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Autore: xela182    19/03/2015    8 recensioni
Un annoiato Draco Malfoy adulto entra al Ghirigoro per ritirare alcuni importanti manoscritti.
Sembra una giornata come le altre, fino a quando non entra un altro cliente...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NdA: Questa storia è nata nella mia testa dopo aver letto la biografia di Draco.
Non ho mai amato particolarmente questo personaggio, ma ci sono degli aspetti del suo carattere che apprezzo, anche se di certo non lo approvo. Ma il mio lato ottimista sente che in fondo, proprio in fondo, c'è del buono e visto che anche la zia Row ha affermato che: "Devo ammettere, pur rischiando di riattizzare fantasie malsane, che c'è una scintilla di bontà in Draco", chi sono io per spegnere questa scintilla?
Così le ho dato modo di accendersi un pochino.
Spero di non aver rovinato i personaggi, è la prima volta che scrivo di Draco, spero davvero non risulti mieloso.
Il titolo è un esplicito riferimento al capitolo ne "H.P. e il principe mezzosangue", solo che qui la deviazione è di altro genere (no, non è una slash tra Draco e Harry:P)
Buona Lettura


 
La deviazione di Draco


 
La porta si aprì cigolando davanti a lui e un vago sbuffo irritato uscì dalla sua bocca.
Da quando aveva memoria quella porta, nell’ordine, cigolava, s’inceppava a contatto col pavimento per poi aprirsi di schianto facendo tintinnare la campanella.
Quel giorno non fu diverso dagli altri, se non per la consapevolezza nell’uomo, che la routine del Ghirigoro cominciava a dargli ai nervi e prima che il vecchio Lyrich gli venisse incontro, sfiorò la bacchetta che aveva riposto sotto l’elegante mantello in direzione dell’uscio, che sembrò sospirare di gratitudine o forse era solo l’esalazione dell’ultimo cigolio.
- Ho ricevuto il messaggio, Lyrich. Sono venuto a ritirare i volumi.
L’anziano libraio non dovette neanche alzare lo sguardo per capire a chi appartenesse quella voce ferma e strascicata e in un baleno sparì nel retrobottega proferendosi in diversi salamelecchi in direzione del cliente.
L’uomo alzò gli occhi al cielo, Merlino, era solo passato a ritirare un ordine che riteneva troppo delicato per la consegna via gufo. E poi che altro aveva da fare?
Sì, avrebbe potuto presenziare almeno una volta, come non mancava di fargli notare suo padre, alla schiusa delle ultime uova nell’allevamento, di sua proprietà da generazioni, per Morgana, come se in ventotto anni non avesse mai visto un pavone. Oppure sarebbe potuto andare all’inaugurazione dell’ennesimo Centrononsocosavattelapesca che suo padre aveva fatto costruire giusto per ingraziarsi la comunità magica, sorridere e far finta di essere al centro di un enorme Muffliato che gli impediva di sentire la cantilena dei sussurri del suo nome accompagnato in una risatina dal solito “Mangiamorte”.
In realtà c’erano alcune cose che gli sarebbe piaciuto fare quella mattina; avrebbe volentieri trascorso del tempo con suo figlio, particolarmente interessato al leggendario alchimista Re Mida, ma sfortunatamente era già sotto le grinfie dell’istitutore. Al pensiero si dipinse sul volto dell’uomo una smorfia, ricordava bene il suo istitutore, tale Gregory Annoy, che in quanto ad apatia era medaglia d’argento solo dopo il professor Ruf di Hogwarts.
A proposito della scuola… indubbiamente era un altro posto dove gli sarebbe piaciuto tornare.
Ma dopo l’ultima volta, alla cerimonia di riapertura dopo la ricostruzione, passare nuovamente sotto lo sguardo della professoressa McGranitt che già quel giorno avrebbe voluto incenerirlo, non gli sembrava una buona idea.
 
Finalmente Lyrich ricomparve con le braccia colme di tomi antichissimi e nell’esatto momento in cui li posò sul vecchio tavolo impolverato, la porta gracchiò ancora una volta, anche se in modo meno sinistro della precedente, e fece capolino un ragazzino.
 
L’uomo serrò impercettibilmente la mascella e chiuse nervosamente gli occhi. Era probabile, conoscendo Lyrich, che il nuovo cliente avrebbe attirato la sua attenzione, distogliendola dai suoi preziosi libri.
Com’era prevedibile il libraio si voltò verso il fanciullo con un sorriso da un orecchio all’altro, dimentico dell’adulto che aveva di fronte.
- Buongiorno, caro! Sei venuto per il nuovo almanacco di Quidditch, immagino, sta andando a ruba!
Quidditch! Per Salazar,c’era davvero qualcuno che comprava libri sul Quidditch?
Senza rendersene conto aveva assunto l’aria altezzosa che aveva suo padre di fronte a ciò che disprezzava, quell’aria che lo incantava così tanto da bambino, quasi quanto lo infastidiva da adulto. Tossicchiò spostandosi di lato, in modo da permettere al ragazzino di farsi avanti e comprare il suo almanacco.
 - Ehm, buongiorno a lei, signor Lyrich… veramente so di essere molto in anticipo ma… ho ricevuto la lettera da…
- Ma certo! – lo interruppe il vecchio battendosi la mano sulla testa ormai canuta – I libri di testo di Hogwarts! Te li prendo subito!
E per la seconda volta scomparve nel retro.
- Direi che è troppo tardi per dirgli che cercavo solamente delle letture preparatorie. – sospirò il ragazzino.
L’osservazione face sorridere l’uomo che si decise, ormai incuriosito, a voltarsi verso di lui.
Il sorriso gli si spense dal volto e i denti digrignarono alla vista della chioma azzurra di quello che era a tutti gli effetti suo cugino.
 
*****
 
La notizia del matrimonio tra il suo ex professore lupo mannaro e sua cugina, intravista ad Hogwarts l’estate precedente, gliel’aveva data proprio Lord Voldemort. Non che sua madre e sua zia non ne fossero a conoscenza, ma saggiamente non ne avevano fatto parola con nessuno per non compromettersi, illudendosi che la notizia non sarebbe giunta al Signore Oscuro.
Per sua madre cosa facesse o non facesse la figlia di sua sorella era indifferente, sebbene l’avere in famiglia un lupo mannaro la schifasse abbastanza, non le era neanche passato per la testa di eliminare sua nipote, lo aveva capito dall’espressione del suo volto, mentre zia Bellatrix annunciava a tutti i presenti che se ne sarebbe occupata lei. Anche suo padre era piuttosto sollevato, ma sua madre la prese come l’ennesima cosa che si doveva fare per salvare la pelle. E non avrebbe mai barattato la sua famiglia con quella della sorella.
In quel momento lui le fu davvero grato. Insomma, che ne sarebbe stato della sua reputazione con dei lupi mannari nell’albero genealogico?
Ma la battaglia aveva cambiato molte cose. Sua madre aveva mentito a Voldemort per salvarlo. Era andato molto vicino a rimanere orfano. Era andato molto vicino alla morte. Per una serie di fortunate coincidenze e per la bontà di Harry Potter, che nonostante tutto, l’aveva salvato, era sopravvissuto. Ma aveva perso Tiger.
E fu la perdita di Tiger ad aprirgli gli occhi una volta visto il campo di battaglia.
Colin Canon, che lui aveva sempre preso in giro per il suo venerare il Prescelto… aveva appena sedici anni.
Ron Weasley, in guerra con lui fin dal primo viaggio in treno, devastato per la morte del fratello.
Il professor Piton… suo mentore negli anni a Hogwards, un amico-nemico, che fino all’ultimo voleva proteggerlo, l’uomo fidato di Lord Voldemort che non aveva esitato a sbarazzarsi di lui per possedere una bacchetta.
Il suo ex professore di Difesa contro le Arti Oscure, quello che gli aveva detto che era straordinariamente dotato perché riusciva a “ragionare a freddo” e gli aveva accennato che gli incantesimi non verbali non sarebbero stati un problema per lui.
Sua cugina, che finalmente vedeva in volto, così uguale ai Black e così differente.
E poi lei, la consapevolezza che loro erano dalla parte giusta, erano morti per impedire che gente senza scrupoli come lui facesse di loro ciò che voleva. L’amaro che gli era salito alla bocca dopo quel giorno non lo lasciò più.
 
*****
 
Anche il ragazzino si era girato per guardarlo e gli stava sorridendo cortese.
Aveva gli occhi chiari del padre, così come i tratti forti del viso, ma aveva anche un non so che della giovane donna che ricordava in ronda a Hogsmeade.
- Mi dispiace avervi interrotto… - cominciò impacciato - Non stavo più nella pelle per via, sa della lettera. Ci sono così tante cose da fare, da imparare! E la curiosità dello Smistamento! E… e sto di nuovo parlando a raffica, mi scusi.
Fece per mordersi la lingua e incassò la testa fra le spalle.
L’uomo si schiarì la voce prima di decidersi a parlare e quando lo fece fu felice di notare che non c’era nessun tremito e la voce era strascicata e roca come al solito.
- Tutti hanno timore dello Smistamento. – lo rassicurò – Figurati che io temevo di finire a Tassorosso!
Si voltò nuovamente abbozzando un sorriso, che il cipiglio del ragazzino fece allargare.
- Ehi! Tassorosso è una bella casa! C’era la mia mamma a Tassorosso!
- Sì, ma quante Coppe delle Case ha vinto? – chiese malignamente, ma sempre sorridendo.
- Oook, colpito nel segno. – ribattè mogio l’altro – Comunque a me vanno bene tutte… certo a Serpeverde c’è finita solo la nonna…
- E io. – il ragazzino lo guardò sorpreso – Il Cappello non me lo misero neanche in testa! Appena mi ha sfiorato ha sentenziato “Serpeverde”!
E dicendolo imitò la voce gracchiante del Cappello Parlante, facendo ridere di gusto il ragazzino che tra le lacrime riuscì solo a rispondere: - Secondo lo zio Ron non è una bella casa, però…
- Ma che vuoi che ne sappia, Weasley! – sbottò incapace di trattenersi nei riguardi del suo vecchio rivale.
- Oh, lui sa tante cose! Mi ha raccontato che lui e Harry sono entrati nel loro dormitorio una volta! – aggiunse con fare cospiratorio.
- Che cosa? – scattò feroce, come se gli avessero trafugato il conto alla Gringott.
- Shhh, - lo ammonì il fanciullo con un dito sulle labbra – Non si deve sapere, sono due  Auror! Mi prometti che mantieni il segreto? – aggiunse poi in tono supplichevole.
L’uomo si massagiò la fronte, fingendo di pensare alla richiesta.
- E va bene, - sospirò teatralmente – Ma solo per dimostrarti che noi Serpeverde siamo compatti verso i nostri compagni e amici.
- Ma non è detto che io vada a Serpeverde! – esclamò l’altro, timoroso che il patto si potesse infrangere dopo lo Smistamento.
- Beh, non è obbligatorio essere della stessa casa per essere amici, ti pare? – rispose ridacchiando l’uomo.
- Quindi tu avevi amici nelle altre case? – domandò speranzoso il piccolo.
- No.
La faccia divertita dell’uomo svanì non appena riapparve il libraio con un primo carico di volumi nuovi, pronti per essere acquistati.
- Prima che ricominci a parlare, ti conviene chiedere i volumi che volevi. – sussurrò l’uomo al ragazzino.
- Beh, - tossicchiò imbarazzato – Mi sarebbero piaciuti “Gli animali fantastici dove trovarli", “Introduzione alle materie di Hogwarts” e “Rudimenti di alchimia per principianti”, ma temo di non aver abbastanza denaro con me per tutto…
- Ti interessi già di alchimia? – chiese colpito l’uomo inarcando un sopracciglio.
- Oh, sì. So che non si studia prima del M.A.G.O. , ma la nonna mi ha accennato qualcosa e la trovo davvero fichissima!
Per Cassandra Vablatsky*! La scienza magica che studia la delicata essenza delle sostanza in modo da riprodurle e modificarle, era decisamente interessante, affascinante, per alcuni versi morbosamente curiosa, ma definirla fichissima
- Ecco qua, giovanotto! – cinguettò Lyrich – Tutti i testi del primo anno che…
- Mi faccia la cortesia di metterli sul mio conto, signor Lyrich. – lo interruppe l’uomo cavando di tasca una notevole manciata di galeoni d’oro – E aggiunga questi.
Con un movimento delicato della bacchetta appellò i libri fuori elenco, con gran stupore del ragazzino, rimasto a bocca aperta, più per la magia compiuta che per i soldi che aveva visto.
- E questo. – un ulteriore volume finì direttamente tra le braccia del Metamorphomagus, i cui capelli diventarono di una tonalità più azzurra del normale.
- “L’alchimia del desidero: dove non può la magia” – lesse il fanciullo e sul volto dell’uomo si dipinse un’espressione strana, che sembrava non appartenergli.
Per un attimo gli sembrò di tornare a quel dicembre di tanti anni prima, quando a fine lezione venne richiamato dal professor Lupin. Baldanzoso e supponente si recò alla catterdra già pronto a ribattere ad un rimprovero che non arrivò mai.
- Draco, il professor Piton mi ha detto che ti interessa l’alchimia. So che non rientra nei programmi del G.U.F.O., - aveva esordito aprendo un cassetto dalla scrivania – Ma penso che la curiosità, didattica s’intende, vada premiata… quindi… ecco qua, - proseguì porgendogli un libro ormai consunto – Se può esserti d’aiuto… più di quanto non lo sia stato a me, spero. – concluse in un sussurro.
Solo dopo aver scoperto la sua natura aveva compreso le sue parole e il motivo per cui Remus Lupin si fosse interessato all’alchimia.
Con un vago gesto della mano tornò al presente, scacciando via i ricordi come moscerini nell’aria e riprese il suo solito aplomb.
- È un ottimo testo. Me l’aveva consigliato un ottimo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. – gli disse prendendo dalle mani del libraio i suoi preziosi tomi.
- Tuo padre. – aggiunse – Non il migliore, certo, era pur sempre un Grifondoro e anni luce lontano da Piton, ma non male.
- Grazie, signore. Ma non posso accettare, non la conosco neanche. – riuscì finalmente a dire il ragazzino – E comunque mio padre era il più forte.  Ha anche ribaltato Harry una volta!
- Ha ribaltato Harry Potter? – domandò sinceramente curioso, l’uomo, che vedendo il cenno d’assenso aggiunse – Beh, in questo caso direi che ha pienamente la mia stima.
L’uomo fece una risatina alla vista della faccia esterrefatta del piccolo Lupin.
Si ricompose sentendo delle voci insopportabilmente familiari giungere dalla strada.
- Ehm, scusate quindi cosa… - il vecchio libraio non si era perso una parola del dialogo, temendo forse che l’uomo ingaggiasse un duello contro un ragazzino privo di bacchetta.
- Come le ho già detto, Lyrich, i libri del signor Lupin sono a carico mio. Se non bastassero i galeoni, segni sul conto di Draco Malfoy.
- Draco Malfoy? – ripetè in un sussurro il ragazzino.
- Ora devo proprio andare. – gli disse Draco – È stato un piacere.
Rapido ed elegante in un momento sparì dal negozio, giusto un secondo prima che apparisse Harry.
- Allora, Teddy? Hai trovato i libri che cercavi? – chiese raggiungendo il figlioccio e cingendogli le spalle con il braccio. – Ehi, sul serio vuoi comprare tutta questa roba? – aggiunse ridendo dandogli un piccolo buffetto sulla guancia.
- A dire il vero, me l’ha regata!
Harry guardò smarrito il signor Lyrich che scosse la testa con la bocca ancora spalancata per ciò a cui aveva assistito.
- No, non lui. – spiegò Teddy, volgendo gli occhi alla porta – Un altro signore.
- E di chi si tratta?
- Di mio cugino.








*E' nelle figurine delle cioccorane in Pottermore ;)
  
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