"Mi odi... Mei?" Jean stava sopra di me, la voce tremante per lo sforzo di bloccarmi le braccia al di sopra della testa, appoggiata al freddo pavimento della stanza d'infermeria in cui ero in convalescenza:"Jean... no, non ti odio... ti disprezzo e provo pena per te" Il mio tono sprezzante e disgustato irritò il ragazzo, un lampo di rabbia e... dolore? attraversò i suoi occhi scuri, ma fu solo per un secondo, sorrise spavaldo e piano piano avvicinò il suo viso al mio... il mio respiro si fece affannoso, ed avvampai violentemente. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi così espressivi: "Se proprio vuoi violentarmi fallo... ma mi vendicherò; ricorda, se sei riuscito a battermi è stato solo perchè sono ferita." Lanciai un'occhiata carica di rammarico alle mie gambe, sotto il corpo di Jean, incapaci di muoversi, poichè rotte. Il giovane sorspirò, quasi fosse stanco, poi sorrise nuovamente"...Ancora...ancora non hai capito...?" Sussurrò quelle parole, il suo respiro sul collo mi fece rabbrividire, la sua voce carica di un sentimento a me sconosciuto; chiuse gli occhi e mi baciò dolcemente, la sua lingua entrò nella mia bocca, accarezzò il mio palato facendomi emettere un gemito di stupore... Quel bacio... mi piaceva.Spalancai gli occhi stupita da quesi sentimenti; il mio respiro si fece pesante, il cuore batteva veloce, quasi come se volesse uscirmi dal petto, arrossii e tentai di opporre una debole, titubante resistenza a quell'attacco così improvviso; e poi lui liberò i miei polsi indolensiti, e la sua mano andò ad accarezzarmi il viso. Ero coscente di poterlo battere ora che ero libera, e invece rimasì lì, impotente, per una volta debole, io, che sempre avevo lottato,che non mi ero mai arresa, per la prima volta, per mia volontá, decisi di arrendermi per lasciarmi andare all'amore di quel ragazzo. Le nostre labbra, gonfie, si separarono di pochi centimetri, i nostri respiri affannosi si confondevano, mi guardò negli occhi, cosciente della mia resa, e per la prima volta, serio e quasi stupito disse:"Mi ami... Mei?