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Autore: 365feelings    25/03/2015    1 recensioni
01. Cinque cose su Michael Yew (tre che tutti sanno, due di cui solo i suoi fratelli erano a conoscenza)
Non era mai stato più a sud di Long Island
02. Tre cose che Austin ama fare
[...] guardare il mondo da dietro un obiettivo gli aveva anche insegnato un’importante virtù: la pazienza, che avrebbe poi scoperto gli sarebbe davvero tornata utile con i suoi fratelli, ma che non sarebbe mai stata troppa con Michael – un metro e quaranta scarso di arroganza e presunzione tutte prese da loro padre, come amava ricordare con orgoglio.
Cabina 7 | raccolta di missing moments sui figli di Apollo | headcanons
Genere: Angst, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lee Fletcher, Michael Yew, Will Solace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Tre cose che Austin ama fare
Personaggi: Austin, Michael Yew, Lee Fletcher, Will Solace
Rating: verde
Genere: missing moments, slice of life, malinconico
Avvertimenti: flash fic (500 w), headcanons
Note: aggiorno prima del previsto (ma non prendeteci troppo l’abitudine).
  • Quelli che seguono tutti headcanons dato che di Austin si sa ancora meno.
  • Vi ricordate le volta in cui Will si è preso una lancia in testa perché guardava il sedere di Nico di Angelo? > capitolo 8 di Out of the darkness, brighter than a tousand suns.
  • La storia partecipa alla Writing Challenge dello Pseudopolis Yard (13. Una flashfic di esattamente 500 parole).
 
 
Tre cose che Austin ama fare
 
1. Fotografare
Era stata sua madre a mettergli in mano una macchina fotografica («È un modello vecchio, il primo che ho comprato con i miei soldi») e a portarlo allo zoo per fotografare gli ornitorinchi, i suoi animali preferiti. C’erano voluti due giorni solo per vedere il muso di un maschio, tre per immortalare l’intera famiglia. Erano stati degli appostamenti lunghi e spesso noiosi, a tratti irritanti, perché i mammiferi non ne volevano sapere di farsi vedere; in compenso aveva scattato foto ai lemuri e ai coccodrilli, decisamente meno timidi, e aveva scoperto che gli piaceva immortalare le cose – dal cartello dello zoo alle scarpe rosse di sua madre.
Ma guardare il mondo da dietro un obiettivo gli aveva anche insegnato un’importante virtù: la pazienza, che avrebbe poi scoperto gli sarebbe davvero tornata utile con i suoi fratelli, ma che non sarebbe mai stata troppa con Michael – un metro e quaranta scarso di arroganza e presunzione tutte prese da loro padre, come amava ricordare con orgoglio.
 
2. Giocare a basket
Quando era al Campo (cioè sempre; sua madre era una fotografa, viaggiava spesso e a lui piaceva restare a Long Island anche tutto l’anno) ogni occasione era buona per palleggiare davanti le Cabine e i suoi fratelli la pensavano allo stesso modo, perché non esitavano a dividersi in squadre e a rubarsi il pallone. Speso giocava con Will e Michael (che nonostante la sua bassa statura faceva un canestro dopo l’altro, vantandosi della sua mira infallibile), a volte sfidavano Lee e perdevano sempre, ogni tanto Kayla si univa a loro e sempre più spesso le figlie di Demetra si divertivano a far crescere l’erba attorno alle sue caviglie.
Giocare a basket con i suoi amici (insieme al tiro con l’arco, ai falò e ai pasti tutti insieme) era tra le cose che più gli piaceva del Campo; amava la sensazione della palla che rimbalzava sotto la sua mano e che poi centrava il canestro appeso a una delle statue. In quei momenti si dimenticava di ogni cosa ed era così leggero che gli sembrava quasi di poter prendere il volo.
 
3. Raccontare storie
Davanti ai falò alla sera, sotto le coperte con una torcia, al tavolo della colazione. Miti: la caduta di Troia e l’uccisione di Pitone. Leggende della sua terra lontana: il serpente arcobaleno o il ranocchio, il wallaby e il dugongo. Michael commentava sempre con un e ci risiamo, ma poi stava zitto e ascoltava; a volte Lee lo accompagnava con l’arpa. Aneddoti. Vi ricordate le volta in cui Will si è preso una lancia in testa perché guardava il sedere di Nico di Angelo?
Amava ricordare il passato o inventare storie nuove, mescolare fantasia e realtà (era così che erano nati i miti, no?), tenere in vita la memoria di chi non c’era più. E ai nuovi figli di Apollo, che arrivano anni dopo le due guerre, raccontava la storia del saggio capo-cabina che sapeva sempre cosa era meglio per i suoi fratelli e del coraggioso arciere di cui era rimasta solo la faretra.
   
 
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