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Autore: AnnaLasuora    25/03/2015    1 recensioni
È ormai risaputo che per far parte della Milano per bene bisogna avere tre requisiti: un sorriso tanto falso quanto smagliante, una presenza impeccabile e, cosa fondamentale, soldi. Soldi a non finire. Ma, talvolta, in alcuni membri di questa élite nasce il desiderio di evadere.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pinxio
Stesso posto, stessa ora.

 

 

 

-15-
Ad ognuno il suo!

 

 

 

 

 

Dopo avere riportata a casa Elena la mattina, i due si erano accordati per vedersi il giorno dopo per un appuntamento.
Per Simone era il primo della sua vita, infatti, abituato com'era a beccare ragazze in discoteca con cui passare una notte sola, non aveva la più pallida idea di cosa dovesse fare.
In più la ragazza in questione era una dai gusti difficili.
Imbarazzato come poche volte in vita sua chiese aiuto agli amici ed accolse l'idea di Pollo di portarla al cinema poiché sembrava un territorio neutrale.
Il tempo sembrava passare lentamente nell'attesa e il ragazzo decise dall'agitazione di iniziarsi a preparare quasi un ora prima di dover uscire. Fece la doccia e decise di sistemarsi la barba per sembrare meno trasandato. Arrivò poi il momento di scegliere come vestirsi e lì dire che fosse nel panico sarebbe stato riduttivo, non voleva sembrare un damerino, ma nemmeno rischiare che Elena lo vedesse e gli chiedesse perchè era in tuta.
Guardò fuori dalla finestra per controllare il tempo e vide che stava piovendo, cosa che non era per nulla strana a Marzo. Pensò quindi di mettersi una maglietta bianca a maniche corte un po' larga, dei pantaloni neri e una giacchetta di pelle. Guardò l'orologio da polso che aveva deciso di indossare per l'occasione e si accorse di non essere poi in anticipo. Recuperò le chiavi di casa, quelle della macchina e il portafoglio che si mise poi nella tasca posteriore dei pantaloni. Prima di uscire guardò la sua collezione di capellini e fu tentato di mettersene uno, se non fosse stato che Elena glielo avrebbe probabilmente bruciato. Ne prese quindi uno di cotone nero e se lo infilò, armandosi anche di ombrello, dopo di che uscì di casa e si fiondò in macchina mettendo in moto. In poco tempo arrivò davanti a casa della ragazza e le mandò un messaggio perchè scendesse. Non attese molto per vederla correre fuori coprendosi il capo con un braccio per ripararsi dalla pioggia, stretta in un cappottino bianco che risultava essere perfetto con l'incarnato e i capelli biondi, con un paio di jeans chiari e delle stringate.
“Ciao, aspetti da molto?” gli chiese una volta entrata in macchina sorridendogli.
“No, tranquilla” scosse il capo il ragazzo.
“Dove andiamo?” domandò poi Elena allacciandosi la cintura di sicurezza.
“Va bene il cinema?” la guardò speranzoso di avere fatto la scelta giusta.
“Certo” annuì intenerita, accorgendosi che era davvero nervoso.
“Perfetto” mise in moto la macchina Simone tirando un sospiro di sollievo.
Il silenzio piombò all'interno dell'audi nera.
“Che film andiamo a vedere?” cercò di fare conversazione Elena notando che l'altro era in difficoltà.
“Non so cosa ci sia sinceramente” scrollò le spalle, non aveva nemmeno controllato che ci fosse qualcosa di decente.
“Beh, lo scopriremo!” gli prese la mano per tranquillizzarlo.
In una decina di minuti arrivarono al cinema e Simone, da vero gentiluomo, scese dalla macchina aprendo l'ombrello per poi andare a prendere Elena perchè non si bagnasse.
Lei gli sorrise e si aggrappò al suo braccio ed insieme entrarono nel multisala che si rivelò essere davvero pieno, anche perchè era sabato.
Simone recuperò il programma del cinema da un espositore di cartone e diede un occhiata veloce.
“Che genere di film vorresti vedere?” le domandò allora.
“Niente horror, niente film d'azione, niente roba romantica o drammatica, ho già abbastanza di quelli che mi fa vedere Vittoria...” iniziò ad elencare la bionda, pensando all'amica patita di commedie d'amore.
“Resta solo qualcosa di comico o un cartone per bambini...” rise lui divertito.
“Allora il cartone” scherzò lei prendendogli il braccio mentre si dirigevano alla cassa per fare la fila.
“Guarda che ti prendo in parola” l'avvertì lui sciogliendosi dalla presa della ragazza per passarla il braccio sulle spalle.
“Dai, non fare lo stupido” rise abbracciandolo.
Il ragazzo la strinse a sua volta, felice di essere lì con lei.
“Stai bene vestito così” gli disse rimanendo stretta a lui imbarazzata.
“Davvero? Pensavo mi dessi del barbone” le sussurrò all'orecchio dandole poi un bacio sulla fronte.
I ragazzi riuscirono ad arrivare alla cassa dove Simone comprò i due biglietti per il film comico ignorando le proteste di Elena che avrebbe voluto come minimo pagare il suo.
“Prendiamo i pop-corn?” le chiese a quel punto tenendole la mano.
“Io preferisco le caramelle se non ti dispiace” rispose Elena che era golosa come pochi.
“Andata per le caramelle, viziata” la prese in giro.
Recuperate anche le caramelle per la bionda, i pop-corn per il ragazzo e due bibite, la coppia entrò nella sala 4 prendendo posto in attesa che il film iniziasse.
“Dio che schifo, guarda che sporco per terra” osservò il pavimento davanti alle poltroncine Elena, preoccupata per le sue scarpe.
“E' un cinema dai...” cercò di convincerla il ragazzo.
“Si beh però potrebbero anche pulirlo eh, cosa sono così poveri da non permettersi nemmeno delle donne delle pulizie?” lo guardò scocciata.
“Se vuoi ce ne andiamo” le disse lui irritato per quell'uscita infelice.
“No vabè, non è colpa tua” capì di avere esagerato.
“Non c'è problema, possiamo andare” Simone iniziò a percorrere il corridoio laterale per uscire, ma Elena gli corse dietro e lo fermò.
“Mi dispiace... Cercherò di adattarmi, promesso” si scusò dispiaciuta.
Simone la guardò indeciso se litigarci o meno: adattarsi? Cos'era una stalla? Decise di ignorare l'ultima parte delle sue scuse e di concentrarsi sul fatto che sembrava davvero spiacente. Quindi sospirò e le sorrise.
I due finalmente presero posto e poco dopo iniziò il film.
Durante questo i due ragazzi risero divertiti e ad un certo punto Simone prese il coraggio di provare la tecnica più comune di tutti i secoli. Si stiracchiò e posò piano il suo braccio sulle spalle di Elena che immediatamente si mise a ridere. Il ragazzo un po' piccato tolse il braccio.
“Non c'era bisogno di fare la mossa” rise la bionda prendendogli il braccio e mettendoselo lei stessa sulle spalle, accoccolandosi sul petto di lui.
“Con te non si sa mai” le posò un bacio sui capelli sorridendo.
Quello stesso pomeriggio anche Vittoria e Manuel avevano deciso di uscire insieme per iniziare a conoscersi meglio. La ragazza in ogni caso, messaggiando con lui aveva scoperto diverse cose, come per esempio che aveva ventisette anni e che gestiva il Pinxio assieme a suo cognato. La differenza di età, di ben nove anni, subito l'aveva bloccata, poi aveva deciso di non darci troppo peso ed aveva acconsentito ad uscire con lui.
A differenza di Elena, Vittoria aveva impiegato ben due ore per decidere cosa mettere scaraventando tutto il suo armadio sul letto fino ad arrivare alla conclusione che era meglio non indossare tacchi o gonne perché Manuel era un uomo molto dinamico e muoversi con dei vestiti scomodi era difficile.
Inoltre la ragazza aveva preferito farsi portare in taxi davanti all’indirizzo che le aveva mandato il bel biondo, perché se i suoi genitori l’avessero vista entrare in una macchina sconosciuta, che in questo caso non era neanche troppo costosa, davanti alla loro casa si sarebbero insospettiti e avrebbero indagato fino a scoprire con chi stesse uscendo la loro dolce figlia.
Arrivata a destinazione scorse Manuel appoggiato sulla sua macchina e dopo aver pagato il tassista si fiondò da lui.
“Ciao!” si sporse la ragazza baciandogli la guancia.
Sicuramente si sarebbe trattenuta dal saltargli addosso come aveva fatto la mattina del giorno precedente.
“Ciao amo!” sorrise lui prendendole il viso tra le mani ed avvicinandosi poi per baciarla come si deve.
“Amo?” lo allontanò lei mettendosi a ridere.
“Sì, è così divertente?” chiese lui stranito per la reazione di Vittoria.
“Mi fa ridere come dici amo!” continuò a ridere perché nessuno l’aveva mai chiamata in quel buffo modo, tanto meno un uomo grande e con la voce bassa come Manuel.
“Se vuoi non ti chiamo più così!” le disse un po' offeso.
“No no, mi piace questa parola!” gli sorrise con molta sincerità.
“Va bene, comunque sei pronta?” chiese lui ghignando divertito.
“Per cosa? ” Vittoria non aveva la minima idea di dove l’avesse portata Manuel.
“Per guidare i Go-kart! Vedi quel capannone là? Dato che sta per piovere ho pensato di portarti lì!” Manuel aveva avuto la brillante idea di non fare un primo appuntamento convenzionale, aveva preferito organizzare qualcosa di originale.
“I Go-kart?” Vittoria lo guardò come se fosse pazzo.
“Sì, così ti batto anche in quello!” Manuel iniziò a ridere e intanto trascinò la ragazza dentro la struttura.
“Non mi sfidare…” la competitività di Vittoria stava ritornando a galla.
“Tanto perdi!” Manuel a volte era proprio un bambino, ma Vittoria non era da meno.
“Staremo a vedere!” la ragazza era decisa a tagliare il traguardo prima del suo biondo.
I due giovani si diressero alla cassa, Manuel pagò e presero due caschi in attesa che i Go-kart si liberassero per salirci sopra ed iniziare la loro ennesima e personale sfida.
Presi due Go-kart si sistemarono sulla linea di partenza.
“Otto giri e chi arriva primo vince!” Manuel mise in chiaro le semplici regole.
“Mangia la mia polvere” Vittoria si sistemò il casco.
“Attenta a non spezzarti le unghie!” rise Manuel.
“Riderai poco… E comunque partiamo?” la ragazza era impaziente di dare una bella lezione al ragazzo.
“Pronta? 3…2…1… Via!” Manuel iniziò a sfrecciare in pista, ma con sua grande sorpresa Vittoria era subito dietro di lui.
“Tanto ti prendo stupido!” Vittoria si stava davvero divertendo molto, non faceva una cosa del genere dall’ultima volta in cui i suoi
l’avevano portata sulle giostre quando aveva cinque anni.

“Non ci giurerei!” Manuel alzò la mano per salutarla.
Vittoria quindi decise di affiancarsi al go-kart del ragazzo e di colpire con il fianco della sua macchinina quello dell’altra.
“Stai giocando sporco!” le urlò divertito il biondo.
“Non c’è scritto da nessuna parte che io non possa farlo!” rise Vittoria.
“Ah sì? Allora beccati questo!” Manuel colpì a sua volta il fianco del go-kart della ragazza, ma questa non riuscendo a riprendere il controllo della macchina sbatté contro il muro di gomme che delimitava la pista e cadde fuori dal mezzo.
“Vittoria!” il ragazzo frenò subito e corse da Vittoria per accertarsi che non fosse successo niente.
“Ahia…” la ragazza era ferma a terra.
“Stai bene? Riesci a muoverti?” disse preoccupato piegandosi vicino alla povera mora.
“Sì, ma ho preso una bella botta…” gli rispose.
“Bene, ora proviamo ad alzarci eh” Manuel tolse il casco dalla testa di Vittoria e la prese in braccio come se fosse una bambina.
“Non c’è bisognò che mi porti in braccio!” disse lei un po’ imbarazzata per quelle attenzioni che le stava rivolgendo, soprattutto visto che li stavano guardando tutti.
“Se vuoi ti lascio cadere!” rise Manuel uscendo fuori dalla pista.
“Magari no, e poi so già che mi verrà un livido nel sedere…” fece disperata Vittoria.
“Beh quello non mi da fastidio” disse con noncuranza il biondino.
“A me sì invece” si lamentò lei.
“Non ti deve dar fastidio dato che nessuno, oltre a me, ti potrà guardare il culo!” Manuel mise subito in chiaro le cose.
“Ma siamo gelosi per caso?” rise Vittoria, trovando molto sexy quella leggera gelosia che aveva nei suoi confronti il ragazzo.
“No, era per dire!” non lo avrebbe mai ammesso.
“Dai su, ammettilo!” iniziò a dargli fastidio Vittoria pizzicandogli le braccia piene di tatuaggi.
“Avrei dovuto lasciarti in mezzo alla pista!” Manuel scrollò il braccio, uscì dal palazzetto e la mise a sedere sul sedile della sua macchina per poi prendere posto alla guida.
“Manuel?” richiamò la sua attenzione Vittoria.
“Cosa vuoi?” fece finta di sbuffare.
“Avrei vinto io se tu non avessi barato!” se ne uscì la ragazza convinta di ciò che stesse dicendo.
“Ma taci che eri indietrissimo!” rise il biondino mettendo in moto la macchina.
“Bugiardo! Ah comunque potresti non lasciarmi davanti a casa mia?” chiese imbarazzata Vittoria.
“Perché? Ti sei anche fatta male…” le domandò stranito Manuel.
“No perché se i miei mi vedessero con te non mi farebbero più uscire!” Vittoria rispose senza pensare e solo dopo si accorse di aver detto la verità in modo un po’ troppo diretto.
“Ho capito” rispose freddo il ragazzo continuando a guidare.
“No ma nel senso che-“ la ragazza provò a riparare al suo errore.
“Nel senso che non sono ricco come voi e non sono degno di uscire con la loro amata figlia!” tagliò corto il ragazzo usando un leggero tono ironico.
“Manuel non è così mi sono solo espressa male” Vittoria voleva davvero non far stare male Manuel.
“Vittoria basta, non sono arrabbiato! Dimmi dove ti devo lasciare e ti faccio scendere!” il ragazzo tentò di non dare peso a ciò che gli era stato detto e si dimostrò gentile.
“Davvero non sei arrabbiato?” chiese ansiosa la mora.
“No, non lo sono! Non potrei avercela con te, anche perché hai la faccia da criceto!” Manuel sorrise voltandosi verso lei per poi ritornare a guardare la strada.
“La faccia da criceto?!” chiese Vittoria sgomenta.
“Sì, sembri un cricetino” continuò ad asserire lui.
“Beh spero sia un complimento!” la ragazza scrollò le spalle ridendo.
“Dipende…” rise Manuel.
“Simpatico, comunque potresti lasciarmi qua?” chiese cortesemente Vittoria.
“Sì, ci sentiamo dopo!” le ricordò  accostando.
“Perfetto, grazie” Vittoria salutò.
Manuel allora si sporse verso di lei e la baciò tenendole stretta la testa per approfondire il contatto delle loro lingue. Vittoria si costrinse a staccarsi perchè sapeva che due secondi in più avrebbero significato arrivare al punto di non ritorno.
“Ora vado” lo guardò un po' ansante.
“Vai” sorrise lui togliendo le mani dai suoi capelli, vedendo che però la ragazza restava in macchina.
“Allora?” la esortò piuttosto divertito dopo qualche secondo.
“Ah, si! Ciao” Vittoria imbarazzata scese dalla macchina.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco il quindiciesimo capitolo! Spero tanto che vi piaccia.
Vorrei continuare a ringraziare chi legge la storia, e nominare di nuovo chi la segue:

1 - bulghi [Contatta]
2 - orny81 [Contatta]
3 - otti89 [Contatta]
4 - prettyvitto [Contatta]

E chi l'ha messa nei preferiti

1 - margaux [Contatta]
2 - marta1982 [Contatta]

Siete meravigliose/i, grazie per la fiducia!

 

Margaux: Ciao cara! E' sempre un piacere leggere i tuoi commenti! Ahahah eh beh si... Ci fanno ridere Manuel e Vittoria... Spero che il capitolo ti sia piaciuto e la tua ship non ti abbia delusa! ;) Un bacione!
 

Un bacione a tutti!

Alla prossima,

Anna

 

   
 
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