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Autore: Irian    18/03/2015    1 recensioni
(ho cambiato l'anteprima)
Elsa e Anna non erano mai state delle sorelle incredibilmente unite.
Certo si volevano bene, si aiutavano se c’era bisogno, ma non si raccontavano i segreti o cose del genere, non erano come due amiche.
Anna sperava che quel viaggio le avrebbe avvicinate; certo prima Anna era indispensabile per Elsa e viceversa, ma andare a vivere insieme poteva renderle inseparabili.
Invece le aveva solo divise.
(AU! Kristanna)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Anna si alzò da letto controvoglia, si stropicciò gli occhi con le dita appiccicose e si costrinse a darsi una lavata.
La sera prima aveva finito la sua scatola di cioccolatini ripieni davanti ad un classico film in bianco e nero strappalacrime.
Era quello in metodo di Anna, se le succedeva qualcosa di brutto, guardava sempre un film del genere, le dava una sensazione di benessere, come se sminuisse tutti i suoi problemi.
I cioccolatini glieli avevano regalati i suoi genitori prima della partenza.
Lei adorava i dolci, la cioccolata in particolare, poteva essere fondente, al latte, bianca, ripiena di crema o di frutta, ma Anna la adorava.
Aveva promesso di non finirla troppo presto, ma quella sera era stato più forte di lei.
Elsa, sua sorella, le aveva lanciato uno sguardo freddo nel mezzo della serata che l’aveva lasciata senza parole.
A dir la verità, anche Elsa adorava la cioccolata, ma invece dei cioccolatini i suoi genitori le avevano regalato un kit per preparare delle ottime cioccolate calde.
Elsa preferiva una tazza calda piuttosto che tanti cioccolatini ripieni, e comunque i genitori pensavano che le due avrebbero condiviso, cosa che con il senno di poi non era successa.
Anna ogni tanto trovava Elsa intenta a preparare una cioccolata, ma appena la vedeva Elsa si sbrigava a finire il lavoro e se ne tornava in camera sua senza nemmeno preoccuparsi di pulire.
Solitamente Elsa era quasi maniaca.
Puliva il piano cottura, i mobili, le mensole, i pavimenti, e poi quell’appartamento era talmente sporco che una lavarlo una volta alla settimana a fondo non bastava affatto.
Elsa e Anna non erano mai state delle sorelle incredibilmente unite.
Certo si volevano bene, si aiutavano se c’era bisogno, ma non si raccontavano i segreti o cose del genere, non erano come due amiche.
Anna sperava che quel viaggio le avrebbe avvicinate; certo prima Anna era indispensabile per Elsa e viceversa, ma andare a vivere insieme poteva renderle inseparabili.
Invece le aveva solo divise.
Anna non sapeva perché ma Elsa da una settimana era rinchiusa in una specie di bolla.
Una bolla piena di solitudine.
Anna si stava preparando; ormai andava in un liceo prestigioso: in realtà non andava nel liceo, frequentava solo il laboratorio di chimica con una borsa di studio che aveva ricevuto quando viveva ancora nei paesi scandinavi.
Si infilò la camicia bianca e la gonna verde che facevano parte della divisa, si annodò la cravatta verde scuro e indossò una giacca corta ed elegante, sempre verde scuro.
La giacca in realtà non serviva, perché Anna appena arrivata avrebbe dovuto indossare il camice da lavoro, ma la giacca ormai faceva parte del look.
Anna si annodò i capelli nelle sue solite trecce simmetriche e si infilò una piccola tracolla marrone chiaro che conteneva solo un quaderno, un astuccio e il cellulare.
Il resto era nel laboratorio.
Prima di uscire Anna vide un piccolo scarafaggio, lo chiuse in un barattolo e lo fece volare via dalla finestra.
Pochi secondi dopo, vide quello che non vedeva da tanto, troppo tempo.
Sua sorella Elsa era uscita dalla camera e ora, colta alla sprovvista, aveva piantato gli occhi nei suoi.
La sorella portava un maglione di lana di un bianco candido, con dei fiocchi di neve azzurri stampati sopra.
Portava una lunga gonna color turchese e degli stivali ricoperti di soffice pelliccia bianca.
I suoi capelli biondo platino erano raccolti in una treccia che le ricadeva sulla spalla.
Aveva una tracolla blu dove teneva chissà cosa, le mani avvolte in due guanti e lo sguardo sorpreso; certo non si aspettava di incontrare sua sorella proprio sul ciglio della porta.
Ma dopotutto se le due vivevano insieme, era molto probabile un incontro che Elsa non aveva calcolato.
La maggiore si ricompose e avanzò, Anna si scostò dall’uscio ed Elsa chiuse la porta dietro di sé.
Un’altra volta, sua sorella l’aveva lasciata senza parole.
Ma no, non poteva darle così tanto conto, lei ora doveva andare a scuola.
Uscì di casa che soffiava un vento leggero e pioveva.
Vide sua sorella correre via a passo svelto verso una direzione imprecisata.
Non potè farne a meno, sapeva che era sbagliato, eppure, mentre la pioggia le batteva ritmicamente sulla camicia e il venticello le muoveva i capelli; Anna si mise a correre dietro l’ombra bianca di sua sorella, doveva sapere dove andava, e questa era una buona occasione, troppo buona per essere sprecata.
 
La inseguì per tre isolati e poi improvvisamente sparì dietro ad un vicolo.
Anna si ritrovò da sola, bagnata fradicia, con la vista annebbiata dall’acqua, in una zona a lei poco familiare.
Cercò di orientarsi, ma non ci vedeva bene, aveva le pupille cariche di pioggia e lacrime.
A quel punto non voleva andare più a scuola, era troppo tardi.
Senza pensarci troppo corse verso la fermata più vicina e lì prese il primo tram, senza sapere nemmeno dove l’avrebbe portata.
 
Brooklyn era una città piena di vita: piena di grattacieli sfavillanti che facevano a gara a chi era il più alto, per non parlare del ponte, attrazione turistica più ambita della città.
Nonostante ciò Brooklyn non aveva solo vita e grattacieli, aveva anche quartieri pieni di fiori, con poca vita mondana, quella zona però era molto pittoresca.
Insomma, si poteva dire che ogni angolo di Brooklyn avesse il suo fascino.
Anna scese al capolinea e inaspettatamente, si ritrovò al palazzo di vetro che aveva visto il giorno prima.
Non se ne era accorta, ma c’era una grande rotonda imbandita di piante, circondata da case farcite di fiori.
Come un lago in una oasi, il palazzo di vetro portava la tecnologia nella parte pittoresca della città.
Anna non voleva farsi vedere da nessuno, ma per evitare di prendersi una polmonite, si costrinse ad entrare.
Si avvolse stretta nella sua giacca e fece slalom tra le persone.
“Anna!” si sentì chiamare da una voce familiare, si voltò
“Che ci fai qui tutta bagnata?”
“Oh Hans! Eh beh…io stavo solo…facendo un giro e sì è messo a piovere!”
“Ve bene…perché non ti siedi?” le disse facendole strada verso una composizione di divani grandi, lucidi e morbidi.
Anna accettò di sedersi, poi accettò il tè caldo che le offrì Hans e infine accettò la coperta che lui le diede.
“Allora…ti piace fare il cameriere?”
“Sì, qui è molto bello”
Anna e Hans chiacchierarono ancora per un’oretta buona, poi smise di piovere e Anna andò via, non prima che lui le lasciasse il suo numero di telefono.
Tornò a casa contenta, correndo veloce, saltellando sui muretti per rendere la corsa più divertente.
Arrivata a casa si sedette in quell’angolo angusto che era la cucina: un tavolo piccolo con una tovaglia a righe, un piano cottura in legno e qualche armadio.
Il lato positivo era che avevano una piccola tv.
Anna la accese e si mise a guardare un vecchio cartone animato.
Poco dopo la sorella irruppe nella casa con tutti i vestiti e i capelli zuppi.
Non entrò con la sua solita aria regale, entrò con le braccia larghe e lo sguardo scocciato per la troppa acqua.
Anna spense la tv, aprì un armadietto dietro di sé e con l’aria più seria possibile prese una pila di coperte
Si avvicinò alla sorella, le lasciò le coperte tra le braccia e poi andò via.
 
Angolo dell’autrice
Questo capitolo è venuto più lungo, spero che siate riusciti ad arrivare alla fine!
Innanzitutto volevo ringraziare le 4 persone che hanno messo la storia tra le seguite/preferite, non me lo aspettavo già così presto!
Inoltre ringrazio LateNight_01 e spero di averti fatta felice visto che ho aggiornato abbastanza presto.
Mi pare di aver ringraziato tutti! Vi invito a recensire per dirmi cosa ne pensate! Grazie e al prossimo capitolo!
Vostra Irian
 

 
 
  
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