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Autore: Arsax    20/03/2015    1 recensioni
STORIA INCOMPLETA
“Aveva ragione mio fratello. Aveva ragione su tutti i fronti.
Sono uno schifo. Sono una schifezza di persona. Posso mai fare questo? Posso trattare così la gente?
Non so perché lo faccio, ma mi viene naturale. Come se una bestia si impossessasse di me ogni volta che esco di casa. Ogni volta che mi preparo per uscire e mi guardo allo specchio, vedo il mio sguardo cambiare e diventare cupo, freddo e distaccato. Me ne sono reso conto solo nell'ultimo periodo. Solo quando una certa persona me l'ha fatto notare ed è entrata a far parte della mia vita, sconvolgendomela in modo irreparabile.
Che cosa sono? In cosa mi sono trasformato? In che cosa mi hanno trasformato? Questo sono veramente io?
Ormai non ho più alcuna certezza. Esse sono morte con me, con la mia ultima vera immagine riflessa nello specchio. Questo non sono io e non ritroverò mai più il vero me stesso. Io sono morto.”
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 19- “Pregiudizi”

 

 

Bill era seduto sulle scale ad ascoltare quella dolce e triste melodia che proveniva dal solaio. Era incantato e intristito al tempo stesso, perché sembrava che la melodia che stava suonando Angelica esprimesse tutte le emozioni che provava e che aveva provato Bill fino a quel momento. Non pensava che Angelica fosse capace di suonare il pianoforte, così bene per giunta, ma quella era stata una dolce sorpresa perché aveva scoperto una cosa che avevano in comune: la passione per la musica. Nessuno che non avesse passione per la musica riusciva a rendere una melodia così viva e personale, come lei stava facendo, infondendo le emozioni che lei stessa provava all'ascoltatore.
“Chi diavolo è Angelica Vogel?” si chiedeva Bill, mentre ripensava a come si era comportata con lui, preoccupandosi per lui quando all'appuntamento aveva visto il mostro di Amburgo, e alle informazioni che gli aveva dato Tom.
Se gli avesse mentito per tutto il tempo? Se l'avesse preso in giro solo perché erano separati da uno schermo? Aveva detto la verità? Cosa era vero e cosa no?
-Immaginavo fossi qui.
Bill sorrise imbarazzato per essersi fatto scoprire da Stefania. Si sentiva un po' uno stalker, doveva ammetterlo.
-Te potresti rubare il lavoro ad Adria, sicuramente i tuoi presentimenti sono più giusti dei suoi.-rispose Bill ridacchiando.
-E' brava, vero?- chiese Stefania riferendosi ad Angelica.
-Sì, non pensavo sapesse suonare il piano.
-Sono convinta che quella ragazza sia piena di sorprese e non penso che tutte siano piacevoli come questa. Fa' attenzione.- gli disse seria Stefania.
-Perché? Cosa pensi che possa accadere? Che si riveli un vampiro e che voglia succhiarmi il sangue mentre dormo?- disse sarcastico Bill. Ormai non era più convinto che creature di quel genere non esistessero, dato che esistevano poteri magici, pozioni puzzolenti e pezzi di vetro che fungevano da medaglioni magici.
-Ascoltala, Bill.- disse Tom camminando verso di loro.
-Come mai sei qui anche tu?- chiese al gemello.
-Per evitare che Stefania si faccia male. Angelica sarà spaventata e confusa, ne ha tutto il diritto, e potrebbe avere delle allucinazioni per l'etere e scambiarla per un...- Tom si interruppe.
-Un mostro che cercherà di ucciderla.- concluse Bill; ormai ci aveva fatto l'abitudine e non badava più tanto a quello che dicevano, senza cattiveria, suo fratello e i ragazzi e ai loro vari paragoni che facevano sui mostri deformi e assassini. Lui era un mostro deforme e assassino.
-Come fai ad essere certo che sia ancora sotto l'effetto dell'etere?- chiese Bill per rompere quel silenzio imbarazzante.
-Non lo so, non sono mica un medico o un chimico! So solo che devo proteggervi ad ogni costo e da ogni cosa.
“L'unica cosa dalla quale non puoi proteggermi è me stesso” pensò amaramente Bill.
Pensava che con l'arrivo di Angelica, tutto sarebbe andato per il meglio e avrebbe iniziato a pensare in modo positivo e invece era capitato tutto il contrario. Non era più tanto sicuro del suo piano.
Mentre pensieri cupi gli affollavano la mente, notò un vassoio stracolmo di cibo stretto fra le mani di Stefania.
-Vuoi portarglielo tu?- chiese lei.
-No! Potrebbe morire di infarto! Immaginate: il mostro che ti perseguita e terrorizza te e la tua città...che ti porta la colazione a letto! Io gli tirerei tutto ciò che è tirabile, anche il pianoforte.
-Pensi che riesca a lanciarti il pianoforte in faccia?- chiese Tom con un sopracciglio alzato e il solito e vecchio sorriso strafottente stampato sulle labbra.
-Per la paura io lo farei!
Però la ragione non era solo quella, in realtà Bill si vergognava da morire. Pensava che fosse orrendo, una bestia, un assassino e aveva una paura folle del giudizio di quella piccola e fragile creatura. Non sarebbe riuscito a sopportare la paura nei suoi occhi, come non era riuscito a sopportare quella negli occhi di Tom, Stefania e di tutti gli altri quando si era rivelato a loro, però erano riusciti ad andare oltre le apparenze, Angelica sarebbe riuscita a farlo? A cancellare quell'orrendo aspetto e la sua fama, non desiderata, di spietato assassino?
Tom fece finta di crederci, ma entrambi pensavano che più tardi avrebbero avuto una lunga e sfiancante chiacchierata.
Bill si stette sulle scale con le orecchie tese, in attesa di sapere come avrebbe reagito e cosa avrebbe detto Angelica.

Angelica sentì la porta aprirsi e si girò di scatto. Non pensava che mai in tutta la sua vita li avrebbe visti così da vicino senza paparazzi, bodyguard e fan urlanti.
-Ma che cazz...?
-Ciao Angelica.- disse Stefania sorridendole.
Dietro di lei entrò Tom Kaulitz, il suo fidanzato e promesso sposo, che in quel momento stava tenendo sotto controllo la situazione con sguardo vigile.
“Credono davvero che possa far loro del male? Fico.” pensò Angelica, trattenendo un sorriso divertito.
-Ti ho portato la colazione.- continuò lei. -Solo che non sapevo cosa ti piacesse, così ti ho preparato tutto.
Angelica la guardava come se avesse detto “Sono la figlia di Satana e sacrifico simpatici gattini al mio paparino”; non perché fosse stata scortese o sfacciata, ma perché Angelica non aveva più qualcuno che si preoccupasse di farle mangiare cose che le piacessero.
-Prendo il caffè.- rispose Angelica, continuando a guardarla in quel modo.
-Non ti preoccupare, non ti mangiamo mica.- disse Tom ridacchiando, per sciogliere la tensione che si era creata.
-E' proprio quel “non ti mangiamo” e quel “non ti preoccupare” che mi preoccupano.
Stefania e Tom ridacchiarono e questa posò il vassoio sul comodino, prendendo quello vuoto.
-Perché sono qui?- chiese Angelica direttamente e senza giri di parole inutili, prendendo un po' alla sprovvista Stefania e Tom.
-Ecco...- iniziò Stefania senza sapere cosa dirle; ma che diavolo poteva dirle?
Di certo non poteva parlarle del fatto che lei potesse essere la chiave per rompere la maledizione di Bill e di certo non poteva parlarle di magia così su due piedi, ma era preoccupata per ciò che Tom poteva lasciarsi sfuggire dalla sua boccaccia.
-Perché qui sei al sicuro.- rispose Tom, facendo tirare un sospiro di sollievo a Stefania.
-Al sicuro? Ma che diavolo stai dicendo?
-Sapevamo che i tuoi colleghi volevano farti rinchiudere nell'ospedale psichiatrico del quartiere nel quale abiti.
Angelica sbarrò gli occhi scioccata. -Come avete fatto a...?
-Abbiamo i nostri informatori.- rispose seccamente Tom, ma non conosceva ancora bene Angelica.
-E, di grazia, chi sarebbero i vostri informatori?- chiese la rossa, incrociando le braccia al petto.
-Perché dovrei dirtelo?
-Perché non dovresti? Mi avete portata qui senza il mio consenso, almeno vorrei sapere chi è che va in giro a dire i cazzi miei.
Tom guardò in un punto della camera, incerto sul da farsi. Quella ragazza aveva sempre la risposta pronta! Ed era sfacciata.
Gli balenò in mente un'idea azzardata, ma doveva pur tentare. Per suo fratello.
-Mio fratello.- rispose infine Tom e Angelica restò letteralmente a bocca aperta.
Bill Kaulitz, una star internazionale ricca, famosa, piena di impegni e bastardo come non se ne erano mai conosciuti, che si preoccupava per lei, una povera e triste ragazza maltrattata e abusata dal padre? Non riusciva a crederci.
-Cooosa?!
-Già, è stato mio fratello.
-Voglio vedere tuo fratello!- urlò sorpresa, imbarazzata, arrabbiata e scioccata.
-Prova a chiamarlo.

Bill, che aveva sentito tutta la discussione, sbarrò gli occhi.
“Che cazzo stai facendo, Tom?!” pensò preoccupato.
-Anzi, io lo andrei a cercare.
Anche Stefania sbarrò gli occhi. Tom aveva perso anche l'ultimo quarto di neurone che gli era rimasto in quella zucca vuota, che a quel punto poteva usare benissimo come portaoggetti?
-Dov'è camera sua?
-Giù per le scale, a destra e in fondo al corridoio.
Angelica scese a passo di carica e Bill ebbe solo il tempo di alzarsi e correre in camera sua. Non appena girò la chiave per chiudere la porta, sentì un tonfo contro la porta.
-Aprimi subito!
-Perché dovrei?- chiese con voce dura, ma tremante.
-Perché mi devi un po' di spiegazioni!
-Io non ti devo proprio un bel niente.
Perché Tom le aveva detto quelle cose? Era diventato scemo? Oltre a cretino era diventato anche scemo? Non si rendeva conto che si vergognava da morire e che aveva una paura tremenda di lei, uno scricciolo che avrebbe potuto mettere al tappeto con un dito?
-Allora mi apri o no?- insistette Angelica.
-No. Vai da Tom e Stefania e lasciami in pace.- rispose Bill con voce più ferma.
-Mi devi dire come cazzo hai fatto a sapere che volevano portarmi via. Voglio sapere anche perché mi hai portato qui e...
Bill la lasciò sfogare senza più rispondere, fissando intensamente la maniglia della porta.
Lei era lì, a nemmeno un metro da lui e sentiva la sua voce, la sua arrabbiatura, il suo profumo. Gli stava rivolgendo la parola, erano parole solo per lui, nonostante la maggior parte fossero solo insulti, ma ne era comunque contento. Avrebbe continuato a comportarsi in quel modo anche dopo essersi svelato a lei? Be', doveva pur tentare o tutto il casino che i suoi amici avevano fatto solo per lui, sarebbe stato vano.
Ritornò al presente, notando che Angelica non aveva ancora smesso di parlare!
“Dio, ma non esiste un interruttore 'off' per spegnerla?” pensò alzando gli occhi al cielo.
-Va bene! Ora esco!- le urlò stizzito. -Solo...non spaventarti.
-Non mi spavento se il tuo parrucchiere ti ha fatto dei capelli di merda o hai un mini Vesuvio sulla fronte pronto ad esplodere!- rispose sarcastica.
Bill prese un profondo respiro e, chiudendo gli occhi, aprì lentamente la porta. Quando fu completamente aperta, iniziò a fare il conto alla rovescia.
“Cinque...quattro...”
Era lì, riusciva a sentire tutto di lei ancora più intensamente di prima. Sperava che non avesse urlato, che avrebbe cercato di capire e sentire tutta la storia prima di trarre una conclusione affrettata. Sperava che sarebbe rimasta.
“...tre...due...”
Sperava che gli sarebbe stata accanto e che l'avrebbe aiutato a cambiare, a ritornare com'era prima, che l'avrebbe salvato come lui voleva fare con lei. Si sarebbero salvati a vicenda, se solo lei avrebbe capito.
“...uno...”
-Oh, merda!- esclamò Angelica facendo un salto indietro.
-Per favore, non spaventarti.- cercò di calmarla Bill, ma quando alzò le mani lei notò gli artigli della mano sinistra.
-Togli quei cosi dalla mia faccia!.- urlò Angelica.
-Non sono sulla tua faccia, sono sulla mia mano!
-Allora leva quei cosi, che sono sulla tua mano, dalla mia faccia!
-Non te li sto mettendo in faccia! Sono ad un metro e mezzo da te!
Si bloccarono per riprendere fiato, dato che si erano urlati contro fino a quel momento, e si fissarono intensamente negli occhi, molto simili per la barriera che avevano creato per tenere segrete le loro emozioni e le loro paure.
-Come hai potuto? Com'è potuto succedere?- gli chiese lei con voce flebile.
-Ecco...io...
-Hai ucciso tutte quelle persone. Perché? Che ti avevano fatto?- chiese duramente.
-Non ero in me...in senso letterale. Non ero io a desiderare di ucciderli.- cercò di spiegare Bill, ma quando vide la sua espressione capì tutto. Era proprio l'espressione che avrebbe desiderato non vedere.
Non disse nulla e ritornò in camera propria. Non aveva intenzione di ascoltarlo, cosa che il suo lato pessimista aveva già preso in considerazione, e chissà come mai aveva pensato che spiegandole tutta la situazione, lei gli avrebbe creduto e avrebbero risolto tutto. Che stupido era stato, era ricaduto nella trappola dell'incredulità, che gli aveva portato solo sofferenza in tutti quegli anni.
Angelica non aveva intenzione di ascoltare. Non aveva intenzione di credere. Non aveva intenzione di restare, lo sapeva. Ora ricordò perché aveva scelto di seguire la strada della strafottenza e della cattiveria: per evitare che gli altri gli facessero del male per primi.
Si sedette sul letto e guardò a terra, triste e deluso. Nessuno l'avrebbe ascoltato. Nessuno l'avrebbe capito e nessuno l'avrebbe amato.
Si prese la testa fra le mani e cercò di calmarsi, perché si sentiva molto strano. Sentiva qualcosa crescere dentro di sé, qualcosa che purtroppo conosceva molto bene. Senza rendersene conto, si trovò sui tetti dei palazzi di Amburgo proprio mentre la città si stava pian piano svegliando.
“No! Possono vedermi! Devo assolutamente cercare di tornare indietro e devo domare questo coso.” pensò, ma tutto ciò che fece risultò inutile. La bestia si era di nuovo risvegliata, e aveva sete di paura e sangue.

-Non ci credo...quindi...voi mi avete portato qui per salvarmi e mi ritrovo a convivere col mostro che ha ucciso un sacco di persone e che mi sono sempre trovata davanti mentre le uccideva?- chiese scettica e confusa Angelica, mentre erano seduti al tavolo dell'enorme cucina.
Tom voleva sbattere la testa contro il muro. Angelica non aveva ancora capito una mazza di tutta quella faccenda, nonostante stesse cercando di spiegargliela da una mezz'oretta buona. Non aveva ancora capito perché Bill si comportasse in quel modo, dopo tutto il fiato sprecato, e sembrava che quella ragazza avesse la testa più dura del marmo!
-Angelica.- iniziò Stefania, dopo aver preparato il caffè per tutti. -Bill non vuole uccidere le persone, è colpa della maledizione che gli è stata inflitta da Ariennye.
Angelica rimase di sasso. Conosceva quel nome molto bene, sua madre aveva sempre parlato di lei sin da quando era piccolina, ma, ovviamente, aveva sempre pensato che fosse nevrotica e pazza. Dopo aver visto il viso sfigurato di Bill e dopo che Stefania le ebbe spiegato tutto in modo comprensibile, a differenza di Tom, aveva capito che sua madre aveva avuto ragione. Ragione da vendere. Forse il mondo non era più propenso a credere a cose strane come la magia, i maghi e gli amuleti magici, ma capì che si era completamente sbagliata a giudicare sua madre una pazza furiosa. Angelica si sentì in colpa per non averle creduto, ma lei finché non vedeva, non credeva.
-Cosa c'è?- le chiese Stefania
-Mia madre...non importa. Perché è stato trasformato? Può tornare come prima? Cosa c'entro io in tutta questa storia?- chiese Angelica a raffica, cercando di riportare la discussione su Bill e non sulla sua povera madre, rinchiusa in quella stanza orribile e imbottita di tranquillanti dal mattino alla sera.
-Insomma- iniziò Tom. -tu potresti essere la so...
Stefania tirò un calcio a Tom da sotto il tavolo e lui gemette di dolore.
-Oddio amore! Scusami! Non l'ho fatto apposta. Vai a mettere del ghiaccio, lo trovi nel freezer.- disse Stefania con l'aria mortificata.
-Non devi dirle che lei potrebbe spezzare la maledizione innamorandosi di lui, manderesti a monte tutto!- aggiunse poi in italiano, guardando con rimprovero il fidanzato.
Tom si alzò borbottando qualcosa di incomprensibile e andò a prendere del ghiaccio.
-Bill è stato trasformato perché...be', non era uno stinco di santo. Li hai letti i giornali, no?- disse Stefania ad Angelica, e questa annuì.
-Ecco, lui trattava malissimo le persone. Le trattava di merda, me compresa, e credeva che tutti coloro che non fossero come lui, fossero stupidi e delle nullità, dei senza cervello. Ariennye gli è apparsa in sogno e gli ha detto che se avesse continuato a comportarsi in quel modo, sarebbero successe delle cose terribili e che l'avrebbe punito. Ha ignorato l'avvertimento di Ariennye, le spiegazioni di Adria, una maga zingara che conosco che ci ha aiutati, e alla fine Ariennye l'ha trasformato in quel modo, perché affermava che quello che avesse dentro dovesse rispecchiare l'esterno. L'unica cosa che non abbiamo ancora capito è il motivo delle sue crisi e perché uccida senza freni.
-Davanti a me però si è fermato.- rispose Angelica, ancora scioccata dal racconto.
-Lo sappiamo.
-Come...?
-Ci ha raccontato che mentre era in piena crisi, era riuscito a riprendere possesso del proprio corpo e a fermarsi grazie ad una ragazza. Ci ha anche detto che, dopo ore di riflessione, di essersi ricordato che quella stessa ragazza era nelle vicinanze mentre compiva gli altri omicidi, ma non sappiamo come tu ci sia riuscita.
-Quindi io sarei la chiave per fermare gli omicidi spietati?- chiese Angelica diffidente. La volevano usare come “sedativo umano” per Bill?
-Forse, ma non ti abbiamo portata qui per questo motivo. Lui voleva scoprire come l'avessi bloccato, così ha iniziato a guardarti da lontano per capire cosa avessi di così speciale.
-Tipo stalker?- chiese rabbrividendo all'idea di essere spiata da qualche mese dal mostro che stava terrorizzando Amburgo.
-Più o meno.- disse sorridendo Stefania. -Ma non per le cose che pensi tu. L'altra sera ti ha seguita a lavoro, ha sentito che discutevi con i tuoi colleghi su di lui e, dopo che te ne sei andata, ha sentito questi che volevano farti portare via dagli infermieri psichiatrici e metterti assieme a tua madre. Ha deciso di portarti qui per salvarti.- finì di spiegare Stefania.
-Io me la cavo benissimo anche da sola.- rispose Angelica, cercando di avere un atteggiamento da dura e sicura. -Non ho bisogno di essere salvata, mi salvo benissimo da sola.
-Però ora non sei rinchiusa lì e tutto grazie a Bill.
Angelica fissò il proprio caffè, ormai freddo, e continuò a pensare a quella strana situazione. Era vero, se non fosse stato per Bill sarebbe finita assieme a sua madre e a parlare con una strizzacervelli per il resto della sua vita, o finché non l'avrebbero reputata guarita e “normale”. Avevano cercato di salvarla dall'essere rinchiusa, ma non avevano capito che anche lì non è che potesse andare a zonzo e fare come diavolo voleva.
“E' sempre meglio dell'ospedale psichiatrico o in quella topaia che chiami casa con quell'essere di tuo padre.” pensò lei e si arrese all'idea che sarebbe rimasta lì per un po' di tempo, col mostro a pochi passi dalla sua camera e senza l'opportunità di scappare semmai questo avesse avuto una crisi.
-Cerca di non avere paura di Bill, ha già abbastanza paura di se stesso. Non è cattivo come credi e sono sicura che avete molte cose in comune.- le disse Stefania sorridendole.
-Sì, certo. Tipo le unghie, no?- disse Angelica in modo sarcastico, mostrando la mano sinistra a Stefania, che ridacchiò di gusto.
-Questo servirebbe a Bill: qualcuno che sdrammatizzi sul suo aspetto esteriore e che lo tratti da persona normale quale è.
-Tu non lo fai?
-Non ho mai avuto un rapporto tale da permettermi di fare queste battute e suo fratello, Tom, è ancora più in ansia di lui e non riuscirebbe a fare battute di quel genere, senza che qualcuno dia l'input.
-E quel qualcuno sarei io? Cioè, adesso dovrei fare da pagliaccio ad un mostro per fare in modo che ami il proprio aspetto? Che dovrei dirgli?! Oh, sì Bill, adesso va di moda il filo spinato attorno al braccio, è la nuova collezione dell'anno. E quelle unghie marrone cadavere frollato e mangiucchiato sono fa-vo-lo-se!
Stefania scoppiò a ridere e dovette tenersi la pancia perché le faceva male. Angelica sentì una risata alle sue spalle e si accorse che pure Tom stava ridendo.
-Non pensavo fossi così simpatica.- disse Tom asciugandosi le lacrime dagli occhi.
-N-non sono simpatica, mi piacciono l'umorismo e il sarcasmo macabro.- rispose Angelica seria.
Nessuno le aveva mai detto che era simpatica, e mai avrebbe pensato di esserlo, ma forse quei due erano fuori di testa e avrebbero riso anche se avesse detto “unicorni viola che mangiano banane rosa”. Però nella testa di Angelica c'erano ancora un paio di domande senza risposta.
-Come si può rompere la maledizione di Bill?
Stefania fece spallucce e Tom la seguì. -Sappiamo solo che deve cambiare il suo animo e il suo modo di comportarsi, per il resto tutto buio.- rispose lei.
-E...un'ultima cosa. Posso...andare a trovare mia madre?
-Tesoro.- Stefania si alzò e l'abbracciò.
Angelica si irrigidì, non era più abituata a ricevere segni d'affetto come quelli. Da quando era sola col padre, l'unico contatto che riceveva era quello delle botte e non solo...
-Purtroppo non si può. Finiresti direttamente nella tana del lupo e non possiamo permetterlo.- le rispose con tono dispiaciuto.
Sentirono un rumore improvviso e videro solo una figura singhiozzante correre velocemente al piano di sopra.
-Cos'era?- chiese Angelica un po' spaventata, ma cercando di non darlo a vedere.
-Bill.- dissero Tom e Stefania contemporaneamente.
-Dev'essere successo qual...- Tom si bloccò e guardò Stefania. Lei annuì senza dire una parola.
-Vieni tesoro, ti faccio fare un giro della casa.
Tom e Stefania si guardarono con intesa. La crisi era ritornata, e prima che Bill si fosse ripreso ci sarebbe voluto un bel po' di tempo. Speravano e pregavano con tutte le loro forze e ogni dio esistente e non, che quella ragazza sarebbe riuscita a far tornare Bill com'era prima.

Svarione dell'autrice:
Buona sera!
Rieccomi col capitolo nuovo di questa storiella, spero vi piaccia almeno il doppio di quanto piaccia a me (praticamente poco o niente) e vi ringrazio di cuore per le vostre recensioni, per averla messa fra le seguite e soprattutto per la pazienza.
Vi mando un bacione enorme e...
Al prossimo capitolo!
Arsax <3

 

 

  
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