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Autore: Menade Danzante    20/03/2015    5 recensioni
[ Prima classificata al contest "Sintetic Contest" indetto da Nora_2000 sul forum di EFP ]
Dal testo: Il dottore continuò imperterrito, la mano che tastava un moderato solco nella carne. Fece una smorfia quando si accorse di quanto calore la ferita gli trasmettesse, complici anche le audaci carezze che vi aveva strofinato sopra per delineare al massimo la lesione.
«Graffietto?!» gli fece eco, avviandosi verso la camera da letto con un sopracciglio alzato. «Ma l'hai visto?» continuò quando si trovò a fronteggiare il fisico perlaceo del moro.
«Ad essere precisi, John, l'ho fatto»
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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utilità

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Pacchetto “psi”: storie dell'orrore/ferita


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Utilità di una storia dell'orrore





John sospirò pesantemente mentre il riflesso dello specchio del bagno rimandava l'immagine della sua espressione corrucciata. Ciò che davvero lo sconfortava era l'impossibilità di guardarsi la schiena, ma egli aveva disperatamente bisogno di esaminare un'area alla base del collo che poteva a malapena toccare con le dita.
«John!» chiamò Sherlock dalla stanza accanto. «È inutile che provi a ruotare la testa di trecentosessanta gradi. Non puoi vedere quel... graffietto»
Il dottore continuò imperterrito, la mano che tastava un moderato solco nella carne. Fece una smorfia quando si accorse di quanto calore la ferita gli trasmettesse, complici anche le audaci carezze che vi aveva strofinato sopra per delineare al massimo la lesione.
«Graffietto?!» gli fece eco, avviandosi verso la camera da letto con un sopracciglio alzato. «Ma l'hai visto?» continuò quando si trovò a fronteggiare il fisico perlaceo del moro.
«Ad essere precisi, John, l'ho fatto» fu la replica schietta, alla quale Watson strabuzzò gli occhi: nella voce di Sherlock aveva colto tracce di un malizioso autocompiacimento nel rivendicare l'entità del marchio inflitto sul compagno.
Fondamentalmente, John non era poi così dispiaciuto di essersi procurato quella ferita: la sensazione delle unghie di Sherlock che gli arpionavano la carne durante l'amplesso gli invase la mente, mandandogli un brivido di appagamento sulla pelle.
Quindi tornò ai suoi propositi.
«Sanguinava, Sherlock» fornì, credendola una motivazione più che sufficiente perché gli venisse attribuita la ragione nel diverbio.
«Ogni lacerazione perde sangue. Non lo trovo singolare»
John non smise la mimica d'incomprensione che gli atteggiava i tratti. Se possibile, l'accentuò.
«Ti ho fatto così male?» chiese l'altro dopo qualche secondo. Tuttavia, non era realmente preoccupato come voleva far sembrare, e John non poté trattenersi dallo schiudere le labbra in un sorriso rassegnato, scuotendo la testa con fare tranquillizzante.
«Mi hai sorpreso» rivelò, sciogliendo le spalle a dissimulare un secondo brivido di piacere.
Sherlock fece slittare all'insù un angolo della bocca, visibilmente fiero della sua prestazione. «Lo devo a te, John»
Un rossore improvviso gli salì alle guance.
«E al tuo libro» aggiunse Holmes, scivolando fuori dal letto.
John aggrottò la fronte, finché gli occhi indugiarono sul comodino, su un volume rilegato in nero: Il pozzo e il pendolo¹.
«Non capisco»
L'occhiata annoiata che Sherlock gli offrì con naturalezza lo offese, ma si limitò a concentrarsi sulla conversazione.
«Il tuo corpo» venne istruito istantaneamente «ha reagito chimicamente agli impulsi della paura, diventando più eccitato, ardente, voglioso... Ho voluto assecondarti»
John batté le palpebre alcune volte, annuendo pensieroso, ma con un sorriso provocatorio ad illuminargli il volto.
Ebbe l'impressione che Sherlock avesse inteso il significato di quello sguardo. «Dovremmo leggere più spesso storie come quella prima di... dormire»
«Da quando ti interessano informazioni inutili come quelle contenute nei libri?» lo punzecchiò John, estremamente gioviale mentre gli si avvicinava.
«Da quando dispongono di una finalità pratica ed effettiva»
Il dottore sghignazzò la sua approvazione direttamente sulle labbra del detective: qualcosa gli suggeriva che si sarebbe abituato presto a quelle ferite sulla schiena.

Forse, quello era stato solo un graffietto.





[Parole: 500]



Note:
[¹]: Il pozzo e il pendolo, noto racconto breve dell'orrore dello scrittore E. A. Poe e pubblicato per la prima volta nel 1842.




Angolo dell'autrice: Salve a tutti! :D
Questo è il mio primo esperimento nel fandom di Sherlock, e il fatto che sia per un contest mi emoziona ancora di più! La sfida consisteva nello scrivere una drabble o una flashfic a partire dal prompt scelto, e questa è stata l'idea che più mi premeva sviluppare.
Spero davvero di non aver fatto un disastro, soprattutto per quanto riguarda le caratterizzazioni dei due protagonisti. Spero, inoltre, di avervi strappato un sorriso con questa piccola storiella! :D
Ringrazio tanto Nora_2000 per aver dato il via a questo spassoso contest! Naturalmente, grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui a leggere e a chi vorrà soffermarsi a lasciarmi un parere! Siete tutti i benvenuti, io non mordo! ♥
Un bacione e, di nuovo, grazie! :*

Julie_Julia

   
 
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