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Autore: ale_rainsworth    23/03/2015    2 recensioni
bhe, questa è la mia prima fanfic... siate clementi, per favore. la trama è un introspezione di come mi sarei trovato io in sao, ovviamente per come sono ora , qui c' è un primo contatto con l' altro sesso, buona lettura a tutti ragazzi, spero piaccia. possibili spoiler per chi non ha visto le prime 14 puntate di sao.
-ah... sei tu- sospirai -che vuoi asuna?- -bhe... ero passata a vedere come stavi, ma se non mi vuoi me ne vado, non ho problemi.-
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 8- Rottura

Grazie al messaggio di rei, dormii pochissimo quella notte. Mi alzai al sorgere del sole, quindi mezz’ ora dopo –oggi tutto avrà fine… per fortuna- sbadigliai, equipaggiai la katana, il manto acquatico della possessione e mi avviai verso il teletrasporto. –trasporto… grandumm- sbadigliavo mentre scomparivo e poco dopo mi trovai al teletrasporto di grandumm, iniziai a camminare soffermandomi a guardare l’ alba sul lago che costeggiava quell’ odiosa e perfetta città, sospirai –fatti forza, questa è l’ ultima volta che li aiuti… poi spariranno come fanno sempre tutti una volta che non gli servi più…- camminai e arrivai davanti alla porta della gilda, mi misi dietro un angolo, nascosto, anche se nessuno poteva vedere ne me ne il mio segnalatore quel gesto mi faceva sentire al sicuro ancora di più. Mi arrivò un messaggio da parte di lele –ehi, dove sei? Neanche mi sei passato a salutare… e io che potevo anche morire su quel fornello- gli risposi sorridendo –si vede che avevi bisogno di calore ahahahahah solo che hai preso sul serio il termine- mi rispose quasi subito –appena torni ti faccio nero… è una sfida!- io cercai di non ridere e gli risposi -sarà un buon allenamento e un buono sfogo personale-. Rimasi in attesa, erano le 9.10 quando mi arrivò un messaggio da un utente sconosciuto –sei sicuro di quello che stai per fare? Potresti risolvere tutti i tuoi problemi se non andassi oggi, riflettici bene ale- risposi –non so chi tu sia… ma se mi chiedi questo non mi conosci bene… ho fatto una promessa e intendo mantenerla… e poi dopo oggi per me sarà tutto finito- non ricevetti risposta e si fecero le 9.30, vidi un cavaliere in armatura bianca con un codino, non mi piaceva… non lo conoscevo ma mi dava una sensazione spiacevole, aveva uno spadone con una gemma sull’ incrocio dell’ elsa, lo osservai per un po’ cercando di farmi passare quella brutta sensazione, poco dopo arrivò anche un altro spadaccino armato di ascia a due mani, e alla fine, dopo essersela presa comoda arrivò anche kirito, guardandosi intorno, forse cercandomi. Rimasi in silenzio a fissarlo, aveva ancora quell’ aria spavalda che aveva sempre quando era in mezzo agli altri. Fischiai in modo impercettibile e kirito diede i cristalli al tipo con l’ascia e dopo uno strano rito, forse un auto incoraggiamento di gruppo?, partirono con me al seguito.

Andarono su un altare di teletrasporto e io li seguii poco dopo, prima che potessero accorgersi che qualcun’ altro fosse entrato nel teletrasporto dopo di loro. Eravamo nel canyon e faceva un caldo insopportabile sotto quel mantello, respiravo appena. Camminai senza emettere un lamento, a differenza del tizio con il codino e di kirito. Finalmente dopo tanti mob e svariate casse recuperate arrivarono dentro il canyon dove li attendeva la parte finale dell’addestramento: avrebbero dovuto affrontare la missione li presente e collaborare come una vera squadra. Io mi trattenni dal ridere e sussurrai –kirito ci resta secco davvero stavolta- poi mi ricordai della promessa fatta a asuna e cercai di aiutarlo come meglio potevo. Mezzo malconcio per aver protetto kirito e lui non aveva neanche un graffio. Avrei voluto trafiggerlo da parte a parte, ma mi trattenni pensando che poi loro avrebbero ucciso me dopo le torture che asuna mi avrebbe riservato nelle segrete prima. E poi avevo una promessa da mantenere con rei, non potevo buttare tutto nella discarica del piano 10, non dopo tutti gli sforzi che avevo fatto per migliorare il mio soggiorno li e per farmi degli amici. E poi non era nel mio stile attaccare alle spalle come un viscido serpente di nostra conoscenza. Dopo molti scontri arrivò finalmente l’ora di pranzo, io mi sedetti in disparte a guardarli mentre facevano una pausa. C’ era una calma che mi conciliava il sonno in un modo invitante al quale con grande sofferenza e mio stupore dissi di no. Arrivò poi il momento di riprendere la marcia, ma quando li guardai e vidi che stavano ancora seduti, mi alzai e andai a vedere. –ma che hanno deciso di stare qui tutto il giorno?- mi avvicinai abbastanza da vedere che kirito e il tipo con l’ ascia erano paralizzati, mentre il tizio con il codino era nel pieno delle forze e rideva –ma che cavolo sta succedendo qui? Perché lui non…- ero nel panico per la prima volta e non sapevo cosa fare. Il panico durò solo pochi secondi, poi decisi di mandare un messaggio a asuna –pericolo. Piano 55, centro canyon, SBRIGATI!- rimasi a guardare per un po’ di tempo poi vidi il tipo con il codino avvicinarsi al capo del gruppo e iniziare a colpirlo –ti avevo sempre ritenuto un ammasso di muscoli senza cervello si… ma non credevo tu fossi così stupido comandante!- stava ridendo. Io dal canto mio cercai un cristallo per togliere la paralisi a kirito, ma nella confusione capii che non lo avevo, pensai –cavolo! Sono un idiota… maledizione!-. l’ agonia del comandante durò poco, dopo 1 sadico minuto era morto, sia nel gioco che nella vita reale, e io non avevo potuto fare nulla per aiutarlo, lo avevo lasciato morire perché ero rimasto impietrito dalla paura. Decisi di non farmi prendere più dal panico e mi misi davanti a kirito, ma in quel momento capii una cosa, potevo farla pagare a kirito per tutto quello che mi aveva fatto… e per quello che aveva fatto a ryuk. Mi spostai facendo divertire il tipo con il codino, ma pronto a intervenire. Avevo scelto bene? Era giusta la mia decisione? Stavo sbagliando tutto? Non lo sapevo ne tanto meno mi interessava in quel momento. Volevo solo fargli provare la sofferenza che provocava agli altri. Equipaggiai lo stocco che mi aveva dato asuna in regalo e pensai –almeno posso provarlo su qualcuno senza essere scoperto- quando controllai la barra della vita di kirito vidi che era quasi vuota –cavolo!- pensai –ho aspettato troppo!- stavo per colpire il tipo che ora sovrastava kirito con lo stocco ma arrivò prima un altro stocco. Bianco. Lucente. Furente e rapidissimo che scaglio il tizio con il codino lontano contro una parete. Quando il polverone svanì e vidi asuna chinata su kirito con un cristallo in mano mi calmai e ritrovai la freddezza logica che mi serviva. Mi chinai accanto all’ orecchio di asuna –dovresti prima sistemare il tipo con il codino…- mentre le dicevo questo le rubai un cristallo anti paralisi. Lei si alzò con l’espressione più aggressiva che le avessi mai visto sul volto –aspettami qui kirito… lo sistemo subito e torno…- detto questo si incamminò verso il tipo con il codino, io lasciai il cristallo a kirito e andai accanto a lei con lo stocco tirato fuori, sussurrai –in due facciamo prima- lei iniziò a attaccarlo e io la seguii a una velocità minore per avvantaggiarla con il malus da perforazione. Rinfoderai e vidi che stava caricando l’ultimo colpo –ferma asuna… tu non sei questo mostro- si fermò e in tutta risposta il malconcio apprendista si inginocchiò in segno di scuse. –perdonami vice comandante! È tutta colpa mia! Scusami!- io mi allontanai per aiutare quel cretino di kirito. –idiota… neanche un cristallo sai usare…- usai il cristallo e gli tolsi la paralisi. Nello stesso momento sentimmo l’urlo di asuna. –difendila codardo!- Senza pensarci due volte lo lanciai a fionda contro di lei proprio mentre quell’ assassino stava per colpire asuna con il risultato di far perdere una parte del braccio a kirito che finì per lanciare indietro asuna che presi al volo –adesso guarda il tuo adorato kirito… o dovrei dire il vero kirito?- in quel momento kirito uccise  il tipo con il codino. –questa è la sua vera indole asuna… questo è l’eroe di SAO- la lasciai andare da lui, ma ammetto che non ero preparato a quello che avrei visto di li a poco. –kirito…- asuna era di fronte a lui mentre kirito stava piangendo –dimmi kirito… tu sei da…- lui non le lasciò neanche finire la frase che la baciò tenendola a se con la mano che gli era rimasta e poi guardandomi, con uno sguardo di chi ha vinto per scacco matto contro l’avversario. Io strinsi i pugni –bastardo…- dissi tra i denti –questa te la faccio pagare… puoi starne certo…-, dopo due minuti, che a me parvero un’eternità, si staccarono l’uno dall’ altra –asuna… io… vorrei passare la note da te… con te- la guardò negli occhi e lei annuì.  –oh non credo proprio che ti divertirai stasera- pensai e li seguii fino a casa di asuna. Aspettai che finissero di mangiare e mi misi sotto il tavolo, rivolto verso kirito in attesa. Vidi le luci spegnersi e asuna dire –non guardare da questa parte…. E spogliati anche tu… non è giusto che lo faccia solo io…- aveva paura. Io avvicinai la lama ai gioielli di famiglia di kirito sussurrando –fai qualcosa e puoi dire addio al tesoro di famiglia- lui capendo che lo tenevo in pugno guardò asuna con la coda dell’ occhio –m-m-m-ma io volevo solo d-d-d-d-dormire c-con t-te… c-che hai capito?- mi allontanai e vidi asuna caricare un pugno, a stento trattenni le risate quando gli assesto un pugno che lo mandò dall’ altra parte della stanza  facendolo incastrare nel muro – STUPIDO CHE NON SEI ALTRO!- disse lei –potevi essere più chiaro!- io decisi di andarmene, felice di aver ottenuto la mia piccola vittoria personale per quel giorno. –ben ti sta stupido doppiogiochista e sfruttatore!- risi e mi tolsi il manto, camminai verso l’ altare e tornai a rinsenton, a casa mia, con tutti quei matti che avevo per amici.

Entrai dalla porta e fui assalito da rei –aleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee- mi strinse così forte da farmi mancare l’ aria –p-p-piano furia scatenata- risi –così mi ammazzi- dissi mentre le accarezzavo la testa –sto bene, non preoccuparti… me lo ricordo il polsino e l’ unguento- lei mi guardò –non ti sono saltata addosso per quello- gonfiò le guance –l’ ho fatto perché volevo vederti e basta… visto che sei strano ultimamente… che hai? Sembra che tu abbia passato un brutto periodo… brutto davvero- sbadigliai –mi hai svegliato alle 5 di mattina… e sei sparita per un giorno intero… ero preoccupato no?- le diedi un pugno in testa –così impari a sparire testona- lei si tenne la testa –cattivo che sei… lo hai detto tu che servivano i materiali… e io sono andata a prenderli… ecco…- io sospirai e andai in cucina –almeno prima fammi mangiare…- ero stanchissimo e spossato per il viaggio che avevo fatto la mattina nel canyon. Bevvi almeno 10 bicchieri d’ acqua prima di farmi qualcosa da mangiare. Nel frattempo rei mi aveva raggiunto e mi guardava –sai…- mi disse –si vocifera in giro che tu abbia una certa cosa… piuttosto rara qui nel gioco…- disegnava dei cerchietti sullo stipite della porta, la guardai –un po’ di sincerità?- dissi io ridendo –no stupido- mi disse lei sorridendo –parlo del manto della possessione- le si illuminarono gli occhi –vero che ce lo hai tu? Eh eh eh eeeeeeeeeeeeeeh?- io sospirai –si, e allora? Che vorresti da me?- mi guardò con gli occhi di una ragazza che vuole un regalo –non è che me lo presteresti per un paio di missioni? Eh ale?- -scordatelo- risposi secco –questo non serve per combattere… e poi tu ne abuseresti e verresti presa di mira… molto più di quanto già non lo siano gli flp… e io non voglio- lei sbuffò –non è giusto… se te lo avesse chiesto asuna glie lo avresti dato subito vero?- io rimasi in silenzio per un po’ –non pronunciare quel nome in mia presenza… mai più- rimasi girato di spalle. Lei si mise sulla difensiva –va… va bene ale… scusami… non volevo…- continuò a guardarmi cercando di capire cosa potessi avere. –se permetti adesso vado a dormire… buona notte…- me ne andai in tenda con un panino in bocca, uscendo lasciai la chiave della bottega sotto lo zerbino e me ne andai in tenda. -… voglio solo dimenticare quel nome… voglio dimenticarmi che esiste… una persona con quel nome…- dissi queste parole nel sonno. Il giorno dopo mi ritrovai la colazione fuori dalla tenda –mh? Si saranno sbagliati… e poi non può essere del pelatone... non è bruciata- risi e mangiai tutto quello che c’era sul vassoio, poi presi il biglietto che stava sul vassoio, lo lessi a voce alta –scusami per ieri, ho solo peggiorato le cose… non credevo ti facesse quell’ effetto il suo nome… non succederà di nuovo, te lo prometto ale… tu però riposati eh!- era da parte di rei. Forse ero stato troppo duro con lei ieri. Mi alzai e andai nella bottega.

L’ interno della bottega era più pulito del solito, chissà perché –ma che succede? Dormo una notte e mi risveglio dopo 20 anni?- -no scemo- mi disse rei da dietro- ho fatto un po’ di pulizia, tutto qui- mi diede un pugno leggero in testa- ora siamo pari –mi sorrise. Io sbadigliai -grazie della colazione- mi misi al tavolo sul retro del bancone, dove tenevamo le armi –allora?- la guardai –i materiali per il polsino?- lei mi sorride e poggiò tutto sul tavolo –posso guardare?- io sospirai –basta che non parli… non voglio buttare un giorno di lavoro- lei si mise davanti a me e mi guardò –promesso- mi sorrise, io feci lo stesso e iniziai a lavorare. Quando finii di realizzare il polsino con l’ unguento erano ormai passate tre ore –rei ho finit…- guardai la sedia davanti a me e vidi rei addormentata sul tavolino. Sorrisi e le misi una coperta addosso, le scrissi un biglietto e andai a far visita a ryuk –ehi pelatone, come va? Ti ha dato preoccupazioni rei?- lui mi guardo sbadigliando –veramente non l’ ho ne vista e ne sentita… e mi ha portato un saaaaaaaaaaaacco di clienti… molti più di una certa persona che scorrazza in giro per i piani- ridacchiò, e io accolsi quella frecciatina con un sorriso –un punto per te pelatone- mi avvicinai e gli passai una mano sulla pelata –mi sembrava ti fosse cresciuto qualcosina… ma credo fosse solo un po’ di polv…- mi diede un pugno così forte da farmi mancare il respiro –dicevi ale?- sorrise –ti… odio… pelato… di… un… fabbro…- dissi tra un rantolo e l’ altro. Mi stavo riprendendo quando lele mi saltò addosso da dietro –MOSSA DI SOTTOMISSIONE STILE VENDETTA DELL’ USTIONATO!- io caddi a terra sotto il peso leggiadro di lele –se mi ammazzi come ti vendichi scusa?- ci mettemmo a ridere e lui si alzò tendendomi la mano, mi alzai e, dopo essermi ripulito dalla polvere gli chiesi come si sentiva –e come vuoi che stia? Come sempre, una bomba!- si mise a ridere, io lo guardai –senti… per la sfida… facciamo domani? Prima devo addestrare rei…- lui mi guardò e sospirò –ma non venivano prima gli amici? Che ha lei di più?- -due respingenti che spezzerebbero il tuo spadone in due- risi e mi arrivò un pugno in testa, seguito da uno sbadiglio- perver…- sbadiglò di nuovo -…tito- mi voltai e vidi rei ancora con la faccia sul cuscino. -Puoi anche addestrarmi poi… se proprio devi pareggiare i conti con lui-. Sorrisi e le dissi di andare a dormire perché non mi sarei fermato con l’ addestramento il giorno seguente, lei mi sorride e mi rubò il posto in tenda. –fantastico…- dissi incredulo –anche il posto in tenda mi ha fregato adesso-. Dopo aver detto questo, mi preparai per la sfida con lele: presi la katana e scesi in giardino, seguito da lele e ryuk. –al primo colpo- disse lele –come sempre- dissi io, ryuk ci diede il via e ci scagliammo l’ uno verso l’ altro. La nostra sfida aveva avuto inizio.

Eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee rieccomi resuscitato dalla tomba (?) pensavate di esservi liberati di me eh? E invece no u.u ho fatto anche questo capitolo, cercando di metterci un po’ più di battaglie, come mi avevate chiesto u.u ditemi nelle recensioni/ con i messaggi se vi è piaciuto il capitolo ^^ alla prossima minna! 
  
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