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Autore: Elementare_Watson    20/03/2015    2 recensioni
Zeus, Ares e una mortale. Cosa succederebbe se in un'unica notte qualcosa andasse storto? Cosa potrebbe accadere, quindici anni dopo, alla ragazza di cui tutti desiderano la morte e che non ha una capanna fissa al campo-mezzosangue? è la figlia prediletta dei suoi padri perché più potente dei suoi fratelli/ sorelle, ma la potenza ha un prezzo. Un figlio di Poseidone potrà aiutarla, ma non strapparla dal suo destino.
I figli di due dei tre pezzi grossi più uno (Ares) coinvolti in un'impresa più grande di loro. Difficile sarà il ritorno.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V Cheryl

Corri. Qualunque cosa succeda continua a correre, non ti fermare ! Un grido : Max è stato attaccato e ferito da … non riesco a capire che mostro sia per colpa della tempesta e della nebbia che avvolge questa collina. Non posso lasciarlo indietro, non dopo tutto quello che ha fatto per me ! Insomma quel satiro è la mia famiglia ! Mi avvicino a lui, e lo aiuto a rialzarsi. Cerco il mostro con lo sguardo, ma non lo vedo. Faccio in modo che Max si aggrappi a me e inizio a correre. Qualche metro e sento qualcosa trafiggermi il fianco. Cado a terra. Mi rialzo a fatica ed eccolo lì : un mostro in piedi davanti a me. Obbligo il satiro a scappare e dopo un paio di volte che glielo urlo si avvia un po' zoppicando e un po' correndo verso la nostra meta, da tanto bramata e oramai così vicina. Non so bene come (la confusione regna sui miei ricordi), ma riesco a uccidere questo mostro a me sconosciuto. Riprendo la mia corsa, ora molto più lenta di quella di mezz'ora fa per colpa delle numerose nuove ferite. Quelle più profonde non accennano a smettere di sanguinare, ma anche quelle più superficiali non scherzano. Continuo a correre fino a che vedo una figura zoppa davanti a me : Max che cerca di arrivare in cima alla collina. Lo raggiungo e insieme arriviamo davanti a quella che dovrebbe essere l'entrata del Campo Mezzosangue. Tutto quello che succede dopo è molto veloce : un uomo, credo si chiami signor D., mi strattona fino a una capanna un po' ai margini del campo. Non ha numero. Apre la porta e mi ci butta dentro con poca grazia.

Atterro su qualcosa che è tutt'altro che comodo e un oggetto mi perfora il palmo della mano. Gemo dal dolore provocato dall'impatto delle ferite col pavimento duro e dalla cosa conficcatasi nella mia mano. Sento dei passi e istintivamente mi alzo,forse un po' troppo velocemente perchè mi gira la testa e per non cadere devo appoggiarmi al muro. Il rumore di passi cessa, e io alzo lo sguardo : davanti a me c'è un ragazzo, penso abbia la mia età, capelli neri e occhi verdi, non posso negare che sia carino, ma in questo momento è l'ultimo dei miei pensieri … anzi non dovrebbe nemmeno essere un mio pensiero.

“Di immortales sei messa piuttosto maluccio ! Vieni, è meglio far smettere di sanguinare quelle ferite prima che tu svenga”

Non rispondo, tutto quello che faccio è staccarmi dalla parete e cercare di mantenere l'equilibrio, invano, cado a terra. Il ragazzo mi porge una mano, ma contrariamente alle mie aspettative non mi aiuta ad alzarmi e basta, mi prende in braccio come si fa coi feriti che non si reggono in piedi (e io cosa sono?). Cerco di divincolarmi dalla sua presa ma :

“Ehi, calmati tanto non ti metto giù, hai troppe ferite, è meglio evitare qualsiasi movimento superfluo e in più non riusciresti a camminare nemmeno per mezzo metro”

Non mi oppongo, ora non ne ho nessuna voglia. Appena arriviamo a quello che credo sia il suo posto nella capanna, con molta più grazia di quanto potessi immaginare, mi fa sedere sulla branda che funge da letto. Mi prende il braccio destro e comincia pulirmi le ferite, una alla volta. “Chi sei ? Cosa ci facciamo di preciso qui ?” chiedo

“Io ? Io sono un semplice semidio come te e qui … beh … aspettiamo di essere riconosciuti dal nostro genitore divino. Vengono riconosciuti dieci semidei alla settimana : i dieci che hanno le prime brande, infatti appena se ne vanno tutti corrono per prendere quelle davanti, per essere assegnati a una capanna del campo più velocemente. Diciamo però che io sono una sorta di eccezione perché ho quindici anni ... ma sono successe tante cose e per miracolo sono riuscito a sopravvivere un paio d'anni in più lontano da qui, ma non capita tutti i giorni”

“Ma i semidei che non erano ancora stati riconosciuti non andavano nella capanna 11 ?”

“Si, ma siamo troppi, e ci sono anche molti figli di Ermes … quindi siamo qui … ma tu come fai a sapere della capanna 11 ?”

“Max, il mio custode mi ha accennato delle cose”

Quando finisce di medicare anche il braccio sinistro mi chiede l'ultima cosa che avrei pensato mi chiedesse : “Preferisci aspettare che arrivino gli altri da caccia con la cena ? Intendo per farti medicare sulla schiena e sui fianchi da una ragazza”

“N-non so … sei tu quello esperto qui …”

“Dovrebbero arrivare tra circa tre ore … dimmi tu …”

“Ascolta, non voglio sembrare né una santa, né una facile ma penso sia meglio che me le medichi tu ora, visto che continuano a sanguinare …”

“Sinceramente ? Anch'io avrei fatto come te ”

Mi sfilo la maglia, o meglio, quel che resta della maglia, scoprendo in questo modo non solo le ferite, ma anche …

“Ehi, ma quella cicatrice come te la sei fatta ?”
“Già … mi sono scordata di dirti che il mio corpo è costellato di cicatrici cicatrizzate un po' male …”

“Come te la sei fatta ?”

“È rilevante ?”

“Si”

“Ok … è iniziato tutto un anno fa … sono arrivata a casa prima del solito da scuola. Mia mamma era in cucina. Salutai Stefan, il mio patrigno e andai in camera mia a posare la borsa poi andai da mia madre. Mi appoggiai allo stipite della porta e iniziammo a parlare … è stato un momento, mia mamma sbiancò all'istante, sentii un forte dolore alla schiena e istintivamente volsi lo sguardo al porta-coltelli prima di cadere a terra e perdere i sensi : ne mancava uno. Andai poi al pronto soccorso e una settimana dopo mia madre morì … un incidente in banca, dove lavorava : una rapina andata male. Max, che intanto era sempre rimasto con me, mi disse che tutto quello che pensava era giusto e che ora non potevamo più aspettare e dovevamo venire qui. Il giorno dopo i funerali di mia mamma siamo partiti, noi contro tutti. Oh e anch'io ho quindici anni. Sono stata un anno in più nel mondo mortale, e il secondo anno l'ho impiegato per arrivare qui”

“Wow … mi spiace per … beh tutto. Ma quindi come sei arrivata qui ?”

“Io e Max è da febbraio che camminiamo per arrivare qui”

“Ma siamo a gennaio …”
“Appunto”

“E dove dormivate ?”

“Dove capitava … a volte non dormivamo nemmeno, per colpa di mostri o per ansia”

Il ragazzo riprese a medicarmi le ferite e solo quando finì mi resi conto di non sapere il suo nome … o qualcosa su di lui.

“Come ti chiami ?”

“Perseus, ma tutti mi chiamano Percy, tu ?”

“Cheryl … come sei arrivato qui ?”

“È una storia lunga …”

“Ho tempo”

“Sai, sei la prima che mi risponde così … ma va bene ti dirò come sono arrivato qui. Sono arrivato l'altra settimana, con mia mamma e Grover, il mio custode. Poi un Minotauro ci ha attaccati e … beh …”
“Ho capito, non preoccuparti”

“Grover sta bene”

“Lo so, ti ho detto che ho capito”

La nostra conversazione finì così. Mi alzo dalla branda e vado a guardare fuori dalla finestra, il sole è ancora alto, saranno le 5.00p.m. Mi giro e vedo che Percy si è steso dove poco prima ero seduta io. Lo guardai un momento, poi mi guardai un po' intorno cercando una parete comoda per riposare un po'. L'ultima cosa che ricordo sono delle braccia che mi afferrano molto delicatamente e che mi adagiano su una branda.

   
 
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