La
pioggia non smetteva di cadere. Anche gli esperti non sapevano
più cosa raccontare
per spiegare l’imperversare del cattivo tempo. Telegiornali e
meteo non
facevano che parlare di perturbazioni anomale che coprivano tutto il
pianeta, dall’Artico
all’Antartico. In alcuni stati pioveva, in altri nevicava e
in altri ancora non
smetteva di grandinare.
La
popolazione mondiale era attanagliata dal mal tempo, ma, per quanto il
fenomeno fosse inedito e spaventoso, non era certo la pioggia o le neve
a
tenere tutti con il fiato sospeso. Macchie scure coprivano il sole ed
erano
ogni giorno più grandi.
-
Minako
ma secondo te si
tratta di attacchi alieni?
-
EH???
-
Forse sono gli alieni a
provocare quelle
strane macchie sul sole e forse è anche colpa loro se non
smette di piovere?
-
Usa,
tu vedi troppa televisione,
te lo ripeto da una vita. Sarà solo qualche fenomeno
scientifico che io e te
non capiamo, ignoranti in materia come siamo. E poi,
è circa un mese che
il tempo non cambia, se fossero stati gli alieni non penso che a
quest’ora non
si sarebbero già dati una mossa. Secondo me tutti ci stiamo
spaventando troppo per
un qualche stupido fenomeno passeggero. Anche se…secondo te
gli alieni sono
carini?
-
Mina!!!
Sei sempre la
solita! Comunque…bho? Non saprei… Va
bhè, lasciamo stare. Meglio non pensarci. Comunque
sia, ho deciso. Stasera piova pure quanto vuole ma io mi metto
l’impermeabile,
mi porto l’ombrello e vado sul lungomare: ho bisogno
di respirare aria di
mare! Mi sono stancata di stare chiusa in casa!
-
Sei
proprio sicura? Te
lo devo ricordare che fuori c’è il diluvio?! Sei
la solita sconsiderata!
-
Mina,
non ce la faccio
più. Seya non verrà di sicuro con me ma io devo
uscire, altrimenti rischio di
impazzire letteralmente seduta davanti a questa finestra.
-
Amica
mia, promettimi
almeno di fare a attenzione!
Eccola
lì, Minako
si preoccupava sempre per la sua
Usagi. Per lei la sua coinquilina era tutta la sua famiglia. Ad Usagi
si
ammorbidì ancora di più il sorriso già
disteso.
-
Tranquilla
amica mia e
poi…tanto ci sei tu che verresti a salvarmi in caso di
pericolo!
Strizzando
l’occhio a
Minako la ragazza uscì di casa.
Il
lungomare era deserto, faceva davvero freddo e la pioggia era
pungente come non se lo ricordava mai. Eppure Usagi non aveva
intenzione di
rinunciare. Amava passeggiare sul lungomare e fantasticare su quella
che
sperava sarebbe stata la sua vita insieme al suo fidanzato ormai
storico, Seya.
Tra due anni si sarebbero finalmente sposati e lei non faceva altro che
pensare
al giorno del loro matrimonio e al suo futuro sposo. Alto, moro e
possente.
Quello che più gli piaceva era quel modo tutto particolare
che Seya aveva di
sorridere. Si, sposarlo era il desiderio più grande del
cuore di Usagi.
Persa fra i suoi sogni romantici, incurante della pioggia scrosciante
intorno a
se, lagiovane ebbe una specie di randez vous:
“…Principessa, la prima
luna di Primavera è sorta, aspettami, un giorno sotto questa
stessa luna verrò
a prenderti per portarti a casa, e non ti lascerò mai
più sola”. La voce del
suo sogno.
No, non assomigliava per niente a quella di Seya. Per anni si era
aspettata
prima o poi di incontrare qualcuno con quella voce. Ma non era
successo. Lei
credeva di amare il suo Seya, di averlo sempre amato anche se,
più di una volta,
aveva pianto per causa sua, più di una volta quella dolcezza
che lei voleva
vedere in lui era diventata freddezza e le aveva spezzato il cuore.
Lei però aveva sempre resistito.
“Non esiste l’uomo perfetto e non voglio buttare
all’aria tanti anni insieme”.
Si ripeteva queste frasi tutte le volte che lui la trascurava, o la
faceva
soffrire.
Minako più di una volta le aveva consigliato di lasciarlo:
“Non troverai mai
l’uomo giusto se ti ostini a non vedere i difetti enormi di
Seya e a sopportare
tutto. Essere stati legati per otto anni non significa che tu debba
sempre
sopportare tutto oppure che tu sia costretta a passare il resto della
vita con
quell’orso dalla doppia personalità!”
Nonostante
tutto Usagi aveva continuato a resistere. Era come se in Seya
lei credesse di aver investito tutta se stessa e non volesse accettare
di aver
… perso il suo tempo e il suo amore.
Smise
di fantasticare, la pioggia si era fatta più fitta. Fu
un’istante. Una
folata di vento fece volare via l’ombrello dalle mani ormai
semi congelate. Un
fulmine squarciò il cielo e andò a colpire i fili
della luce pendenti dal palo
poco lontano dalla giovane. Scintille improvvise. I lampioni si
spensero.
“… Ahhhh……!!”
Usagi
terrorizzata si buttò a terra, cercò di
proteggersi dalla pioggia e
dalle scintille. In quel momento sarebbe voluta scappare a
casa correndo
e urlando. Non si vedeva niente, era buio, le nuvole coprivano la luce
della
luna e lei aveva paura.
I
lunghi capelli marroni erano già fradici.
“Come faccio adesso?? Fa
freddo, non si vede niente. Ma come mi è venuto di
passeggiare sul lungomare con questo
tempaccio?! Non ho nemmeno portato il
cellulare! La solita stupida!”
Intanto
il tempo continuava a peggiorare, altri fulmini sembravano aprire
il cielo. Era il 20 di marzo ma sembrava una brutta serata di
fine novembre.
All’improvviso
un’ idea, un’ancora di salvezza lanciatale dalla
memoria. Usagi
si ricordò di una caverna calcarea alla fine del lungomare.
Non era lontana.
Lì avrebbe potuto ripararsi e poi, quando Minako
si sarebbe preoccupata
per la sua assenza l’avrebbe cercata. In quella grotta
giocavano sempre da
bambine, non le sarebbe stato difficile pensare di cercarla proprio
lì.
Piano
piano, sempre sotto la pioggia, Usagi riuscì ad
arrivare alla
grotta. Si sentiva al riparo. Era completamente zuppa di pioggia ed era
stremata per la paura e per la stanchezza. Non se ne accorse. Dopo
pochi minuti
si addormentò esausta.
-
…Principessa, la prima luna di Primavera
sta per sorgere, aspettami, sto venendo a prenderti per portarti a
casa, e non
ti lascerò mai più sola.
Quella voce. Usagi la conosceva bene. Era il giorno
dell’appuntamento annuale
con il suo sogno. Però…per la prima volta le
parole erano cambiate. “Sta
venendo a prendermi?! Oddio!
Finalmente
saprò di chi è questa voce.”
Si
trovava come tutte le volte che aveva fatto quel sogno sul balcone di
casa a guardare le stelle. Il solito manto luminoso, la solita
rassicurante
Luna all’orizzonte. Ma, all’improvviso tutto
cambiò. La trapunta di stelle si
scompose. Gli astri si muovevano!
Da tutti gli angoli del cielo le stelle sembrarono radunarsi e prendere
forma:
una scala che dal suo balcone sembrava arrivare fino alla Luna.
- Serenity sto
arrivando.
Ancora quella voce. Ma come l’aveva chiamata?
“Serenity? Ma che nome è?” Usagi
aveva i brividi ma non era per la paura, era emozionata.
All’improvviso in cima a quella scala di stelle apparve una figura. Usagi non lo sapeva ma quella figura avrebbe cambiato quella notte, e non solo quella notte, per sempre.
Finalmente ho trovato il tempo per pubblicare, o meglio, ri-pubblicare il secondo capitolo. Aspetto i vostri pareri miei cari amici e amiche. Grazie per il tempo che vorrete dedicarmi con una recesione. vi mando un bacio formato gigante.
Chichilina