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Autore: Anonimadelirante    20/03/2015    4 recensioni
James non può capire.
James è buono,
troppo, e non sa mentire.
(James è stupido, nella sua infinita,
infantile, bontà.
James
non sa.
Gli
altri – loro sono capaci, a mentire.)
[...] I sorrisi di James illuminerebbero il mondo, se solo non ci fosse già la sua risata a rischiararlo.
(Prima classificata al contest “Pagine Perdute” e vincitrice del ‘Premio Stile’
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Andromeda Black, I Malandrini, Lily Evans, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black, James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Titolo: Tre passi.

Nick autore EFP: Anonimadelirante

Nick autore forum: Liz nox

Eventualmente note/sinossi: a piè pagina, al solito.

[Purtroppo il mio computer non mi fa selezionare più di una cosa per categoria – non ho idea del perché, proverò a rimediare il mio presto possibile.

Così aggiungo, per sicurezza.

Generi: Angst, Introspettivo, Romantico

Personaggi: Sirius Black, Remus Lupin, James Potter, Lily Evans (comparsa di Peter Minus, nominati Andromeda e Regulus Black). Basta -mi pare-

Coppie: -tasto doloroso- direi Slash e Het – più o meno a discrezione di chi legge.]

 

Edit: dovrei essere riuscita ad aggiungere gli elementi nella presentazione, ma – sempre per sicurezza – li lascio indicati anche qui sopra, nello specchietto.

 

 

 

 

Tre passi

 


 

Sono tre e bastano, i passi che fa Lily per avvicinarsi a James – bastano perché lei è quella; quella che lui vuole, nessun'altra potrà mai sostituirla.

Nessun altro.

Ha un'espressione dura, le labbra ridotte in una linea, le sopracciglia aggrottate come se stesse per insultarlo.

James si irrigidisce – e Sirius con lui. La mano gli vola ai capelli e lì rimane, quando incrocia i suoi occhi.

 

Un passo.

Un passo e Sirius crede di impazzire – un passo e Sirius la odia.

La odia, per come James la guarda. Per come lei guarda James.

La odia perché lui sa – tutto, in Lily Evans, urla.

 

lei, è quella giusta.)

 

 

Piove ed è marzo; i germogli frustati dalle lacrime inclementi del cielo assomigliano ai visi tumefatti dei morti in battaglia – ne ha visti un paio, nella sede dell'Ordine, e vi si è riconosciuto con la precisione maniacale di chi già porta impresso negli occhi il suo ultimo istante.

Sirius non è fatto per vivere a lungo, e va bene così, infondo – per James, per James c'è ancora speranza; è ciò che conta.

 

(Sirius non ha idea.

Sirius non è fatto per sopravvivere –sopravvivergli.

Non vuole.

Non ha idea.)

 

Il primo passo di Lily Evans segna quella che sarà ricaduta senza risalita – e Sirius sorride.

 

Secondo passo.

Sirius sa. Sirius è nato ai vertici del non detto, mai fatto. Gli basta uno sguardo per strappati l'anima – la Evans, questo, l'ha imparato a sue spese.

 

(«Spostati, Black, ho fretta.»

«Dobbiamo parlare.» il suono secco della sua voce è quasi una cantilena – picchietta crudele sulla tempia di Lily.

«Noi non dobbiamo fare un bel niente. E ora levati, o non arriverò mai più a Pozioni.»

È con un moto di stizza appena soffocata, che Sirius fa scattare il braccio nella sua direzione e le afferra il polso: «Per me puoi anche non arrivarci mai, a Pozioni, non ci siamo capiti.»

Forse è colpa di quel brivido; Lily negherà fino alla morte, ma non fa così freddo, in corridoio, e le sue labbra premute appena, sopra i capelli, i denti che sfiorano l'orecchio, il ringhio sordo della belva sono come un incubo desiderato troppo a lungo – forse è perché non ha poi così tanta voglia di presentarsi a lezione.

La verità è ben nascosta, nelle viscere del suo stomaco.

«Va bene, Black, ma fa in fretta.»)

 

 

Lily Evans, la Caposcuola?

Quella Lily Evans?

 

Quella sì; quella.

 

 

Terzo passo.

Sirius Black sorride – alza la burrobirra in direzione di James e sorride.

(Ha un che di bestiale, mentre lo fa; Remus si chiede cosa abbia in testa, ma forse non vuole saperlo. Non davvero – non se questo significa la solita, impietosa, sincerità.

È risaputo che la verità faccia male. E Remus ha l'impressione che questa volta sia mortale.

 

Gli si avvicina comunque.)

 

Terzo passo.

Il seno di Lily sfiora il petto immobile di James.

Il mondo trattiene il respiro.

 

«Mi devi quattro falci, Remus.» il tono sarebbe quasi tranquillo, se non fosse per quello scintillio pericoloso, sul fondo degli occhi.

Remus lo vede – gioca le sue carte esperienza, con lui, perché batterlo sul tempo è l'unica cosa che può permettergli di non perdere; vede l'Inferno, impresso negli occhi dell'amico.

 

Non vincere – con Sirius non vince nessuno; mai.

Ma almeno di non perdere.

 

 

(“Gli occhi sono specchi dell'anima.”

«Non dire scemenze, Lunastorta, lo sanno tutti che i Black non ce l'hanno.» è voltato di spalle, ed è divertito – può prendersi gioco persino di lui, se Remus non incatena gli sguardi.

«Tu ce l'hai.» è un sussurro, quasi doloroso, che rimane lì, incastrato nelle gole di due animali feriti.

 

Tu, Sirius Black, ce l'hai, un'anima.

 

Io l'ho vista.)

 

 

Vede l'Inferno, ma si finge cieco.

«Non si sono ancora baciati.» Remus risponde, cauto, più alludendo a una vana speranza – o paura? È strano come due cose così completamente diverse si mescolino, ad un certo punto; in istante prima della fine – che alla loro vecchia scommessa.

«No.» concorda Sirius. E sorride.

Sorride sempre, quando c'è qualcosa di tragico, nell'aria.

 

(Ha sorriso, quando ha sentito qualcosa al centro del petto spaccarsi in due con un suono secco. Ha sorriso, sentendo le schegge di un infanzia perduta penetrargli nella carne viva, come ciottoli schizzati via, dopo un'esplosione.

Ha sorriso, quando ha letto 1979, vicino a Regulus Black.

Ha accartocciato la lettera di Andromeda e se n'è andato a passi misurati, una cicatrice obliqua a rigargli il viso.)

 

«Non ancora, no.» e le labbra gli si increspano, contro il vetro della bottiglia.

 

 

Hanno uno strano senso dell'umorismo, i Black.

 

Non ancora.

 

 

È Lily che si alza sulle punte – James è troppo scioccato per fare qualcosa di diverso che fissarla; non respira neanche più – ed è sempre Lily a sciogliergli quel nodo di dita e capelli, per poter affondare il palmo fra le ciocche.

 

Il mondo potrebbe anche crollare, in quel momento, ma nessuno se ne accorgerebbe.

Non James – non Lily – intenti a mescolare gli sguardi; nocciole e muschio – intenti a fondare il proprio personale boschetto.

Non Remus – Remus, troppo preso a studiare la sua reazione. Troppo preso a scavargli dentro.

E sicuramente non Sirius, che fissa la scena – i due Caposcuola abbarbicati l'un l'altra – con il sorrisetto strafottente di chi già sa come andrà a finire.

Ma alla fine è proprio lui, a muovere il capo – con un gesto usuale che Remus sa a memoria – per scostarsi un ciuffo troppo lungo che gli ricade davanti agli occhi.

Non ancora, Lunastorta, sembra dire.

 

 

(«Scommettiamo?» ogni tanto Sirius salta su con qualche idea semplicemente stupida, e Remus fa spallucce: «Perché dovremmo? Sappiamo entrambi che-»

«Quattro falci, Lunastorta. Quattro falci che alla fine...» Remus si produce nel suo miglio verso disgustato, mentre Sirius lo ignora e continua a fare gesti allusivi per aria.

«Felpato, non ha senso. Lo so anch'io c-»

«No, no, Remus! Tu ha quel tono- quel tono lì... sì, insomma: non ci credi, ma fai finta perché non vuoi scommettere.»

«Non è vero.»

«Sì che lo è.» Sirius è tremendamente teatrale, quando vuole, e Remus lo trova così buffo, ma così buffo che...

«Va bene! Va bene! Quattro falci, okay?» gli regge gioco con un sopracciglio inarcato e il suo sguardo più allusivo alla tu-sei-pazzo che gli riesca in quel momento – ma sorride.

«Allora siamo d'accordo.»

«Be', in real-»

«Quattro falci, Lupin.» non lo lascia finire, si alza dal divanetto e si stiracchia «Quattro falci.» ripete soddisfatto.

Remus lo guarda andar via con quella sua tipica andatura da spaccone e sbuffa: se solo smettesse, per un istante, di fingere.

Scuote la testa e ridacchia. È così buffo, ma così buff-

Non riuscirebbe a dirgli di no neppure volendo.

Il che, in effetti, è preoccupante, perché tutt'e due ne sono consapevoli – e tutt'e due sanno come Sirius ci possa, e lo fa, marciare sopra la cosa.

Oh, Remus, sei così...

«Ehi, Black!» lo richiama prima che esca dalla Sala Comune; Sirius si volta: «Sì?» domanda, con un sorriso milledenti. Remus sorride di riflesso.

Involontario... che buffo.

Sì, tu, Remus. È-

«Sei un idiota, sappilo.» i loro occhi ridono.

Sì, Lupin, lo se-

Così buffo, ma così buffo che Remus gli regge il gioco e basta.

Non può farne a meno – in realtà proprio non vuole.

Buffo.)

 

 

Alla fine le loro labbra si scontrano – e Remus giurerebbe di aver sentito i suoi denti stridere – in un bacio che dura pochi secondi, eppure porta racchiusa in sé l'eternità.

Sirius ride, mentre gli passa un bicchiere di quello che ha tutta l'aria si essere Whisky Incendiario: «Ora, Lupin, mi devi quattro falci.»

Remus guarda l'Inferno infuriare dietro lo scintillio ironico dei suoi occhi d'inverno e gli sorride appena: «Ora sì, Felpato.»

Sirius scuote la testa e ridacchia, appoggiato al bordo di un divanetto sgualcito che ne ha viste troppe – ha assistito alle sue scopate veloci, prive di sentimento e quasi sempre anche di passione, ai suoi rari litigi coi Malandrini e alle lettere di Andromeda; ha assistito a questo, e ha resistito allo sguardo di Remus fisso nel suo.

 

Ride, perché si aspettava facesse più male.

(Forse si è abituato all'idea; forse gli basta vederlo felice.)

Ride, perché, da come lo guarda Remus, è chiaro che stia aspettando la sua esplosione – che delineerà la fine del loro piccolo mondo.

Ma Sirius non fa niente. Si ascolta morire nel latrato di un cane abbandonato e sfida Remus a dirgli qualcosa – qualsiasi cosa – per farlo reagire.

 

 

James non può capire.

James è buono, troppo, e non sa mentire.

(James è stupido, nella sua infinita, infantile, bontà.

James non sa.

Gli altriloro sono capaci, a mentire.)

Ma forse James ha il cuore così grande da poterli amare entrambi – il suo migliore amico e la ragazza per cui darebbe la vita; per cui darà la vita – Sirius queste cose se le sente sotto pelle.

Forse è solo lui – forse è solo Sirius, ad essere inabilitato ad amare.

Forse può essere felice solo per osmosi, chissà – perché, mentre il suo cuore si sgretola c'è qualcosa, qualcosa di piccolo, ad esser sinceri, ma tremendamente forte, che lo spinge ad esultare.

James è felice.

(I sorrisi di James illuminerebbero il mondo, se solo non ci fosse già la sua risata a rischiararlo.)

Anche Sirius è felice.

 

«Tu non lo meriti, Evans.»

 

«Ora , Lupin.»

 

 

Mescola Idromele e qualcos'altro di altrettanto forte, mentre ricambia di sottecchi lo sguardo penetrante di Remus.

Sembra dirgli tutto – promettergli qualcosa che lui abbia sempre anelato, ma mai avuto.

Gli promette l'amore – qualsiasi sia il senso di questa parola.

Gli promette di salvarlo – e Sirius ci crede.

Di salvarlo da sé stesso.

 

O dall'Inferno dei Black.

(Non è poi la stessa cosa?)

 

E lui ci crede.

Vuole disperatamente credergli – è facile credere a Remus, lui non sbaglia mai.

 

 

(Ora sì)

 

 

 

Gli piace credere che sia grazie a lui.

Gli piace credere che Lily Evans abbia aperto gli occhi – perché lo amava anche lei, stupida – grazie a lui.

Che tutto questo sia stato manovrato da lui.

Ma infondo sa che non è così – sa che, presto o tardi, la Evans avrebbe capito comunque.

Magari tardi. Magari quando tutti avrebbero pensato che fosse troppo tardi – ma ci sarebbe arrivata comunque.

 

Questo lo sanno sia Sirius che Remus – e anche Lily – ma lasciano che il primo continui ad illudersi.

 

(Ma con James non è mai troppo tardi.

Perché la sua fiducia nel mondo è qualcosa di sconvolgentemente grande – infantilmente infinito.

Perché, con James, dopo una quarta chance, dopo un quinto errore, c'è sempre la Seconda Occasione.

 

E ancora, e ancora.

 

Ancora.)

 

 

«Tu no, Evans, ma lui .

Lui merita di essere felice.»

 

 

Ora sì, Remus.

Ora, aiutami a rimettere a posto i pezzi.

 

 

 

Peter batte le mani e tutti, nella Sala Comune, lo imitano. Tutti.

(Sciocchi.)

Sirius e Remus continuano ad affogarsi con lo sguardo – un divano sgualcito a far loro da testimone.

 

«Lui sì, Evans.»

Lui sì.

 

 

Sono solo tre passi, quelli che non separano più Lily da James – James da Lily – sono solo tre passi.

E bastano.

 

Ora, Lupin.

 

 

 

 

N/A

Sì, be'. Questa OS nasceva come una cosa totalmente diversa. Ovviamente.

Poi il mio cervello è andato in tilt – le mie dita e la tastiera hanno congiurato contro di me e, okay, è nato questo.

Questo, che non è una Wolfstar (come invece era inizialmente), né una James/Lily, né una.. uhm, come si chiamano? Jily? Jilly? Oh, insomma: JamesxLily.

Ah! E non è neppure una Sirius/Lily.

Fondamentalmente, non è nulla.

-Il vuoto più completo-

Penso che Sirius abbia vissuto un grande momento di contraddizione, quando James è riuscito, finalmente!, a conquistare il cuore di Lily.

Penso che una parte di lui fosse contenta – perché, quando James è felice è anche lontanamente possibile, essere scontenti? Allegri, con lui, lo si è per osmosi; punto. Sirius in particolare, perché Sirius e James sono fratelli e i problemi di uno sono i problemi dell'altro – le gioie di uno sono le gioie dell'altro.

Ma penso che abbia provato anche una fitta di gelosia – o forse è meglio dire di abbandono – quando James si è messo con Lily.

Lo vede così, molto semplicemente, perché Sirius è adorabilmente complessato (?) – nella mia testolina ha questa specie di complesso di non essere in grado – non essere capace, perché nessuno gliel'ha insegnato – da amare. Uhm.

Non shippo particolarmente Sirius/James, se qualcuno se lo sta chiedendo – be', non shippavo. Penso che ora che mi è uscita 'sta roba simil-slash mi farò una cultura su questa ship; chiusa parentesi, passiamo a dettagli tecnici.

Se ci sono citazioni sono citazioni involontarie, mi pare, perché ora non mi viene niente. -per coloro che hanno letto “lei è quella giusta” col tono esaltato di Myriam Catania, doppiatrice italiana di Sophie Sheridan, di Mamma mia, no problem, ossessione comune 8)-

Ecco. L'unica cosa che manca, direi, è un avviso. Questa roba non è una OS, è più un abbozzo – probabilmente.

Ma, ehi, io la posto così. Spero che nessuno mi denunci al San Mugo (e che nessuno mi rida in faccia; per quello c'è l'angolo recensioni, prego, accomodatevi).

La data della morte di Regulus Black l'ho controllata da Harry Potter Wiki (http://harrypotter.wikia.com/wiki/Regulus_Black)

Il Missing Moment, se non fosse chiaro – come, probabilmente, non è – è dal punto di vista di Sirius Black (con la gentile partecipazione e il provvidenziale intervento di Remus Lupin, in alcuni stralci), ma i “protagonisti della scena”, quelli che tutti osservano, sono Lily e James e il loro attesissimo primo bacio – mi sono sempre chiesta come e in che circostanze è stato, e questa, vagamente ripresa dal primo bacio di Harry e Ginny, se proprio si vuole, è la mia personalissima (discutibilissima) risposta. Dal punto di vista di un terzo; perché sì.

Don't worry,

Anon.

 

 

 

(sì, se qualcuno se lo stesse chiedendo OS, qui, sta per Orrida Short.)

  
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