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Autore: Moge_k0_02    21/03/2015    1 recensioni
E se.. Dopo quattro anni, una verità dimenticata tornasse a galla? Ib e Mary sono ormai uscite dalla galleria d'arte di Guertena lasciando Garry, che è morto in quel mondo parallelo per mano di Mary. Come reagiranno le due sorelline scoprendo la verità dopo tanto tempo?
Attenzione!! Rischio spoiler!!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ib, Mary
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano nel cortile della scuola. Si ignorarono per un po’, poi Mary saltò al collo della sorella.
 –Sei stata formidabile!!!- disse. –Direi.. ho preso una nota…- ma non lo pensava sul serio. Che cos’era un pezzo di carta con la prova di aver infranto una regola? Era riuscita a scagionare Leyle, ed era tantissimo per lei! – Ma in fondo non me ne importa tanto..- aggiunse.
Ah no?- la stuzzicò Mary. Ib ce la stava facendo, aveva l’opportunità di far capire alla sorella quanto si sentisse in colpa di quello che le aveva detto:-No! Perché non bisogna sottomettersi a delle regole imposte dagli altri, ma alla propria coscienza. E se questo vuol dire urlare come una matta e salire in piedi su una cattedra, beh, perché no? Ben venga! L’importante è agire secondo i propri ideali e prendersi le proprie responsabilità!-. Poi le sorrise. Si abbracciarono e se ne tornarono a casa salterellando, mano nella mano.
 
 
Quella sera non fu come le precedenti, prima o durante il litigio. C’era solo uno strano silenzio, ma non un silenzio ostile. Era più una “pausa riflessione”, per così dire. Ib non riusciva ancora a capacitarsi di ciò che aveva fatto quella mattina. I genitori l’avevano rimproverata per la nota, ma avevano smesso all’improvviso, con aria furiosa. Il motivo non l’aveva ancora compreso, ma aveva una mezza idea. Probabilmente si erano accorti della sua espressione facciale da “chissene…”, o forse perché gli era suonato strano il suo primo rimprovero.  Beh, anche se non glie ne importava niente, era troppo felice di aver finalmente fatto pace con Mary. Non avrebbe resistito altro tempo al dolore di aver perso sua sorella. Ma soprattutto era riuscita a capire il suo comportamento! Certo, era ben diverso salire sulla cattedra dal rompere il naso di una persona con una paletta, ma erano entrambe azioni che infrangevano le regole per il bene di una persona, ed era questa la cosa importante. Mary intanto scrutava il soffitto con gli occhi appannati dal sonno. La notte prima aveva dormito malissimo e ora temeva di avere ancora quell’incubo spaventoso. Intanto entrò la mamma in stanza. Stava spegnendo la luce, credendo che dormissero, ma la ragazza la precedette:-Mamma, per favore, non spegnere la luce stanotte..-, la madre le sorrise e fece cenno di sì con lo sguardo. Poi si allontanò verso la sua camera. Alla fine Mary si addormentò, senza pensieri.
Non era mai stata così prima. Era sdraiata su un prato, pieno di fiori bianchi. Appoggiò la testa sulla sua spalla e vide i suoi capelli biondi che si diramavano tra l’erba, illuminati dal tramonto. Si sentiva felice. Come non mai. Fin quando calò la notte, e con essa la paura. Lei chiedeva aiuto, ma nessuno le rispondeva, si sentiva persa, non sapendo cosa fare. Sì sentì improvvisamente inghiottita dal nero, e non distingueva più il cielo dal prato. Ad un certo punto sentì una voce che la chiamava, una voce dolce, che aveva già sentito da qualche parte. Non vedeva nulla, tranne due occhi colmi d’affetto e di protezione. Due occhi verdi, color smeraldo. Poi essi scomparvero, e sorse il sole.
Si risvegliò di colpo. Erano, più o meno, le cinque di mattina. Era stato solo un sogno. Un sogno splendido, così reale e così dolce. Non avrebbe voluto risvegliarsi mai più, non voleva più piangere, né soffrire ancora. Diede un’occhiata al letto accanto al suo. Sua sorella si stava dimenando come non mai la coperta era caduta al suolo. Mary conosceva bene quel modo di reagire nel sonno. Anche Ib aveva un incubo.
E non un incubo qualunque. Le bastava un’occhiata per riconoscerlo. Era uno di quelli ricorrenti. Si sentì in colpa per non essersene mai accorta prima, mentre lei si lamentava con tutti delle sue paure la sorella se le teneva cocciutamente dentro di sé, senza che nessuno potesse accorgersi del suo dolore né potesse risollevarla o consolarla in alcun modo. Voleva apparire forte per poter dare coraggio agli altri senza che loro si sentissero in dovere di ricambiare. Le scese una lacrima. Sapeva cosa provava, ma per lei era triplicato il tutto, senza sfogarsi con nessuno.
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Era sempre la stessa storia. Ib non ne poteva più. Quel sogno la consumava fino alla fine delle sue forze. Si trovava in una zona buia, circondata dalle fiamme. Un lampo, dei petali blu. Il buio. E un’enorme rosa blu al centro. Ancora il fuoco. Poi, niente.
Non ce la faceva. Non riusciva più ad accettarlo. Ogni volta si svegliava e aveva voglia di piangere. Voleva scappare di casa, in una zona desolata, per poi urlare, scoppiare in lacrime, senza che nessuno sentisse il suo dolore. Invece era condannata ad un eterno pianto silenzioso, flebile come un respiro.
 
Storia. La materia più BELLA del pianeta. Per così dire. Mary non sarebbe sopravvissuta a lungo a quel supplizio. Stava contando i minuti da quando era entrata in classe la prof. Ecco, mancano solo 7 minuti e 43 secondi. 42. 41.40. 39. 38…. 2 minuti. Un minuto. 24 secondi. 13 secondi. 12. 11. 10. 9. 8. 7. 6. 5. 4. 3. 2. 1. 0000000000000000000000000000000000000000000!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Sìììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!! Weeee are the champiooooooooooooooons!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sì, sono questi i pensieri che vengono alla gente normale quando suona la campanella della ricreazione.
 –Aspettate un attimo ragazzi, il tempo che vi do i compiti!
-_-  -_- -_- perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!???????????
3 minuti e 41 secondi dopo:-Bene, per oggi basta. Fate ricreazione.
Mary aveva mal di testa. Non se la sentiva di sopportare ALTRE chiacchiere inutili e decise di andare fuori in corridoio. Era inutile, le urla di quegli scalmanati della sua classe la raggiungevano anche lì. Si mise a correre guardando alle sue spalle, come se fosse letteralmente inseguita. Un momento dopo si ritrovava a terra, confusa, non sapendo a cosa avesse sbattuto. Era circondata da libri e davanti a lei… dei piedi. Alzò la testa e si ritrovò di fronte il ragazzo che aveva salvato la volta prima. Cercò di scusarsi e lo aiutò a raccogliere i libri dal pavimento, quando le loro mani si sfiorarono. Lei retrasse la mano e arrossì in un modo talmente violento che sarebbe stato impossibile da non notare. Cercò di coprirsi il viso con i libri, sembrando ancora più impacciata, poi il ragazzo le sorrise, le porse la mano per aiutarla ad alzarsi e le disse:- Non preoccuparti… ti chiami Mary, giusto?
Lei si sentì ancora più in imbarazzo. Gli chiese:-Sì… Come fai a saperlo?
-Ho sentito l’altro giorno tua sorella che ti chiamava. Io sono Sazuke, piacere!
-ehm..io…Piacere!
-Ti ringrazio ancora per l’altra volta… sai, io sono preso spesso di mira da quelli là, da quando sono in questa scuola… e non so neppure il motivo…
Intanto suonò la campanella.
-Io devo.. insomma… scappo, ciao!- salutò di corsa Mary.
-Aspetta! Ci rivedremo ancora?
-……
E se ne andò.
 
Alla fine della giornata, se ne stavano tornando a casa. Ib si accorse che la sorella girava con aria sognante, sbagliava spesso direzione e ogni tanto rischiava di finire sotto una macchina. Era strana. Probabilmente qualche rotella aveva preso a girare nel verso sbagliato.
-Mi dici che ti prende?
-Ehhhhhhhh???
- Che ti succede? Sembri su di giri!
-Booohhhh!!!!!!!!!!!! E chi può saperloooo??- aveva una voce che avrebbe fatto pensare a chiunque di essersi ubriacata. Ib si mise a scuoterla dalle spalle per farla rinsavire. Poi non parlarono più per un breve tratto. Ad un certo punto Mary, con la sua voce di sempre, solo un po’ più eccitata, chiese alla sorella:- Ib, tu sei mai stata innamorata?
-OVVIO CHE NO!- rispose lei sicura. Un momento dopo si sentì rabbrividire. Una scossa le contorse tutta la schiena. Non era la prima volta che le facevano domande del genere. Era capitato molte volte ed aveva sempre risposto con disinvoltura e sicurezza, ma in quel momento le fece malissimo. Si sentiva male al pensiero di cercare nella sua memoria, di dare una risposta alla domanda fattale proprio da MARY, diversamente da quando erano gli altri. Si sentì frustrata, arrabbiata, voleva strillare contro qualcuno. –No- ripetè calma, più a sé stessa che a sua sorella. –No…..Credo.- aggiunse, con un fremito nella voce.



L'ANGOLO DEI DANNATI! MUAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!! (più comunemente chiamasi angolo autrice ma vabbè)
Allora... signore e signori, ci siamo riallacciati alla trama della storia! (come sono inteliggiente  volevo dire BELLA)
Ringrazio Rolythebest per aver recensito la storia e aver suggerito il nome del tiziocaio (mi sono già scordata il nome... BENECOSìììììììììììììììììììì) e The Core of the Abyss per averla aggiunta alle seguite. EDDUNQUE CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!

Moge-Ko <3







 
   
 
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