18/03/2015
3 recensioni
Ritrovarsi, almeno in sogno
*sogno*
*sogno*
Apro gli occhi.
Mi trovo in uno spazio bianco, totalmente asettico; si potrebbe definire vuoto.
Sono sdraiata per terra, su un pavimento anch’esso bianco.
Mi rimetto in piedi spazzolandomi via una polvero inesistente dai jeans e scostandomi i lunghi capelli arancioni dal viso.
Incuriosita da questo strano luogo, e ancor più di non essere terrorizzata dal senso di ignoto, mi guardo intorno alla ricerca di qualche indizio o indicazione.
Non appena mi volto la vedo. È lì, a qualche metro di distanza, in piedi con le mani appoggiate sui fianchi, mi guarda con un sorriso stampato in faccia e una sigaretta mezza consumata tra le labbra sottili.
-Che stai aspettando? Vieni subito qui!- mi invita, allargando le braccia, mentre i suoi occhi si illuminano.
Al contempo i miei si riempiono di lacrime e un bisogno di vicinanza, affiliazione, supporto mi pervade.
-Bellemer!- riesco a dire unicamente correndole in contro con la vista già offuscata dal pianto.
Lei mi accoglie con fare materno mentre io affondo il viso nel suo petto, senza il coraggio di guardarla in faccia, inzuppandole la camicetta.
Non è possibile che lei ora sia qui, viva e vegeta. L’ho vista morire davanti ai miei occhi per mano di quel farabutto di Arlong.
Per di più non è cambiata di una virgola, dimostra lo stesso aspetto che aveva dieci anni fa e anche i vestiti sono i medesimi.
E poi dove sarebbe stata per tutti questi anni?!
Tutto questo non ha alcun senso.
La sento appoggiarmi una mano sui capelli, accarezzandomi dolcemente il capo. Riesco quasi a immaginare lo sguardo che ha in questo momento: dolce e affettuoso. Lo sguardo di una mamma che lei ha sempre usato con parsimonia, in rare e significative occasioni. Ho paura che se la guardassi sparirebbe, per questo preferisco rimanere in questa posizione stringendo il più possibile gli occhi facendo così uscire sempre più copiose le lacrime.
-Ehi, perchè piangi? Non vi avevo forse detto di sorridere sempre?!- il suo tono è tenero e canzonatorio allo stesso tempo, la percepisco sorridere impercettibilmente.
Grazie a queste parole trovo il coraggio di riaprire gli occhi.
Ha ragione. Ci ha sempre detto, a Nojiko e me, di non dare importanza alle cose brutte che ci succedono, di non odiare nessuno e che prima o poi i bei momenti arrivano. E aveva proprio ragione; dopo anni vissuti come schiava ho incontrato delle persone meravigliose che ho la fortuna di poter chiamare nakama, amici, con cui ho condiviso più momenti belli che brutti.
Risoluta sollevo il viso verso di lei asciugandomelo con il dorso della mano e sforzandomi, neanche troppo, di sorridere. Ancora non riesco a proferire parola.
-Così va molto meglio!- mi dice ritrovando la sua tipica espressione spensierata.
Con un gesto svelto e repentino che fatico addirittura a registrare, figurarsi ad anticipare, mi sfila qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans: una mappa, che nemmeno sapevo di avere con me.
La srotola e la fissa con attenzione, corrugando appena le sopracciglia.
-Wheateria…- mormora leggendo la dicitura –Ma è un’isola nel cielo!- esclama eccitata.
Ma non fa in tempo a chiedermi nient’altro. Ho trovato al forza di parlare e non riesco più a trattenermi.
-È bello rivederti, mamma- accompagno queste parole con un sorriso ancor più sincero del precedente.
Lei sgrana gli occhi che le brillano di una luce soddisfatta: poche volte mi ha sentito chiamarla a quel modo.
-C’è solo una cosa che non capisco…- proseguo –Cosa ci ai qui? Tu sei… morta- quest’ultima parola mi fa inevitabilmente salire un nodo in gola.
Lei mi prende il viso tra le mani, con una delicatezza che quasi non le appartiene.
-Questo è solo un sogno, piccola mia-
I miei timori si fanno certezza e il mio sguardo non può fare a meno di rattristarsi.
-Sono venuta a trovarti solo per dirti che ti tengo sempre d’occhio e che ho continuato a farlo per tutti questi anni. Sono orgogliosa di come sei cresciuta, della donna che sei diventata. Non arrenderti mai davanti alle avversità e persegui il tuo sogno fino alla meta. E, cosa più importante di tutti, ricorda: non sarai mai più sola-
Nuove lacrime tornano a rigarmi le guance, un mix di gioia e tristezza, ma il mio sorriso non vacilla.
Lei mi abbraccia nuovamente passandomi saldamente le braccia dietro la schiena ed io faccio altrettanto.
Non so per quanto tempo rimaniamo in questa posizione, senza dirci nulla: minuti, ore, giorni.
So solo che dopo un po’ la sento perdere consistenza, come se fosse meno… concreta.
O forse semplicemente sono io che mi sto risvegliando per tornare alla realtà.
Probabilmente questo nostro incontro è stato unicamente frutto della mia immaginazione ma io voglio credere che sia tutto vero, che lei vegli su di me e sul mio sogno, che sia orgogliosa di me.
-Addio, Bellemer….- sussurro, un attimo prima di svegliarmi.
Angolo dell’autrice:
Buon salve a tutti!
Spero che questa piccola OS vi sia piaciuta e non sia stata troppo triste (ultimamente mi escono bene queste cose… Dopo il periodo “demenzialità” ecco quello “tristume”). Avevo già scritto una cosa simile in cui Nami sognava Bellemer, ma li avevo descritto il risveglio.
Colgo l’occasione per ringraziare le ideatrici del Panda Day che mi permettono di trovare sempre prompt molto ispiratori e che mi permettono di partecipare con le mie storielle :)
Vorrei anche lasciare un paio d’avvisi (ormai sono la donna degli avvisi!):
-Il gruppo facebook del fandom d One Piece esiste ed è operativo e aspetta solo voi!! :D vorrei davvero che raccogliesse tutti e non solo una cerchia ristretta :)
-adoro scrivere storie prendendo spunto da immagini! E basandomi su questo ho creato una challenge sul forum di EFP. Se qualcuno fosse interessato a dargli un’occhiata vi lascio il link http://freeforumzone.leonardo.it/d/11031820/One-Piece-Scegli-il-pairing-scegli-l-immagine/discussione.aspx
Ringrazio infinitamente tutti voi per aver letto la storia
Alla prossima!