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Autore: adventury_in_lovely    23/03/2015    1 recensioni
Una ragazza.
Il suo nome è Summer.
Ha solo quattordici anni, ed è nata da un errore.
Lei però non si considera un errore... È sempre stata felice, fino a quando la madre non viene arrestata.
Dove andrà a stare Summer?
Da suo padre!
Non l'ha mai conosciuto, appunto, è nata da un errore, una cotta tra ragazzini illusi... Ma lei è felice, fino a che appunto la sua vita cambia.mLei crede di odiare il pare, si prepara a detestarlo. Ma le cose potrebbero andare diversamente, potrà sbocciare un'amicizia tra i due?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov's Summer
 
Quella domenica mattina mi svegliai molto presto.  Avevo udito delle sirene, proprio davanti casa mia  e il  sonno leggero mi si era frantumato come il cristallo. Dal primo momento che sollevai pesantemente la testa dal cuscino, l'occhio attento mi cade fuori dalla finestra. Non sentivo nulla, ma si poteva facilmente dedurre che c'erano poliziotti che parlavano con mia madre. Lei, poveretta, gesticolava rossa in viso ma gli uomini in divisa scuotevano la testa in segno di diniego. 
Scoppiò in lacrime, non avevo mai visto mia madre piangere  e mi fece molta impressione. Mentre salivano le lacrime agli occhi pure a me, potrei osservare dal punticino privilegiato che mi offriva la finestra posta sopra il letto, l'orribile scena,  che ricorderò per tutta la vita, dei poliziotti che ammanettavano la mamma. Intanto, un pensiero crudele, ma piuttosto consistente, cominciò a farsi strada nel mio innocente cervello. Mentre il mio cuore non voleva riconoscerlo, nella mente diventava sempre più reale: "l'avevano scoperta"! 
Da quel momento, non risposi più delle mie azioni. Buttai la morbida coperta giù dal letto, ed essa andò a formare un'adorabile montagnetta morbida sul pavimento; indossai le vecchie ciabatte rosa, logore, che tenevo da due anni sotto il letto. Corsi in cortile e disperata, in lacrime, urlai ai poliziotti:
-L'ha fatto per me!- i due uomini mi guardarono esterrefatti e mia madre mi passò delicatamente una mano, per quanto permettevano le manette, fra i capelli sussurrandomi di rientrare in casa. Io non seguii il suo consiglio, rimasi quindi imperterrita, con tono di sfida, a guardare i poliziotti. Loro, comprensivi, apprensivi, con pietà, mi risposero:
-Ma tua madre ha fatto comunque un furto!- ma come facevano a non capire? Pensavo. Allora risposi, sempre il lacrime, urlando come una disperata:
-Ma non potevamo più mantenerci! Lo ha fatto per farmi crescere con serenità e senza mancanze! Non potevamo nemmeno più pagarci l'affitto!- Mia madre, guardandomi con finta serenità, per tranquillizzarmi, mi spinse dolcemente all'interno del portone facendo cenno ai poliziotti che dopo avrebbero continuato la loro conversazione. Mentre mi acquattavo nuovamente sotto la mia amata finestra, continuai a ascoltare e a osservare il discorso tra la mia furente e disperata madre e quei poliziotti senza pietà.  Attraverso lo spesso vetro riuscii a cogliere soltanto qualche frammento di frasi:
-...prigione… Cinque anni… Affidamento ragazzina… Padre… Nome?…- io non riuscivo a capacitarmi: che cosa voleva dire? Affidamento? A mio padre? Lui non si era mai fatto vivo, assolutamente, da quando ero nata. Non lo avevo mai visto! Mia madre non mi parlava mai di lui, mi diceva che era solo una cotta passeggera di quando erano soltanto degli stupidi ragazzini, lui era più piccolo di lei. Di mio padre, non sapevo nemmeno nome,  così, appena colsi la parola " nome", aguzzai le orecchie, ma non riuscii a cogliere niente del flebile nome che mia madre sussurrò all'orecchio del poliziotto più grasso, che a mio avviso doveva essere il capo. Stizzita chiusi la porta a chiave. Almeno un nome c'era! Non era del fumo dissipatasi nel nulla! Lei sapeva che lui ancora era in città, lei sapeva il suo nome! Non mi aveva mai detto niente… Ora ci sarei dovuto andare a vivere! Lo odiavo! Lo odiavo quel "mio padre"! Lo odiavo con tutto il cuore per non essersi fatto vivo in quattordici anni...
   
 
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