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Autore: ADelacroix    19/03/2015    1 recensioni
Grazie alle dichiarazione di un nuovo testimone, la squadra Cold Case può riaprire le indagini sull'omicidio del giovane agente di polizia Kenny Williamson ucciso nel settembre del 1965. Durante le indagini, però, i detective saranno costretti a fare i conti con un altro e ancor più sospetto delitto. Tra reticenza e fughe di notizie, nuovi incontri e vecchie conoscenze, l'unità Delitti Irrisolti riuscirà a scoprire la verità?
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold Case 8'
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«potete accodarvi qui» disse un’infermiera alle detective Rush e Miller indicando due poltrone nella sala d’attesa fuori dal reparto di terapia intensiva «vado subito a chiamare Padre Gaines» poi scomparve dietro alle porte rompi fuoco che permettevano l’accesso al reparto di rianimazione.
«perché siamo qui?» chiese Kat
«non lo so nemmeno io, ma questo padre Gaines ha chiesto che venissimo perché potrebbe avere delle informazioni su un caso del ‘65» rispose Lilly concentrandosi poi su un quadretto dai colori sbiaditi appeso alla parete di fronte a lei.
«Scotty mi ha detto che Cristina si è ripresa la bambina» iniziò cauta Kat approfittando del momento di calma «tu come stai?»
Lilly la guardò nemmeno troppo stupita. Evidentemente Scotty avesse deciso di spiegare anche agli altri perché ultimamente era diventata così strana, più silenziosa e pensosa del solito. Comunque, pensò Lilly, era meglio così, tanto prima o poi lo avrebbe scoperto lo stesso.
«è strano, ma va tutto bene» rispose Lilly senza troppa enfasi.
Le porte della terapia intensiva si aprirono, ma ne uscì solamente un infermiere che andò dritto senza degnare di uno sguardo né Lilly né Kat.
«ok, se hai bisogno comunque …» Kat, però, non poté finire la frase.
Le porte della terapia intensiva si aprirono di nuovo, ma questa volta ne uscì un corpulento uomo di colore che dimostrava circa una settantina d’anni, con radi capelli bianchi, il viso glabro, un paio di occhialetti rotondi dalla montatura d’orata sul naso e completamente vestito di nero con il collarino bianco da prete al collo.
«sono Padre Gaines della chiesa di St. Martin a Cobbs Creek» si presentò l’uomo stringendo la mano alle due poliziotte «vi sono molto grato per essere venute subito»
«al telefono ha detto di avere delle informazioni su un caso del 1965 … » ma Lilly venne subito interrotta.
«non sono io che posso aiutarvi. Vi ho chiamato perché un mio parrocchiano ha qualcosa da confessarvi riguardo ad un omicidio avvenuto nel settembre del ‘65» iniziò tranquillo il padre.
«ha ucciso un uomo?» chiese Kat.
«no, ma sta per morire e non vuole che ciò che ha visto scompaia con lui. Ha delle informazioni sull’omicidio di un poliziotto»
«possiamo parlare con lui?» continuò Lilly.
«certamente è per questo che vi ho chiesto di fare in fretta: non sappiamo per quanto tempo sarà ancora cosciente. Devo però avvertirvi che è molto malato, quindi non potrete rimanere dentro a lungo» detto questo Padre Gaines aprì la porta di metallo e fece strada alle due detective.
Oltre la soglia si estendeva un lungo corridoio con porte su entrambi i lati: alcune chiuse, altre invece erano aperte e lasciavano intravedere all’interno persone attaccate a respiratori e altri macchinari. Lilly e Kat seguirono a passo svelto Padre Gaines senza prestare troppa attenzione ai degenti ed entrarono in una stanza a circa metà del corridoio. All’interno, un altro uomo di colore sulla sessantina, sonnecchiava rannicchiato mentre attorno a lui un paio di persone vegliavano.
«potreste lasciarci soli un momento?» chiese Padre Gaines ai famigliari che subito lasciarono la stanza e, quando anche l’ultimo se ne fu andato, chiuse la porta e si avvicinò all’uomo steso nel letto. Era un uomo piccolo, dal volto segnato da rughe profonde e dall’aspetto emaciato di chi è da troppo tempo in ospedale con una condanna a morte che gli pende sul capo.
«Malcolm, sono arrivate queste due detective per te» disse dolcemente scuotendolo per la spalla finché l’altro non aprì gli occhi.
Malcolm, aiutato da padre Gaines, che gli sistemò i cuscini dietro la schiena, si mise a sedere per poter vedere bene in faccia Lilly e Kat, ma solo quel minimo sforzo bastò per mozzargli il fiato.
«sono Malcolm … » tentò questo di presentarsi ma un eccesso di tosse gli impedì di continuare.
«Malcolm è meglio se gli racconti subito quello che hai detto a me ieri» intervenne Padre Gaines pacatamente dandogli qualche colpo leggero sulla schiena.
«va bene» Malcolm respirò profondamente, poi riprese a parlare «nel settembre del 1965 io ero solo un ragazzino, avevo dodici anni. All’epoca abitavo a Cobbs Creek vicino alla ferrovia e a volte succedeva che di notte uscissi di nascosto per non farmi trovare da mio padre quando tornava a casa ubriaco» si fermò ancora per poter riprendere fiato «uscivo e camminavo lungo i binari, a volte arrivavo fino a  Connel Park. Quella sera avevo deciso di spingermi oltre, almeno fino alla 67 strada, ma poi era diventato troppo buio e in giro c’era gente poco raccomandabile così mi decisi a tornare indietro. Mentre tornavo verso casa, però, sotto il ponte della 65 strada l’ho visto … » si fermò di nuovo per la tosse.
«il poliziotto ucciso?» chiese Lilly e l’uomo annuì.
«all’inizio non l’avevo nemmeno notato, era buio e lui era per terra nascosto nell’ombra tra le sterpaglie, ma sentii qualcuno rantolare e allora mi accorsi della sua presenza. Mi avvicinai, era ancora vivo, completamente coperto di sangue, ma ancora vivo. Gli chiesi cosa fosse accaduto, ma sembrava che non mi capisse, continuava a ripetere le stesse parole, come se pregasse, una sorta di litania, ma era difficile capire cosa dicesse: boccheggiava e sputava sangue, ma lui continuava a ripetere solo quelle due parole continuamente: Jolly Blue»
«Jolly Blue?» chiese Kat come per essere sicura di aver capito bene. L’uomo annuì.
«poi però non disse più nulla. Morì di fronte a me»
«non si ricorda nient’altro che potrebbe aiutarci?» chiese invece Lilly.
«sì» disse con enorme fatica Malcolm «prima che mi avvicinassi al ponte vidi da lontano un uomo, un bianco, correre per la scarpata che saliva verso la strada e scomparire dentro un auto verde scuro guidata da qualcun altro» a questo punto Malcolm riprese a tossire in modo più intenso di prima senza riuscire a respirare.
«è meglio se andate» disse Padre Gaines aiutando l’uomo a stendersi nuovamente.
Kat e Lilly lasciarono la stanza e uscirono dalla terapia intensiva senza dire una parola.
«secondo te cosa volevano dire quelle due parole?» chiese Kat rompendo finalmente il silenzio.
«non lo so» ripose pacata Lilly «ma dobbiamo scoprirlo»
 
 
   
 
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