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Autore: Xephil    19/03/2015    5 recensioni
Tre Shinigami. Tre personalità. Tre anime legate dall'amicizia e da un destino in comune.
Keishin Akutabi è uno Shinigami impulsivo e a volte immaturo, ma anche coraggioso e altruista. Maestro del Zanjutsu.
Meryu Kitayama è l'opposto: Shinigami calmo e riflessivo, che di rado mostra le sue emozioni. Maestro dell'Hakuda.
Kaisui Kitayama è il ponte che collega due personalità così diverse: Shinigami gentile e generosa ma al contempo severa e ostinata. Maestra del Kido.
Anche se sembrano tre comuni Shinigami, forse, in realtà, in loro c'è più di quel che vedi... E mentre l'oscurità si addensa e la loro realtà viene sconvolta dal tradimento, i tre dovranno raccogliere tutto il loro coraggio e la loro forza per proteggere due mondi e impedirne la distruzione.
Ciao a tutti! è la mia prima fanfic, ma vi chiedo di essere quanto più sinceri possibile con le vostre recensioni. Mi serviranno per migliorarla! La mia storia segue la trama della prima serie di Bleach fino alla sconfitta di Aizen, ma con protagonisti i miei personaggi e, quindi, diverse parti della storia reale saranno modificate. Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hitsugaya Toushirou, Kurosaki Ichigo, Soi Fong, Sosuke Aizen
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Chronicles of Three Shinigami - Shinigami Gaiden'
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Capitolo 15: Fiamme di giustizia
 
Keishin avanzò verso i tre Arrancar; mentre si avvicinava, li fissò intensamente e annusò di nuovo l’aria. Non si sbagliava.
“Lo sento chiaramente adesso” disse. “Puzzate di quella stessa reiatsu che emanava quel bastardo Arrancar che si nascondeva nelle ombre!”
“N-nelle ombre?” mormorò l’Arrancar che aveva inseguito fino a quel momento. “Stai parlando di Xedahs-sama?”
Il primo Arrancar a cui aveva chiesto aiuto lo colpì con un manrovescio sbattendolo contro il muro. “Fa silenzio!” ordinò. “Questo è uno Shinigami, un nemico! Non dobbiamo dire nulla ai nostri nemici, specialmente su ciò che riguarda i nostri signori!”
Keishin accelerò il passo. “Così il suo nome è Xedahs? E, a quanto ho capito, sembra che tu sia un suo sottoposto, visto che lo hai chiamato “signore”, giusto?”
“Non ti riguarda, Shinigami!” ribattè l’altro. “Non darò alcuna risposta alla domanda di un nemico. L’unica cosa che posso darti è.. la morte!” Estrasse la lunga daga che portava al fianco sinistro. “Pungi e avvelena, Escorpiòn!”
Al suo urlo la daga s’illuminò di una forte luce bianca e svanì nell’aria, mentre il corpo dell’Arrancar iniziò a mutare di colpo. Il suo tronco fu rivestito da una corazza lamellare bianca che si propagò fino alle braccia, avvolgendole e dando loro la forma di due grosse chele, dalla base della schiena crebbe una lunga coda inarcata sopra la sua testa e munita di un pungiglione lucente all’estremità e, infine, una porzione di corazza avvolse la metà inferiore del suo volto prendendo la forma di un paio di piccole tenaglie, proprio come la bocca di uno scorpione.
Keishin si fermò e squadrò l’avversario osservando con molta attenzione la metamorfosi appena subita. “Così è questa la Resurrectiòn di un Arrancar” commentò. “È la prima volta che la vedo, ma devo ammettere che la sua esecuzione è meno appariscente di quanto credessi. Comunque la tua reiatsu è aumentata notevolmente, perciò davvero niente male come trucchetto.”
“Sono lieto che ti piaccia perché tra poco sarai ucciso proprio da questo trucchetto!” disse l’Arrancar scomparendo nel nulla con un Sonido.
Keishin si abbassò proprio mentre il nemico ricompariva davanti a lui e cercava di afferrarlo con le enormi chele, le quali si chiusero sulla vuota aria. Senza fermarsi l’Arrancar fece scattare in avanti la coda e Keishin, stavolta, usò uno Shumpo per evitare l’acuminato pungiglione che si piantò invece nel terreno, lasciando un profondo buco dal quale iniziò ad uscire uno strano vapore rossastro.
“Allora, come immaginavo, quel pungiglione era avvelenato” disse Keishin osservando il vapore. “D'altronde sarebbe strano se il tuo aspetto così simile ad uno scorpione fosse solo per apparenza.”
“Ti consiglio di fare meno commenti e di combattere, se ne hai il coraggio!”
Il volto di Keishin si rabbuiò di colpo. “Non ti consiglio di spronarmi a combattere, sai? Ero già venuto qui furioso per il tradimento del mio Capitano e per ciò che il tuo capo ha fatto al mio amico.. ma quando sono arrivato in questo posto, ho sentito la voce di Aizen che ci sbeffeggiava e rivelava di averci indotto a venire nell’Hueco Mundo per intrappolarci e attaccare indisturbato il mondo reale e questo mi ha fatto davvero incazzare. Per l’ennesima volta siamo caduti in un suo inganno e io ne ho davvero abbastanza! Perciò, non è una buona idea farmi arrabbiare ulteriormente e sfidarmi! Vi massacrerei tutti senza pietà, ma visto che sapete qualcosa che io voglio sapere, sono disposto a lasciarvi vivere se me la rivelate.”
“Non saprai niente da noi, Shinigami” rispose l’Arrancar. “Non hai bisogno di sapere perché tanto morirai qui, per mano mia! Io sono il braccio destro di Xedahs-sama e, proprio perché vuoi arrivare a lui, non ti permetterò di continuare a vivere!”
“Che subordinato fedele. Davvero un gran peccato.” Alzando le spade che ardevano di fiamme rosse, Keishin si mise in posizione. “Posso almeno sapere qual è il tuo nome?”
L’Arrancar si scagliò contro di lui. “Perché dovrei dirtelo? Non ti servirà saperlo all’altro mondo!”
“Molto bene. Allora muori da perfetto sconosciuto, Arrancar!”
Keishin caricò l’avversario e colpì ripetutamente con le sue spade ad una tale velocità che l’occhio dell’Arrancar percepì soltanto una lieve scia di fuoco nell’aria. Nel giro di un secondo si erano scambiati di posizione e si davano le spalle. Sempre in quel secondo, le chele e la coda dell’Arrancar caddero recise al suolo, seguite subito dopo dalla sua testa, mentre le labbra articolavano: “Brucia...”
Nell’istante in cui colpì il suolo, la testa si divise in due metà fumanti.
I due Arrancar rimasti osservarono sconvolti la raccapricciante scena, finchè lo Shinigami non alzò lo sguardo verso di loro; ancora una volta, il suo occhio destro brillò di una luce scarlatta e sembrò trasudare istinto omicida. Dopo alcuni secondi gli occhi di Keishin puntarono verso l’Arrancar che aveva inseguito fino a quel momento e che ora era talmente terrorizzato da rendere impossibile distinguere i suoi abiti bianchi dalla pelle, visto il pallore che aveva assunto. “Levati di mezzo” disse in tono basso e minaccioso. “Sei fortunato perché tu non mi servi a niente e mi sono stufato di rincorrerti. Sparisci dalla mia vista prima che cambi idea!”
Senza farselo ripetere o replicare, l’Arrancar si voltò all’istante e prese a correre a perdifiato.
“Dove stai scappando, codardo?” gli urlò dietro il suo compagno. “Quello è un nemico! Non possiamo..” Non fece in tempo a terminare la frase che una lama nera striata di venature rosse entrò nel suo campo visivo.
“Ti consiglio di pensare a te stesso in questo momento” gli sussurrò una voce fin troppo familiare all’orecchio.
L’Arrancar non fece in tempo a girarsi che Keishin lo spedì a gambe all’aria con un pugno; subito dopo, senza dargli il tempo di rialzarsi, spiccò un balzo atterrando violentemente sul suo petto e togliendogli il fiato per alcuni secondi. A quel punto, alzò entrambe le spade e le conficcò nel terreno attraverso i palmi dell’Arrancar crocifiggendolo al suolo. Mentre il malcapitato gridava di dolore, Keishin confermò soddisfatto l’impossibilità a scappare della sua vittima e portò il volto a pochi centimetri dal suo. “E ora parliamo” disse.
Per tutta risposta, l’Arrancar gli sputò in faccia e lo fissò con uno sguardo di puro odio. “Non ho nulla da dirti, feccia di uno Shinigami!” ringhiò.
Con un gesto pacato, Keishin si pulì il volto dallo sputo, poi colpì l’Arrancar con un pugno diretto facendogli sanguinare il naso. “Forse non ti è ben chiara la situazione” mormorò, “ma vedrò di spiegartela in modo breve e semplice. Io non ti sto gentilmente chiedendo di parlare. Te lo sto ordinando.”
Mise la mano destra sopra la gemma rossa incastonata sul fondo dell’impugnatura di una delle due spade e, nel giro di un secondo, prima la gemma poi le venature rosse sulla spada brillarono prima che la lama prendesse fuoco. A differenza delle fiamme precedenti, queste erano meno intense, ma la carne dell’Arrancar iniziò comunque subito a sfrigolare ed annerirsi per il calore ed egli lanciò un grido di dolore.
“Mi pare di averlo già detto prima: non sono dell’umore adatto per giocare né tantomeno per essere preso in giro. Sono infuriato con un sacco di persone e voglio farla pagare ad ognuno di loro.. e il capo tuo e del tuo compagno morto, a quanto ho capito, è la prima persona della mia lista. Il tuo amico si è rifiutato di parlare e, come hai potuto vedere, ne ha pagato il prezzo. Ora, se vuoi evitare una fine peggiore della sua, ti consiglio di iniziare a parlare e di farlo subito!”
L’Arrancar digrignò i denti e lo guardò, se possibile, con ancora più odio. “Non ti dirò niente.”
Aveva appena pronunciato quelle parole che Keishin afferrò entrambe le spade e le infiammò all’istante. La carne delle mani dell’Arrancar sfrigolò ancora e quest’ultimo urlò di nuovo, più di prima.
“Forse non ti è chiaro, perciò te lo dico: io non ho più pazienza!” disse Keishin alzando la voce. “Aizen ha tradito me e tutta la Soul Society e ci ha appena raggirato di nuovo.. ma la cosa peggiore è che ha incaricato il tuo capo di assassinare il Capitano-Comandante e uno dei miei più cari amici è stato ucciso per impedire non solo la sua morte, ma anche la mia! Il tuo < Xedahs-sama >” pronunciò quel nome come se lo facesse vomitare “l’ha ucciso e ha sputato sulla sua morte, per questo ora io sono così incazzato e impaziente! In questo momento, poi, mi è davvero difficile trattenere quel furore! Perciò sappi che, se non mi dici subito dove si trova, sarò costretto a sfogare quel furore su di te nel modo più doloroso possibile per poter avere un po’ di pace finchè non lo trovo! Generalmente odio l’idea della tortura, ma tu non hai idea delle sofferenze che posso farti patire se mi costringi ad usarla!” Pronunciò le ultime parole così vicino al volto dell’Arrancar che i suoi occhi si riflessero in quelli del nemico.
L’Arrancar voltò lo sguardo mentre mugolava per il dolore, ma in quell’istante le lame che gli bruciavano le mani furono bruscamente rigirate in modo da puntare verso le sue spalle e la nuova ondata di dolore lo fece gridare di nuovo.
“Sto parlando con te! Guardami in faccia! GUARDAMI!” ruggì Keishin. “Voglio sapere dov’è questo Xedahs e voglio saperlo ora!”
Afferrò con la destra la faccia dell’Arrancar e la girò forzatamente verso la sua, nel contempo iniziò a tirare la spada nella sinistra verso la spalla dell’Arrancar facendola scorrere lentamente all’interno del braccio. Il malcapitato urlò ancora per il dolore, mentre sentiva la lama infuocata incidere attraverso e bruciare carne e ossa, aprendogli lentamente l’avambraccio in due. Tuttavia, la cosa che più lo terrorizzò fu il fuoco di furore che risplendeva negli occhi dello Shinigami, in particolare nel destro il cui colore scarlatto sembrava quasi vivo, come se fosse stato una fiamma interna. Non scherzava. Non c’erano bugie o semplici tentativi d’intimidazione nelle sue parole. Lo stava avvertendo. Avvertendo che sofferenze ben peggiori lo aspettavano se non parlava subito.
“Voglio Xedahs! Dimmelo subito! Dimmi dov’è o giuro che farò lentamente a brandelli il tuo corpo vivo prima di ridurlo in cenere! ORA!” gridò Keishin spingendo ancora di più la lama nella carne del braccio.
“D’accordo!” mugolò infine l’Arrancar con voce tremante per il dolore. “Noi ci siamo separati da lui poco tempo fa. Non lo so esattamente dove si trova ora il mio signore, ma ci aveva detto che sarebbe andato a tendere un’imboscata agli Shinigami Capitani che hanno combattuto con gli Espada! Ora che sono sfiniti ed indeboliti è il momento ideale per colpirli! Non ci ha detto altro!”
“Menti! Devi sapere per forza qualcos’altro!”
“No, lo giuro! Xedahs-sama non ci dice mai niente sui dettagli delle sue missioni! Dice che, in questo modo, può mantenere l’assoluta segretezza delle sue azioni ed evitare intoppi! È l’assassino numero uno di Aizen-sama perciò anche con noi subordinati rimane distaccato e misterioso per poter mantenere un profilo più basso possibile e passare così inosservato! Non so nient’altro, Shinigami! Niente!”
Keishin lo fissò negli occhi mentre pronunciava queste ultime parole e non vide alcun tentativo d’inganno in essi. Era la verità. Questa, tuttavia, lo rendeva ancora più nervoso perché non sarebbe riuscito a ricavare altre informazioni nemmeno da altri Arrancar. Non avrebbe saputo altro del suo obbiettivo.
Comunque, era sempre meglio di niente. Almeno ora sapeva dove dirigersi.
Con lentezza, si rialzò estraendo le spade dalle braccia dell’Arrancar, che gemette. “Va bene” disse. “Adesso non mi servi più. Vattene, ma non provare nemmeno ad andare ad avvertire il tuo signore, o ne pagherai le conseguenze.”
L’Arrancar rimase a terra ansante e si limitò a guardarlo con un misto di odio e sofferenza senza replicare alla sua minaccia. Quando Keishin, però, gli diede le spalle e fece per andarsene, parlò: “Non serve che io lo avverta. Tanto non riuscirai mai a batterlo. Stai andando da solo verso la tua morte, Shinigami!”
Keishin non batté ciglio. “Ti sbagli. Lui morirà. Nel modo più doloroso possibile.”
“Ahahahah!” rise beffardo l’Arrancar, seppur con voce affaticata. “Non sai niente dei suoi poteri e delle sue capacità! Sei destinato tu ad una morte atroce!”
Stavolta Keishin decise di non rispondere. Non ne valeva la pena e non aveva neanche senso. Avrebbe dimostrato le cose che diceva come sempre: con le sue azioni.
Fece per andarsene quando percepì qualcosa alle sue spalle: una reiatsu oscura, minacciosa e.. tremendamente familiare.
Si voltò di scatto per vedere l’Arrancar che aveva appena interrogato venire trafitto alla gola dalla lama di una katana.. fuoriuscita dalla sua ombra! Gli occhi del disgraziato si riempirono di incredulità, poi divennero vuoti e la sua testa s’inclinò su un lato pendendo senza vita.
La visione di Hiraku che veniva colpito a morte invase la mente di Keishin, mentre una figura umana emergeva dall’ombra dell’Arrancar, estraeva la spada dal suo collo e lo gettava via come uno straccio sporco.
“Per quel poco che sai, hai detto anche troppo” disse la figura guardando prima l’Arrancar morto, poi Keishin con due occhi vermigli. “È da un po’ che non ci si vede, eh, Shinigami?”
L’occhio destro di Keishin brillò di una luce omicida spaventosa. “Finalmente…”
Non appena pronunciò quella parola, il fuoco divampò dalle sue spade come mai prima.
“Finalmente sei qui.. davanti a me.. il tuo dio della morte!”
 
Con uno Shumpo, Meryu si portò accanto a Soifon, la quale aveva appena ucciso l’Arrancar Ggio Vega con l’abilità mortale del suo Shikai, Nigeki Kessatsu. Quest’ultima lo guardò con un’espressione lievemente delusa. “Te la sei presa comoda, Kitayama” disse. “Dopo tutto quell’allenamento, avresti dovuto sconfiggere un avversario del genere in molto meno tempo.”
“In effetti avrei potuto” ammise l’altro. “Tuttavia non è nel mio stile attaccare a testa bassa un avversario del quale non so nulla. Ho pensato di osservarlo per un po’ e di incassare alcuni colpi per capire la sua forza e mettermi alla prova. Forse, però, ho effettivamente finito per prendermela un po’ comoda... come avete fatto voi d’altronde, o sbaglio, Capitano?” Pronunciò le ultime parole con un tono lievemente malizioso.
Lo sguardo di Soifon divenne per un attimo indignato, ma poi fece un mezzo sorriso. “Ammetto che hai ragione” disse. “Dopotutto è lo spirito delle Unità Mobili Segrete analizzare e capire le mosse del proprio avversario prima di eliminarlo.” La sua espressione ritornò seria quando vide Baraggan alzarsi dal suo trono con aria decisamente furiosa. “Comunque, è meglio che adesso ci concentriamo su di lui. La battaglia più difficile deve ancora iniziare.”
Anche Meryu ritornò del tutto serio. “Sono pronto, Capitano.”
Il vecchio Espada piantò la mano destra nel trono d’ossa su cui era seduto e ne estrasse un’enorme ascia nera sul cui centro vi era un inquietante occhio rosso. A quel punto un’immensa reiatsu rossa proruppe dal suo corpo, talmente potente e pesante da far vibrare l’aria e creare un’abbagliante colonna di luce. In quel momento anche Harribel e Starrk presero a loro volta a espandere le loro reiatsu, creando altre due colonne di luce altrettanto grandi e accecanti, di colore rispettivamente oro e azzurro. La combinazione delle tre reiatsu rese istantaneamente l’aria talmente pesante e densa che tutti gli Shinigami di rango inferiore al Capitano iniziarono a respirare con più difficoltà, mentre i Capitani divennero tutti visibilmente più nervosi.
Kaisui, che si stava ormai riprendendo dal notevole sforzo mentale richiesto dal suo Bankai, osservò stupita l’incredibile dimostrazione di potere dei tre Espada. < Immaginavo che avessero una potenza fuori dal comune, ma questa.. è più di quanto credessi! > pensò. Volse poi lo sguardo verso i suoi compagni: malgrado i feriti, ora erano in vantaggio numerico, eppure questo non la rassicurava. < Probabilmente solo i Capitani possono sconfiggere gli Espada, ma anche riuscissero a vincerli tutti, mi chiedo se poi saremo in grado di sconfiggere pure Aizen e gli altri traditori… Questa battaglia è ben lungi dall’essere conclusa. > Un altro pensiero le turbinò in mente e rivolse uno sguardo al cielo. < A proposito di battaglie.. come sta andando la tua, Keishin? Sei riuscito a trovare colui che cerchi? Mi auguro che tu possa vincere. Mi raccomando, però: non perdere la vita e non fare sciocchezze. >
 
La parete esplose con un boato assordante e l’Arrancar balzò indietro nella breccia che si era creata, uscendo in un vastissimo deserto sormontato da un cielo azzurro e limpido, come un giorno senza nuvole, ma privo del sole. Dal fumo fuoriuscirono due grandi mezzelune di fuoco dirette contro di lui e le evitò con un Sonido.
“Ahah! Quanta aggressività, Shinigami! Desideri così tanto combattere con me? Desideri così tanto uccidermi?” chiese come divertito da quegli attacchi.
Keishin emerse dal fumo che andava diradandosi, le fiamme delle spade che bruciavano follemente, e lo fissò con uno sguardo livido di rabbia. “Tu non ne hai idea” mormorò.
È lui. Era stato il suo primo pensiero quando l’aveva visto.
Inizialmente i suoi occhi avevano provato ad ingannarlo, poiché davanti a lui non stava il mostro che aveva ucciso Hiraku, ma un uomo alto dai corti capelli neri con alcune meche violacee che indossava il vestiario bianco tipico degli Arrancar, aveva un buco sullo sterno e impugnava una lunga Zampakuto, ben diverso dalla creatura emersa dall’ombra del suo compagno. Ma quando aveva visto i suoi occhi vermigli e percepito la sua reiatsu, non aveva avuto dubbi.
La vista poteva ingannarlo, ma non la sua percezione spirituale. È lui. Xedahs.
L’Arrancar sghignazzò. “Così sei tu che hai fatto quella strage! Quello stesso ragazzo che mi ha piantato una spada in mezzo alla schiena e mi ha impedito di assassinare il Capitano-Comandante! Ammetto che quella volta sei stato una vera spina nel fianco.. ma non credevo che saresti arrivato a tanto per trovarmi! Massacrare e torturare i tuoi nemici.. per un Hollow sarebbe davvero encomiabile, ma per uno Shinigami...” Lo squadrò da capo a piedi e il suo ghigno si allargò. “Sei cambiato. Dal tuo sguardo di prima ho dedotto che inizialmente non mi avevi riconosciuto, comprensibile dato che mi hai visto solo in forma Resurrectiòn, tuttavia neanch’io ti avevo riconosciuto. Non è cambiata solo la tua reiatsu, ma soprattutto il tuo sguardo, i tuoi occhi... Così carichi di rabbia e furia che spaventano persino me! Sei più simile ad un vero Espada che ad uno Shinigami, sai?”
“Credevi che le tue azioni sarebbero state senza conseguenze?” chiese Keishin allargando le braccia. “Non sono qui per parlare. Sono qui per farti fuori!” E scomparve nel nulla con uno Shumpo.
Xedahs alzò la Zampakuto in tempo per parare un fendente diretto alla sua testa, ma Keishin, ricomparso sopra di lui, spostò via la lama avversaria con l’altra spada e menò un nuovo fendente con la prima. L’Arrancar la evitò e sferrò una serie di affondi che Keishin neutralizzò per poi allontanarsi rapidamente, afferrare le catene attaccate alle sue spade e iniziare a roteare vorticosamente creando un tornado di lame infuocate. La nuova mossa mise Xedahs in difficoltà, in quanto, pur cercando di resistere alla raffica di colpi, il numero di questi ultimi, unito alle fiamme che ardevano sempre di più ad ogni colpo, gli rendevano impossibile fare altro che non fosse restare sulla difensiva e nel contempo retrocedere per evitare di essere sopraffatto. Dopo diversi secondi, l’Arrancar tirò indietro la mano sinistra e in essa iniziò a formarsi un globo di energia viola, mentre con la destra continuava a respingere i colpi dell’avversario. Keishin riconobbe la tecnica come un Cero e intuì che intendeva usare il raggio per respingere le spade e colpirlo. Proprio come aveva previsto.
“Non lo farai! Kasai no Kizuato!” urlò nell’istante in cui una delle lame stava per colpire. Un fascio di fuoco proruppe dalla spada proprio quando incontrò la lama avversaria e una violenta esplosione scosse l’aria; l’onda d’urto costrinse Keishin ad interrompere il suo attacco, ma sbalzò indietro Xedahs bruciandogli l’avambraccio destro e facendogli perdere la presa sulla spada e la concentrazione per creare il Cero. Approfittando del fatto che era disarmato e stordito, Keishin si portò davanti a lui con uno Shumpo e colpì con un doppio fendente incrociato l’Arrancar scavando una grossa X fumante nel suo petto. Nonostante il dolore, Xedahs riuscì ad allontanarsi di alcuni metri e alzò di nuovo la mano sinistra, nella quale si formò un nuovo globo di energia; contemporaneamente Keishin alzò entrambe le spade.
“Cero!”
“Kasai no Kizuato!”
Un raggio energetico viola partì dalla mano dell’Arrancar, mentre una croce di fuoco veniva generata dal nuovo doppio fendente incrociato dello Shinigami. I due attacchi s’incontrarono in mezzo a loro e, dopo alcuni secondi di stallo, esplosero entrambi con un boato assordante. La luce e il fragore dell’esplosione tolsero momentaneamente ad entrambi la vista dell’avversario, tuttavia Xedahs strinse entrambi i pugni e iniziò a scagliare da essi una raffica di sfere viola velocissime all’interno del fumo. < Anche se non ti vedo so che sei lì > pensò con un ghigno. < Userò la velocità di questi Bala per stordirti e poi ti finirò con un altro Cero! >
“Bariatsui!” urlò in quell’istante la voce di Keishin.
Il fumo si diradò e Xedahs vide sgomento i suoi Bala rimbalzare sullo scudo di fuoco generato dalla rotazione della spada sinistra di Keishin. “Immaginavo che avresti provato a colpirmi nascosto dal fumo” disse quest’ultimo, “perciò mi sono concentrato sulla tua reiatsu e ho sentito chiaramente le sue fluttuazioni quando hai provato ad attaccarmi!”
Assumendo per la prima volta un’espressione rabbiosa, l’Arrancar allungò la mano sinistra e lanciò un altro Cero, ma anche questo fu bloccato dallo scudo dello Shinigami. Questi scagliò poi l’altra spada contro l’avversario che la evitò con un Sonido, solo per ritrovarsi sulla traiettoria della seconda spada la cui catena si avvolse intorno alla sua vita; a quel punto Keishin tirò a sé con forza l’Arrancar e tentò di colpirlo con un fendente discendente della prima spada, ma quest’ultimo alzò le braccia bloccando il colpo sul nascere. Il suo Hierro fermò la lama, ma le fiamme che la circondavano lasciarono comunque delle grosse ustioni.
Senza fermarsi Keishin balzò indietro e, afferrata con entrambe le mani la catena ancora avvolta intorno alla vita del nemico, lo fece roteare in aria per poi scagliarlo violentemente a terra. Subito dopo ritirò la catena e cantò: “O regnante! Tu che decidi la maschera di sangue e carne, il creato, il battito d’ali, tu, incoronato sotto il nome di uomo! Sul muro di fiamme blu, inscrivi un loto gemello! Nell’abisso della conflagrazione, attendi il paradiso lontano!” Nelle sue mani congiunte davanti al petto si generò una sfera di pulsante reiatsu azzurra e, mentre Xedahs si rialzava da terra, le puntò verso di lui. “Hado n°73, Soren Sokatsui!”
Una poderosa onda di energia, simile all’Hado n°33 Sokatsui ma estremamente più potente, scaturì dai suoi palmi e investì l’Arrancar sprigionando a contatto col suolo un’esplosione devastante.
Accecato dalla luce, Keishin strizzò gli occhi per diversi secondi, poi, solo quando questa si spense, abbassò le braccia e prese un bel respiro cercando di recuperare le energie consumate per la sequenza di attacchi e tecniche che aveva compiuto in un tempo così breve; nel contempo si concentrò sul fumo dell’esplosione e non percepì alcuna reiatsu nemica all’interno. < Ce l’ho fatta > pensò. < O almeno è quello che mi direi normalmente in questi casi, ma quel tipo è duro a morire e ha poteri che ancora non comprendo. Dubito che sia già morto. >
Dei picchi di reiatsu provenienti da una delle torri maggiori di Las Noches attirarono per un attimo la sua attenzione. Alla base di quella torre sentiva chiaramente la reiatsu dei suoi compagni Rukia e Renji e di un altro che identificò come un umano che combattevano contro degli Hollow, tuttavia quelle che lo interessavano di più erano sulla parte superiore: una era piccola e la riconobbe come appartenente a Orihime Inoue, ma le altre due erano immense, molto più grandi di tutte le altre. Riuscì ad identificare facilmente una delle due come quella di Ichigo Kurosaki, l’altra, però, gli era del tutto sconosciuta; percepì solo che quella reiatsu era incredibile, maggiore anche di quella di Ichigo, e permeata dell’oscurità tipica degli Hollow. Un Arrancar, si disse. No, impossibile, è troppo potente. Dev’essere un Espada.
“Ti preoccupa, eh?” disse beffarda la voce di Xedahs.
Keishin tornò a guardare il terreno sotto di sé e, nello stesso istante in cui percepì di nuovo la reiatsu dell’Arrancar, questi fuoriuscì dall’ombra di un masso poco lontano; aveva entrambe le braccia ustionate, diversi lividi e la ferita a croce sul suo petto era ancora sanguinante, ma nessuna ferita mortale e il suo potere non aveva subito cali significativi. Doveva aver evitato il Kido all’ultimo istante.
“Fai bene a essere preoccupato” disse Xedahs portandosi con un Sonido alla sua Zampakuto conficcata nel terreno e recuperandola. “Quella che senti è la reiatsu di Ulquiorra, l’Espada 4, colui che Aizen-sama ha incaricato di difendere Las Noches fino al suo ritorno. Tra tutti quelli presenti all’interno di questo luogo, lui è senza dubbio il più potente, perciò è normale che anche solo percepire la sua reiatsu ti spaventi. Comunque, non dovresti pensare a lui adesso. O forse ti preoccupavi per i tuoi amici?”
Con uno Shumpo, Keishin scese a terra ad una distanza di circa dieci metri dall’avversario. “Sei tu quello che dovrebbe preoccuparsi” disse. “Ti sei salvato dal mio Kido, ma è evidente chi di noi due è in vantaggio. Presto sarai solo un cadavere.”
Xedahs rise. “Sei bravo a parlare, Shinigami. Riconosco che sei un abile combattente e possiedi anche un potere distruttivo insolitamente potente per uno che non è nemmeno un Luogotenente. Inoltre, è evidente che hai pensato a lungo a questo scontro: ogni tuo attacco è ben mirato e le tue intuizioni si sono rivelate corrette. Tuttavia, credo che tu stia trascurando un piccolo dettaglio: sei così ansioso di uccidermi e così furioso da sputare fuori un colpo più potente dell’altro senza pensarci due volte. Scagli tecniche sempre più forti senza però accertarti che possano davvero arrivare a segno e usi fin troppa reiatsu. Forse tra noi io sono il più ferito, ma temo che il più stanco sia tu! Di questo passo durerai ancora poco!” Alzò la sua Zampakuto all’altezza del petto e appoggiò la mano sinistra sul piatto della lama. “Purtroppo io non sono un tipo paziente e non intendo aspettare che tu esaurisca le tue forze. Preferisco farti fuori ora!”
“Pensi davvero di esserne capace?”
“Non ti rendi conto di chi stai affrontando, Shinigami. Io sono l’assassino personale di Aizen-sama, Xedahs Morderen! Il mio potere è pari a quello di un Espada e le mie abilità sono ancora più temibili! Non esiste essere vivente che io non possa uccidere! E ora te lo dimostrerò annientandoti con la mia massima potenza!”
La sua reiatsu aumentò di colpo e la sua Zampakuto fu avvolta da un’aura nera. “Trucida, Sombra Rey!”
L’aura nera divenne come viva e ricoprì completamente la spada, dopodiché si espanse avvolgendo l’intero corpo dell’Arrancar in una sfera di oscurità pura. Per alcuni secondi la sfera rimase immobile e immutata, poi esplose di un’esplosione muta e priva di luce e ne emerse Xedahs.. nella sua forma Resurrectiòn. La stessa di quando si erano incontrati per la prima volta, la stessa di quel giorno maledetto. La sua sola visione fece fremere Keishin.
“Ahahah! Ci siamo, Shinigami!” esclamò Xedahs con uno sguardo folle. “Ora potrò gustarmi il piacere della tua morte e avere la mia vendetta! Oh si, non sei l’unico a portare rancore! A causa tua, non ho potuto uccidere Genryusai Yamamoto e io non avevo mai fallito nell’assassinare qualcuno! Tu hai rovinato la mia reputazione e ferito il mio orgoglio e questo io non posso sopportarlo! Speravo davvero che venissi a cercarmi per vendicare il tuo amico, così che potessi fartela pagare! Sei venuto per vendicare una morte, ma farai invece la stessa fine! Rallegrati: molto presto tu e il tuo compagno sarete ricongiunti!”
Tuttavia Keishin non era né spaventato né intimorito. Al contrario, quando fissò di nuovo l’Arrancar negli occhi, fu quest’ultimo a sussultare nel vedere le fiamme d’ira che bruciavano dietro quelle pupille.
“Non avresti dovuto ricordarmelo” mormorò con voce bassa.
“Cosa?”
“Perché mi hai voluto ricordare il tuo omicidio? Perché hai voluto gongolare per l’assassinio di Hiraku? Credi che sia una saggia idea.. RENDERMI ANCORA PIÙ  FURIOSO DI QUANTO NON SIA GIÀ?” Incrociò le braccia davanti al petto e la sua reiatsu esplose più intensa che mai, come una fiamma nel buio. “Tu non hai capito chi stai affrontando, Xedahs Morderen! Io sono Keishin Akutabi, Terzo Seggio e Sostituto Capitano della Quinta Brigata, e sono lo Shinigami che meno di tutti conviene far arrabbiare! Ora guarda e pentiti delle tue azioni nel vedere il nuovo potere che esse mi hanno permesso di ottenere! BAN..KAI!”
Una colonna di fuoco e fiamme avvolse completamente il suo corpo e s’innalzò fino a quello che doveva essere il cielo, il quale, però, sembrò venire perforato da essa. Xedahs osservò la colonna per alcuni secondi per poi ripararsi gli occhi con un braccio quando questa esplose in una pioggia incandescente; a quel punto, guardò davanti a sé e ciò che vide lo lasciò sbalordito.
Keishin stava dritto in mezzo a quella pioggia ardente. Il suo torso era ricoperto da una sorta di corazza a piastre fatta interamente di fuoco e aveva due enormi ali infuocate da uccello che gli spuntavano dalla schiena, le mani erano avvolte da dei particolari artigli, anch’essi di fuoco, simili a quelli di un rapace e nella destra teneva una spada nera come la notte, la cui forma era una delle più singolari che avesse mai visto: l’impugnatura era racchiusa in una guardia ovale con due punte sulla parte superiore ed inferiore e da entrambi i lati partiva una lama lunga un metro e larga un terzo e solcata dalle stesse venature rosse che aveva la sua forma Shikai, entrambe le lame, inoltre, erano inclinate, l’una verso l’alto e l’altra verso il basso; una spada dalla doppia lama. Sotto gli occhi sorpresi dell’Arrancar, Keishin fece un passo avanti e, roteando su una mano la spada, ruggì: “Suzaku Hikami!"

Xedahs sgranò gli occhi ancora di più quando percepì l’incredibile aumento di potere che aveva subito la reiatsu dello Shinigami. Era del tutto diversa da prima.
“Ti faccio paura, Arrancar?” chiese Keishin minaccioso.
L’espressione di Xedahs ritornò sprezzante come prima. “Paura? E perché mai dovrei averne? Ammetto che mi hai sorpreso, dato che è decisamente inusuale vedere uno Shinigami di rango inferiore come te raggiungere lo stadio definitivo che voi chiamate Bankai ed ottenere un tale aumento di potere in così poco tempo.. tuttavia non vedo perché dovrei avere paura di te. Bankai o no, non riuscirai comunque a sconfiggermi, Keishin Akutabi!”
Lo sguardo di Keishin rimase immutato, ma le venature sulle lame della spada divennero incandescenti. “Vedremo quanto durerà questa tua arroganza” mormorò. “Presto ti farò provare io cos’è la vera paura!” E le lame furono avvolte da fiamme di un’intensità incredibile, molto più delle precedenti. Poi scomparve con uno Shumpo.
Xedahs usò un Sonido appena in tempo per spostarsi dal punto in cui, mezzo secondo più tardi, si abbatté violentemente la spada di Keishin. Senza fermarsi, lo Shinigami batté le ali e lo inseguì in aria a gran velocità menando una serie di fendenti quando arrivò a portata. Le unghie dei guanti metallici di Xedahs divennero istantaneamente più lunghe e spesse, simili a vere e proprie lame, e quest’ultimo bloccò ogni colpo per poi rispondere con diversi affondi che Keishin neutralizzò a sua volta. Per un po’ i due rimasero serrati in quel violento scambio di colpi, ma dopo circa un minuto fu Keishin ad iniziare a prevalere: il suo stile di combattimento era variato da quando la sua spada aveva assunto quella forma inusuale ed era diventato qualcosa di unico, estremamente complesso e difficile da prevedere o contrastare, un misto tra tecniche di spada e di bastone che l’Arrancar non aveva mai visto. Quando provava a colpire lo Shinigami su un fianco, questo roteava la spada in modo che la lama inferiore bloccasse il colpo e la lama superiore puntasse subito dopo al collo dell’avversario, se lo attaccava alla testa deviava il colpo e con un’altra rotazione passava al contrattacco all’istante e così era per ogni altro attacco. Per di più, ad ogni contrasto, le fiamme che avvolgevano le lame divenivano sempre più incandescenti ad un ritmo molto superiore sia per forza che per velocità rispetto a quelle dello Shikai.
Dopo poco le lame di Keishin iniziarono a raggiungere il corpo di Xedahs scalfendo in più punti la sua armatura e infliggendogli tagli e graffi bruciati là dove la corazza era assente, mentre le fiamme erano così intense che ormai faticava persino a tenere gli occhi aperti per il calore. Alla fine, con un Sonido, l’Arrancar cercò di distanziarsi dall’avversario. “Che razza di stile è questo?” chiese. “Non è semplice Zanjutsu! Dove l’hai imparato? Da chi?”
“Da nessuno” rispose Keishin con un ghigno. “L’ho inventato io subito dopo aver acquisito il Bankai. Il mio vecchio stile non era adatto a questa spada e, dato che anche in tutta la Soul Society non ce n’era uno compatibile, ho pensato di crearlo io, un mio stile personale che fosse adatto alla nuova forma della mia Zampakuto. Non ho ancora dato un nome ad esso purtroppo, ma queste lame saranno battezzate col tuo sangue!”
Con uno Shumpo arrivò davanti a Xedahs e sferrò un fendente discendente che l’altro bloccò incrociando davanti a sé gli artigli, per poi spingere su di essi per far indietreggiare lo Shinigami; questi, però, non appena le fiamme divennero ancor più intense, ghignò di nuovo e disse: “Kasai no Kizuato!”
Una poderosa fiammata si generò dalla spada investendo Xedahs da quella distanza ravvicinata e facendolo precipitare al suolo. Senza fermarsi, Keishin fece roteare la spada intorno al suo corpo generando un turbinio ardente e gridando: “Kasai no Kizuato: Fukusu Moyasu!” Una raffica di mezzelune di fuoco tempestò il suolo scatenando una miriade di esplosioni ed incendiando l’intera area sottostante. Il deserto divenne un vero e proprio inferno di fuoco.
Dal fumo delle esplosioni ricomparve Xedahs, con diverse scottature sulla corazza, la tunica in gran parte bruciata e molteplici ustioni sulla pelle, ma solo poche erano serie; apparentemente aveva di nuovo schivato in qualche modo gli attacchi. Keishin tuttavia non si scompose e alzò la spada sopra la testa iniziando a farla roteare come un’elica, le fiamme che avvolgevano le lame furono come attirate dalla rotazione e si convogliarono sopra il centro della spada formando un’enorme sfera di fuoco simile ad un mini-sole.
Vedendo ciò Xedahs ringhiò di rabbia: “Non sottovalutarmi, dannato Shinigami!” Ed alzò una mano scagliando un Cero molto più potente dei precedenti.
Con un urlo, Keishin scagliò a sua volta la sua sfera, diventata ormai almeno cinque volte più grande di lui: “Moeru Ryusei!”
I due attacchi si scontrarono di nuovo a mezz’aria, ma la tecnica di Keishin si rivelò in breve più potente e respinse il Cero dell’avversario, il quale rimase ammutolito quando la sfera di fuoco si abbatté su di lui e lo schiantò al suolo con la forza di una cometa. Senza stavolta aspettare il diradarsi del fumo dell’esplosione, Keishin scese al suolo dove la sfera si era abbattuta e non trovò alcun corpo nel cratere annerito causato da essa. In quel mentre, sentì la stessa sensazione che aveva avvertito nel giorno della morte di Hiraku e spiccò un balzo voltandosi nello stesso istante.
Appena in tempo per bloccare dei tentacoli appuntiti di pura oscurità che erano spuntati dalla sua ombra.
Respingendo i colpi batté le ali alzandosi in aria.. e lasciandosi alle spalle la sua ombra, la quale rimase a terra e si alzò in piedi per poi assumere la forma dello stesso essere oscuro che aveva ucciso il suo amico e attentato alla vita di Yamamoto. Riatterrò ed osservò che era come se Xedahs si fosse messo addosso l’ombra a mò di mantello: il suo corpo era interamente avvolto da una cappa nera di tenebre che lasciava distinguibili solo le forme di braccia e testa, mentre nessun altro dettaglio del corpo era visibile a parte gli artigli sulle mani, i lunghi tentacoli oscuri che si agitavano alle sue spalle e, soprattutto, i suoi scintillanti occhi vermigli. Era letteralmente un’ombra vivente.
“Devo ammetterlo: non credevo potessi diventare più brutto di così” commentò.
“Scherza pure finchè puoi” ribattè l’Arrancar, “perché presto scoprirai cosa posso fare quando assumo la mia forma di pura oscurità!”
Aveva appena finito questa frase che Keishin si era già portato davanti a lui e l’aveva trafitto alla testa con la sua spada; con uno strattone aprì il cranio dell’avversario in due, ma in quell’istante il corpo svanì nell’aria come fumo. Subito dopo dei tentacoli si avvolsero intorno a tutti e quattro i suoi arti immobilizzandolo e udì la voce di Xedahs sussurrargli beffarda: “Troppo impulsivo. Questo gesto davvero sciocco e patetico ti ha condannato, Shinigami! Ora, crepa!”
Due mani aperte entrarono nel suo campo visivo ai lati della testa e in entrambe iniziò a concentrarsi una reiatsu viola.
“Ti sbagli. Sarai solo tu a crepare” fu la secca risposta di Keishin.
Prima che l’Arrancar potesse replicare o attaccare, lo Shinigami girò il polso della mano che stringeva la spada in modo che l’angolo della lama variasse di circa 90° e, in un istante, tutte le fiamme che bruciavano intorno a loro sembrarono animarsi ed avvilupparono Xedahs muovendosi come serpenti. L’Arrancar urlò orribilmente e lasciò andare Keishin per poi indietreggiare rapidamente, dimenandosi nell’inutile tentativo di allontanare da sé le fiamme. Keishin si voltò a guardarlo e fece un altro gesto con la spada; subito dopo il fuoco si modellò intorno a Xedahs formando un vero e proprio bozzolo infuocato dal cui interno si udivano le urla dell’Arrancar.
Per diversi secondi la sfera pulsò sulla sua vittima, finchè un Cero non esplose dal suo interno disperdendo le fiamme. Allora Keishin si avvicinò a Xedahs, che stava in ginocchio nel punto in cui prima vi era il centro della sfera, ed osservò con un ghigno compiaciuto che non solo il suo aspetto era tornato normale dalla forma di ombra vivente, ma era anche solcato in tutto il corpo da tremende ustioni.
L’Arrancar alzò gli occhi verso di lui e lo fissò con puro odio: “Tu, maledetto..!”
“Tu sei stato uno sciocco a sottovalutarmi” disse lo Shinigami. “Credevi davvero che non avessi imparato niente dal tuo assalto nella Soul Society? Dopo che sei scappato, non mi sono solo allenato per potenziarmi, ma ho anche discusso a lungo con il Capitano Ukitake riguardo te e i tuoi poteri. Certo, siccome non sapevamo niente sul tuo conto, non abbiamo potuto fare altro che ipotizzare un possibile funzionamento delle tue abilità.. tuttavia, basandoci su queste ipotesi, siamo riusciti a pensare a dei modi per contrastarti e ora vedo con piacere che le nostre supposizioni si sono rivelate corrette.” Fece un altro passo avanti. “Tu sei in grado di nasconderti nelle ombre, le quali fungono sia da nascondiglio che da protezione, e da esse puoi colpire i tuoi bersagli, una tecnica perfetta per assassinare qualcuno. Inoltre, puoi assumere quella forma di pura oscurità fondendoti con l’ombra della vittima nella quale ti sei nascosto. Finchè sei in quella forma sei proprio come le ombre stesse: intangibile e immateriale, praticamente immortale, e acquisisci anche alcune nuove abilità, tipo quei tentacoli. Puoi addirittura scomporti se colpito per ingannare l’avversario, mentre in realtà ti trasporti alle sue spalle e lo finisci. Tuttavia i tuoi poteri hanno due grossi difetti. Del primo me ne sono accorto quando ti ho colpito alle spalle mentre cercavi di uccidere Yamamoto: la mia lama ti ha ferito quando invece i colpi del Capitano-Comandante non ti avevano neanche sfiorato e anche adesso solo le mie fiamme ti hanno toccato mentre eri alle mie spalle. Ora che ci penso, vorrei farti notare che eravamo esattamente nella stessa situazione di allora, con te dietro al tuo nemico che ti appresti ad ucciderlo dopo averlo immobilizzato e io che ti colpisco e ti fermo, solo che stavolta io ero sia la vittima che il salvatore... In ogni caso è stato il Capitano Ukitake ad avere l’illuminazione su quale fosse il tuo segreto e adesso io ne ho avuto la conferma finale.” Puntò la spada su di lui come un dito accusatore. “La tua intangibilità vale anche per te stesso, ovvero io non posso toccarti ma nemmeno tu puoi, perciò, per uccidere le tue vittime, devi per forza divenire materiale e in quel momento, forma d’ombra o no, sei vulnerabile come tutti. Inoltre, se un attacco che ti colpisce mentre sei in quella forma è particolarmente intenso, perdi la concentrazione per mantenerla e ritorni normale. Fuochino?”
Xedahs fece una smorfia. “Sei più perspicace di quanto sembri. Ma non capisco una cosa: come hai fatto ad individuarmi e a percepire la mia presenza quando prima ho provato ad attaccarti? Mentre sono fuso con le ombre persino la mia reiatsu si annulla, è impossibile accorgersi di me in quelle circostanze!”
“Vedi, io ho solo due cose speciali come Shinigami: la pura e bruta potenza e la percezione delle reiatsu. Mi sono sempre allenato per migliorare i miei sensi, soprattutto la percezione per potermi ogni volta rendere conto della forza degli avversari e capire se posso abbatterli. Neanch’io riesco a percepirti finchè sei nelle ombre, è vero.. tuttavia, nel momento in cui esci per colpire, la tua reiatsu fluttua leggermente, un cambiamento ancor più impercettibile di un battito di ciglia ma presente, e io mi sono concentrato su quello. Sappi anche che io non dimentico mai le reiatsu di coloro che ho affrontato. Per questo non puoi sfuggirmi!”
“Vuoi farmi credere che non ti ho sorpreso per una variazione così piccola della mia reiatsu? Sei davvero riuscito a percepirla?!”
“Credo che le mie azioni abbiano già risposto per me. E ora basta parlare. Per te è tempo di morire.”
Per tutta risposta a quella minaccia, Xedahs scattò da terra e, con un Sonido, si portò alle spalle di Keishin, il quale, tuttavia, non reagì né provò a fermarlo quando sprofondò di nuovo nella sua ombra; si limitò a voltarsi lentamente e ad osservare l’Arrancar che riemergeva dalla lunga macchia scura che si estendeva dai suoi piedi lungo il suolo, di nuovo nella sua forma di ombra vivente.
“Avresti potuto fermarmi, ma non l’hai fatto” disse. “Mi stai sottovalutando fin troppo, Shinigami! Avrai anche capito come funziona la mia abilità, ma non basta questo per uccidermi! Non devo fare altro che stare attento al momento in cui colpisco e sarò io a vincere. Dopotutto, a meno che non ti attacco, tu non puoi farmi nulla mentre sono così!” E scagliò i suoi tentacoli contro Keishin.
 Questi schivò il colpo con uno Shumpo per poi scagliare un’altra mezzaluna di fuoco sul nemico, il quale, però, venne attraversato dal colpo senza risentirne minimamente. “Hahahahaha! È inutile!” sghignazzò beffardo, ma la sua risata si spense quasi subito quando vide lo stesso ghigno sul volto di Keishin.
Lo Shinigami alzò di colpo la spada verso di lui e le fiamme che ardevano su tutto il campo di battaglia si animarono e avvolsero di nuovo Xedahs in un bozzolo infuocato. “Cosa credi di fare?” urlò. “Ti ho detto che è inutile...”
Le sue parole si trasformarono in un orrendo grido di dolore quando, ad un nuovo gesto di Keishin, la sfera di fuoco si strinse ancora di più intorno a lui e bruciò più forte. Dopo pochi secondi l’Arrancar schizzò fuori dalla sfera, ma il suo corpo aveva incredibilmente perso parte dell’armatura di ombre e sotto s’intravedeva il suo vero corpo, pieno di ustioni. Prima che potesse allontanarsi, però, un muro di fuoco si alzò davanti a lui bloccandogli la strada; subito dopo altre mura si elevarono dal suolo e circondarono la zona creando una vera e propria cupola incandescente all’interno della quale c’erano solo loro due.
“Una prigione di fuoco” mormorò incredulo Xedahs. Si voltò verso Keishin che ora volteggiava a pochi metri di distanza da lui, le fiamme sullo sfondo che illuminavano il suo profilo gli davano un aspetto terrificante. Sembrava un vero demone infernale.
“Mi hai imprigionato, eh? Pensi che possa trattenermi una simile barriera?”
“Attraversala.”
Quella semplice affermazione sconvolse Xedahs. Non se l’aspettava.
“Non ti fermerò. Avanti, fallo. Anche se incompleta, sei ancora nella forma di pura oscurità, no? Puoi attraversarle, forza. Che aspetti?” Il suo tono era basso, calmo.. e tremendamente provocatorio. Lo stava sfidando.
Xedahs digrignò i denti e lo guardò furioso, ma non si mosse. Sembrava titubante ad avventarsi contro quelle mura ardenti. Di colpo le fiamme della prigione divennero più intense e, in quel momento, seppur per un solo brevissimo istante, inferiore addirittura ad un battito di ciglia, trasalì.
Keishin lo notò e il suo volto assunse un cipiglio trionfante e ghignante. “Ora sai anche tu cos’è la paura.”   
“Cosa?”
“Non hai mai avuto paura di qualcosa finora, a parte Aizen forse, vero? O forse neanche di lui. Posso immaginare che sia un sentimento nuovo per un assassino, ma non ne sei immune. E ora hai paura di qualcosa: non di me, ma delle mie fiamme. Ti spaventano perché ti hanno fatto soffrire e soprattutto perché non puoi sfuggire da esse, vero?” Puntò la spada su di lui. “Questa è un’ipotesi che ho formulato solo poco fa, ma ho già verificato la sua autenticità. Sei intangibile agli attacchi, ma senti ancora sensazioni come il freddo o il caldo, perciò, se invece di attaccarti direttamente ti avvolgo con il fuoco, il calore sprigionato è sufficiente a bruciarti e ad annullare la tua forma. Per questo esiti ad attraversare la barriera, perché se ci provassi potrei di nuovo circondarti in un mare di fiamme e dubito che tu possa resistere ancora a lungo ai miei attacchi!”
Xedahs lo fissò ancora più furioso, stringendo i pugni così forte da sanguinare. “Maledetto!” urlò scagliandosi contro Keishin. Questi girò di nuovo la lama e dalle mura circostanti si staccarono delle lingue di fuoco che formarono una barriera multistrato davanti di lui. Incredibilmente Xedahs non si fermò, ma attraversò le fiamme emergendo davanti a Keishin, ulteriormente ferito e non più nella sua forma d’ombra, e cercando di colpirlo coi suoi artigli. Lo Shinigami parò i colpi e si portò sopra di lui con uno Shumpo, dopodiché alzò la spada e numerose fiammate partirono dalle mura contro l’Arrancar, il quale iniziò a schivarle con numerosi Sonido e ad avvicinarsi al suolo. Keishin, sempre scagliandogli addosso dei nuovi colpi, lo seguì e, raggiuntolo, menò una serie di fendenti che Xedahs parò con fatica. Ormai anche le fiamme sulle lame dello Shinigami erano terribilmente intense.
Alla fine, con un velocissimo affondo, Keishin superò la guardia dell’avversario e lo trafisse al petto; Xedahs urlò per un secondo, poi, mentre si afflosciava, scomparve nell’aria di nuovo.
“Un’altra volta?” commentò Keishin. “Tu non impari proprio mai, eh?” E si voltò di colpo affondando la lama infuocata nella sua ombra.
Con sua somma sorpresa stavolta non colpì l’avversario, ma solo il profilo della propria ombra sul terreno, reso ancor più scuro dalle fiamme che lo circondavano. Un istante dopo, dei tentacoli emersero da esso e gli bloccarono gli arti, mentre gli occhi di Xedahs scintillavano nell’oscurità dell’ombra.
“Ora sei tu ad essere finito!” furono le ultime, trionfanti parole dell’Arrancar prima che Keishin si sentisse tirare in avanti e la sua visuale si oscurasse completamente. Così come la sua mente.
Quando riaprì gli occhi, rimase sconvolto da ciò che vide: l’intero mondo era diventato completamente privo di colori. Dei dintorni nulla era cambiato, persino la prigione di fuoco che aveva creato era ancora lì, ma ora ogni cosa era di soli due colori: bianco e nero. Solo le sue fiamme avevano ancora il loro colore cremisi, tutto il resto della realtà era diventato completamente nero o bianco. Keishin si guardò intorno, talmente incredulo che perse la concentrazione e la prigione di fuoco collassò su se stessa allargando un grosso incendio intorno a lui. Tuttavia, malgrado la loro intensità, le fiamme non generarono alcuna ombra sul terreno, come se esse stesse non generassero luce, cosa assolutamente impossibile.
“Benvenuto nel mio mondo, Keishin Akutabi.” Quella voce ormai così orrendamente familiare lo fece girare e vide Xedahs nella sua forma di pura oscurità, che volteggiava a pochi centimetri dal suolo coi tentacoli che si agitavano a mezz’aria. “Benvenuto nel Mondo delle Ombre.”
Keishin sbuffò. “Mondo delle Ombre? Che originalità. Persino Ikkaku da ubriaco avrebbe saputo inventare di meglio.”
“Scherza pure finchè vuoi. Presto scoprirai che qui sei come un topo in trappola, ma quando avverrà.. sarà già troppo tardi!”
Invece di replicare Keishin alzò la spada in alto e, facendola roteare, generò un’altra sfera di fuoco che scagliò sull’avversario urlando: “Moeru Ryusei!”
La sfera investì in pieno l’Arrancar, ma, invece di esplodere, fu completamente risucchiata da uno dei suoi tentacoli. Xedahs, poi, fece un ghigno e puntò un altro tentacolo contro lo Shinigami; quest’ultimo osservò sgomento mentre una scia incandescente risaliva lungo il tentacolo e una sfera di fuoco identica alla sua ma più grande emergeva dalla punta e veniva scagliata contro di lui. Con uno Shumpo riuscì ad evitare la meteora, che si schiantò al suolo sprigionando una potente esplosione. In quel momento, Keishin percepì la reiatsu del nemico alle sue spalle e si voltò in tempo per respingere un doppio attacco dei suoi tentacoli. Xedahs rise e continuò a lanciare attacchi sullo Shinigami, il quale roteava furiosamente la spada per bloccarli. D’un tratto, ognuno dei tentacoli si divise in due divenendo otto e tutti lo assalirono, scagliando così tanti colpi che sovraccaricarono la difesa di Keishin e lo ferirono in più punti del corpo facendolo cadere al suolo.
Lo Shinigami si rialzò e lanciò un urlo di rabbia contro il nemico; subito dopo, le fiamme sulle lame della spada divennero ancora più intense e la fece girare davanti a sé urlando: “Taifu Jigoku!”
La rotazione della lama generò un’immensa spirale di fuoco che avvolse completamente Xedahs e sembrò incenerirlo. Il sorriso trionfante di Keishin, tuttavia, svanì quando vide le fiamme diradarsi all’improvviso e concentrarsi alle spalle dell’Arrancar, il quale era del tutto illeso e teneva due suoi tentacoli in avanti. Aguzzando la vista, Keishin notò che i tentacoli si erano fusi insieme e avevano formato quello che sembrava una sorta di specchio che, si accorse con orrore, stava riflettendo la sua immagine. Un istante dopo le fiamme esplosero in una nuova spirale incandescente diretta stavolta verso di lui. Per quanto sconvolto, lo Shinigami trovò la forza di reagire e, appellandosi alla sua capacità di controllo sul fuoco, menò un fendente cercando di deviare l’attacco; come prevedeva, la spirale si divise in due parti davanti a lui che passarono oltre e si schiantarono alle sue spalle.
Keishin alzò lo sguardo rabbioso su Xedahs. “Tu! Dannato...”
Fluttuando a mezz’aria l’Arrancar si fermò a breve distanza da lui, poi, con assoluta incredulità dello Shinigami, alzò le mani e scagliò delle fiamme identiche alle sue, tranne per il fatto che erano nere. Keishin le evitò, ma nuove fiammate furono scagliate anche dai tentacoli dell’avversario e, essendo così attaccato da più lati, fu costretto a contrattaccare scagliando a sua volta delle onde di fuoco. Fiamme rosse e nere si scontrarono nell’aria esplodendo violentemente ed annullandosi a vicenda. Tuttavia il numero maggiore di appendici di Xedahs rese i suoi attacchi molto più numerosi, di conseguenza Keishin fu costretto a muoversi con continui Shumpo e a lanciare nel contempo attacchi per difendersi. Alla fine riuscì a superare la guardia dell’Arrancar con una fiammata, ma ancora una volta questa fu assorbita da uno dei tentacoli ed emessa nuovamente da un altro, con una potenza superiore. Essendo troppo vicino per evitarla, lo Shinigami incrociò le braccia e si avvolse nelle sue ali infuocate incassando il colpo; riuscì ad assorbire la maggior parte della forza dell’attacco, ma fu comunque spinto indietro.
“Queste tecniche.. le conosco fin troppo bene” mormorò riaprendo le ali, rivolto più a se stesso che ad altri. “E so per certo che non sono tue. Com’è possibile?”
“Sei nel Mondo delle Ombre adesso, non te l’ho detto?” disse ghignante l’Arrancar. “È un mondo situato all’interno dell’ombra di ciascun essere vivente, una dimensione parallela a quella in cui viviamo dove la luce e i colori non esistono. Io sono l’unico che può accedere liberamente ad esso, perciò questo è letteralmente il mio mondo e qui le regole le detto io. Finchè restiamo qui dentro io posso usare tutti i poteri di coloro nella cui ombra mi sono nascosto finora. Come quelle dei tuoi compagni o anche la tua!”
Per la prima volta da quando avevano cominciato, Keishin si sentì un forte nodo alla gola e percepì il proprio battito cardiaco accelerare. “Non può essere.. nessuno può fare una cosa del genere.”
“Credo che le mie azioni abbiano già risposto per me, no?” gli fece il verso Xedahs. “Purtroppo per te, io ho un'altra abilità molto utile: sono in grado di conoscere i poteri di un individuo fondendomi con la sua ombra, in questo modo posso sempre elaborare un perfetto assassinio adattandomi alle sue capacità. Non allarmarti: non posso conoscere facilmente i poteri più profondi di un individuo, come il Bankai di voi Shinigami, né ovviamente posso conoscere capacità o tecniche apprese dopo la mia fusione, tuttavia più resto nell’ombra di qualcuno più le sue capacità mi sono svelate. Posso dire di conoscere perfettamente i poteri del tuo Shikai, di quelli del tuo amico morto, di Yamamoto e di quel Capitano coi capelli bianchi. Perciò, finchè restiamo qui dentro, nel mio oscuro regno, combattere con me equivale a combattere con i tuoi compagni!”
Seppur dette con un tono di voce non particolarmente alto, quelle parole penetrarono nelle orecchie di Keishin con tale forza da far stridere i suoi timpani e, nel contempo, egli sentì un’orribile sensazione di gelo risalirgli lungo la colonna vertebrale. Il suo obiettivo, prima così vicino, era improvvisamente diventato così lontano che cominciava a chiedersi se fosse davvero riuscito a raggiungerlo.
Digrignò i denti e guardò l’Arrancar con uno sguardo di puro disgusto. “Sei un essere...” Le rimanenti parole gli morirono in gola quando un tremendo dolore gli attraversò il torso e lo fece crollare in ginocchio; tossì violentemente e vide del sangue spargersi al suolo.
“Ohhh… A quanto pare sei tu ad essere arrivato al capolinea” mormorò Xedahs beffardo. “Purtroppo per te, anch’io ti ho osservato a fondo da quando abbiamo iniziato a combattere e mi sono fatto più di un’idea di come funzioni il tuo nuovo potere. Il tuo Bankai è molto potente, ma al tempo stesso è molto semplice come capacità: così come il tuo Shikai, anche il tuo Bankai ha il potere della pirocinesi, solo ad un livello molto superiore. Sei in grado di generare il fuoco e di scatenarlo in una miriade di modi differenti, puoi anche controllare fiamme già generate in precedenza, modellarle e muoverle a tuo piacimento tramite il pensiero usando la tua spada come una sorta di antenna che lo trasmette direttamente al fuoco. Puoi generare colpi estremamente potenti, ma a quanto ho potuto vedere non puoi farlo per periodi prolungati di tempo. Mi ero accorto di qualcosa di strano fin dall’inizio della battaglia: hai continuato ad attaccarmi a piena potenza senza essere nemmeno sicuro dei miei poteri, non hai mai risparmiato energie per colpirmi e non ti sei mai preoccupato della quantità di reiatsu utilizzata. Inizialmente pensavo che fosse perché eri furioso con me e desideravi vendicare il tuo compagno a tutti i costi, ma a quanto pare non era solo questo. In realtà, tu volevi uccidermi nel minor tempo possibile perché sapevi che se il duello si fosse prolungato troppo, avresti esaurito le energie e ti saresti trovato nei guai.”
Keishin lo guardò con uno sguardo di odio puro negli occhi, ma stavolta fu lui a non riuscire a trovare la forza per replicare. Odiava quell’Arrancar, ma odiava ancora di più dover ammettere che aveva ragione: aveva osato troppo. Digrignando i denti sentì un nuovo dolore risalirgli lungo le membra ed ebbe un altro violento colpo di tosse; si portò le mani alla bocca e altro sangue scuro le bagnò.
“Credevo fosse solo per l’enorme dispendio di energia che il tuo Bankai richiede, ma ho appena scoperto che non è tutto” continuò Xedahs con un ghigno. “Il tuo Bankai è pericoloso non solo per i nemici, ma anche per te stesso. Più lo utilizzi, più ne sei danneggiato, vero? Quel sangue che continui a sputare e il tuo pallore ne sono conferma. Quindi è anche per questo che volevi concludere lo scontro in fretta. Sembra però dal tuo sguardo che nemmeno tu ti fossi accorto dell’entità dei danni fino ad ora. Forse è dovuto al fatto che lo possiedi da troppo poco tempo? Hai detto tu stesso di aver sviluppato il Bankai per uccidermi, perciò non lo possedevi l’ultima volta. È un’acquisizione recente. Da quanto lo possiedi? Qualche giorno? Considerando un lasso di tempo così breve, bisogna ammettere che hai imparato ad usarlo piuttosto bene, ma sei lontano dal poterlo controllare alla perfezione. Devo dire anche che, per essere un Terzo Seggio, hai una quantità incredibile di reiatsu, paragonabile a quella di un Capitano, visto che riesci a sprigionare una potenza così grande per così tanto tempo. Sei di certo più potente di me, tuttavia ti sei sopravvalutato: non avresti dovuto attaccare ignorando del tutto i tuoi limiti, aggrappandoti alla speranza di potermi uccidere in breve tempo. Così facendo hai finito per consumare rapidamente gran parte delle tue energie e, per giunta, gli effetti collaterali del tuo potere ti stanno devastando. Un vero peccato.” Iniziò ad avvicinarsi allo Shinigami. “Hai scommesso tutto su una vittoria lampo, ma hai perso. Ora il tuo gioco ti si è ritorto contro.”
Pulendosi la bocca Keishin si rimise in piedi. “Forse sono stato troppo ingenuo. In effetti, non sono mai stato un tipo da vittorie istantanee. Preferisco godermi la battaglia. E anche se ti voglio fare fuori, questa è sempre la prima battaglia ufficiale in cui uso il mio Bankai, perciò mi sono lasciato andare e ho cercato di usarlo il più possibile per provare le sue capacità. Così mi sono giocato l’occasione di ucciderti in fretta. Ah, Kaisui ha davvero ragione: sono uno stupido potente. Per fortuna non è qui per sentirmi.” Il suo tono non era né triste né preoccupato, ma piuttosto commiserato, come se si stesse rimproverando per una brutta valutazione. Alzò lo sguardo su Xedahs. “A quanto pare, dovrò faticare molto di più per farti fuori.”
“Sei ancora convinto di potercela fare? Anche in quelle condizioni?” chiese con beffardo scetticismo l’Arrancar. “Proprio non capisci la tua situazione, vero? Sei debole! Non puoi continuare!”
“Debole? Io?” replicò Keishin con un’espressione di falsa incredulità. Un istante dopo, un’immensa reiatsu rossa proruppe dal suo corpo e le fiamme nei dintorni divennero più intense e vivaci. “Mi sottovaluti, Arrancar! Ho ancora una montagna di energie da consumare!”
< Però da adesso sarà più dura sconfiggerlo > disse la voce di Hikami risuonandogli in testa. < Ora che sa qual è la debolezza del tuo Bankai farà di tutto per trasformare questa battaglia lampo in una di logoramento e, di sicuro, lui può durare più a lungo di te. Inoltre, se continui ad usare così tanta reiatsu, anche il tuo corpo sarà danneggiato più rapidamente. Keishin, non essere sciocco e non agire d’impulso. Devi fare attenzione. >
Rivolto tanto a Hikami quanto a Xedahs, Keishin esclamò: “Non mi sono allenato fin quasi alla morte col Capitano Zaraki per cedere al primo doloretto! E nemmeno per arrendermi appena la situazione si complica! Avanti, Xedahs, fatti sotto! Puoi acquisire i poteri anche di tutti gli Shinigami della Soul Society, ma io riuscirò comunque ad ucciderti! Preparati!” E brandì la spada che bruciò più intensa che mai.
Pur non avendo più una bocca riconoscibile, l’Arrancar emise uno sbuffo che diede l’impressione che stesse sorridendo, un sorriso a metà tra il divertito e il beffardo.
“Voglio proprio vedere come farai” replicò. Poi alzò i tentacoli e da essi scagliò una nuova raffica di fiammate oscure.
Keishin fece roteare la spada davanti a sé urlando: “Bariatsui!” e respingendo gli attacchi con lo scudo di fuoco generatosi. Dopo i primi attacchi, però, le fiammate nemiche cambiarono traiettoria a mezz’aria e lo attaccarono ai lati costringendolo ad indietreggiare e a spostare di conseguenza la posizione dello scudo per difendersi. Ad un tratto Xedahs si lanciò su di lui scagliando contemporaneamente fiamme nere e sferzate dei suoi tentacoli contro lo Shinigami; rompendo la barriera, Keishin prese a far girare la spada intorno al suo corpo per deflettere i colpi, ma erano troppi e presto venne colpito in più punti e crollò in ginocchio, sanguinante e quasi senza fiato.
< Cos’è questa strana sensazione? > pensò d’un tratto, mentre le fiamme nemiche lo ustionavano. In quell’istante l’Arrancar gli fu davanti e due dei suoi tentacoli si avvolsero intorno alle lame della sua spada immobilizzandola.
“Non puoi sconfiggermi, Shinigami!” ringhiò.
“Posso invece e lo farò!” ribattè con forza Keishin. Poi afferrò l’impugnatura con entrambe le mani e, nello stesso istante in cui le fiamme sulle spade brillarono più intensamente, esse si animarono e avvolsero come serpenti il corpo dell’Arrancar stringendolo in una morsa infuocata. Xedahs urlò di dolore e mollò la spada; senza perdere tempo, Keishin balzò indietro e roteò l’arma ruggendo: “Taifu Jigoku!”
Una nuova spirale di fuoco, ancor più grande e potente della precedente, investì in pieno il nemico riducendolo a un ammasso di carne bruciata.
O almeno quella fu la sua impressione iniziale.
Con orrore Keishin udì una risata malvagia scuotere l’aria e, in quell’istante, il corpo di Xedahs si rialzò intatto e ancora nella sua forma d’ombra. Il suo attacco era stato del tutto inutile.
“Com’è possibile?” mormorò sconvolto.
Invece di rispondere, Xedahs scagliò in avanti quattro dei suoi tentacoli che avvolsero di nuovo la spada dello Shinigami, poi con una sottospecie di Sonido, si portò davanti a lui e lo colpì allo stomaco con un doppio Bala a distanza ravvicinata e avvolto nelle fiamme nere. La forza del colpo fu tale da sbattere indietro Keishin per una notevole distanza e fargli nel contempo perdere la Zampakuto. Con fare trionfante, l’Arrancar alzò la spada dicendo: “Questa è la chiave di tutto, vero? Con questa spada generi e controlli le fiamme, ma cosa succede se la perdi?”
E la lanciò via, lontano dalla sua portata.
Keishin si rialzò ansimante tenendosi il petto e sputando sangue. Fissò la spada conficcata nel terreno decine di metri più in là e poi spostò lo sguardo su Xedahs, furente. Aprì la bocca per parlare, ma invece uscì solo un altro forte colpo di tosse e sentì una nuova intensa morsa di dolore invadergli il torso. Gli effetti negativi del suo Bankai e i danni ricevuti stavano iniziando a sommarsi causandogli delle atroci sofferenze. Era come se gli stessero strappando la carne dalle ossa con delle tenaglie incandescenti.
“Ho quasi pietà di te, sai?” disse l’Arrancar. “Stai patendo tutta quella sofferenza, quel dolore straziante, solo per uccidermi. Hai deciso di affidarti ad un potere che non solo non sai ancora controllare appieno, ma ti causa anche dei danni terribili. Ti stai letteralmente autodistruggendo per vendicarti, per il tuo amico. La tua lealtà è davvero ammirevole, così come la tua volontà che ti permette di combattere sopportando un simile dolore. Devo ammettere che, pur essendo un nemico, mi piaci, Shinigami. Uno come te ci sarebbe stato molto utile. Un vero peccato che invece debba eliminarti.”
A quel punto, sferrò una serie di colpi con tutti e otto i suoi tentacoli. Privo della spada e ancora stordito dall’ultima fitta, Keishin potè solo incrociare le braccia e chiudere le ali davanti a sé nel tentativo di resistere alla raffica di attacchi; provò anche a respingerli colpendoli coi suoi artigli infuocati, ma erano troppi e lui era troppo lento. Una dopo l’altra, le punte dei tentacoli scavarono numerose ferite nel suo corpo finchè non cadde in ginocchio, sanguinante e senza fiato.
Allora i tentacoli si alzarono in aria e da essi fuoriuscirono delle fiammate oscure che lo investirono violentemente. “Ho deciso: ti ucciderò allo stesso modo con cui tu volevi uccidere me! Non è ironico? Il fuoco che domini e adori diverrà il tuo carnefice!” gridò Xedahs.
Keishin gridò di dolore mentre le stesse fiamme che finora aveva usato per torturare l’avversario gli bruciavano la carne e le ferite esposte, rendendole ancora più strazianti. Provò a muoversi, a difendersi, ma gli attacchi erano troppo intensi e implacabili e lui non aveva modo di resistere a tutti quei colpi. Fissò Xedahs e lo vide alzare le mani, poi tutte le fiamme che lo circondavano lo avvolsero chiudendolo in una prigione incandescente; allo stesso tempo i tentacoli ne lanciarono altre che si aggiunsero a quell’inferno.
< È troppo forte > pensò Keishin. Urlò ancora, disperato, non per il dolore, ma per la consapevolezza di essere al limite, di avere fallito. Ora cominciava a credere che sarebbe morto, ucciso da quell’infame Arrancar, come Hiraku.
< No! Non posso arrendermi! Ho promesso a troppe persone che sarei sopravvissuto. Meryu, Kaisui, Momo-chan, Capitano-Comandante. E tu, Hiraku. Ti ho promesso di proteggere la mia Brigata, la Soul Society e i miei amici. Ho giurato di vendicarti e non intendo venire meno alla mia parola! > Un’altra fiammata lo scosse. < Ma cosa posso fare? C’è troppa differenza tra noi! Sono al limite! Mi dispiace, ma non so più cosa fare. Non posso che sperare in un miracolo! >
Sentì la sua coscienza iniziare a svanire e il dolore attenuarsi e fu sul punto di lasciarsi andare quando Hikami lo richiamò: < Cosa fai, Keishin? Non ti riconosco! Non è da te arrendersi in questo modo! Vuoi davvero lasciare che ti uccida, per giunta in un modo così umiliante? Non è ancora il tempo di rassegnarsi! L’hai detto tu: hai persone che contano su di te, che aspettano il tuo ritorno e a cui hai fatto delle promesse, e non puoi deluderle! >
< Hai ragione, Hikami. Non voglio arrendermi, ma non so che fare! Ha troppe abilità, troppi poteri.. inoltre, è praticamente immortale in questo mondo. Non posso batterlo finchè sono qui e non c’è modo di uscire! Forse non ho davvero speranze! >
< Mi deludi, Keishin! Da quando sei un codardo lamentoso? E tutta quella grinta, quella rabbia che avevi, che fine hanno fatto? Hai giurato di eliminarlo, non ricordi? Non lasciarti andare alla sconfitta, non puoi! >
Prima che Keishin potesse rispondere, un paio di Bala lo colpirono scagliandolo indietro e lasciandolo supino al suolo.
“Mi sono stancato. Ora ti finirò una volta per tutte!” ruggì la voce di Xedahs.
Poi lo Shinigami percepì che l’Arrancar stava caricando un Cero, pronto a dargli il colpo di grazia.
All’improvviso, un abbagliante fascio di luce rossa seguito da un boato assordante li accecò. Voltandosi, i due videro che il cielo era stato letteralmente bucato e dall’apertura fuoriusciva un immenso raggio di luce rossa incredibilmente simile a un Cero ma di una potenza incommensurabile, nemmeno paragonabile a quelli normali.
Sorpreso, Xedahs esclamò: “Che diavolo è quello?”
“Ma questa reiatsu...” mormorò Keishin incredulo. L’aveva sentita solo poche volte, ma la conosceva bene. “Ichigo Kurosaki? Si, è proprio la sua reiatsu.. ma.. non posso crederci! Questa potenza è assurda, ben più grande e oscura di quella di un Hollow o addirittura di un Espada! Mai sentito nulla di simile… ma che sta succedendo là fuori?”
Poi, mentre il raggio scemava lentamente, si accorse di un particolare alquanto strano. < Com’è possibile? Se siamo in un mondo parallelo, come possiamo vedere eventi che accadono nel mondo originale? > si chiese. < La potenza di Ichigo Kurosaki è stata tale da rompere la barriera tra i due mondi? No, è impossibile. Ma allora perché ho percepito così chiaramente il suo potere? E come può aver perforato il cielo? Neanche fosse una cupola come a.. Las Noches… >
Quel pensiero gli causò un brivido. Con un gesto quasi meccanico, si toccò le ferite al petto causate dai Bala e pensò divertito che era buffo quanto la sensazione di quei colpi fosse simile alle fiamme che lo avevano attaccato finora. Erano davvero somiglianti. In quel momento, sentì la stessa sensazione insolita che aveva percepito prima e si rese conto che erano le fiamme oscure del nemico a provocargliela. Che razza di sensazione era? Era come se stesse toccando qualcosa di estraneo, di inusuale per il suo corpo, ma questo non aveva senso: era stato colpito dal fuoco e per lui il fuoco non era affatto qualcosa di estraneo.
< Aspetta un secondo > pensò. < Questa sensazione così inquietante.. è la stessa che percepisco dai suoi Bala e Cero. Qualunque siano i suoi colpi, l’effetto che mi provocano è lo stesso. Quelle fiamme oscure non mi sembrano differenti dai suoi attacchi Hollow, ma questo non è possibile. Sono due cose ben diverse. > Poi, realizzò qualcosa. < A meno che… >
Xedahs osservò ancora il luogo in cui quell’immenso raggio era caduto. “Non so cosa sia successo” disse, “ma ora poco importa. Sei fortunato, Shinigami: con quest’evento, hai guadagnato qualche secondo di vita. Spero che tu li abbia usati per prepararti alla...”
Le parole gli morirono in gola quando delle fiamme rosse lo investirono, facendogli perdere la concentrazione sul Cero e costringendolo ad indietreggiare. Le fiamme si aprirono e dietro vi era Keishin in piedi con le mani alzate, tremante e ansimante, ma di nuovo carico di spirito combattivo.
“Com’è possibile?” gridò Xedahs. “Che significa?”
“Hai sbagliato alcuni conti” disse Keishin. “Io non ho mai detto di non poter generare o controllare le fiamme senza la Zampakuto. Non è solo quella il mio Bankai, tutte le fiamme che genero sono il mio Bankai, perciò posso dominarle sempre e comunque! Posso farlo anche senza spada, ma ammetto che è molto più faticoso.” Fissò Xedahs dritto negli occhi e aggiunse: “Ora ho capito tutto. Altro che potente, altro che temibile. Sei solo un imbroglione. Un fasullo. Un codardo.”
Quelle parole lasciarono Xedahs sconvolto. “Che idiozie stai dicendo?!” urlò prima di assalirlo. Lo colpì più volte con gli artigli facendo schizzare il sangue dal suo torso, dopodiché fece scattare tutti e otto i tentacoli verso lo Shinigami. Stranamente Keishin non fece nulla se non inclinare leggermente il suo corpo per opporsi agli attacchi e venne trafitto in più punti, apparentemente ucciso. Xedahs sghignazzò trionfante, ma, ad un tratto, un’altra risata sovrastò la sua e si accorse che proveniva dallo stesso Keishin.
“È tutto qui ciò che può fare il tuo potere?” chiese lo Shinigami con un sorriso divertito. Poi, con dei violenti strattoni, strappò via uno ad uno i tentacoli dalla sua carne e atterrò sul terreno sottostante fissando nel contempo l’Arrancar con uno sguardo di pura determinazione. La paura e l’insicurezza suscitate dai poteri dell’avversario erano del tutto scomparse.
“No! Non può essere vero!” urlò Xedahs con un’acuta nota di allarme nella sua voce.
Seppur sanguinante dalla testa ai piedi e con parecchi fori sul corpo, Keishin prese ad avanzare verso di lui. “Non importa se mi trascini in un altro mondo” mormorò alzando il braccio destro e sfiorandosi la cicatrice. “Non importa se sai usare tutti i poteri dei miei compagni. Puoi diventare potente quanto vuoi, ma..” allargò il braccio, aprì la mano e una lunga frusta di fuoco fuoriuscì con un forte schiocco “..contro di me..” la frusta scattò non contro il nemico, ma verso la sua Zampakuto conficcata nel terreno a diverse decine di metri da lui, si avvolse intorno all’impugnatura e, ritirandosi ad una velocità incredibile, la riportò nella sua mano; non appena questa e la spada si ricongiunsero, dalle lame sgorgarono fuori fiamme d’inaudita intensità “..è tutto inutile!”
E, afferrata la spada anche con l’altra mano, si scagliò contro l’Arrancar.
Quest’ultimo urlò di rabbia e partì all’attacco a sua volta sfoderando gli artigli, che si allungarono di colpo fino a raggiungere una lunghezza di quasi un metro.
Lama e artigli si scontrarono a mezz’aria e una fortissima onda d’urto fu sprigionata dall’impatto, fiamme rosse e nere esplosero dal punto d’incontro insieme a due immensi fasci di reiatsu degli stessi colori, i quali presero a contrastarsi violentemente, mentre i due duellanti spingevano con tutta la loro forza per sopraffare l’avversario. In quel momento, osservando Keishin e le ferite sul suo corpo, Xedahs urlò: “Maledetto..! Prima hai schivato i miei colpi quel tanto che bastava ad evitare i tuoi punti vitali!” Spinse con più forza gli artigli sulla lama facendo scaturire ancora più energia oscura. “Ma, questa volta, giuro che ti ammazzo, Shinigami!”
Ringhiando Keishin aumentò a sua volta la sua reiatsu. “Provaci se sei capace!”
Dopo circa una decina di secondi, però, era la reiatsu di Xedahs a prevalere e Keishin iniziò ad essere spinto indietro. < Che diavolo succede? Eppure posso sprigionare molto più potere di così! Che mi prende? >
< Non puoi > gli sussurrò la voce di Hikami. < Non più, purtroppo. Non te ne sei neanche accorto per la foga della battaglia, ma hai consumato troppe energie e il tuo corpo è troppo malridotto per poter continuare a combattere con la tua potenza normale. Non credevo l’avrei detto, ma nel tuo stato attuale, non puoi sprigionare più reiatsu di così o rischi davvero grosso! >
< Non prendermi in giro! > ribattè Keishin. < Posso dare di più, eccome! Dammi più forza, non m’interessa se il mio corpo ne risentirà! >
< È come lo scontro con Kenpachi Zaraki, anzi stavolta sei in condizioni fisiche ancora peggiori! Sei al limite estremo! Se vuoi davvero vincere, devi cambiare approccio! Non puoi più superarlo in un confronto di sola potenza! >
< Lo scontro con il Capitano Zaraki… > pensò Keishin distaccato. Cos’era successo alla fine di quella battaglia? Inutile, non riusciva proprio a ricordare cosa gli fosse capitato. Tuttavia, una cosa la sapeva: aveva fatto qualcosa che gli aveva permesso di ribaltare lo scontro. Doveva assolutamente replicarla.
Stavolta Hikami si sbagliava: se voleva davvero sfuggire da quel mondo infernale, doveva sopraffare il suo avversario in quel momento, ora che era sicuro che si stava scontrando con il suo vero potere, e non poteva ritirarsi. Doveva superarlo ora!
“Dammi più potere!” urlò. “Mi serve più potere, più forza! Non m’interessa che ne sarà del mio corpo, non c’è altro modo! Devo batterlo adesso!” Hikami fece per replicare, ma lui continuò: “Dammi il tuo massimo potere, anzi, ne voglio ancora di più!” Pensò al duello con Kenpachi e ripensò ad ogni sentimento provato prima di perdere coscienza. Pensò ai suoi amici, a Hiraku, alla sua morte, all’odio per Xedahs e alla rabbia che lo consumava internamente perché non era ancora riuscito a sfogarla pienamente. Si concentrò soprattutto su questa, convogliò tutta la sua volontà e la sua ira insieme al suo desiderio di vincere nella sua anima e li fece esplodere ruggendo: “Più.. POTERE! DAMMI LA FORZA!”
Dapprima sentì solo i suoi sentimenti fluire come un fiume in piena dal suo animo.. poi, d’un tratto.. qualcos’altro.. una sensazione mai provata e.. una potenza mai sentita finora.. incredibile. Si abbandonò ad essa e la rilasciò tutta nel suo colpo.
Sotto lo sguardo incredulo di Xedahs, l’occhio destro di Keishin divenne di un cremisi vivo, come se ci fosse stata una fiamma che si agitava dietro la cornea, e sentì l’urlo dello Shinigami divenire più profondo e cupo, come se fosse diventato un’altra persona. Poi, una tremenda esplosione si sprigionò dal punto di contatto tra loro e lo investì in pieno scagliandolo via con tale forza che, per un secondo, perse conoscenza. Quando riacquistò la percezione della realtà, si accorse di stare precipitando ad un’altezza spaventosa da terra, di essere del tutto privo della sua armatura di ombre e ricoperto di ustioni e, soprattutto, si accorse di essere di nuovo a Las Noches. Il Mondo delle Ombre era stato spazzato via.
Con la coda dell’occhio percepì un movimento e, riprendendo posizione e guardando sopra di sé, vide Keishin incombere su di lui, le ali di fuoco che bruciavano più forte che mai.
“Ma come hai…?” mormorò sconvolto.
“Come ti avevo detto, ho capito tutto” rispose Keishin. “Quel mondo non è mai esistito. Una mera illusione, proprio come le tue presunte abilità all’interno di esso. Quando mi hai tirato verso la mia ombra non mi hai assorbito al suo interno come hai cercato di farmi credere, ma l’hai semplicemente sovrapposta al mio profilo e ai miei occhi e tramite di essa hai così potuto impormi l’illusione di un altro mondo di cui tu sei il solo e unico dio. Per forza potevi fare qualsiasi cosa là dentro: ti bastava modificare l’ombra che copriva i miei occhi per farmi vedere e credere tutto ciò che volevi. Anche tutti quei colpi copiati: non erano altro che Bala e Cero camuffati. Me ne sono accorto quando ho notato che le ferite di colpi ben diversi erano invece molto simili. Però la mia vera salvezza è stata quello” indicò l’enorme squarcio nel cielo di Las Noches. “Quando Ichigo Kurosaki ha colpito, il suo attacco ci è apparso nitido e distinto come se fosse stato presente in quel mondo, ma trattandosi di un mondo parallelo e dunque separato dal nostro questo non era chiaramente possibile. E allora ho capito che niente era vero, che mi avevi preso in giro fin dall’inizio e che per sconfiggerti dovevo assolutamente scrollarmi di dosso la tua illusione facendoti perdere il controllo su di essa e io conoscevo un solo modo per farlo: superando il tuo potere e infliggendoti un colpo così duro da distruggere la tua volontà. E, alla fine, ci sono riuscito.” Alzò lentamente la spada e gliela puntò addosso. “Adesso è davvero finita. Il tuo sguardo dice tutto: non hai più segreti per me. Non ti permetterò più di gettarmi in un’altra illusione né di nasconderti nelle tenebre. È tempo di finirla una volta per tutte!”
Per la prima volta, gli occhi di Xedahs si riempirono palesemente di terrore. L’Arrancar stavolta non tentò alcun attacco disperato, ma invece si voltò e si diresse ad incredibile velocità verso il terreno. Stava cercando di scappare in un’altra ombra.
“Come ho già detto, non ti lascerò scappare! E sappi anche un’altra cosa: non sono solo il desiderio di vendetta e la rabbia ad animarmi, ma un giusto obiettivo! Tu sei un nemico pericoloso e, se ti lascio andare, sarai un pericolo per molte altre persone. Questa non è solo ira, è giustizia!” ruggì Keishin per poi portare la spada sopra la testa e rotearla come un’elica. “Ora, assaggia il vero potere delle fiamme di una fenice! Il mio colpo più temibile! Hoyoku no Shiko Hazo: Hoyoku Ikari!”
Tutte le fiamme sulla spada e sul suo corpo, comprese le sue ali, s’innalzarono in aria e si condensarono sopra di lui, formando un’enorme massa di fuoco che prese a muoversi e a modellarsi, come se fosse stata viva, fino a prendere le sembianze di una gigantesca fenice, simile alla fakouze del Sokyoku ma ancora più grande.
L’immensa creatura lanciò una sorta di urlo assordante e terrificante e si gettò in picchiata su Xedahs, come un’aquila su un’indifesa lepre. L’Arrancar accelerò il passo, ma quando arrivò al suolo si accorse che non vi era alcuna ombra: la luce generata da quell’attacco aveva cancellato ogni singola traccia di oscurità. Non aveva scampo. Si voltò in tempo per vedere l’enorme uccello di fuoco piombare su di lui e, mentre veniva investito, urlò: “Che tu sia maledetto, Shinigami!”
Poi le fauci della creatura si abbatterono su di lui e la sua sagoma svanì in un mare incandescente nel giro di pochi secondi.
Con il suo attacco che esplodeva al suolo incenerendo ogni cosa, Keishin si concentrò ancora una volta. Non percepì nulla. La reiatsu di Xedahs Morderen era finalmente scomparsa. Ce l’aveva fatta stavolta.
“Vittoria...” riuscì solo a mormorare. Un istante dopo, una tremenda stanchezza lo pervase e, quasi senza accorgersene, iniziò a precipitare al suolo esanime, senza  più nemmeno un briciolo di forza a sostenerlo. Ancor prima di toccare il suolo gli si annebbiò la vista, il mondo divenne di nuovo oscuro e riuscì solo a pensare un’ultima volta ai suoi amici e, in particolare, a Hiraku, finalmente vendicato.
Poi anche la sua coscienza svanì e non sentì più nulla.



Note:
Escorpiòn = scorpione
Soren Sokatsui = caduta del fuoco pallido dei loti gemelli
Sombra Rey = re ombra
Suzaku Hikami = dio del fuoco Suzaku (nome con cui viene indicato in Giappone l'uccello guardiano del Sud, rappresentato come la fenice e uno dei Quattro Simboli delle costellazioni cinesi)
Moeru Ryusei = meteora fiammeggiante
Taifu Jigoku = tifone infernale
Hoyoku no Shiko Hazo: Hoyoku Ikari = mistero supremo della fenice: furia della fenice

Ciao a tutti minna! Eccomi tornato con un nuovo capitolo più esplosivo e incandescente che mai!
Come avevo suggerito in precedenza, questa volta il protagonista assoluto è Keishin, che finalmente si trova davanti l'assassino di Hiraku... Questo capitolo mi è venuto particolarmente lungo, ma ho deciso di non tagliarlo perchè detesto tagliare gli scontri e, soprattutto, perchè mi sembrava giusto che, dopo tutta questa attesa, il nostro Shinigami potesse godersi pienamente la vendetta per l'amico ucciso. Xedahs Morderen. Il suo nome già dice tutto: se osservate, vedrete che è la parola shade (= ombra) capovolta e con aggiunta di una X all'inizio; il cognome invece è la parola spagnola per dire "assassino". Un Arrancar paragonabile agli Espada creato per essere un perfetto mietitore dell'oscurità. Il buio incarnato.. e che c'è di meglio di una fiamma per allontanare il buio? Il Bankai di Keishin è infatti pura luce ed è, penso, uno di quelli meglio riusciti e più adatti alla personalità del possessore (per non dire che, essendo di fuoco, l'Araba Fenice doveva essere d'obbligo!), inoltre devo dire che il disegno fatto dal mio caro amico è davvero fantastico.. come sempre non mi delude! Non siete d'accordo?
Si è inoltre visto un altro sprazzo di quel misterioso potere che ha sfoderato contro Kenpachi un paio di capitoli fa.. ma cosa sia lo saprete solo più avanti... spiacente... XD
So che avevo detto che avrei fatto i ringraziamenti ogni dieci capitoli, ma siccome questo mi sta particolarmente a cuore ho deciso di farli prima del previsto e anticipo che, per questo, ora li farò ogni cinque capitoli per rimanere in linea (sono fissato con l'ordine, che volete farci...). Mando i miei più vivi ringraziamenti ai miei affezionati recensori:
GreenJade09, la più romantica e dolce delle ninja (della quale lodo e consiglio la sua bellissima fanfic di Naruto: Passioni e Tradimenti)
Death Crow e Re Nero, gli imprevedibili e geniali Nefilim (dei quali applaudo e suggerisco i loro lavori di Highschool DxD appartenenti alla serie: A DxD Chronicles)
_Fedra_, la simpaticissima e instancabile Claymore (della quale esalto e raccomando la sua opera di Claymore: Occhi d'argento)
Ringrazio poi ancora una volta GreenJade09 e _Fedra_ per aver aver messo la mia storia tra i seguiti e Zephiel97 per averla messa tra i preferiti!
E ovviamente un grande grazie a tutti i miei lettori silenziosi che non mancano mai. Se per caso vorrete far sentire le vostre voci un giorno, sarò felicissimo di ascoltarvi!
Ciao a tutti, al prossimo capitolo dove una nuova, violenta battaglia ci attende! Ja naa, minna!!!
   
 
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