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Autore: chiara_burrobirra    16/12/2008    3 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction e parla di Charlie. Un uomo solo dopo aver perso l'amore della sua vita. Un dolore fresco dal quale riuscirà però ad emergere. "Si, avrebbe ripreso in mano la sua vita. E lo avrebbe fatto senza di lei, senza il suo aiuto. Non ne aveva bisogno. Poteva farcela anche da solo." Premetto che, anche se Charlie non è un personaggio molto importante nei libri della Meyer, a me è sempre piaciuto perciò ho cercato di immaginare come si è sentito quando Reneè lo ha lasciato. Spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[-Per favore Charlie lasciami andare – aveva pronunciato quella frase solennemente. – Odio Forks, la odio! L’ho sempre odiata e qui non potrà mai funzionare… Quindi ti prego Charlie, lasciami andare. E’ la cosa migliore per entrambi – a quel punto le sue parole suonavano come una supplica.]

 

 

 

Silenziosi e indisturbati i ricordi si affacciavano alla sua mente, ormai spenta da tempo. Non sapeva quanto era passato, forse ore giorni o addirittura anni. Ma era certo che il tempo aveva continuato a scorrere inesorabile anche se adesso gli sembrava impossibile. Anche se per lui era tutto fermo e statico, esattamente come lei lo aveva lasciato.

Le immagini diventavano sempre più nitide nella sua mente, i suoni e le parole erano rumori fastidiosi e opprimenti, tanto che gli echeggiavano in testa risvegliando in lui quel senso di solitudine che tanto lo attanagliava.

In realtà solo una frase gli occupava la mente, le ultime parole che lei aveva pronunciato prima di varcare quella soglia, per non tornare mai più.

Tutto ciò provocava in lui un dolore intenso che però, purtroppo o per fortuna, non riusciva a sentire, a percepire sulla pelle o dentro al cuore che era stato lacerato, trafitto da mille lame affilate e adesso era ridotto in mille pezzi che difficilmente si sarebbero ricomposti.

Non sapeva spiegarsi il perché ma da quando lei se n’era andata non riusciva più a sentire niente.

Né sensazioni, né emozioni. Nulla.

Non sapeva nemmeno cosa stesse facendo in quel momento o che giorno fosse. Aveva perso la cognizione del tempo. Aveva il vuoto fuori e dentro di sé. E si sentiva incredibilmente inutile, fragile, morto.

Ma quel poco di lui che era sopravvissuto sapeva di non esserlo, anche se in realtà non gli sarebbe dispiaciuto affatto. Di certo lo avrebbe preferito a quella situazione tremenda.

Sarebbe stato tutto molto più facile, indubbiamente. Un bel modo di lasciarsi tutto alle spalle, dimenticare ogni cosa per sempre.

La via che avrebbe sicuramente percorso se solo ne avesse avuto la forza…

Peccato che fosse appena uscito di strada schiantandosi mortalmente contro qualcosa di molto doloroso, decisamente troppo per il suo debole cuore.

Ma forse lui non voleva neppure questo. No, non voleva morire definitivamente. Voleva continuare a vivere, anche se l’impresa si rivelava sempre più ardua e difficile.

In effetti cercava di aggrapparsi ai ricordi per non sprofondare definitivamente nell’abisso dell’incoscienza.

Questa era la verità e non poteva assolutamente pensare di poterla negare a se stesso.

Abbassò lo sguardo e i suoi occhi tristi e velati di un’antica speranza si posarono su una fotografia.

Li ritraeva tutti e tre insieme. Charlie, Reneè e la piccola Bells. Era l’ottobre  1988 (l’anno appena trascorso N.d.R.) e la loro figlia era nata da circa un mese.

La tenevano in braccio insieme e sorridevano alle strane moine di Bella. Erano una famiglia. Erano felici.

Ma perché non poteva tornare tutto normale, come prima?

Perché Reneè aveva voluto distruggere tutto quello che avevano costruito insieme??

Non era giusto. Non era giusto che gli fosse stata portata via la felicità, la sua piccola Bells. Con lei se n’era andata la sua vita stessa.

Ma d’altra parte gliel’avevano detto tante volte che la vita non è giusta.

E adesso aveva scoperto che era la verità, l’aveva toccato con mano, l’aveva provato sulla sua pelle che si era piano piano abituata alla sofferenza.

Ma sarebbe mai riuscito a superare quello stato di immobilità sentimentale in cui era sprofondato?

Avrebbe tanto voluto farlo e lottava con le ultime forze che gli erano rimaste in quel mare immenso e doloroso che si estendeva intorno a lui.

E annaspava nell’acqua cercando di riaffiorare dal punto in cui era sprofondato. Ma l’abisso era troppo buio e profondo, troppo sconosciuto per essere superato.

Ma lui doveva resistere lo stesso, nonostante tutto quello che avrebbe dovuto passare per raggiungere il suo scopo. Doveva continuare a insistere e quando avrebbe raggiunto la sua ancora di salvezza si sarebbe lasciato trasportare fin sulla terraferma, dove lo aspettava il futuro e dove avrebbe recuperato la sua vita perduta.

 

 

 

 

[-Ti amo. – lo aveva detto lei per prima. Come al solito lo anticipava in tutto. Ma in fondo lo sapevano tutti: non era mai stato molto bravo con le parole.

- Ti amo. – lo disse tutto d’un fiato. Finalmente ce l’aveva fatta. –Ti amo anch’io. L’ho sempre saputo e lo sai anche tu. Ti basta questo? Dimmi di sì…ti prego non farmi dire altro…- non ebbe nemmeno il tempo di arrossire che lei lo aveva bloccato con bacio.

Si erano promessi l’amore. L’amore per tutta la vita.]

 

 

Una lacrima scese timida e solitaria sulla sua guancia a quel ricordo che faceva più male di una lama nel cuore. Aveva dato tutto per lei. Aveva perfino dichiarato i suoi sentimenti ad alta voce. Non lo avrebbe mai fatto se il suo amore non fosse stato pienamente sincero.

Ma purtroppo i suoi gesti non erano stati apprezzati o capiti fino in fondo. Certo c’era la faccenda di Forks ma era una scusa poco valida.

C’era sicuramente sotto qualcosa di più grande, un motivo più profondo che lei non aveva voluto spiegare.

Qualcosa che riguardava lui.

Ma aveva deciso di abbandonare questi pensieri.

Basta, doveva cambiare aria. Doveva riemergere dal fondo.

E chi poteva aiutarlo se non il suo migliore amico?

Si alzò dal divano e si diresse verso il telefono, in cucina.

Alzò la cornetta e si accorse che c’erano vari messaggi nella segreteria telefonica. Li ascoltò tutti uno per uno. Voleva scoprire fino a che punto era arrivato.

Ovviamente tutti i messaggi erano di Billy tranne uno di sua madre che aveva saputo la notizia e un altro di Harry Clearwater.

L’ultimo messaggio era del 19 Marzo. Quindi era passata una settimana?? Buono a sapersi. Aveva pensato anche peggio.

Poi un ultimo messaggio, un messaggio indesiderato.

<> un battito irregolare gli fece andare il cuore in tilt. <> Charlie chiuse immediatamente il messaggio.

Sentire la sua voce era stato come una pugnalata.

Ma non importava più niente ormai. Doveva dimenticarla definitivamente. Così riprese in mano i suoi buoni propositi, fece quello per cui si era alzato dal divano: chiamare Billy.

- Pronto, qui Billy Black – la sua voce allegra gli fece ritornare il “buonumore”. Da quanto tempo non la sentiva…

- Ehi Billy sono Charlie andiamo a pesca oggi? –

- Oh… Charlie. Sei tu… - la sua voce si era fatta cupa. Era chiaro che non voleva turbare l’amico.

- Billy non provarci neanche! A trattarmi con compassione intendo. Basta dimentichiamo questo capitolo della mia vita. Sarà come se non fosse mai esistita. Ah ti chiedo scusa per non averti risposto ma… -

- Ok Charlie ok… yeeeeeeeeeah finalmente sei tornato! Il mio vecchio amico… Vieni subito a La Push. Dobbiamo festeggiare! –

- Che si festeggia?? –

- Ahah! Oh andiamo Charlie… -

- Ok sarò lì tra poco. –

Charlie rise tra sé. Si, avrebbe ripreso in mano la sua vita. E lo avrebbe fatto senza di lei, senza il suo aiuto.

Non ne aveva bisogno. Poteva farcela anche da solo

 

 

 

Allora vi è piaciuta? È la mia prima fan fiction …adoro Charlie e mi sembrava giusto dargli un po’ di spazio visto che nei libri la sua storia non è molto precisata. Spero di non aver deluso nessuno…

Chiara_burrobirra

  
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