it.
"Non so cosa ho detto di male, ma scusami.
Non voglio che te la prendi con me, sei stato così gentile questa sera a darmi la tua giacca quando hai visto che stavo tremando per colpa del freddo. Quando sono arrivata pensavo che eri solo una testa vuota, ma ora sto cambiando idea. Spero che domani sarai di buon umore. Buonanotte."

Sento un sorriso spuntare dagli angoli delle mie labbra, ma decido di non farci troppo caso, quella nanetta mi fa proprio uno strano effetto.

 
***
Buongiorno:)
Ho sgarrato la pubblicazione di solo un giorno, spero che mi perdonate ahah
Nel prossimo capitolo apparirà, finalmente, il famigerato Kentin? Avrà una reazione tranquilla alla vista di Crystal oppure no?
Fatemi sapere cosa ne pensate:)
   
 
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