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Autore: Lady Atena    25/03/2015    1 recensioni
Spoiler (dal capitolo 14 in poi) Di Age of Ultron
Bruce cerca la propria calma nell'isolamento volontario a casa di Tony, ma Natasha ha bisogno di lui.
Lei, meglio di chiunque, sa che una volta legati ad una persona; inizia un nuovo percorso.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Prompt: Ci sono così tanti fantasmi nella tua testa, Anthony, che sembra più un cimitero che un organo.
Lanciato da: Claudia Saini.

Natasha ticchettò con il piede in terra davanti alla porta a vetri del laboratorio, si sporse.
“Bruce mi ha detto che ti avrei trovato qui”.
Tony alzò il capo dal cofano della macchina, si mise in piedi e strofinò le mani unte di olio sulla maglietta firmata.
“Risparmiamelo. Non rimangerò una singola parola di quello che ho detto”.
Natasha avanzò ancheggiando, si poggiò contro lo stipite di una scrivania e incrociò le braccia sotto i seni.
“Non pretendo che tu smetta di considerarmi la ‘regina dell'amozionalità’, ma stai intralciando il mio lavoro”.
Tony le puntò il dito contro, allargò le braccia e sbatté il cofano della macchina chiudendolo con un tonfo.
“Vedi? Per te questa cosa con Banner è lavoro!” esclamò.
Raggiunse un tavolo, afferrò una tazza di caffè e la finì, si passò la mano sul volto grugnendo.
“Lui la sta prendendo sul serio. E non dire ‘è questo il piano’, ho il laboratorio pieno di Mark armate”.
Natasha si spostò delle ciocche dei capelli a caschetto dietro l'orecchio, roteò gli occhi color ghiaccio e avanzò.
“È evidente che io non ti piaccia, ed è evidente che io debba fare il mio lavoro”, iniziò, “Ma non è solo il mio lavoro” ammise.
Tony inarcò un sopracciglio, posò la tazza e alzò il capo sporgendosi.
“Quindi sei anche interessata”.
Natasha strinse le labbra, sospirò abbassando le mani.
“Da quando ho conosciuto te, fare la spia come prima è un vero casino. Hai rotto qualcosa, nella mia testa. E l'hai fatto solo perché nella tua è tutto sottosopra”.
Tony si spostò di lato, afferrò una pezza e vi strofinò le mani; la gettò su una cassetta degli attrezzi in terra.
“E questo che vorrebbe dire? La mia testa sta benone. Sono un genio, ricordi?”.
Natasha si sedette sulla scrivania, incrociò le gambe.
“Un genio? Oh, per favore. Ci sono così tanti i fantasmi nella tua testa, Anthony, che sembra più un cimitero che un organo”.
Tony le dette la schiena, strinse un pugno e sfregò i denti tra loro.
“Non so di cosa parli. Un nuovo film horror?”.
Afferrò un pezzo di metallo lungo quanto il suo braccio, passò accanto a Natasha e afferrò la cassetta degli attrezzi.
“Se ti piace Banner, buon per te. Ma smettila di giocare alla confidente e digli la verità. Se la merita”.
Natasha saltò giù dalla scrivania, si strinse il polso sinistro con la mano.
“Io e Steve abbiamo un piano. Nessuna deviazione”.
Tony poggiò la cassetta sul vassoio porto da FerroVecchio, aprì il cofano della macchina e alzò le spalle.
“Allora preoccupati dei tuoi di fantasmi”.
Afferrò una chiave inglese, la agitò in aria e indurì lo sguardo.
“Perché io, ai miei, non ho mai mentito”.
  
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