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Autore: iaki46    22/03/2015    7 recensioni
Rufy non era stupido. Aveva capito infatti che da un po' di tempo stava succedendo qualcosa a Nami. Cambiava umore in un lampo, s'irritava per niente e passava tempo da sola, in camera. Nemmeno Robin si faceva gli affari suoi, la lasciava in pace come lei voleva, trattandola con la consapevolezza quasi di una madre.
Rufy però non sapeva un bel niente.
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Rufy però non demordeva. Le due reazioni contrastanti delle due consulenti femminili della ciurma lo avevano incuriosito troppo, in più, l'interesse speciale che il capitano nutriva verso Nami, gli impediva di lasciar perdere.
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Non poteva lasciare Nami così. Col cappello calato a coprirgli gli occhi, entrò cautamente nella sua stanza, dove lei raggomitolata sul letto, era intenta a studiare una carta.
“Rufy?.." chiese, ma il suo capitano non le rispose.
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lo sentì trarre un profondo respiro, poi allungare la mano e cingerle la vita.
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Rufy capì che doveva andarsene.
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La rossa lo richiamò, rammentandogli il cappello che gli si era evidentemente sfilato dalla testa. Si avvicinò e prese in mano il suo tesoro, ma solo per un attimo,prima di poggiarlo premurosamente sulla chioma ramata della navigatrice.
“Tienilo tu" sussurrò.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rufy non era stupido. Aveva capito infatti che da un po' di tempo stava succedendo qualcosa a Nami. Cambiava umore in un lampo, s'irritava per niente e passava tempo da sola, in camera. Nemmeno Robin si faceva gli affari suoi, la lasciava in pace come lei voleva, trattandola con la consapevolezza quasi di una madre.
Rufy però non sapeva un bel niente.
Era però troppo spensierato per aver notato che questo fatto avveniva regolarmente ormai, come un rituale segreto e misterioso, per lui, che doveva essere portato a compimento. Aveva però osservato però la navigatrice e, nei suoi semplici ragionamenti, aveva dedotto che ora lei sembrava prediligere in assoluto la compagnia di Chopper.
Non aveva mai nemmeno pensato Che questo potesse essere collegato alla funzione medica della renna, e si chiedeva come mai, tra tutti quanti, avesse scelto proprio lui. Non è che fosse arrabbiato o deluso, ma forse era un po' invidioso, per non dire geloso, delle confidenze che Nami riservava solo a lui, senza quasi calcolare, in quei periodi, l'esistenza degli altri compagni.
Dal canto loro, Franky, Zoro e Brook sembravano quasi non aver notato il suo cambiamento, o non sapere una cosa che a loro stessi nemmeno interessava; mentre Robin, Sanji e Chopper sembravano avere tutto sotto controllo.
La ciurma si divideva in due: chi sapeva e chi no.
Rufy ed Usopp facevano parte di un'altra categoria: erano sinceramente preoccupati per la navigatrice e avrebbero voluto sapere cosa la tormentava, ma erano troppo puerili per aver sfiorato l'idea che la natura avesse fatto il suo corso e avesse trasformato la ragazza in donna.
Rufy però era stanco di questa situazione, quindi, semplicemente, provò a chiedere alla diretta interessata. Si stupì molto, quando lei, in preda al malumore, lo scansò senza prenderlo sul serio; ed ancora di più quando preoccupandosi vedendo una chiazza rossa sul suo letto, lei, evidentemente imbarazzata, lo colpì forte lulla guancia, imponendogli di farsi i fatti suoi.
Notando che era meglio seguire i suoi ordini, se ne andò, lasciando momentaneamente perdere.
Quindi provò a chiedere a Robin, che come sola risposta sorrise, di fronte all'innocente fanciullezza del temerario capitano, lasciandolo ancora più perplesso.
Usopp dal canto suo aveva perso da giorni l'interesse per quel mistero che, non lasciando alcuna traccia sulla quale basarsi, diventava noioso e semplicemente sconosciuto.
Rufy però non demordeva. Le due reazioni contrastanti delle due consulenti femminili della ciurma lo avevano incuriosito troppo, in più, l'interesse speciale che il capitano nutriva verso Nami, gli impediva di lasciar perdere. Visto che interrogando le ragazze non aveva ottenuto nessun risultato, e a Sanji credeva fosse meglio non parlare, si diresse verso lo studio di Chopper.
Il medico rimase molto sorpreso di vederlo ed ancora di più dalla richiesta del moro. Dopo aver protestato un po' e ciarlato sul segreto professionale, Rufy riuscì, come aveva previsto, a far confessare la renna. Il capitano rimase allibito da una spiegazione tanto semplice quanto scientifica, ma alle sue orecchie del tutto nuova. Questo aveva però accresciuto la preoccupazione di Rufy, che ora riusciva benissimo a capire il malessere della rossa. Inoltre, ora aveva capito come mai il giorno prima Nami si fosse trovata tanto in imbarazzo di fronte a lui e, ripensandoci, anche a lui si coloravano le guance.
Non poteva lasciare Nami così. Col cappello calato a coprirgli gli occhi, entrò cautamente nella sua stanza, dove lei raggomitolata sul letto, era intenta a studiare una carta. Sobbalzò quando vide Rufy, con quell'aria -che a lui non era consona- indecisa, entrare nella sua stanza.
Rufy?.." chiese, ma il suo capitano non le rispose. Si sedette appoggiato alla testiera del letto, senza guardarla in faccia e lei, col cappello posizionato in quel modo, non riusciva a scorgere che un lieve rossore, ma poteva benissimo essere l'ombra del cappello.
Lo sentì trarre un profondo respiro, poi allungare la mano e cingerle la vita. A questo gesto anche lei arrossì e posò la carta ai piedi del letto. il ragazzo si avvicinò al suo corpo e la spostò delicatamente, facendo poi aderire il proprio petto alla schiena di lei. Ci fu un secondo sospiro, probabilmente di solievo, del capitano, che poi la circondò con le mani in un abbraccio caldo. Mentre i loro respiri si sincronizzavano, lui le sfiorò la pancia dolente. Alla navigatrice scappò un gemito e lui, credendo d'averle fatto male, si ritrasse. Ma subito arrivarono le parole di Nami che gli fecero cambiare idea: "No, va bene.. continua per favore..".
E lui, obbidiente, entrò ancora in contatto con la vita perfetta della ragazza.
"Tu.. tremi" disse "hai freddo?", ma Nami accennando un sorriso gli svelò il motivo dei suoi sobbalzi.
"Vuoi che ti porti dell'acqua calda?.. Se hai detto che potrebbe aiutare, vado a prenderla..", ma il volto della rossa si oscurò: "Non è possibile, avete rotto voi la borsa dell'acqua ieri, usandola come un gavettone".
Il capitano era mortificato d'aver in parte contribuito al malessere della compagna e stava per scusarsi, quando, come suo solito, gli venne un'idea strana.
"Vediamo che posso fare" mormorò nell'istante esatto in cui allungava il suo braccio di gomma ed attivava i Gear Second.
Rufy?" domandò Nami interrogativa, ma l'interpellato, invece di risponderle l'attirò ancora più a se e le circondò il busto ripetutamente con l'arto appena tornato. "Così va meglio, no?" domandò a sua volta il moro, mentre il suo corpo ormai caldo, giovava ai dolori della rossa. Lei rise di cuore e appoggiò senza pensarci la testa sotto il mento di Rufy.
Era bello, stargli vicino, così vicino da poter sentire il suo profumo ed il calore che stava cercando di trasmetterle per farla stare meglio.
Da parte sua al giovane capitano faceva piacere essere utile alla ragazza che amava e che, per una volta, stava passando del tempo con lui nell'intimità della sua stanza. Circondarla con le braccia e stringerla forte a sé, sentirne il profumo delicato di mandarini e la fragranza dei suoi capelli, era quello che avrebbe voluto fare sempre; che puntualmente faceva la notte, ma solo nella sua fantasia, poiché la mattina si risvegliava sempre nella sua amaca, con solo le tracce confuse del suo sogno.


 

Il grido di Sanji che annunciava il pranzo, riportò entrambi alla realtà e, per una volta, Rufy fu scontento di dover recarsi in mensa.
Pieno di nuovo imbarazzo, sciolse con rimpianto dall'abbraccio la sua navigatrice, che sospirò, come se anche lei rimpiangesse il distacco. Mentre in capitano si allontanava col capo chino, la navigatrice lo richiamò. Subito lui si volse e fissò negli occhi la ragazza, ma poi, rosso in volto, puntò ostinatamente gli occhi sulla cartina che stava consultando prima Nami, come se davvero gli interessasse o, almeno, fosse capace di leggerla. Quando i loro sguardi s'incrociarono di nuovo, prima che il moro le sfuggisse ancora, la ragazza sorrise e ringraziò. Rufy sorrise in risposta e rimase con la bocca semi aperta, come se volesse dire qualcosa, ma nemmeno lui, in fondo, avesse capito cosa. Il suo sorriso si allrgò quando un pensiero gli fece diventare le guance, dello stesso colore dei capelli di lei. Parve in quel momento volgersi all'uscita, ma subito s'arrestò. Con la faccia seria torno indietro e si sedette di slancio vicino alla ragazza, che un po' sorpresa avvampò, ma non si mosse.
Lui cercava di leggerle gli occhi, come per trovarvi dentro un qualche segno, una confessione o un rinnego ai suoi pensieri, ma stavolta era lei a non voler incontrare il suo sguardo. Rufy allora partì dalla base del suo collo e, sfiorandole delicatamente la pelle liscia e morbida come la polpa dei frutti di cui aveva l'odore, sollevò il suo sguardo di quei pochi centimetri che bastavano per trovarsi ad un sussurro di distranza, dove poteva annegare dentro la sua persona, senza però morire.
Rimase appena un attimo così, prima d'annullare la distanza tra loro e unire le loro labbra. Fu un'attimo, un battito del cuore, e un secolo, una storia intera.
 

 

Il richiamo del cuoco interruppe nuovamente i due e Rufy capì che doveva andarsene. Si sorrisero entrambi, delicatamente, il moro le sfiorò appena i cappelli ondulati e, avvicinandosi a lei un'ultima volta assaporò ancora la sua morbidezza. Quando fece per andarsene, ancora una volta la rossa lo richiamò, rammentandogli il cappello che gli si era evidentemente sfilato dalla testa. Si avvicinò e prese in mano il suo tesoro, ma solo per un attimo, prima di poggiarlo premurosamente sulla chioma ramata della navigatrice.
Tienilo tu" sussurrò, poi le sorrise, e la guardò ancora, a lungo.
Si conoscevano da anni, si erano visti tante volte, ma non si erano mai guardati così intensamente, vedendo l'uno la bellezza dell'altra e comprendendosi; era la come fosse la prima volta che si capissero, perché si vedevano entrambi in un modo completamente nuovo, forse riflessi nell'espressione dell'altro.
Fu così che voltandosi, Rufy uscì a grandi passi per avviarsi di corsa in mensa dove lo aspettavano gli altri compagni, ma questa volta -e fu la prima di una lunga serie- non per la fame, piuttosto per tornare più un fretta, da Nami.

 

 

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NOTE DELL'AUTRICE <3
Grazie a tutti per aver letto la storia!
Ci tenevo a chiarire una cosa che probabilmente ha turbato qualcuno tra voi: sono consapevole del fatto che Nami non avrebbe dovuto avere questo cambiamento visto che era già sufficientemente grande quando è entrata nella ciurma di Cappello di Paglia, ma non avrebbe avuto lo stesso effetto per la storia, quindi l'ho modificata a modo mio.
Dunque grazie a chi lascerà una recensione per farmi sapere cosa ne pesa, i lati negativi e quelli positivi, e a chi leggerà semplicemente :)
Alla prossima, ciurma!

  
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