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Autore: Pinker    20/03/2015    1 recensioni
Dopo 10 anni dall'ultima missione di Blaze a Mobius, la gatta lilla ritorna per svelare un caso già iniziato dall'amica Amy, la quale a un certo punto scompare misteriosamente.
Anche Shadow e Rouge saranno coinvolti in questa avventura dal finale incerto.
Tra bugie e passato, sorprese più o meno piacevoli e lotte tra ragione e istinto, nascerà una storia d'amore...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shadow scrutava la situazione; come aveva detto il capo, tutte ragazze e anche piuttosto spaventate.

Il riccio nero odiava quando qualcuno si cagava in mano nel vederlo, o balbettava, o piangeva...

insomma, la sua pazienza era molto limitata, e nel vedere tutte quelle ragazzine iniziare a tirar su il moccio dal naso senza che lui abbia fatto niente lo faceva imbestialire.

Ogni volta che perdeva la pazienza grugniva e di certo non era qualcosa che tranquillizzava le prigioniere.

Cominciarono a risalire sul furgone a passi lenti.

Wow amico!” disse Joe, la guardia che aveva presentato Shadow, battendogli una pacca sulle spalle: “Fai accapponare la pelle a quelle!”

Il riccio, rimasto silenzioso fino a quel punto, gli ricordò seccato: “ Non sono tuo amico. Siamo solo soci.”

Joe roteò gli occhi; “Come vuoi. Tienile d'occhio e ricordati cosa ha detto il capo!”

Shadow grugnì: “Certo!”

Joe se ne andò. Il riccio nero guardò le sue prigioniere mentre rientravano nel vagone.

Poi ad un tratto si sentì bruciare dentro; da annoiato qual era si trovò a cercare con insistenza qualcosa che non conosceva.

Uno sguardo, ne era sicuro; uno dei più penetranti che avesse mai sentito sulla sua pelle.

Era caldo come il fuoco, si sentiva incenerire in sé, e gli provocava quel dolore che in verità era solo nella sua mente. Gli piaceva.

Chiamatelo masochista ma gli piaceva un sacco quella sensazione.

Per quanto ci provava non riusciva a trovare il proprietario di quegli occhi.

Muoveva gli occhi analizzando tutte le ragazze, ma sembrava che nessuno lo stesse fissando.

Diamine! Pensava il riccio dagli occhi rossi Se non stessero tutte ammassate come pecore!

Il bruciore aumentava.

Si avvicinò, ma si accorse che tutte erano rientrate e la fiammata che lo bruciava dentro si stava spegnando...

Questo significava solo una cosa... chi lo fissava era una di loro.

Determinato, salì sul vagone e lo chiuse.

Guardò con aria da assassino i passeggeri.

Non riusciva più a sentire quel calore.

Iniziò a camminare lungo il vagone, lentamente, guardando a destra e sinistra mentre il silenzio assoluto faceva da sovrano.

Eddai Diceva tra sé e sé Shadow. Aspettava solo un segno.

Arrivò all'altro capo del vagone e si guardò ancora in giro. Nulla.

Quindi bussò alla porta di legno, che subito si aprì:

Sì?” chiese una voce oscura.

E' tutto a posto.” rispose il riccio nero senza battere ciglio.

Ok. SI PARTE!” gridò il tipo, rivolto verso l'altra cabina.

Poi Shadow si accorse di una tabella che aveva in mano.

Devo fare l'appello.” annunciò il tipo al riccio nero, come se gli avesse letto nel pensiero.

Lascia, faccio io.” Rispose solamente, prendendo la tabella dalle sue zampe.

Il tizio avrebbe voluto ribattere, ma non era così ignorante da non sapere chi fosse Shadow the Hedgehog. E inoltre, lo sguardo del riccio faceva intuire che non conveniva insistere.

Il tipo chiuse la porta di legno, lasciando l'ex agente della G.U.N. con in mano l'elenco dei nomi.

Shadow si girò dalle ragazze. Dopo pochi secondi il riccio nero sentì sotto i suoi piedi il treno che iniziava a muoversi.

Nessuno parlava, gli unici suoni erano quelli delle ruote che cigolavano sulle rotaie e il fischio di partenza.

Data un'ultima occhiata al “carico”, Shadow posò gli occhi sul suo appello.

L'aveva voluto apposta, avrebbe trovato chi cercava.

Iniziò con voce alta a chiamare i nomi: “Angel the Echidna.”

Una timida voce rispose “Presente”, che arrivò alle orecchie del riccio nero, ma Shadow fece finta di non averla sentita.

Se c'era una cosa che non riusciva a sopportare, era quando a un qualsiasi appello c'era gente che rispondeva a bassa voce. Bisognava capire chi era presente, diamine!

Ripeté, più arrabbiato e deciso: “Angel the Echidna?!”

La voce si fece più forte, e Shadow decise che stavolta andava bene.

Squadrò l'echidna bianca dagli occhi azzurri che rispondeva al nome di Angel e le ordinò quasi urlando: “La prossima volta, quando ti chiamo, alza la voce! Chiaro?! Ho ucciso per molto meno!”

poi si rivolse a tutte le altre, ringhiando: “Questo vale anche per voi! Non lo ripeterò un'altra volta!!” .

Le ragazze annuirono con le lacrime agli occhi.

E poi lo risentì, quello sguardo rodente che gli fece accapponare la pelle e gli diede un brivido lungo la spina dorsale.

Si guardò in giro, ma sembrava che lo stesse osservando un fantasma!

Quindi continuò l'appello. Prima o poi salterà fuori.

Continuò più o meno senza interruzioni, Fortuna per loro che collaborano pensava il riccio nero.

Fino a quando...

Annie the Hedgehog”

Nessuna risposta. Le ragazze cominciarono a guardarsi intorno bisbigliando e deglutendo.

Una ragazza in particolare era piuttosto agitata. Avrebbe voluto rispondere come le altre, ma le mancò la voce. E sapeva che era nei guai.

ZITTE!” sbraitò Shadow “ANNIE THE HEDGEHOG!?”.

Una timida mano si alzò in aria.

Il riccio nero guardò la ragazza – una riccia arancio e gialla dagli occhi blu- dritta negli occhi.

Annie lo guardava immobile nelle sue orbite, con gli occhi che le luccicavano dalla paura.

Shadow non perse tempo ad avvicinarsi a lei e mollarle un ceffone che la fece finire faccia a terra.

Naturalmente le altre guardavano piene di terrore quella scena, si nascondevano una dietro all'altra e abbassavano le orecchie.

COSA VI HO DETTO PRIMA!?” urlò il riccio nero pieno di rabbia verso la poverina, che si stava lentamente e debolmente alzando con una mano sul punto colpito. Le bruciava e le faceva malissimo. Ovviamente non rispose alla domanda retorica del riccio.

Scusa...” riuscì a dire tra le lacrime.

SCUSA?! La prossima volta non sarò tanto gentile!!”.

E poi si sentì morire; quella sensazione di bruciore era diventata insopportabile anche per lui, era sicuro che stava andando a fuoco.

Si guardò intorno; tutte lo stavano fissando tremanti.

Nella sua mente Shadow si chiedeva cosa stesse succedendo, chi era quella che voleva fulminarlo con lo sguardo? O era lui che si stava prendendo la febbre e stava solo andando fuori di zucca?

Anche se dentro si faceva molte domande, la sua espressione e la sua corporatura non davano segni di lotte tra ragione e istinto che avvenivano nel suo animo.

Si limitò ad allontanarsi dalla riccia, che con l'aiuto di alcune ragazze si stava rimettendo composta, e continuò il suo appello. Passò ai nomi con l'iniziale B.

Blaze the Cat.” si bloccò subito dopo averlo detto.

Dove l'ho già sentito? Si chiese. Così...familiare...

Ripercorrendo la memoria, nello stesso secondo in cui si era fatto la domanda si rispose da solo.

Aveva appena realizzato chi fosse quando una voce forte e fiera rispose: “Presente!

Quella voce...

Quando la sentì rimase ancora più sbigottito di prima, e -questa volta- uno attento poteva leggerglielo in faccia.

Guardò nella direzione della voce e vide con stupore una bellissima gatta lilla, seduta con la schiena dritta e appoggiata alla parete, le sue ginocchia in posizione fetale.

La testa di Shadow era tutta un Wow, anche se lui non l'avrebbe mai ammesso.

Il suo sguardo cadeva dritto dritto negli occhi dorati di quella creatura.

Analizzò il suo corpo senza farsi pregare; notò le forme delle gambe, i capelli che le scendevano sulle spalle e che la rendevano irresistibile, le ombre nere intorno agli occhi che le dava un bel fascino e anche le bocca...

Da mordere fu l'aggettivo e tutto quello che seppe dire sulle sue labbra.

Il riccio si trattenne nel mordere e leccare le proprie.

Essendo seduta e raccolta su sé stessa, Shadow non riusciva a vedere bene il resto del corpo.

Era da alcuni secondi che la stava fissando intensamente senza emettere un suono e lei dava segno di esserne infastidita.

“C'è qualche problema?” chiese lei gentilmente, con una nota di seccatura.

Come lo guardò con rabbia Shadow si sentì quel bruciore, ma non ne era stupito; nel momento in cui aveva realizzato la presenza di Blaze, aveva subito capito che era lei, che era il suo sguardo di fuoco. Così i suoi sospetti erano confermati.

Lui scosse leggermente la testa per riprendersi e rispose con un calmo “No.”

Continuò il suo appello come se nulla fosse successo, ma in realtà era altamente confuso.


Che cosa ci fa qui una principessa come Blaze?...


- - -

Stava calando la notte.

Blaze e le altre erano state portate fuori dai vagoni, per alcune ore, poi le avevano portate in grandi capannoni dove le avevano dato da mangiare (una povera zuppa di patate) e infine fatte coricare per dormire.

La gatta lilla si sdraiò sul letto di stracci e poteva sentire il freddo del pavimento di cemento.

Ma non le importava, tanto il suo potere le permetteva di variare temperatura a suo piacimento!

Chiuse gli occhi e ripensò al fatto di quel pomeriggio: una volta uscita dal treno in tutta fretta, per evitare il riccio nero, si radunò nel ben mezzo delle altre, in modo da stare sempre vicino a qualcuno.

Non si sa mai...

Ma non bastò: a un certo punto si sentì perseguitata da dei brividi freddi che il calore del suo corpo non riusciva a respingere.

Si guardava intorno sudando freddo, per poi accorgersi che proprio colui che voleva evitare la stava fissando senza interruzione dall'alto al basso.

Contrariamente allo sguardo della micia, quello di Shadow era di un freddo glaciale e non le piaceva per niente. Non sapeva cosa fare pur di toglierselo dalla pelle.

Ma cosa ci fa qui? Si chiedeva lei.

Pensavo fosse un agente della G.U.N! Non può essere che lavora con loro!... che incubo!

Si preoccupò;

Se ho lui dall'altra parte non ce ne vengo più fuori! Tra l'altro mi preoccupo...è diventato violento nei confronti dei più deboli. Lo ammetto, lo conoscevo poco, ma non era così... che gli è successo?

Emise un profondo sospiro.

Per non parlare di come mi divorava con gli occhi...

Rabbrividì solo al pensiero. La paura che gli fosse maturato un pensiero perverso le gelava il sangue nelle vene...

Tuttavia non era detto che fosse davvero cattivo...

Ma sì certo! Si illuminò Lavora per una agenzia segreta! Sarà in missione sotto copertura! Che stupida Blaze! E' ovvio, perché non c'ho pensato prima!

Sorrise a questa considerazione. Voleva sbattesi il palmo sulla fronte ma evitò. Si calmò notevolmente e si sentì più leggera.

Mi sono preoccupata per niente!

Si era visibilmente rasserenata.

Tuttavia c'era una parte di lei che non la convinceva... il suo subconscio la portava a pensare oscuramente...

Ma perché picchiarla?Era proprio necessario?...

Non sembrava scherzare per niente...

Devo dire che non c'è andato leggero...

...E questo non ha senso...

Si era stufata di stare sdraiata e non aveva sonno.

Riaprì gli occhi e si mise seduta; tutte le prigioniere dormivano nel gigantesco capannone.

Si guardò destra e sinistra mentre le sue pupille si allargavano per adattarsi all'oscurità del luogo.

Si alzò e silenziosamente passeggiò per il corridoio a passi lenti; la sua coda ondeggiava nervosa al ritmo dei suoi passi e Blaze era totalmente avvolta nei suoi pensieri.

Adorava la notte; era pacifica, tutto si rallentava quasi per fermarsi, l'oscurità avvolgeva qualsiasi cosa come per rassicurare le povere anime. Alcuni vedevano paura in questo.

La gatta non avrebbe voluto far altro che uscire per vedere il cielo senza luna, pieno di stelle di tutti i colori e dimensioni. Un vero spettacolo della natura.

La notte così incantevole non faceva pensare a realtà dure. Questa volta, non era il caso per Blaze.

Non aveva molto tempo per queste cose, e spinse via quei desideri e quelle bellissime visioni per lasciare spazio ai pensieri della sua attuale situazione.

Se Shadow era attualmente impegnato a stanare quella banda di canaglie, lei l'avrebbe saputo, lui le avrebbe detto del suo piano. Doveva avere un piano.

Shadow non è certo il primo pirla di questo mondo si disse tra sé e sé Blaze,

Sa cosa deve essere fatto! E' preciso, obiettivo...

Le sue orecchie si misero sull'allerta; una presenza si avvicinava velocemente...

Troppo veloce...

Non fece in tempo a girasi che due mani gelide si chiusero a tenaglia sui suoi fianchi, stringendo e tenendola bloccata.

Uscì un gasp dalle sue labbra, mentre i suoi occhi brillavano preoccupati. Rimase immobile, non sapendo che fare. Non si girò; aveva capito chi era.

Era così vicino che il petto toccava quasi la schiena della gatta, che si sentì sussurrare: “Dobbiamo parlare.”

- - -

Da tutto il pomeriggio, sin da quando l'ha vista, Shadow aveva in mente solo lei, quella gatta lilla.

Il fatto che era piombata così inaspettatamente non dava pace al riccio nero.

Nella sua testa echeggiava instancabilmente la domanda:

Che ci fa qua?

Poi si rispondeva e ci ragionava.

E' stata catturata, ovvio, ma perché è in questo universo?

Per non parlare del ricordo di dieci anni prima, quando Blaze faceva mangiare il fuoco a tutti quelli sulla sua strada.

Perché non scappa??

Ricordava ancora quando la aiutò a recuperare il Sol Emerald. Che dire, era cresciuta molto e se era così forte a quel tempo figuriamoci quanta strada può aver fatto!

E invece è prigioniera come tante altre.

Shadow non sapeva spiegarselo.

Le avrebbe parlato, poco ma sicuro!

E mentre radunava le idee per le domande che le avrebbe fatto, si mise ad osservarla.

Era sempre zitta, si guardava sempre intorno ed era isolata dal gruppo, ma non troppo.

E' intelligente, starà pensando a un piano di evasione pensava Shadow.

Ma finché non ho delle risposte ed è sotto mia sorveglianza non le permetterò di fare niente!

Aveva bisogno di sapere, era diventata ormai una cosa personale. Sapeva che era potente, emanava energia da tutti i pori. Quindi era pericolosa.

Inoltre se fosse scappata quale scusa avrebbe dato a Bunch, il suo capo?

Non voleva avere impicci, e non sarebbe stata lei a darglieli!

Era così concentrato su di lei, che la micia si accorse dei suoi incessanti sguardi.

Come se a Shadow importasse!

Lei diventò nervosa e il riccio nero poté dedurre con un mezzo sorriso che i suoi sguardi non le piacevano tanto quanto gli sguardi di lei piacevano a lui.

Cercava di nascondersi dalla sua visuale.

Piccola vendetta per avermi quasi bruciato e con questa frase nelle mente se ne guardava bene di perderla d'occhio.

E intanto si accorgeva di come era cresciuta: si era alzata, doveva ammetterlo.

Una volta era molto più asciutta...ora poteva vedere delle curve fantastiche.

Che ci volete fare? Alla fine Shadow è un maschio!

E' ovvio che adocchiò le forme del petto e il sedere.

Come si muoveva, la sua coda che oscillava da un lato all'altro, il suo musetto fine, il suo corpo perfetto...

Shadow si voleva schiaffeggiare da solo per togliersi quei fottuti pensieri dalla testa!

Che cazzo mi prende!? Devo dimostrare rispetto per una Principessa! Pensò tra sé e sé

Diamine! Sono sempre stato un santo e adesso arriva lei e mi atteggio come un maniaco! Perfetto! Ma guarda te! Si diceva ironico mentre roteava gli occhi.

E' una ragazza come tutte le altre! MA CAZZO, allora qualcuno mi dica perché mi vien voglia di sbatterla contro il muro e-

Si fermò d'impatto. Non voleva fare così schifo. Sapeva cosa gli altri facevano a quelle povere prigioniere... ok, aveva schiaffeggiato una, ma non sarebbe andato tanto in basso!

Rispettava troppo la principessa, e quindi l'avrebbe trattata come tale.

Con questa decisione nella mente, si dimenticò di tutte le cose che le avrebbe voluto fare...

Anche lei vorrà delle spiegazioni. Pensò non a torto.

Così attese la notte.

Dal lettuccio dove dormiva scrutava l'enorme spazio del capannone.

La debole luce della notte entrava dagli strappi nella plastica che copriva quella grande struttura.

C'era un silenzio incredibile. Shadow respirò quell'aria piena di tranquillità, e aspettava.

Un fruscio leggero attirò il riccio nero fuori dal suo stato di dormi-veglia.

Una figura nera e snella si alzò mise a sedere lentamente, per poi alzarsi allo stesso modo.

Aveva iniziato a camminare distrattamente per il corridoio, così Shadow decise di alzarsi senza fare nessun rumore. Sapeva che era lei, come poteva confondersi?

Si avvicinò velocemente alla ragazza assicurandosi che nessuno lo guardasse.

Le orecchie della bella creatura si mossero a scatti: l'aveva sentito arrivare.

Lui non voleva che scappasse, o che volesse fargli uno scherzetto col fuoco, quindi la bloccò alla vita facendola sussultare, e la strinse a sé senza farla girare, sussurrandole: “Dobbiamo parlare.”


   
 
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