Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Ariki    17/03/2015    1 recensioni
Al momento ho un po' di difficoltà a continuare la storia quindi mi prenderò una pausa nella speranza di giorni migliori =)
Belle French, ragazza spensierata con grandi sogni nel cassetto, scende ad un compromesso per arrivare al suo obbiettivo: raccontando una piccola bugia.
La sua passione per la scrittura è così grande da farle cambiare identità e per giunta il sesso, ma un furbo editore, affascinato dalla sua penna, scoprirà mai l'inganno?
AU Rumbelle
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2. My Dear Brother




Belle arrivò giusto in tempo: salì su per le scale e appena entrò nella sua stanza di gettò a capofitto nell'armadio, il suo vestito preferito era lì che l'aspettava.
Si vestì e si pettinò i lunghi capelli poi uscì dalla sua stanza sentendo suo padre chiamarla per nome.
-Belle! eccoti finalmente su sbrigati gli ospiti stanno per arrivare- disse il padre mentre camminava avanti in dietro per l'ingresso.
Belle scese le scale con una calma infinita: era forse la stessa persona che prima aveva corso come una pazza per salire?
-Allora ricordati, non stringerlo troppo altrimenti gli farai male- disse Maurice mentre tirò fuori il fazzoletto.
La figlia lo fermò giusto in tempo: era ancora sporco d'inchiostro, per poco se lo sarebbe spalmato addosso; sarebbe stato divertente, di sicuro lo avrebbe fatto sorridere un poco forse no.
Era ormai calata la sera e finalmente suonarono al campanello: erano arrivati.
Quando finalmente la porta si aprì gli ospiti fecero il loro ingresso.
-Oh Maurice!- una donna dai capelli castani si avvicinò all'uomo e lo abbracciò teneramente
-Ava- rispose all'abbraccio
Dopo questo piccolo saluto la donna guardò di fronte a sè e sorrise
-Belle tesoro, ma come sei cresciuta!- la donna si precipitò da lei
-Buona sera zia- Belle le andò incontro a braccia aperte
Erano passati due anni dall'ultima volta che sua zia veniva a farle visita, era sempre un bel periodo, che Belle attendeva con pazienza.

Un colpo di tosse attirò l'attenzione di tutti i presenti sulla soglia: una ragazzo in sedia a rotelle se ne stava con il viso leggermente imbronciato a braccia incrociate.
-Non ti sembra di aver dimenticato qualcuno?- disse lui con fare canzonatorio
Belle incrociò le braccia e lo guardò con segno di sfida
-E perchè mai dovrei scordami di te August?- Belle non potè far altro che sorridergli
August era proprio cresciuto, di sicuro era diventato più alto di lei, magari lo avrebbe scoperto presto.


Belle gli si avvicinò e lo abbracciò respirando il suo odore: non era poi tanto diverso da quello che aveva da bambino ma il suo viso era cambiato o almeno in parte, i suoi occhi azzurri però erano sempre gli stessi
-Mi sei mancata Belle- disse lui con un sussurro accarezzandole la schiena
-Ma se continui così non mi mancherai affatto- continuò.
-Belle lo stai stringendo troppo! Non è mica un giocattolo, staccati immediatamente da tuo cugino- sbraitò suo padre
Belle sbuffando mollò la presa, permettendo a August di respirare a fondo.
-Grazie zio, mi hai salvato da questa piovra- disse il ragazzo, sorridendo, massaggiandosi il collo, che si era arrossato.
-Piovra a chi?- Belle diventò tutta rossa
-Hai ragione, semmai un Kraken!- scoppiarono tutti a ridere mentre il maggiordomo li informava che la cena era servita.

-Vorrei tanto rimanere ma Luke ha bisogno di me, la piccola Gresy non può stare senza la mamma- disse Ava mentre si puliva la bocca con il fazzoletto: una vera lady, non c'era nulla da ridire.
In alcuni momenti Belle si dispiaceva del fatto che non sarebbe mai stata come lei ma in fondo non era molto preoccupata di questo, aveva altro a cui pensare. i suoi libri per esempio.
-Se permetti madre, io vorrei restare, sempre se lo zio è d'accordo- domandò August mentre tagliava con estrema difficoltà la bistecca.
-Ma naturalmente! io e Belle saremmo molto felici di ospitarti qui e da così tanto tempo che non rimani- Maurice annuì benevolo mentre sorseggiava il suo vino
-Allora è deciso- disse August, mentre osservava la cugina.
Belle era immersa nei suoi pensieri: si era messa a giocare con le patate nel suo piatto.
Non riusciva a pensare ad altro del fallimento di quel pomeriggio: perchè non aveva avuto neanche una possibilità? non era giusto, se fosse stata un uomo sarebbe stato diverso, gliela avevano fatto capire molto bene.
La cena finì dopo poco così la ragazza potè ritirarsi nelle sue stanze, salutando tutti.
Belle si sedette vicino alla sua macchina da scrivere ed con estremo abbattimento, guardò la busta del suo manoscritto: era un po' stropicciata.
Sentì bussare alla porta ma non voleva farsi vedere in quello stato da nessuno così non disse nulla, ma a quanto pare l'ospite intese quel silenzio come un invito ad entrare.
-Belle ci sei?-      
Era August ovviamente, chi se non lui poteva venire a quell'ora in camera sua?
Spesso da bambina, Belle si avventurava nelle stanze del ragazzo ed insieme si divertivano a creare delle storie: forse il voler diventare una scrittrice era nato da lì.
-Si August sono qui- rispose debolmente
August fece lo slalom fra le torrette di libri che riempivano la stanza.
-Non cambierai mai eh?- parlò lui
-Perché dovrei, mi piace essere quella che sono- sussurrò Belle
-E allora perché quella faccia? È successo qualcosa?- chiese il ragazzo osservandole il viso
-Il solito, ho finito di scrivere un romanzo ma l'editore non ha neppure voluto leggere la prima riga perché..- Belle cominciò a piangere, ma non per rabbia ma per indignazione.
Perché doveva essere così difficile?
-Perché sei una donna- concluse August sospirando
Belle annuì con la testa: si era rifiutata di ripetere quella parola.
-Ha detto che non ho le palle, al contrario degli uomini- brontolò la ragazza mentre si asciugava le lacrime
-Si sbaglia di grosso, tu hai più palle di 10 uomini insieme- la consolò lui
Belle sapeva che non stava scherzando e gliene fu grata.
-Grazie August-
Il ragazzo sorrise e si allontanò e quando arrivò alla porta disse
-Non c'è bisogno di cambiare se stessi e molto più semplice pensare di essere qualcun'altro- disse guardandola
Belle si alzò di colpo e gli andò incontro correndo
-August sei un genio! Come ho fatto a non pensarci prima!- Belle lo baciò sulle guance lasciandolo leggermente sorpreso da quel cambiamento d'umore.
-Notte August- disse richiudendosi la porta alle spalle, non lasciandogli il tempo di rispondere al saluto.
Aveva qualcosa da fare: un piano geniale si stava formando nel suo cervello, avrebbe scritto tutto quello che le passava per la testa, non doveva perdere nessun particolare.



August rimase qualche secondo davanti alla porta chiusa, mantenendo il silenzio, poco dopo si mosse per andare nella sua camera.
Cominciò a spostarsi e nel mentre sentì calore, eppure quella sera si erano abbassate le temperature.
August ritornò alla porta e vi appoggiò la mano, come a voler sentire la vicinanza di Belle.
Era sua cugina, eppure sapeva che quel sentimento che provava nei suoi confronti non era solo affetto: era qualcosa di più.
Con quel bacio sulla guancia, il suo povero cuore aveva fatto un balzo verso di lei e ora che non era più nel suo campo visivo, sentiva dolore.
Quando aveva iniziato a provare tutto ciò? August ripensò al passato quando non poteva uscire fuori a giocare con gli altri bambini.
Belle era sempre stata con lui, accompagnata da libri e storie sempre nuove che non gli facevano rimpiangere l'esterno: solo quando lei, doveva lasciare la sua casa però tornava triste e solo.
Oltre ai genitori, non aveva nessuno con cui confidarsi se non con lei: la ragazza dagli occhi azzurri come i suoi, dalla chioma ribelle e dal dolce sorriso.
Quel sorriso che bramava di vedere e che avrebbe voluto tenere al sicuro dalle brutture del mondo o semplicemente dal pianto.
Lui però non sapeva quasi nulla della realtà esterna e di cosa facessero le altre persone mentre lui era rinchiuso dentro casa sua, con le tende tirate.
Alcune persone che erano state sue amiche o confidenti gli avevano voltato le spalle: ma lei no.
Lei era l'unica a non fargli pesare quella malattia, che lo rendeva debole davanti alle altre persone e non lo aveva mai trattato con pietà.
Forse era anche per quello che aveva cominciato a provare qualcosa di più ed a poco a poco la sua assenza lo faceva stare male quanto al morbo che si portava appresso, quasi come una maledizione.

August raggiunse le sue stanze senza difficoltà ma dovette faticare un poco per spostarsi sul letto: anche la luce dei candelabri lo avevano indebolito, sulle sue braccia e sul viso erano comparse delle irritazioni cutanee che lo avevano arrossato il viso.
Sbuffò cambiandosi d'abito e si mise a leggere un libro come solito.
-Buon giorno August, Buona notte Belle- disse fra sè e sè, sfogliando le pagine, raggiungendo il segnalibro.





























Angolo dell'autrice: Tornata con una voglia matta di far passare questa settimana! Proprio una schifo !

p.s ma non c'entra la serie...nooo assolutamente XDD (chi ha visto mi capirà)

Coomunque eccomi qui con un altro nuovo capitolo: come avrete inteso August non è il fratello di Belle ma quest'ultima lo vede proprio così...invece il nostro povero pinocchio la pensa in un altro modo, poverino.
Senza farlo apposta gli ho creato attorno un personaggio con una malattia incurabile e solo ora mi viene in mente  quando si è infilzato nella gamba un coltello perchè vedeva la sua gamba farsi di legno: una pazzia agli occhi del medico che si è messo ad urlare come un osesso.
State tranquille qui non gli farò tentare alla sua vita almeno non ora, non mi sembra giusto: ha già abbastanza sfiga da ora no? Lol
Spero di rivedervi presto la prossima settimana =)





 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Ariki