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Autore: Lost on Mars    18/03/2015    9 recensioni
SEQUEL DI "INDACO" (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2746316&i=1), è consigliabile la lettura.
C’è stato un momento in cui Amelia e Ashton sono rimasti intrappolati in una vecchia istantanea in bianco e in nero: nessun colore a determinare la loro gioia, felicità, paura o tristezza. Nedlands sembra aver congelato la loro esistenza, li ha tagliati fuori dal mondo e non c’è stato niente se non pace e tranquillità. Dall’altra parte dello Stato, però, Luke è a piede libero e va cercando la propria vendetta. Responsabilità e pericoli di duplicano e il mondo li poterà a schierarsi: bianco da una parte e nero dall’altra, in perenne lotta tra di loro. Chi vincerà?
Dalla storia:
«Non ho altra scelta. La mia vita e quella di mio figlio contro la felicità della mia famiglia, so benissimo che li farò soffrire, ma se fossi io a morire sarebbe peggio, non credi?»
«Se non fermiamo Luke passeremo la vita a fuggire da lui. Anche se riuscissimo a cavarcela per i prossimi mesi, spostarsi con un bambino sarebbe impossibile.»
«Fermarlo? Ci abbiamo provato e lui è fuggito dal carcere. Non possiamo fermarlo, è inarrestabile.»
«Ma non è immortale.»
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 – IL PERICOLO SI AVVICINA
 

 
Valerie tornò a casa con un grande sorriso sulle labbra. Come da routine, appoggiò le chiavi sul mobile accanto all’ingresso, si tolse il cappotto e lo sistemò sull’appendiabiti, fissato al muro di fronte alle scale. Era solo l’ora di pranzo, Michael sarebbe ritornato a momenti. In quel mese aveva riscoperto l’amore per i motori e in particolare per le motociclette. Da giorni non faceva altro che parlare della moto che avrebbe comprato non appena avesse avuto i soldi. Vederlo felice la rendeva felice automaticamente. Stavano insieme da quando Amelia aveva avuto l’incidente a Sydney, e non avevano mai specificato altro.
Vivevano insieme, mangiavano insieme, dormivano nello stesso letto e parlavano di tutto. Non si annoiavano mai, nonostante a Nedlands non ci fosse molto da fare.
Entrò in cucina e aprì il frigo, alla ricerca di qualcosa da cucinare per pranzo. Optò per dei petti di pollo da friggere in padella e dell’insalata fresca. Mentre faceva scaldare l’olio pensò che tutto quello che stava vivendo fosse incredibile. Non si era mai vista in un posto simile, in una casa così vuota ma così accogliente allo stesso tempo, a cucinare per lei e per il suo ragazzo. Sarebbe stato bellissimo se un pazzo criminale non li stesse cercando per tutto il paese. Sarebbe stato bellissimo se quel pazzo non fosse stato Luke.
Si era costretta a non pensare più a lui. Aveva finto per anni di essere il suo migliore amico, una persona fidata, gli parlava di tutto. Piangeva tra le sue braccia quand’era triste e rideva assieme a lui quando era felice. E lui? Lui la rassicurava e le raccontava barzellette con la stessa facilità con cui l’aveva sempre presa in giro e pugnalata alle spalle. Faceva male pensare a quelle cose, perciò si era detta di non farlo mai più.
Ora, c’era solamente il futuro, o almeno dei cocci da rimettere in piedi e con cui ricostruire una vita.
C’era la gravidanza di Amelia. Si era emozionata tantissimo nello studio della dottoressa, forse più di lei. Aveva visto una nuova, piccola vita da vicino e non poteva che sentirsi immensamente felice per la sua amica. Si sentiva quasi onorata a custodire un segreto del genere: finché Amelia non fosse stata pronta, non l’avrebbe detto a nessuno. Nemmeno a Michael.
Aveva appena tolto la carne dalla padella quando suonò il campanello. Andò ad aprire e, come pensava, si ritrovò davanti Michael. Lui l’abbracciò e poi si chiuse la porta dietro le spalle. Odorava di benzina e aveva le mani un po’ sporche, ma Valerie non poté fare a meno di pensare che fosse la cosa più bella del mondo.
«È pronto da mangiare, vai a lavarti le mani» gli disse, scherzando.
«Sì, mamma» rispose lui, dirigendosi verso il bagno.
Tre minuti dopo, Michael la raggiunse in cucina. Adesso indossava solo la felpa nera e aveva le maniche tirate su. In tavola era tutto pronto, e quelle piccole cose gli facevano sempre pensare a come fosse immensamente fortunato ad avere qualcuno che si prendesse cura di lui in ogni momento. Quella che stava vivendo non era la vita movimentata che aveva sognato e che si era trasformata lentamente in un incubo, era tutto così normale e tranquillo che gli piaceva da morire. Valerie cucinava per lui e lo accoglieva a casa con uno dei suoi meravigliosi sorrisi, di notte non sentiva mai freddo, non si sentiva mai solo.
Sembravano una di quelle coppie modello dei vecchi film americani, ma a detta sua, erano di gran lunga migliori. Avevano una storia alle spalle, una storia non bellissima, non perfetta, ma era proprio quello a renderli fantastici.
Michael credeva di amarla, ma non era mai stato abbastanza coraggioso da ripeterglielo molte volte. Temeva di consumare quelle parole e quel sentimento, gli bastava sperare che lei lo sapesse e che lo ricambiasse.
Finito il pranzo, Michael andò a prendere il giornale che aveva distrattamente lasciato nella cassetta della posta. Il padre di Amelia gli aveva assicurato un abbonamento quotidiano al Ned’s Daily, il giornale della città, così ogni mattina ne ricevevano una copia.
Valerie ci scherzava sempre su, quel giorno non fu da meno.
«Qual è la notizia in prima pagina oggi? Un matrimonio o un funerale? Oh no, lo saprei già altrimenti. Aspetta, una mostra di quadri a Perth. Ho indovinato?»
Ma quel giorno, Michael non rise. Quasi non l’ascoltò. Era troppo concentrato a leggere mille volte il titolo dell’articolo in prima pagina, a guardare la foto stampata eccezionalmente a colori. Lesse l’articolo una volta. Non ci credette. Lo rilesse, eppure tutte quelle parole dovevano essere vere. La foto riportata era stata scattata a Perth, secondo quando diceva l’articolo: era pieno giorno, sullo sfondo c’era una vetrina di un negozio d’abbigliamento, la zona era piuttosto isolata, lontano dal centro e dagli altri punti più importanti della città. Ritraeva un uomo incappucciato con le mani in tasca, vestito completamente di nero. Era sfocata, ma era impossibile non notare i capelli biondi che uscivano dal cappuccio e i lineamenti del viso. Solo gli occhi erano coperti dagli occhiali da sole, ma non c’erano dubbi su chi fosse.
«Mike? » disse Valerie, sedendosi accanto a lui. Aveva uno sguardo troppo serio, non aveva sorriso, non aveva risposto ironicamente alla sua battuta. «C’è qualcosa che non va?»
«È a Perth. È a un’ora da noi» mormorò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli. Il suo tono di voce era sconfitto, preoccupato. Terrorizzato.
«Chi è a Perth?» domandò lei, mettendogli una mano sulla spalla. Michael le passò il giornale e lei lesse il titolo: “Boss ricercato avvistato a Perth”. Il giornale le scivolò dalle mani.
«Non è possibile.» Valerie sospirò, lo sguardo perso nel vuoto. Poi si voltò verso di lui. «Non può essere qui.»
«Infatti non è qui, ma quando scoprirà che ci siamo noi non esiterà a venire e a radere al suolo questa città, se sarà necessario» rispose Michael. Si alzò di scatto dal divano e andò a prendere il telefono nella tasca della giacca.
«Cosa stai facendo?» chiese Valerie, seguendolo.
«Chiamo Ashton e Amelia. Dobbiamo andarcene.»
«E dove andremo? Nedlands era il nostro porto sicuro. Siamo scappati da Sydney per venire qui, non sappiamo dove altro andare. Non abbiamo una casa da nessuna parte. Michael! Mi stai ascoltando?»
Lui non aveva ancora composto nessun numero. «Li chiamo, poi capiremo cosa fare.»
La telefonata fu breve. Durò un minuto e mezzo. Valerie era ritornata a sedersi sul divano. Andava tutto bene, finalmente, tutto stava andando per il verso giusto: lei e Michael erano felici, Amelia e Ashton sarebbero diventati genitori, e adesso? Adesso non avevano un futuro. Nessuno di loro ce l’aveva, a meno che non fossero scappati di nuovo. Ma dove? Sydney era pericolosa, non avevano abbastanza soldi per iniziare a vivere in un’altra città, anzi, se Luke era arrivato a Perth la meta più sicura sarebbe stata addirittura un’altra nazione.  Cosa avrebbe detto alla sua famiglia? Tutti loro ne avevano una da qualche parte, tutti loro avevano qualcuno a cui volere bene. Non potevano andarsene di punto in bianco. E poi, accedere alla loro partenza da qualsiasi aeroporto sarebbe stato troppo facile per Luke.
Michael ritornò indossando la giacca. Non ci fu bisogno di dire niente. Valerie sospirò e si alzò dal divano. Si avvicinò a Michael, poi lo baciò sulle labbra, mentre cercava di trattenere le lacrime. «Vado a fare le valige. Ti prego, torna presto.»
Lui le accarezzò il viso e uscì di casa. Sarebbe ritornato entro sera, doveva assolutamente parlarne con Ashton. Intanto, Amelia avrebbe dovuto trovare una scusa per allontanarsi dalla sua famiglia dopo un solo mese dal suo ritorno. Gli dispiaceva da morire per lei, era quella che era stata messa alla prova più di tutti loro, eppure non era scappata, era rimasta al fianco di Ashton nei momenti più critici. Michael guardava ed era spettatore di tutto quello che li legava e rimaneva meravigliato: non aveva mai conosciuto qualcuno forte e determinato come lo erano loro.
Lui e Ashton si incontrarono al bar di Travis. Il primo e probabilmente l’ultimo posto che avrebbero visto di quella città. Ashton era serio, la telefonata di Michael l’aveva allarmato. Era insieme ad Amelia quando l’aveva ricevuta, lei aveva voluto sapere tutto e lui non gliel’aveva nascosto. Aveva visto la paura dilagare negli occhi di lei non appena disse che Luke era a Perth. Ma fu solo un momento, si riprese velocemente e disse di avere un’idea. Lui dovette uscire prima che lei gliela potesse spiegare.
Si misero seduti ad un tavolo abbastanza lontano dagli altri. Ordinarono due caffè e smisero di parlare non appena qualcuno si avvicinava al loro tavolo.
«Cosa pensi di fare?» gli chiese Michael.
«Non ci sono molte cose da fare. Dobbiamo andarcene il più lontano possibile da Perth» fece una pausa e sospirò. «Sappiamo entrambi che il posto più lontano che possiamo permetterci è Sydney, lì ho una casa, ma Luke sa dov’è. È il primo posto dove andrebbe a cercarci.»
«Non possiamo lasciare l’Australia. Non abbiamo i soldi» ribatté Michael.
«Lo so, cazzo, lo so!» esclamò Ashton. Fece per parlare quando ricevette un messaggio da Amelia. Lo aprì in tutta fretta.
«Chi è?» domandò Michael.
«Amelia. Josh le ha appena detto che hanno trasferito di nuovo Calum» disse Ashton, inizialmente non diede peso alla notizia. Anzi, non capiva proprio perché Amelia gliel’avesse detto in un momento tanto critico. Poi ricordò: la casa editrice dove lavorava Calum aveva tre sedi: a Perth, a Melbourne e... a Sydney.
«E quindi?» domandò l’altro.
«Dobbiamo avere fortuna. Tanta. Chiamo un attimo Amelia» disse Ashton. Michael attese trepidante. Non capì perché Ashton le stesse chiedendo dove l’avessero trasferito, ma comprese tutto quando lo sguardo di lui s’illuminò. «Abita a Sydney, Michael. Andiamo tutti da lui.»
«Senza offesa, Ash» iniziò Michael. «Gli hai praticamente rubato la ragazza da sotto il naso e non sa nemmeno chi siamo io e Valerie, non penso vorrà ospitarci a casa sua.»
«Se non lo fa moriamo tutti. Compresa Amelia. So che non gli importa nulla di noi, ma gli importa di lei. Non permetterà che venga uccisa da Luke. Specialmente ora che...» disse, ma poi si bloccò all’improvviso. Non voleva nemmeno pensare al bambino. Se tutto fosse andato male, sarebbe morto col rimpianto di non aver mai visto suo figlio negli occhi e di non averlo protetto come doveva. Dovevano resistere altri otto mesi. Dovevano sopravvivere per otto mesi, poi Amelia sarebbe scappata e lui... Dio, gli scoppiava la testa!
«Travis» esclamò Ashton. L’uomo si avvicinò con un sorriso sul volto. «Puoi portarmi un po’ di brandy per favore?»
«Ashton» lo riprese Michael.
«È stata una giornata meravigliosa fino a che non mi hai chiamato, Mike, adesso è una giornata di merda. Non voglio pensare. Domani mattina starò meglio» rispose Ashton, guardandolo torvo.
Michael aspettò che Travis si allontanasse. «Non so se abbiamo tempo fino a domani mattina»
«Non guiderò io, allora» disse ancora Ashton, irritato e nervoso. «Lasciami bere in pace.»
Il telefono di Ashton squillò, lui non vide nemmeno chi era. Un minuto dopo, Michael sentì la tasca vibrare: fu sorpreso di vedere il nome di Amelia sul display. Rispose. «Dimmi.»
«Ashton è con te?» gli chiese lei, esasperata, dall’altra parte del telefono. «Bene, digli di tornare a casa. Adesso. Valerie mi ha spiegato a linee generali che dobbiamo levare le tende. Con un po’ di fortuna partiamo stasera, ma mi serve che lui torni a casa» disse ancora.
«Ci penso io» disse Michael. Attaccò e poi «Travis, il brandy non ci serve più!»
Michael lasciò in cassa i soldi del caffè e trascinò Ashton fuori dal bar. Nonostante le sue proteste, riuscì a farlo salire in macchina. Bastò dirgli che Amelia aveva bisogno di lui per farlo partire a velocità della luce.
 
          

 
Marianne's corner:
Credo che dire che mi stavo dimenticando di aggiornare non è una buona mossa, quindi non lo dirò apertamente. Ecco il primo di una serie di capitoli relativamente noiosi, eccetto qualche sprazzo di luce vi preannuncio che non ci saranno molti colpi di scena per i prossimi due/tre capitoli. Non è stata una mossa intelligente nemmeno questa, I know. Maaa non posso farci nulla, ai nostri poveri personaggi serve il tempo che serve, dal momento che questa storia è in terza persona, ci saranno le storie di tutti. Qui ho voluto spiegare in modo molto easy peasy  cosa hanno combinato i  nostri Malerie a Nedlands, cioè non molto, ma l'importante è che ci sia l'ammmmore.
E scusate se mischio inglese-italiano-scleri: sono stata malata per quasi una settimana, il che ha significato molti giornate all'insegna delle serie tv rigorosamente in lingua con i sottotitoli e adesso penso esclusivamente in inglese, con un accento decisamente americano e, ugh, ho dei problemi. >_<
Smetti di farneticare e passo a ringraziare chi ha recensito lo scorso capitolo: genesisandapocalypse, Hazel_, tatanata, Chakey, jale90 e Letizia25, so sweet :3
Spero che anche questo vi sia piaciuto e non esistate a farmelo sapere, 
Besos
Marianne

PS: Per un possibile pseudo-trailer temo dovreste aspettare almeno le vacanze di Pasqua, sono mancata decisamente troppo a scuola e avrò un sacco di roba da fare, sorry. ç_ç

 
   
 
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