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Autore: Moon_646    23/03/2015    0 recensioni
*accetto consigli :)*
I cavalieri anche se buoni o cattivi quando muoiono rimangono come erano stati, chi veniva carbonizzato, chi diventava di pietra, chi bruciava, chi veniva sotterrato dalle proprie pene...lui, l'unico della sua specie, era diventato di ghiaccio, in quel castello abbandonato, non sapeva però, che quando aveva riaperto gli occhi, erano passati milioni di anni dopo quella battaglia che aveva generato lui stesso.
A primo impatto sembrava una statua di ghiaccio, essendo lui con i denti serrati e il mantello bianco che scendeva fino ai piedi, gli stivali di cuoio e la spada saldata nella mano.
Sembrava quasi che lui stesse infilzando qualcuno, ma in quel momento era morto e i suoi occhi scrutavano lentamente la sala, non sapeva come fosse arrivato lì ne chi lo avesse trascinato, ma un rumore dal piano di sotto, un cigolio sussurrato, interruppe i suoi pensieri.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuore di ghiaccio 

1- l'inizio di una fine 
I cavalieri anche se buoni o cattivi quando muoiono rimangono come erano stati, chi veniva carbonizzato, chi diventava di pietra, chi bruciava, chi veniva sotterrato dalle proprie pene...lui, l'unico della sua specie, era diventato di ghiaccio, in quel castello abbandonato, non sapeva però, che quando aveva riaperto gli occhi, erano passati milioni di anni dopo quella battaglia che aveva generato lui stesso.
A primo impatto sembrava una statua di ghiaccio, essendo lui con i denti serrati e il mantello bianco che scendeva fino ai piedi, gli stivali di cuoio e la spada saldata nella mano. 
Sembrava quasi che lui stesse infilzando qualcuno, ma in quel momento era morto e i suoi occhi scrutavano lentamente la sala, non sapeva come fosse arrivato lì ne chi lo avesse trascinato, ma un rumore dal piano di sotto, un cigolio sussurrato, interruppe i suoi pensieri. 
Sentì la porta del castello aprirsi e poi richiudersi, fece per muoversi, ma riusciva solo a guardare la sala di quel castello malandata e antica, sicuramente si era risvegliato dopo tanto dalla sua morte, solo in quel momento si rese conto del come era morto:stava lottando contro gli American Snipers, l’esercito rivale al suo, che avevano osato uccidere il loro re, suo padre: Edward Elgort e lui, il principe dei demoni, definito da chiunque lo sapesse il demone di ghiaccio o solamente chiamato Eden Elgort, avendo visto la morte del padre davanti a lui, montò sopra Apollo e saldò la sua spada, invocando il nome del padre, con gli occhi grigi pieni di odio e i capelli albini che ondeggiavano insieme al movimento del suo cavallo, uccise la prima ondata che passò sotto il suo tiro di vendetta, insieme al suo esercito The Eagles, tra cui il suo amico Arthur che gli parò più di una volta la morte.
Per un breve momento furono in vantaggio, quando iniziarono a bombardare il suo castello e Alar, il capo degli American Snipers, lo atterrò con il suo cavallo, Apollo per fortuna non si era ferito, lui gli  rimontò in groppa con la spada saldata, inseguendolo, arrivato alla porta prima di Alar, fece un volo, con il suo potere del ghiaccio,
sgattaiolando dentro dalla finestra del primo piano, arrivato dentro, per tenersi in equilibrio mise una mano sul pavimento di legno, congelandolo, iniziò a correre giù, per fermare la porta, ma troppo velocemente irruppero nel castello e lui brandì ancora una volta la sua spada, fronteggiandosi con Alar e bloccando con l’altra mano l’ingresso alle camere dove erano custoditi tutti i suoi averi, Alar stava per colpirlo, quando Arthur si sacrificò per lui e in un momento lo vide li bruciato sul pavimento, Alar non perse tempo e cercò ancora di attaccarlo, ma lui si buttò a terra e sgattaiolò dentro il salone:«avanti demone di ghiaccio, facciamola finita» disse, lui
strinse i denti e fece per colpirlo, ma la sua spada lo trafisse per primo e finì così: in quel salone solo.
Sentì dei passi avvicinarsi, dal movimento pacato capì subito non essere di un uomo, era una ragazza, troppo leggiadri per essere di un uomo, sentì salire le scale, poi vide la porta spalancarsi, notò il cadavere di Arthur sul pavimento con la spada vicino a lui e il braccio che cercava di afferrare la spada, il viso coperto dai capelli biondi e inceneriti,vide poi una ragazza che stava scrutando la stanza, non sembrava vedere il cadavere di Arthur, poi quando gli occhi rubini incontrarono i suoi,pensò che avevano un qualcosa di familiare, ma non riusciva a percepire di chi fossero, scrutò con lo sguardo i suoi capelli lisci castani, caderle sulle spalle, una specie di maglietta a quadri con dei semicerchi a lui sconosciuti (una camicia, ma lui ovviamente non sa nemmeno cosa sia) una maglietta bianca sotto e dei pantaloni strani che andavano tra l’azzurro e il blu (i jeans attillati) con delle scarpe molto alte e con dei lacci piuttosto bizzarri secondo lui, vide lei avvicinarsi verso di lui, lo stava studiando come una statua al museo il che effettivamente a quel punto sembrava, poi gli toccò la mano destra che impugnava l’elsa della sua spada di bronzo celeste, lei si scosse subito, sentendo il suo calore umano, poi si mise davanti a lui e gli fissò gli occhi, ma congelati non riusciva a capire di che colore fossero, lui cercò di non sbattere le palpebre per non dare segno di essere vivo, poi lei gli baciò una guancia, incantata da lui, un bagliore invase la stanza e successivamente il crollo del castello, quando riuscì a riprendere la vista, vide la ragazza sotterrata dalle macerie e subito cercò di afferrarla ma la sua gamba si incastrò tra due pezzi di pietra, allungò la mano per afferrare la sua, ma era troppo distante, più vicino al tocco della sua mano c’era un pezzo di pietra, lo congelò e con un netto spostamento del braccio lo tolse facendo liberare la ragazza dalle macerie, poi mise la mano sul pezzo di pietra in cui era incastonato e riuscì anche quello a liberarsi, ma non riusciva a camminare ancora, la prese in braccio e zoppicando la portò giù, non sapeva bene il perché stesse facendo quello, ma sapeva solo che doveva proteggerla, a tutti i costi.
Dopo un po' di tempo che camminava trovò una casa, non pensò bene a come riportarla a casa sua, ma prima che potesse bussare, vide due occhi rubini guardarlo, per un momento si ipnotizzò e poi lei lo guardò interrogativa:«beh, rispondi» «a cosa?» «alla mia domanda» «la ripeta prego» «qual è il tuo nome?» «Eden Elgort, piacere di conoscerla, potrei sapere il suo?» «Rin Pember» «piacere di conoscerla» «il piacere è mio» disse lei, e ancora lui si ipnotizzò del suo sguardo interrogativo e in fondo se lo sentiva che quella sarebbe stata l’inizio di una fine.

 

   
 
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