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Autore: Maniacal Lie    22/03/2015    1 recensioni
"Ma scusi, a cosa dovrebbe servirmi-" osservò l'oggetto attaccato alla catenina d'oro.
"- una clessidra?"
"Ti dirò solamente questo, Andy: Non puoi sradicare l'odio dal cuore di una persona che solo quello è riuscito a provare, puoi invece insegnare ad amare a chi amare mai ha potuto."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Tom O. Riddle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo I - T. M. R.


Il sole cocente di quel 27 agosto si abbatteva sulla schiena di una giovane dai capelli color cioccolato. Era l'unica in strada, siccome a quell'ora la maggior parte delle persone era dentro casa al fresco.
Tuttavia lei preferiva recarsi a lavorare part-time dalla vecchia signora Willigans anziché rimanere fra le pareti fredde e grigie dell'orfanotrofio dove risiedeva. Bambini che piangevano, badanti che urlavano, piagnistei infiniti.
Preferiva di gran lunga lavorare.
Camminava pigramente, per via del caldo asfissiante. La testa le bruciava, e per un momento temette seriamente di prendersi un'insolazione, ma qualche metro più avanti vide la vetrina familiare dei Willigans.
Sorrise sollevata ed entrò quasi correndo nel locale.
L'apertura della porta fu accompagnata dal solito scampanellio dei ninnoli appesi poco sopra ad essa. Nel negozio la luce del sole illuminava gli oggetti con una sfumatura strana, quasi mistica.
Il negozio Willigans era particolare; vendeva degli oggetti veramente peculiari. Le pareti del negozio erano ricoperte da immensi scaffali, così pieni che sembrava stessero per straripare da un momento all'altro. 
Molti degli oggetti che aveva visto là dentro non erano in vendita, stranamente, e altri sembravano essere usciti da un film fantasy.
Poteva giurare di aver visto la foto di un certo Lukas Willigans farle l'occhiolino da dietro l'impolverata cornice.
<< Salve, è da tanto che non viene nessuno...>>  sentì la voce della signora Willigans provenire dal retro bottega, accompagnata dal rumore dei suoi passi svelti. Poi la crocchia argentea dell'anziana sbucó da un'apertura quasi invisibile fra tutto il casino.
<< Oh, sei tu Andy! Scusa, pensavo che oggi non venissi, credevo di averti lasciato il sabato libero... >>
<< Infatti è così, signora Willigans. Ma non avevo molta voglia di rimanere chiusa... lì. >> Finì la frase in un sussurro, ma si rianimó poco dopo.
<< Speravo comunque di esserle d'aiuto oggi! >> La voce era sempre allegra, e nei verdi occhi le baluginava una luce di felicità. La signora Willigans era stata come una madre per lei, la madre che non aveva mai avuto.
L'anziana le sorrise e disse: << Ma ovviamente! Seguimi, voglio mostrarti dei libri... >> , per poi scomparire nel retro bottega.
Andy abbandonò la sua borsa dietro al bancone e seguì la Willigans, che era intenta ad aprire un vecchio baule, molto impolverato.
Interessata, Andy le andò vicino e non poté far a meno di notare le incisioni dorate che il baule riportava.
Il campanello suonò nuovamente, e la signora Willigans si affrettò verso la porta.
<< Potresti dare un'occhiata a quel baule? Dimmi se trovi qualcosa di... interessante.>> Disse la signora poco prima di voltarsi.
Era come se avesse lasciato la frase a metà, cercando le parole giuste per finirla.
Quella frase le era sembrata alquanto enigmatica.
Ma Andy si limitò ad alzare le spalle, riportando tutta la sua attenzione sul vecchio baule.
Si sedette a terra, davanti ad esso e lo richiuse, per rimirare meglio l'incisione. Erano delle lettere oro, delle iniziali.
Grattó via con l'unghia la polvere incrostata su di esse e lesse in un bisbiglio.
"T. M. R." Stavano per un nome? O era l'abbreviazione di una qualche fabbrica?
Sempre più interessata decise di aprirlo e controllare al suo interno.
Se fosse stato di qualcuno, le sembrava ovvio che dentro ci sarebbero state le sue proprietà. 
E così fu.
Estrasse qualche libro malmesso, un pezzo di legno dalla forma nodosa, dei vestiti puzzolenti ed un libricino nero, della grandezza dell'agenda. 
Stava per rimettere tutte le cose all'interno del baule, quando un raggio di luce fece brillare qualcosa fra la catasta di libri. Prese fra le mani il libricino nero e ci soffió sopra, rivelando così le solite tre iniziali.
"T. M. R.
<< Eccomi, era solo un turista disperso, ma sono riuscita a vendergli quella piantina carnivora che quasi ha staccato un dito a mio zio, pover'uomo... che stai facendo? >>
La voce della signora Willigans la fece sussultare, e il libricino le cadde dalle mani.
<< Ehm, stavo solamente dando un'occhiata qui...>> vide che la signora Willigans non sembrava arrabbiata.
<< Che cos'è? >> Domandò Andy.
<< Credo sia il vecchio baule di viaggio... di qualcuno. Ce l'ho nel retro bottega da quando la buon'anima di mio fratello morì, ma non ho mai avuto l'occasione di... ehm, di osservarlo. 
Oh, cosa hai lì? >> disse raccogliendo il libricino nero.
<< Non so cosa sia, ma riporta le stesse iniziali del baule, ho provato ad aprirlo ma tutte le pagine sono bianche... >> mormorò Andy perplessa.
La signora Willigans osservò il libricino con un cipiglio teso e arcigno, per poi infilarlo distrattamente nella tasca del grembiule a fiorellini. La sua espressione ritornò dolce e prese Andy per le spalle.
<< Suvvia, rimetti quelle cose nel baule, ho qualcos'altro di molto più curioso. >> 
E si alzò. 
Andy era pensierosa mentre rigettava distrattamente il contenuto nel baule.
Stava per rimetterci anche il bastone nodoso, ma qualcosa la spinse a infilarselo nella tasca dei jeans.
Chiuse il baule e si affrettò a cercare la signora.
La trovò in bilico su una scala, con una scatolina in mano. Scese da essa canticchiando, e aprì la scatola, tirandone fuori una collana d'oro. 
Andy rimase delusa, sperava in qualcosa di più eccitante ed entusiasmante. 
<< Vedi questa, cara? È un oggetto particolare... molto particolare. I miei avi lo ottennero da un grande uomo, prima che lui lasciasse questo mondo. Non è un vero e proprio oggetto di famiglia, ma gli antenati erano soliti passarlo ad una persona che loro ritenevano affidabile. Era una questione di... beh, diciamo di sicurezza.
Ora vorrei che lo avessi tu, anche perché non ho parenti a cui lasciarla. >> Andy la osservava curiosa ma lievemente intristita. Ciò significava che la signora Willigans stava per andarsene presto? Stava per morire?
<< Bene cara, lo vedi questo bottoncino qui? Ecco, mi raccomando, non premerlo mai senza pensarci. >> 
Non si era accorta che la vecchina si era sporta verso di lei e le stava infilando la collana.
<< Ma scusi, a cosa dovrebbe servirmi->> osservò l'oggetto attaccato alla catenina d'oro. 
<< - una clessidra?>>
<< Posso dirti solo questo; molte volte è impossibile sradicare il male da una persona, è però possibile insegnarli ad amare. Oh no, quello stupido gatto sta ancora cercando di pescare un piranha! >>
E corse, per quanto le sue corte gambe le permettevano, verso il rumore che il vecchio gatto Albus stava facendo.
Andy riportò lo sguardo sulla clessidra. Ma che diamine voleva dire la signora Willigans?
Il resto della giornata passò in modo abbastanza tranquillo. I clienti non erano mai molti, anche per via della posizione non esattamente palese del negozio, ma ciò era anche un lato positivo, poiché in questo modo chi entrava nel negozio era una persona che sapeva cosa cercare ed era venuto lì apposta, o qualcuno che che, a detta della signora Willigans, "vi ci era stato portato dal destino".
Andy non aveva mai creduto al destino, o alla magia in generale. Non era mai stata una persona propriamente cinica, ma le riusciva difficile difficile credere che la magia, e tutto ciò che ad essa era collegato, esistesse. Ma provava un genuino interesse verso i misteri e tutto ciò che era inspiegabile, e forse proprio per questo motivo aveva deciso di lavorare part time nel negozio della signora Willigans. Una volta finito il turno, salutò la padrona del negozio e si incamminò per le strade affollate della città, verso l'orfanotrofio. Era un palazzo grigio ed anonimo, che in un certo senso somigliava un po'ad una prigione - c'erano grate alle finestre e le mura alte impedivano qualsiasi via di fuga -, ma all'interno non era così drammatico. Ovviamente non era nemmeno rose e fiori, ma stando a ciò che Andy aveva sentito riguardo agli orfanotrofi in cui altri ragazzi erano stati, poteva dirsi quantomeno soddisfatta di avere tre pranzi al giorno assicurati ed un tetto sotto il cui dormire. Non aveva mai sentito la mancanza dei suoi genitori, non avendoli mai conosciuti, e la signora Willigans era diventata da un paio d'anni un po' come una madre o una nonna molto gentile per lei. L'aveva accettata come apprendista nel suo negozio ad appena quattordici anni, trattandola sempre con gentilezza.
Andy entrò velocemente nell'edificio di cemento, venendo accolta quasi immediatamente da urla e strilli di bambini e dalle voci esasperate dei volontari che si occupavano di loro. Andy sbuffò divertita, ricordando quanto, da piccola, avesse dato filo da torcere alle suore dell'orfanotrofio dove risiedeva. Finiva sempre in risse con i ragazzi più grandi per i motivi più futili, ed in un modo o nell'altro le vinceva tutte; alcuni avevamo persino iniziato a soprannominarla "Piccolo Demone". Ma un giorno il vecchio orfanotrofio delle suore era stato chiuso per mancanza di fondi, e tutti i bambini erano stati mandati in strutture statali in tutti gli angoli della Nazione, ma per sua fortuna Andy era potuta rimanere a Londra.
Salì le scale che conducevano alle camere con passo svelto, decisa a mettersi subito a dormire per via della stanchezza. Entrò nella grande camera che condivideva con un altra mezza dozzina di ragazze, salì le scale del letto a castello e si buttò a peso morto sul ruvido materasso grigio. 
Distrattamente, iniziò a giocherellare con la collana che la signora Willigans le aveva donato poche ore prima, stando comunque attenta a non schiacciare il bottone che essa riportava a lato. Le parole e le azioni della vecchia proprietaria l'avevano confusa, soprattutto la sua frase finale. "Molte volte è impossibile sradicare il male da una persona, è però possibile insegnargli ad amare". Cosa intendeva? Ma soprattutto, a chi si riferiva? Stancamente, Andy lasciò andare la collana ed estrasse dai jeans il rametto che aveva trovato nel baule. Lo osservò stancamente, per poi rimetterlo laddove l'aveva preso. Sembrava un innocuo pezzo di legno, eppure una parte di lei le diceva di starci attenta. Niente in quel baule sembrava normale o innocuo, aveva una strana sensazione riguardo a tutto ciò.
Chiuse gli occhi e si stiracchiò lievemente, per poi girarsi su un lato e coprirsi con la coperta marrone che aveva buttato ai piedi del letto, e lentamente si addormentó.
 
   
 
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