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Autore: Klainester    21/03/2015    2 recensioni
Alle prese con gli inizi delle loro carriere a New York City, un giovane dottore e un promettente attore di teatro si scontrano.
Questo è l'inizio di una serie di eventi che porterà Kurt e Blaine a incontrarsi con il destino.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Glee and Date With Destiny; forever in our heart


 
Blaine Anderson non era mai stato così tanto agitato in tutta la sua vita, nemmeno il giorno della sua laurea aveva avuto attacchi di panico improvvisi o a iniziare a sudare freddo, ma in questo caso tutto doveva essere perfetto, ed era più di un’ora che ripassava il suo programmino, sperando che andasse tutto come aveva programmato nei minimi dettagli, anche se a dire il vero, era stato un po’ complicato mettere su tutto con Kurt che gli girava in torno ogni volta che lo vedeva fare qualcosa di insolito ai suoi occhi. Mandò un messaggio al suo ragazzo per avvisarlo che era nel posto dove avrebbero dovuto “incontrarsi” e aspettò.

Appena Kurt arrivò, scese dalla sua auto e iniziò a guardarsi intorno, cercando di capire dove fosse finito Blaine. Eppure gli aveva detto di essere lì. Mandò almeno una decina di messaggi nel giro di cinque minuti, sempre continuando a guardarsi intorno, senza ricevere risposta dal ragazzo; decise di chiamarlo. Appena alzò la testa dal telefono per portarselo all’orecchio notò un foglietto fucsia fluo attaccato al muro che c’era proprio di fronte a lui. Subito pensò che non fosse nulla, ma si avvicinò per curiosità e quando lesse il messaggio scritto, ci rimase di stucco. Era proprio indirizzato a lui.
 
 

“Ehi Kurt, sono qui, dovresti vedermi :)

Okay, ti va di fare un… giochino?

Deve andarti, per forza ;)

Quindi, adesso, salta in auto e corri in ospedale,

dove troverai altre indicazioni.

A dopo”

-B <3



Non se lo aspettava, soprattutto perché Blaine non era uno da post-it fucsia, ma ovviamente la motivazione della scelta del colore era palese. Sorridendo come un ebete, salì in auto e si diresse in ospedale. Mentre guidava gli venne in mente quanto amava il suo ragazzo soprattutto perché era capace di fargli passare una giornata meravigliosa e diversa ogni volta come fosse la prima. Tra un pensiero e l’altro arrivò nel posto stabilito – per sua fortuna a quell’ora, di mercoledì, in giro non c’era nessuno – parcheggiò l’auto ed entrò. Si guardò un po’ intorno e, forse per telepatia, corse verso l’ascensore che portava al reparto di maternità, infatti ci trovò un altro post-it, giallo questa volta, attaccato che recitava:
 

“Umh okay, ora penso che tu sappia il piano, no?

Appena arriverai, troverai subito un altro indizio”


Sorridendo, Kurt, chiamò l’ascensore e salì al piano superiore dove, appena le porte si aprirono, si ritrovò una Santana con gli occhi quasi a cuoricino e, si spaventò per questo. “Amico Hummel, zuccherino mio questo te lo lascia il tuo bel ragazzo. Leggilo con attenzione” disse subito lei, abbracciandolo e baciandolo sulla guancia per poi lasciargli un foglio piegato in due in mano e filare via saltellando. Non era un post it ma era sicuramente un altro indizio. Lo aprì e iniziò a leggere:

 
 
“Okay, rimani lì davanti all’ascensore.
Oddio, forse questo non è il miglior modo per iniziare una lettera romantica o cosa però
ora mai, dopo quasi due anni, sai come sono fatto. Comunque, parlando di cose serie,
te lo ricordi? Proprio in questo punto, quasi due anni fa il
destino ha pensato bene di farci scontrare. Proprio qui.
Non sa quanto sono grato di tutto questo, non sa quanto bene ha fatto,
ma soprattutto, il destino, non si rende conto, o forse si, di quanto
Io sia grato a lui per avermi fatto incontrare la persona più importante della mia vita.
La persona che amo come non ho mai amato niente e nessuno. In questo punto,
ci siamo incontrati, Kurt, amore mio. In questo punto è iniziata la nostra storia.
Oddio, mi sto dilungando. Il resto te lo dirò… poi.
Ora sai dove devi andare.
-B.”


Stava per mettersi a piangere, ma non lo fece, almeno non ancora. Mentre teneva stretto al petto quel foglio si diresse verso la stanza 206, quasi senza riuscire a controllare le sue gambe o il suo cuore, che si muovevano, come un spinta che non poteva sentire, ma consapevole lo avrebbe condotto da Blaine, dove trovò un altro post it questa volta, azzurro.
 
 

“Ed.. eccoci, ti ricordi questa stanza?

Io non mi dimenticherò mai quell’istante nel quale

Tu, angelo mio, sei entrato in questa stanza,

con i tuoi occhi meravigliosi e i tuoi capelli un po’ scompigliati per lo scontro…

eri bellissimo, e credo davvero di essermi innamorato di te,

 dal primo istante in cui tu hai varcato la soglia di questa porta.

Adesso, se una delle più belle canzoni del più bel musical d’amore di tutti i tempi, ti ricorda qualcosa…

saprai sicuramente dove andare

-B.”


No, il suo ragazzo era davvero bastardo quando si metteva a scrivere cose romantiche e strappalacrime, e lui non sarebbe riuscito a trattenersi a lungo. Appena lesse l’ultima frase, pensò immediatamente al teatro, dove avevano cantato Come What May insieme per la prima volta, dove avevano capito di essere fatti l’uno per l’altra, ma anche dove Kurt era stato male per Blaine, ricordandosi il giorno in cui Rachel aveva partorito e il suo incidente. Scansò quel brutto pensiero e, sorridendo, si diresse di nuovo verso l’uscita dell’ospedale per rimettersi in auto e andare dritto al Teatro, perché era anche il luogo dopo le loro labbra si erano incontrate per la prima volta.

Appena arrivò lì davanti all’ingresso. non trovò nulla, così aprì ed entrò. Senza pensarci, passò affianco alla fila di poltrone nella quale era seduto Blaine quella sera, quando si era esibito per la Prima, sfiorando le poltroncine una ad una, mentre si dirigeva verso il palco. Arrivò sul palco e trovò un altro post it, sorrise senza controllo prima di prenderlo tra le mani e leggere;

“…Suddenly the world seems such

A perfect place, suddenly It moves lie a perfect grace..

Te la scriverei tutta ma non ho tutto questo tempo, almeno non adesso.

Questo palco è stato davvero importante per la nostra relazione,

Qui è dove, cantando insieme a te,

mi sono reso conto che il mondo era perfetto solo

se stavo accanto a te bhe, ho capito un sacco di altre cose ma non finirei più.

Adesso…Prettyprettyplease..se ti ricorda qualcosa, corri ;)”


Quel ragazzo più andava avanti e più lo stupiva, nonostante stessero insieme da un po’ ora mai. Sorridendo, e con gli occhi lucidi, staccò il post it dal pavimento sul quale era attaccato e si alzò per tornare verso l’uscita, ma un movimento un po’strano proveniente da dietro le quinte, lo bloccò e lo costrinse ad andare a vedere.



Era proprio furbo quando voleva. Era quasi riuscito a farsi scoprire per la curiosità di vedere la reazione del suo ragazzo a tutto quello che stava facendo. Blaine corse facendo molto piano verso l’uscita del backstage e, grazie a chissà quale forza divina, notò che Kurt, quando arrivò alla porta, non la aprì e tornò indietro. Era proprio uno stupido a volte. Sospirò per il sollievo e filò a Greenwich Village, dove sapeva che Kurt sarebbe andato. Per sua fortuna, non era poi così lontano da lì. Non vedeva l’ora che quella speciale caccia al tesoro finisse, per poter baciare il suo ragazzo. A dire il vero, non resisteva più di tanto, seguendolo di nascosto, non poteva stare realmente accanto al ragazzo che amava per vederlo emozionarsi così a una cosa che stava facendo per lui. Okay, forse quel ragionamento non aveva né capo né coda, scosse la testa ridendo di se stesso e dei pensieri che la sua mente sfornava in quel momento e partì nuovamente quando il semaforo, a cui si era dovuto fermarsi, era scattato in verde.



Era sicuro di aver sentito qualcosa, o qualcuno. Chi lo sa magari era solo lui che sentiva rumori strani. Smettendo di pensarci una volta per tutte, saltò in auto e si diresse verso Greenwich Village, dove aveva capito essere diretto l’indizio di Blaine. Mentre guidava decise di mettere un po’ di musica così, mentre era fermo ad un semaforo, guardò i suoi cd e optò per uno dei cd vari di Blaine. Appena la musica partì e le note della prima canzone riecheggiarono nell’aria, per poco Kurt non saltò.

Si era infiltrato anche nella sua macchina? Probabile, si disse fra sé e sé, ascoltando la canzone che aveva scritto per lui e che gli aveva cantato in ospedale. La voce di Blaine era sempre qualcosa di meraviglioso ed emozionante ogni volta che la ascoltava – spesso quindi – ogni volta era come la prima volta, e poi quel ragazzo aveva talento, come diamine c’era finito a fare il ginecologo? Quello era uno dei misteri che Kurt non avrebbe mai capito realmente.

Dopo qualche manciata di minuti, non si sa come – quel giorno New York era decisamente poco trafficata, che Blaine avesse programmato anche quello? – arrivò a Greenwich Village. Parcheggiò e scese dall’auto, dirigendosi poi verso il luogo dove avevano cantato insieme, dove ovviamente, trovò un bigliettino attaccato ad un palo della luce. Appena prese tra le dita la carta, l’artista di strada che se ne stava lì accanto, con la sua chitarra, iniziò a suonare le note di quella canzone:

 

“… don’t you ever ever feel,

Like you’re less then, you are perfect to me…

Lo so, lo so

Ho modificato la canzone perchè non potevo aspettare.

Ti ricordi? Qui ho realizzato quanto fossi perfetto per me

invece, e lo so che sembrano tanto cose fatte a posta, ma è la verità.

La musica è la verità e io grazie ad essa, ogni giorno della mia vita,

mi rendo conto quanto l’uomo che io amo sia perfetto,

meraviglioso e bellissimo in tutto quello che fa

e in tutto quello che è.

Non mi dilungo, ma se scopri la prossima tappa..

I won’t let this little things out of my mouth…”



“Il Karaoke!” disse di punto in bianco, guadagnandosi gli sguardi straniti di chi era lì intorno, compreso il signore che stava suonando. Diventò paonazzo in volto e, staccato il bigliettino, tornò indietro verso la sua macchina per dirigersi al locale. Salì velocemente e accese l’auto, uscendo lentamente dalla strada principale in cui era, per dirigersi verso la parte della città più vicina a casa loro.

Questa volta c’era più traffico, ma niente di che rispetto al solito – si, secondo lui, Blaine aveva programmato anche il traffico! – così, mentre aspettava a un altro semaforo rosso, riaccese la radio, canticchiando questa volta la canzone che era partita quando aveva acceso. Ci impiegò quasi venti minuti per arrivare al locale, date le distanze ed il traffico andava bene. Trovò parcheggio solo nella strada parallela a quella del locale però, quindi dovette farsi un pezzetto a piedi ma, in quella brezza di fine Aprile si stava abbastanza bene.

Entrò e salutò immediatamente Puck, che lavorava nel locale da qualche tempo. “Ehi Noah” lo salutò il ragazzo, con un cenno del capo. Con il passare del tempo, aveva imparato a conoscerlo, era un bravo ragazzo e rendeva felice la sua amica, gli bastava quello.

“Ehi Kurt!” Il ragazzo, appena lo vide, lo salutò con un sorrisetto complice sul volto e poi gli indicò il piccolo palco con il pianoforte. L’attore si diresse immediatamente verso lo strumento con talmente tanta foga che salendo i tre scalini del palchetto, per poco non inciampò, causando una risatina da parte dell’amico che lo osservava, che però si guadagnò solamente uno sguardo inceneritore da parte di Kurt che comunque, ridacchiava anche. Trovò immediatamente il bigliettino, appoggiato sulla parte del pianoforte dove vi erano i tasti coperti dal loro coperchio di legno;
 

“I’m in love with you.. and all this little things…

Amore, qui sono riuscito a dichiararti I miei veri sentimenti,

guardandoti negli occhi e con la musica.

Quella canzone, parla di te, parla di me, parla di noi.

Adesso, luce della mia vita, ti aspetto nel nostro nido.

Non tardare.”



Non ci pensò troppo prima di girarsi di colpo, salutare l’amico velocemente, e correre fuori dal locale e verso la sua auto per poi dirigersi a tutta velocità – se qualche auto della polizia l’avrebbe incrociato lo avrebbe sicuramente scambiato per un ladro e avrebbe preso a rincorrerlo, ne era certo – verso casa loro, infatti, ci mise veramente poco ad arrivare all’appartamento e, preso dalla foga di salire su, non salutò nemmeno il portinaio che però, sapendo delle intenzioni di Blaine, non ci fece troppo caso e lo guardò sorridendo lievemente, tornando poi a leggere il suo giornale.

Intanto Kurt, aveva preso di corsa le scale, tirato fuori le chiavi di casa e per poco non era di nuovo inciampato nei suoi stessi piedi. Arrivò davanti alla porta di casa loro che però trovò aperta. La aprì leggermente e iniziò a chiamare Blaine.

“Blaine? Blaine, tesoro dove sei? Sei in casa? Perché la porta era aperta?” fece tutte quelle domande guardando un po’ in giro per il salotto ma non trovando nessuno, si diresse in camera da letto. Già dal corridoio, notò che per terra erano stati sparsi qualche petalo di rosa e un paio di candele accese, che evitò per non bruciarsi impacciato com’era quel giorno. Aprì la porta socchiusa della loro camera da letto e rimase a bocca aperta.

Il paradiso non era niente in confronto a quello che aveva fatto Blaine per lui: c’erano i petali di rosa che, continuavano dal corridoio, formano un piccolo sentiero che portava al loro letto, tutto intorno invece, nel resto della stanza, c’erano un sacco di candele profumate e accese ma la cosa che colpì Kurt furono tutte quante le loro foto insieme attaccate ovunque.

C’era la foto che li avevano fatto Nick e Jeff, c’era una foto del primo compleanno di Liz insieme a Rachel e Finn, c’erano un sacco di altre foto che si erano fatti insieme ed era tutto bellissimo, poi riportò la sua attenzione verso il letto, cosparso di pochi petali. Il tutto era bellissimo e lo aveva lasciato senza fiato, infatti non si accorse che Blaine, uscito dal bagno, si era appoggiato piano allo stipite della porta a osservarlo.

Si schiarì la gola per attirare l’attenzione del suo ragazzo che, si voltò con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. “Blaine? Oddio, cos-“ disse subito Kurt appena lo vide, ma Blaine lo zittì immediatamente e, incatenando gli occhi ai suoi, iniziò a parlare a macchinetta, come suo solito costatò Kurt sorridendo ammaliato dal ragazzo. Dal suo ragazzo.

“Shh, ascoltami” iniziò, staccandosi dalla porta per poi andare verso il ragazzo e incastrare anche le loro mani insieme “Io, non sono molto bravo con le parole, dopo un po’ di tempo penso che tu te ne sia accorto. Comunque, questo è il nostro nido, questo è il luogo dove abbiamo imparato ad amarci sempre di più, il luogo di quasi tutte le nostre prime volte, togliendo il market qui sotto ovvio, e questo è il luogo dove desidero passare il resto della mia vita con te, Kurt. Tu sei il mio pezzo di puzzle mancante, sei l’altro capo del filo rosso che ci unisce, perché tu sei la mia anima gemella”, quest’ultima frase la disse sfiorando, lievemente con il pollice, il piccolo braccialetto che Kurt aveva al polso sinistro. Il regalo del suo primo compleanno con Blaine.

Sorrise Kurt, avvicinandosi sempre di più al suo ragazzo per fare in modo che le loro fronti si toccassero, sospirò e continuò ad ascoltare Blaine che non smetteva di parlare

“Tu sei l’amore della mia vita Kurt, tu sei la persona con cui voglio passare il resto dei miei giorni, quindi, Kurt Elizabeth Hummel, mio migliore amico, mio miglior confidente, mia roccia e mio amato” a un tratto si inginocchiò e Kurt quasi non svenne. Prese una piccola scatolina dall’interno della sua giacca e accadde “ V-vuoi avere l’onore, subito, domani, dopo domani o un giorno chissà, di diventare il mio meraviglioso, perfetto e bellissimo marito?” disse infine.
Kurt non si trattenne più, si portò una mano sul cuore e con l’altra fece alzare lentamente Blaine e poggiò poi la mano sulla sua guancia. “Blaine Devon Anderson, lo voglio come non ho mai voluto nient’altro al mondo” disse poi, intanto Blaine, gli infilò il sottile anello d’argento al dito e una lacrima scappò dagli occhi di entrambi. Non resistettero e alla fine unirono le loro labbra in un bacio dolce ma bisognoso, mentre si dirigevano verso il letto e ci si adagiarono lentamente sopra.

“Ti amo più della mia vita, Blaine, e sarei più che onorato di spenderla insieme a te, non vedo l’ora a dirla tutta” gli disse Kurt guardandolo negli occhi.

“Ti amo anche io Kurt, ti amo da morire, anzi, da vivere, perché io voglio vivere con te per ogni giorno della mia vita e, se mi vorrai, anche oltre” gli rispose Blaine, per poi unire nuovamente le loro labbra e più tardi i loro corpi insieme. Quello era veramente l’inizio di qualcosa di magico, che non si sarebbe mai spezzato.

Quello era l’inizio, del loro piccolo amore infinito.












Note:



Fra
Okay, siamo arrivate alla fine. Voglio cominciare col dire che ho pianto come una bambina tra la fanfic e Glee e devo ammettere che sono fiera di quello che siamo riuscite a tirare fuori, di quanto siamo migliorate dal primo capitolo a quest'ultimo e ai missing moments. Oddio, un weekend così intenso non l'ho mai visto, cioè salutare Glee e anche Dwd è dura, ma non è un addio, e come dice il nostro bel Gioacchino "don't be sad that is over, be happy because it happened ". Adesso voglio passare al capitolo prima di scoppiare nuovamente in lacrime: allora questo è quello che abbiamo pensato per l'epilogo, tutta questa caccia al tesoro o come la vogliamo chiamare l'ho sempre avuta in testa a dire il vero, mi sono immaginata una proposta diversa dalle altre ma romantica allo stato puro, cioè avete letto? Io avevo le carie ai denti lol (e le lacrime si )': ). Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che continuiate a seguire noi e i mm e tutte le altre cose che scriveremo, e un grazie speciale a tutte le persone che leggono, alle recensioni e alle preferite / seguite / ricordate. Vi amo u.u


Hanna
Salve, Hanna qui a dire Ciao a questa meravigliosa storia che ha accompagnato Fra e me in questi (quasi) due anni - tra una pausa e l’altra.. Vorrei spendere due parole sul come è nata l’idea di questa storia, la sua evoluzione e soprattutto quanto ha significato per me, come scrittrice e persona.
Inizio con il dire che mi stavo arrendendo con le parole, perché non riuscivo a dare quello che volevo e soprattutto c’erano più critiche e giudizi, che apprezzamenti. Il 3 Febbraio 2013 ho conosciuto un urgano, come le dico sempre; lei non mi ha chiesto il permesso di entrare nella mia vita, ma è arrivata come un urgano e ha stravolto ogni cosa, riempiendo la mia anima a brandelli con il suo mondo a colore e le sarò per sempre grata per questo e non solo. Ricordo che ci conoscevamo da realmente poco tempo ed eravamo solite parlare di fan fiction e fu cosi che scoprimmo che entrambe ne volevamo scrivere una ma non ne avevamo il coraggio o comunque non ci sentivamo in grado di farlo. Ricordo che un giorno, il mio piccolo uragano fatto di colori mi disse: “Un giorno ne scriveremmo una insieme” e--oh my, lei è un vulcano di idee. Ogni giorno le nostre conversazioni iniziavamo con un suo sclero per qualcosa che aveva visto o sentito o letto e un giorno venne da me con questa manip (che sicuramente avete visto), dove alcuni del cast di Glee erano medici e mi dissi: “Non sarebbe bello una ff su questo?” e dopo ha iniziato a sclerare e aggiungere idee e a rendermi partecipe. Cosi un giorno, mi fece leggere una bozza del primo capitolo e le chiesi se potevo aggiungere qualcosa e quando finì, senza neanche accorgersene, era diventata una cosa nostra. Era diventata la nostra storia, il nostro se e il nostro ma, era diventata quel: “un giorno” e “insieme”. Era diventata il nostro coraggio e il nostro essere abbastanza per l’impresa.
Se rileggo il primo capitolo (cosa che ho fatto qualche tempo fa) mi viene da piangere vedendo e notando quanto siamo cresciute. Il nostro modo di scrivere si è trasformato e migliorato. Anche la nostra sicurezza lo è. Sarà difficile dire Ciao a questa storia anche perché ha visto il nostro legame crescere e ci ha accompagnate in questi due anni di meravigliosa amicizia. Ha rappresentato il nostro ponte contro la distanza, il nostro per sempre, sempre. Il mio grazie al mio piccolo urgano, la mia Fra. E non credo di dover aggiungere altre parole per spiegare quanto questa storia sia importante per me, per noi. Basta solo dire che è stata la mia prima fanfic o meglio la nostra. Dopo il primo capitolo di DWD, non mi sono più fermata, non ho ancora smesso scrivere. Fra, DWD e Glee mi ha insegnato a credere in me stessa e nel mio potenziale ma soprattutto, se hai una idea in testa, mettila subito su carta e non farla andare via, perché potrebbe diventare un pezzo del tuo cuore, come DWD è stato per noi. So, grazie Date With Destiny per il coraggio, Grazie Fra aka mio piccolo urgano di colori (also mi Blaine!Turk) per avermi fatto ancora credere nelle parole e Grazie Glee per il tuo Don’t Stop Believin’.
  
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