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Autore: lasognatricenerd    20/03/2015    1 recensioni
E' da più di un mese che Zayn Malik, agente dell'FBI, insieme ai suoi colleghi, cercando di scoprire chi è l'hacker che, quasi tutti i giorni, entra nei database per cercare qualcosa. Intanto, fuori dal lavoro e quindi nella vita privata, Zayn cerca di trovare qualcuno che possa amare, per cominciare una relazione che lo renda felice. Ma poi, come si suol dire, le persone non sono mai come te le aspetti..
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane. Solo dolore. Non aveva nemmeno la forza di andare a scuola e suo padre non se n’era accorto: meglio così. Non aveva intenzione di prendersi una ramanzina da lui; per questa bastava già Katy. Tutti i giorni si faceva viva a casa sua per passargli i compiti e cercare di fargli cambiare idea: non poteva perdere l’ultimo anno di scuola per le troppe assenze. In effetti Harry non aveva voglia, ma solitamente non stava mai assente se non in casi estremi. E adesso era uno di quelli. Avrebbe dovuto smetterla di stare male, ma se lo meritava. Meritava di stare il doppio male di Zayn perché era solo colpa sua se il moro stava in quel modo. Lo aveva lasciato… Non che stessero davvero insieme ma si era tirato indietro come un vigliaccio. Da quel giorno non si era più fatto sentire perché si vergognava di se stesso. Si vergognava di non avere avuto il coraggio di entrare e far finta di niente. Non ci era proprio riuscito per il semplice fatto che la storia di sua madre non era da sotto valutare. Lui doveva scoprire chi cazzo l’aveva uccisa e farlo fuori. Non gli importava di andare in prigione… O almeno, prima di incontrare Zayn non gli era importato. Adesso era ben diverso. Adesso sapeva che il ragazzo che gli piaceva faceva parte dell’FBI. E dio, quanto era bello in divisa. Aveva un viso meraviglioso, spigoloso. La barba contro il mento… Non era riuscito a vedere i suoi occhi. E non li avrebbe più visti per tutto il resto della sua vita. Zayn stava soffrendo e lui lo sapeva. Lo osservava ogni giorno uscire dalla grande struttura dell’FBI. Era sempre molto lontano per questo era difficile per lui guardare i suoi occhi, ma aveva così tanta paura ad avvicinarsi. Paura che lo riconoscesse. Katy gli aveva detto che secondo lei, avrebbe dovuto farlo. Avrebbe dovuto farsi riconoscere e non solo questo: spiegargli il suo comportamento. Quindi svelargli ogni cosa, ma Zayn non avrebbe mai rischiato di perdere il proprio lavoro per lui, non dopo quello che gli aveva fatto. Adesso era proprio davanti alla ferramenta con il cappuccio abbassato e lo sguardo verso Zayn. Era appena uscito, oggi da solo. Aveva camminato verso l’auto, ma non l’aveva messa in moto. Aveva guardato per un tempo indeterminato il cellulare, poi aveva appoggiato la fronte al centro del volante ed infine aveva preso a piangere. Non riuscì a guardarlo in quel modo e quindi decise di tornare a casa velocemente, correndo come non mai. Katy era già lì, al suo ritorno.

“Come è andata?”

“Come al solito.” E non disse più niente perché non aveva molta voglia di parlarne. Non voleva parlare di quanto avrebbe voluto che l’altro stesse meglio. Era un dannato idiota perché oramai non aveva più nulla da perdere eppure non stava facendo niente per cambiare le cose. Non cercava nemmeno di riprenderselo. Si meritava davvero una persona così meravigliosa? No. La risposta era no.

“ Harry, sono passate due settimane. Hai intenzione di continuare in questo modo? Perché non mi pare un’ottima soluzione.”

Katy aveva come al solito ragione e forse avrebbe dovuto darle ascolto questa volta. “Entrerò per l’ultima volta nel databse dell’FBI. Se non trovo di nuovo nulla di mia madre, la smetterò e andrò da Zayn.” Katy sembrava spaventata da questa decisione, ma oramai Harry faceva di testa sua. Il riccio si avvicinò al computer e lo aprì, socchiudendo gli occhi. La sua migliore amica era la prima volta che lo guardava all’opera: aveva il viso attento e concentrato, con la mascella tesa. Era bello, da morire.

Harry entrò con la solita facilità nei loro documenti, anche se ci mise leggermente più del solito. Dovevano averci messo qualcosa di più grosso e complicato, ma lui era un bravo hacker, dunque non si sarebbe fatto fermare da niente. “ Okay, ci siamo…”
Cominciò a cercare senza sosta qualcosa che voleva assolutamente trovare. Il silenzio nella stanza era rotto solamente dal rumore delle dita di Harry sui tasti della tastiera del computer. “ Che cosa… Cazzo!” Urlò d’un tratto, alzandosi di scatto dalla sedia, tanto che la fece cadere a terra. “Harry, cosa è succ…”

“Devi subito uscire da qui. Vattene! Vattene, Katy! Non ti devono vedere con me!”

“ Chi dev…”

“ Katy! Vai!”

Le tirò addosso il cappotto con forza, facendola uscire dalla stanza con delle spinte dietro la schiena, lasciandola dunque senza spiegazioni adeguate. Non c’era tempo per quelle. Non appena si ritrovò da solo si mise sul letto, in silenzio, aspettando che l’FBI arrivasse.  L’avevano beccato questa volta. Si era fatto ingannare… Non era stato davvero attento a causa di tutti quei pensieri rivolti a Zayn. Cazzo, maledizione, dannazione. Ma… oramai non aveva nemmeno più senso continuare, visto la situazione di merda in cui si trovava esattamente da qualche secondo. Non poteva continuare, soprattutto se non avesse mai trovato nulla su sua madre. Avrebbero continuato a tenere il caso chiuso senza riscontri o colpevoli. Harry voleva solamente onorare la sua memoria, ed invece aveva fatto di peggio. Lui faceva sempre così: peggiorava le cose anche quando aveva le migliori intenzioni e si era proprio visto con Zayn. Ora l’avrebbero arresto e chissà quando sarebbe uscito da quell’inferno. Ma se lo meritava, dopotutto. Molto probabilmente avrebbe visto Zayn in centrale… Ed era l’unica cosa positiva che c’era ad andare in prigione. Katy sarebbe rimasta da sola. Sarebbe stata l’ennesima persona che Harry faceva soffrire. Si meritava davvero tutti quegli anni di prigione e si meritava di stare di merda.

Sentì la porta d’ingresso sfondata: erano arrivati. Percepì tutt’altro che paura. Fu come una grande liberazione, come se un masso sopra la sua schiena si fosse appena spaccato, non lasciando nemmeno una traccia.

“Di qua, di qua!”

Quella voce.

Quella cazzo di voce.

No. No.

Stava sognando.

Sapeva che avrebbe visto Zayn, ma non in quel modo. Non era psicologicamente pronto a vederlo davvero e se ne rendeva conto solamente adesso. Il panico si impossessò di lui e si alzò dunque di scatto dal letto: non aveva via di fuga. Non poteva buttarsi giù dalla finestra perché si sarebbe rotto qualcosa ed in quel caso lo avrebbero catturato comunque. Si girò di spalle e la propria porta fu completamente sfondata.

Appena in tempo.

“In ginocchio.”
Gli occhi del riccio si riempirono di lacrime e si lasciò cadere sulle ginocchia con un tonfo enorme, tanto che un piccolo gemito di dolore gli uscì dalle labbra. Si morse all’istante il labbro inferiore, mentre Zayn appoggiava le mani alle sue spalle e lo girava. “Ti conv…”
Il moro interruppe la propria frase: lo aveva riconosciuto, non c’erano dubbi. I ricci ed i tatuaggi al suo collo dovevano essere famigliari per lui.

“Zayn, che cazzo ti prende?”

“E’… solo un ragazzino.”

Che altra scusa poteva usare se non quella? Non voleva mettersi nei casini ed Harry avrebbe fatto di tutto perché non succedesse. Poteva essere visto come un complice se avessero controllato il suo cellulare. Il suo computer. Dannazione. Tutte le loro conversazioni, le loro parole dolci, la passione, la dolcezza… Si sentì privato della privacy ma era cosciente del fatto che non era stato altro che lui a combinare quel grande casino in cui si trovava.

“E allora? Ha oltrepassato i nostri database!”

Il moro sembrò ritornare alla realtà. Solo per un attimo era rimasto lo Zayn debole e single, poi era ritornato subito il poliziotto sicuro di sé e determinato ad arrestare un delinquente. Lo fece. Harry notò le sue mani tremare ed i suoi occhi lucidi. Per non parlare delle labbra che parevano voler parlare, ma allo stesso tempo secche come non mai. Quasi terrorizzate. Il cuore del riccio si spezzò a quella vista: era solamente colpa sua. Lui aveva ridotto l’agente in quel modo. “Zayn, io…” Provò a parlare, mentre gli altri erano impegnati a perquisire tutti i suoi oggetti personali. “No. Non dire nulla. Per favore.”

Ovviamente aveva ragione. Doveva solo stare in silenzio senza emettere una sola parola. Non poteva parlare e fare all’altro ancora più male di quanto già non stesse. Non se lo meritava affatto. Zayn lo fece alzare in piedi dopo aver chiuso le manette attorno ai suoi polsi, portandoselo vicino come per paura che potesse scappare. Facevano così tutti, non gli stava certamente rilasciando un trattamento migliore o diverso. Per la prima volta lo sentì davvero vicino a sé, come non mai. Che buon profumo che aveva… Fino ad ora se l’era solamente immaginato. Quel calore. Quel viso così vicino al suo collo. E gli occhi. Finalmente gli occhi. Non riuscì subito a percepire il loro colore, ma poi si accorse che erano… Ambrati. Ad Harold scappò un leggero mugolio, mentre si allungava verso di lui per poterlo baciare, ma ovviamente Zayn si allontanò. “Tu sei un criminale ed io lavoro per l’FBI. Quindi ci comporteremo come tali.”
Ci rimase male, ma si meritava anche quello. Solo dolore. Un dolore quasi nauseante che gli faceva girare la testa. Ben presto si ritrovò nella macchina dell’FBI, senza via d’uscita. Non voleva scappare, si sarebbe lasciato trasportare dovunque. Aveva ancora in mente le mani possenti di Zayn sulle proprie braccia, quelle labbra vicine alle sue. Quegli occhi e quel viso corrucciato dal dolore. La macchina era guidata proprio da lui, ma c’era un collega quindi non avrebbe potuto parlare. Forse era meglio così. Sarebbe andato incontro alla sua rovina.
   
 
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