Se forse iniziassi ad accettare il fatto che,  da un giorno all’altro se n’è andato da me e la smettessi di amarlo almeno un po’, sono più che certa che la mia vita migliorerebbe e non passerei la maggior parte delle serate circondata da fazzolettini inzuppati di lacrime.
Sono passati cinque mesi, cinque lunghi mesi da quando mi ha lasciata, cinque mesi che vedo il suo sorriso sul volto di ogni persona che incontro per strada, insomma, cinque mesi che sento la sua mancanza fin dentro le vene.
Ma d’altronde, quando un amore ti entra dentro non è facile farlo uscire.
“Claire, stai bene?” la voce di Lottie, mi fa tornare alla realtà.
“Si, usciamo?” domando, sperando che una boccata d’aria fresca mi faccia tornare il buon umore.
“Si” appoggia la penna sulla scrivania e, indossa il suo golfino grigio. “Quando smetterai di pensarlo?”
“Non lo sto pensando. Lui, fa parte del mio passato e rimarrà tale” cerco di convincere più me stessa che lei.
“Il golfino?” inarca un sopracciglio facendo penzolare il mio golfino nero dalla sua mano.
“Grazie”
“E’ possibile che ultimamente devo ricordarti ogni cosa?!”
“Sono un tantino distratta” sorrido uscendo nel corridoio del nostro piano. “Sai di cos’ho bisogno in questo momento!?” mi giro di scatto facendola spaventare. “Di cioccolata con panna e frolle”
“Se serve a farti tornare il buon umore, per il tuo compleanno, ti regalo un’intera fabbrica di frolle” l’abbraccio forte senza rispondere.
È l’unica persona che nonostante tutto, è sempre stata al mio fianco, sia nel bene che nel male. So di poter contare su di lei ogni volta che ne ho bisogno e lei su di me. Questa si che è un’amicizia con la A maiuscola!
“Claire!” sento una voce famigliare alle mie spalle.
“A-ashotn” balbetto emozionata. In tutti questi mesi mi è dannatamente mancato. “Cosa ci fai qui?” domando.
“Sono, cioè, siamo tornati per l’ultimo anno”
“C-come siamo?” sono preoccupata per la risposta che mi darà.
“Già, siamo qui di nuovo tutti quanti”
“Con tutti quanti int…” non finisco la frase che mi precede.
“Si, è tornato anche lui” si porta una mano dietro la nuca e se la strofina nervosamente. “Claire, c’è una cosa che dovresti sapere”
“Dimmi”
“Luke, sta con un’altra” a questa affermazione, sento un tuffo al cuore.
Ho passato cinque mesi della mia vita a star male per lui, a farmi mille domanda alla quale forse anzi, molto probabilmente non otterrò mai una risposta e lui era beatamente tra le braccia di un’altra con la quale si starà consolando per bene.
“Bene, sono contenta” mento spudoratamente.
“Non è vero, nemmeno i muri di questo college ci credono” mi mordo l’interno della guancia destra cercando di trattenere le lacrime. “Claire, i tuoi occhi stanno per scoppiare in un pianto”
“No, ho smesso da parecchio tempo di piangere per lui” mento un’altra volta.
Scuote ripetutamente la testa per poi abbracciarmi. “Ci vediamo stasera alla festa. Ci sarai?” annuisco sorridendo. “Ti passo a prendere in stanza per le otto”
“Grazie, mi farò trovare pronta”
Fa per andarsene ma si gira di nuovo. “Ah, dimenticavo. In che stanza sei?”
“210, corridoio a sinistra”
“Non ci credo! Io sono alla 221” esulta. “Quella di fronte alla tua”
“E con chi saresti?”
“Lu…” si blocca.
“Luke” aggiungo sospirando. “Ci vediamo stasera, mi fa piacere riaverti di nuovo tra i piedi” dico in modo scherzoso facendolo sorridere e ognuno va per la propria strada.
“CLAIRE, E’ MEGLIO TORNARE IN STANZA!” entra di corsa Lottie con il fiatone. “Anzi, forse sarebbe meglio cambiare college” aggiunge con tono più calmo.
“Calmati, lo so già” sospiro. “Lottie, il mio passato è tornato”
Se si chiama passato, perché continua a tornare?