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Autore: northerntrash    22/03/2015    2 recensioni
"Grazie per aver ascoltato" disse Thorin, alzandosi in piedi. "Spero di poter ricambiare il favore, un giorno."
L'uomo nel letto non rispose, ma dato il fatto che era in coma da più tempo di quanto Thorin lo conoscesse, non fu del tutto sorpreso.
Bagginshield Modern AU | SlowBurn | Not a somnophilia story | Storia originale su Archive of Our Own | 38 capitoli
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Bilbo, Dìs, Fili, Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note della Traduttrice
Ragazzi, siamo quasi alla fine, non ci credo!
Questo è credo il mio capitolo preferito *^*
Buona lettura! ♥

Capitolo 36
 

"Ahem."

Bilbo si svegliò di soprassalto, mentre le braccia di Thorin si stringevano intorno alla sua pancia, stringendolo più vicino al suo petto. Era al caldo, ed era comodo, e per un momento non fu cero di cosa lo avesse svegliato dalla dolcezza di un profondo sonno ristoratore. Si guardò attorno, lo sguardo appannato, un mal di testa pulsante e uno strano senso di sfasamento mente cercava di capire dove fosse esattamente.

"Scusi, Signor Baggins?"

Si divincolò fuori dalle braccia di Thorin, solo per cadere quasi giù dal letto, troppo stretto per contenere bene due persone, specialmente se una di loro aveva le spalle ampie come Thorin; finì per mettersi seduto con le braccia di Thorin ancora avvolte intorno al grembo, la testa quasi posata sulla sua coscia. Nonostante i tentativi di Bilbo di districarsi, l'altro gli si strinse ancora più vicino nel sonno, allacciando un ginocchio sopra le gambe di Bilbo per tenerlo intrappolato a letto - in tutta onestà, aveva poca voglia di scappare, per quanto si stesse agitando in imbarazzo davanti alla persona entrata nella stanza, presumibilmente per svegliarlo e controllare la reattività o fare altri test.

E non era imbarazzante, essere colti raggomitolati con un'altra persona in un letto d'ospedale? Bilbo aveva quasi paura di incrociare lo sguardo della dottoressa dall'aria divertita che li stava fissando, i lunghi capelli rossi tirati indietro in una treccia.

"Io, uhm.."

Lei sorrise mentre lui dava un colpetto alla spalla di Thorin per cercare di svegliarlo, trattenendo una risatina; Bilbo immaginò dovesse essere esilarante, trovare due uomini adulti raggomitolati l'uno intorno all'altro come gatti, e diede un'altra spinta a Thorin, che sembrava non avesse intenzione di svegliarsi dal piacevole sonno in cui si era finalmente trovato.

"Svegliati," borbottò Bilbo, e sorrise al medico. "Mi dispiace."

Lei scosse la testa, ondeggiando la treccia.

"Sa," disse, "questa non è la cosa più strana che ho visto in quest'ospedale, quindi non me ne preoccuperei."

Thorin si strofinò sulla parte morbida appena sopra la sporgenza del fianco di Bilbo - era lento a svegliarsi, come Bilbo aveva imparato da quando dormivano insieme - e non riuscì a impedirsi di spostare i capelli di Thorin dietro il suo orecchio con due dita, tirandogli lievemente il lobo e accarezzandogli la guancia con il pollice prima di tamburellarvi delicatamente con le dita. Thorin aprì un occhio, alzando lo sguardo su di lui, e produsse un basso mugugnare, a metà tra la soddisfazione e una lamentela

"Mi dispiace," disse Bilbo dolcemente. "Ma è ora di alzarsi."

Thorin aggrottò la fronte, e seppellì il viso nell'incavo tra la pancia e il bacino di Bilbo, il respiro caldo sulla sua pelle.

Bilbo si perse completamente il modo in cui la dottoressa li guardava, le mani premute sulla bocca per sopprimere un suono, forse di sorpresa o forse di un caldo piacere ad assistere ad un affetto così aperto e onesto tra i due.

"Mi spiace," disse lei, una risata tintinnante nella voce, incapace ormai di trattenerla. "Ma ho davvero bisogno di fare un paio di test, Signor Baggins, prima di poter pensare a dimetterla. Non dovrebbe volerci molto, promesso."

Le mani di Thorin si strinsero intorno a lui quando sentì la voce, ora abbastanza sveglio da rendersene conto. Bilbo poté quasi percepire il calore dell'imbarazzo di Thorin contro la propria pelle, e certamente ora il rossore sulle sue orecchie era ben visibile; sorrise malgrado suo, e malgrado il proprio imbarazzo per la situazione.

"Le dispiace darci un minuto?" chiese, e lei gli rivolse un sorriso complice, roteando un po' gli occhi.

"È fortunato che io abbia qualcun altro da controllare," rispose, scivolando fuori dalla porta. "Torno tra qualche minuto."

Bilbo cominciò a ridere nell'istante in cui la porta si chiuse, e Thorin gemette.

"Sono troppo vecchio per sentirmi un adolescente beccato a letto dai genitori," borbottò mentre Bilbo gli tirava leggermente i capelli, guidandolo su. Si appoggiò sul gomito e Bilbo si girò, abbassandosi per baciargli il naso.

"'Giorno," disse, e Thorin mormorò un assenso, tirandosi su dal letto per premere un veloce bacio sulla bocca di Bilbo.

"Anche se," rispose, la voce un po' roca, "credo sia più pomeriggio."

Bilbo annuì, dando un'occhiata alla finestra prima di far dondolare le gambe e scivolare fuori dal letto. Si stiracchiò mentre scrutava il tavolo e i vasi sopra di esso, la varietà di fiori che fuoriuscivano dai loro colli arricciati; gialli-bianchi e arancio-dorati, leggere chiazze qui e là di marroni e viola; la luce brillò su di loro, filtrando attraverso i petali, facendoli risplendere sul vetro e il verde scuro dei loro steli.

Avrebbe dovuto pensare a dove metterli, si rese conto con un sorriso. Uno per il bancone della cucina, un altro per il tavolino da caffè, uno nel corridoio- e gli altri? Le scale, l'angolino vicino alla porta sul retro, il davanzale sul davanti; uno vicino al suo letto, e lì le sue guance si inondarono di calore - i tulipani sarebbero stati quelli posizionati lì, così da poterli vederli quando si svegliava.

"Pensi che potrai andare a casa presto?" arrivò la voce di Thorin, un po' più forte ora che era seduto come si deve sul letto, e Bilbo annuì, pensoso, facendo un passo verso il tavolo, accarezzando attentamente con le dita i petali leggeri come piume.

"Tra qualche ora, probabilmente," disse, lanciando un piccolo sorriso oltre la propria spalla. "Non preoccuparti, non dovrai aspettarmi per mesi questa volta-" Bilbo si interruppe quando vide l'orologio appeso sulla porta della stana; entrambe le lancette puntavano quasi perfettamente in alto.

"Merda!"

Thorin si tirò al lato del letto, le lenzuola arricciate sotto di lui, fissandolo con preoccupazione.

"Tutto bene?"

"Lotho!"

"No, Thorin," disse, l'angolo della bocca tirato in un sorrisetto. "Che c'è?"

Bilbo scosse la testa, anche se dovette reprimere un sorriso lui stesso.

"Lotho è passato a casa ieri," disse, chiudendo e rilasciando i pugni ai suoi fianchi. "Lui- non importa, non importa perché, aveva solo bisogno di qualcuno con cui parlare, penso. Gli ho promesso che ci saremmo visti fuori dalla sua scuola estiva oggi, per pranzo. Si starà chiedendo dove sono."

Si strofinò la fronte, aggottata in rughe di preoccupazione.

"Volevo chiedergli com'erano le nuove lezioni- l'ho spostato da matematica a arte, era quello che voleva fare davvero- segue lezioni a quel centro comunitario, quello sul lungofiume, vicino a dove abbiamo mangiato l'altra settimana?"

Thorin annuì, ricordando vagamente di essere passato vicino a quel posto, e la sua voce era sommessa quando rispose.

"Sei troppo buono per essere vero a volte, lo sai?"

Bilbo sbuffò una risata sarcastica, girato a metà verso di lui, il bocciolo chiuso di una fresia in mano tenuto dolcemente in mano. "Dubito."

"I genitori del ragazzo ti hanno rubato casa-"

"Ma non lui," lo interruppe Bilbo, e sebbene la sua voce fosse leggera c'era serietà nel suo tono. "Non puoi ritenere responsabile un bambino per le azioni dei suoi genitori- non puoi semplicemente distribuire la colpa dove e quando ti pare, sai."

La fronte di Thorin si aggrottò un poco, come se non fosse d'accordo, ma non protestò.

"Vado io," si offrì invece. "Se vuoi. Gli dirò dove sei e perché non sei lì. Posso anche prenderti dei vestiti puliti, se vuoi."

Bilbo stava per protestare, per dirgli che non aveva bisogno dell'aiuto di Thorin, che sarebbe stato bene, che nessun coccolare, non importa quanto ben intenzionato, avrebbe magicamente eliminato il fatto che era caduto il giorno prima; ma le parole gli si bloccarono in gola quando ricordò quelle di Frerin di quella notte.

"Grazie," rispose dopo un momento, osservando un'ondata di sollievo passare sull'espressione di Thorin quando si rese conto che Bilbo glie l'avrebbe lasciato fare, che c'era qualcosa di reale che poteva fare per aiutare invece di starsene seduto ad aspettare in ospedale. "Significherebbe tanto, se non è un problema?"

"No," disse, la voce bassa, e si alzò dal bordo del letto. Un improvviso, imbarazzato silenzio scese tra di loro mentre si guardavano cautamente, come se il peso della notte precedente si fosse presentato solo ora, tenuto a bada fin'ora dall'intensa luce pomeridiana.

Bilbo si strofinò il collo, e si girò di nuovo verso i fiori.

Thorin fissò il pavimento, poi la porta, prima di posare lo sguardo sulle spalle di Bilbo.

"Mi…" cominciò, ma le parole gli si bloccarono. "Ieri notte, non volevo-"

"Lo so," rispose Biblo, "non c'è bisogno che ti scusi ancora. So che eri agitato."

Thorin rise, ed fu un po' vuota. "Agitato? Forse, ma non è la parola che pensavo di usare."

"No?"

"Avevo paura."

Bilbo si girò allora, e aprì le braccia. Thorin entrò grato nell'abbraccio, avvolgendosi velocemente intorno a lui come un uomo che temesse di affogare si aggrapperebbe ad un pezzo di legno, come se Bilbo fosse l'unica cosa a tenerlo a galla.

"Lo so," disse Bilbo contro la gola di Thorin. "Ma va tutto bene."

Thorin si limitò ad annuire.

"Dicevi sul serio, l'altra cosa che hai detto ieri notte?" chiese Bilbo, e sebbene non chiarì di cosa stesse parlando il brivido di tensione che percorse le braccia di Thorin rese chiaro che l'altro aveva capito.

Ci fu una pausa, e Bilbo si morse il labbro, quasi convinto che Thorin avesse intenzione di chiedere se anche Bilbo diceva sul serio invece di rispondere, per avere la conferma che lui lo amasse davvero prima di osare ammettere lo stesso, ma poi fu premuto un bacio sulla sua fronte, e delle dita rigiravano la stoffa della camicia d'ospedale intorno ai suoi fianchi, e la voce di Thorin era calda tra i suoi capelli.

"Si," rispose, girando la testa per posare la guancia sulla testa di Bilbo. "Non volevo dirtelo in quel modo però."

Bilbo sbuffò una piccola, lieve risata, tirandosi in dietro, e diede un colpetto al mento di Thorin con la guancia, alzando il viso per guardarlo bene. C'era del rosso sul naso di Thorin, e Bilbo alzo la mano per avvolgergli la guancia.

"Dicevo sul serio anch'io," disse, la voce bassa, e avrebbe forse detto altro, ripetuto di nuovo, ma Thorin si abbassò, allacciando le braccia intorno ai fianchi di Bilbo per sollevarlo così che i suoi piedi sfiorassero il pavimento e il viso di Thorin fosse premuto sul suo sterno, nascondendo alla vista qualunque ondata di emozioni presente nei suoi occhi.

Bilbo rise, e anche se gli faceva male la testa e la strana posizione in cui aveva dormito gli faceva dolere le spalle, anche se era ancora stordito e stanco, si sentiva felice, decisamente più felice, pensò, di quanto meritasse. Thorin li fece girare in un cerchio lento e pigro, e poi in un altro, e mormorò qualcosa contro il petto di Bilbo che lui non riuscì a sentire, ma il calore delle parole gli arrivò chiaramente.

"Via tu," disse mentre Thorin lo rimetteva a terra. "Vai, prima che la dottoressa torni e ti butti fuori."

"Tornerò," promise Thorin. "Tra un'ora, forse due. Ti serve qualcos'altro?"

"Dei vestiti sarebbero fantastici, penso, ma per il resto- no, aspetta," rispose Bilbo, perché improvvisamente gli era venuto in mente qualcosa. "Servono vasi per portare i fiori a casa - non possiamo prendere quelli dell'ospedale. Ecco." Si districò dalle braccia di Thorin per ripescare le chiavi dal mucchio dei vestiti del giorno prima, impilati sul comodino. "Ci sono dei vasi nella credenza sopra il lavandino, se non ti spiace?"

Thorin alzò gli occhi al cielo.

"Vuoi che porti vasi per tutti quanti?" chiese. "No, non rispondere, so che lo vuoi."

Afferrò gentilmente la nuca di Bilbo e lo tirò a sé per un veloce bacio.

"Torno presto," promise, "e poi noi due possiamo andare a casa."

Noi? Pensò Bilbo, e l'idea gli fece avvampare qualcosa di caldo nel petto, ma Thorin scomparve prima che potesse rispondere nulla.

..Continua.

Note della Traduttrice - repriseI
*suoni inconsulti*

Chissà se è Tauriel la dottoressa xD
- Kuro

 


 

   
 
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