Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Zomi    25/03/2015    2 recensioni
Perché la sua fortuna l’aveva abbandonato così?
Perché?
-Allora? L’hai trovato?-
Inginocchiato tra un casco di banane nere e delle lattine di birra accartocciate, Zoro sollevò lo sguardo sopra di sé, incrociando gli occhi curiosi di Rufy, il suo coinquilino, affacciato a braccia incrociate sotto il mento dalla finestra del loro appartamento nel condominio universitario.
-No- grugnì, tornando ad affondare le mani tra la spazzatura contenuta nel maleodorante cassonetto.
Doveva essere lì, dannazione, doveva essere lì, tra una scatola di pasta vuota e delle cartine di krekers vuoti.
Aveva già scardinato e svuotato tutti i cassonetti del vicolo, e quello era l’ultimo.
Se non era nemmeno lì, era davvero la fine.
*Panda Day*
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IN A TANK FOR YOUR NUMBER
*cassonetto*
 



Sollevò un sacchetto nero, maleodorante e stracolmo di chissà che schifezza, gettandolo fuori dal cassonetto e pestando i piedi nel marciume del bidone, mentre tornava ad immergersi tra i rifiuti.
Maledizione.
Maledizione, maledizione, maledizione!!!
Perché la sua fortuna l’aveva abbandonato così?
Perché?
-Allora? L’hai trovato?-
Inginocchiato tra un casco di banane nere e delle lattine di birra accartocciate, Zoro sollevò lo sguardo sopra di sé, incrociando gli occhi curiosi di  Rufy, il suo coinquilino, affacciato a braccia incrociate sotto il mento dalla finestra del loro appartamento nel condominio universitario.
-No- grugnì, tornando ad affondare le mani tra la spazzatura contenuta nel maleodorante cassonetto.
Doveva essere lì, dannazione, doveva essere lì, tra una scatola di pasta vuota e delle cartine di krekers vuoti.
Aveva già scardinato e svuotato tutti i cassonetti del vicolo, e quello era l’ultimo.
Se non era nemmeno lì, era davvero la fine.
Pestò gli anfibi su un sacchetto azzurro, facendolo esplodere, ritrovandosi a calpestare i rifiuti di chissà che bagno. Spazzolini, rotoli di carta igienica finiti, dentifrici e pacchetti non ben identificati.
Grugnendo, il ragazzo, li sparpagliò per bene con un piede sul fondo del cassonetto, setacciandoli con lo sguardo.
-Sei sicuro che in casa non ci sia?- tornò a parlare Rufy, dondolandosi con il busto fuori dalla finestra.
-L’ho cercato ovunque e non c’è!!!- ringhiò l’altro, tuffandosi ad esaminare un angolo remoto del cassonetto.
-Uhm… forse sotto il letto…- tentò il moro, studiando l’amico.
Zoro sbuffò, drizzandosi con la schiena, passandosi una mano sul viso, nervoso e sul limite dell’idrofobia.
-L’ho cercato in camera mia, nella tua, in quella di Sanji- descrisse la sua ricerca, tremando di rabbia –In cucina, in salotto e in bagno: e non c’è!!!- tirò un calcio alla parete metallica del cassonetto accostata al muro, facendola risuonare piagnucolante in tutto il vicolo.
-Quel dannato numero di telefono non è da nessuna parte!!!!- ringhiò al cielo, stringendo i pugni lungo i fianchi.
Perché? Perché era successo?
Tre mesi.
Tre lunghi mesi di battute, prese in giro, canzonature e battibecchi per avere quel dannatissimo numero di telefono, e ora lo perdeva pure.
Idiota, ecco che era, un idiota colossale.
Fosse stato il numero di Tashiji, che aveva rifiutato senza perdere un solo secondo a sfiorare il bigliettino scarabocchiato che la quattrocchi gli aveva offerto, o quello di Margaret, che Law gli aveva strappato di mano con un’occhiataccia assassina, non gliene sarebbe fregato un cavolo nel perderlo.
Ma quello, quel numero, era della Cocoyashi.
Nami cocoyashi.
Occhi di cioccolato, capelli rosso fuoco, fianchi da stringere tra le dita, sorriso felino e malizioso, e un cervello fine come pochi, in grado di fargli perdere le staffe e aumentargli l’ormone maschile allo stesso tempo.
Tre mesi.
Aveva impiegato tre mesi ad ottenere il suo numero.
“… se sei un uomo, e non un scimmione come dimostri di essere, chiamami e usciamo: lasciamo che siano i fatti a parlare…”
Una sfida, lei a lui, con una penna gli aveva scarabocchiato il numero di cellulare su un foglio di appunti e poi se n’era andata a una lezione alla sede universitaria, lasciandolo ghignare vittorioso e strafottente.
E lui?
Lui da bravo baka perdeva il foglio, il numero di Nami e l’opportunità di una serata in sua compagnia, in cui dimostrarle che non era solo uno scimmione fissato con il kendo e privo di educazione.
Idiota, idiota, idiota.
Come aveva potuto gettare con così tanta leggerezza quel prezioso tesoro?
Come?
Ma soprattutto quando? Ed era stato lui?
Poteva, o meglio, doveva incolpare Rufy o il dannato damerino?
Era impossibile che lo avesse gettato con tanta leggerezza.
Era più probabile che uno dei suoi inquilini, cretini in ugual maniera sotto il suo sguardo, avesse usato il suo prezioso foglietto per qualche scemenza assurda, gettandolo poi senza riguardo.
Quell’ultima ipotesi gli fece ribollire il sangue nelle vene, sollevando nuovamente gli occhi al moro affacciato dalla finestra sopra di lui.
E se quel baka di Rufy…
-Ohi Marimo…-
Ruotò il capo verso la finestra vicina a quella da cui si dondolava il moro, scorgendo il biondo coinquilino Sanji chiamarlo, sporgendosi dalla finestra aperta dell’appartamento.
-Che vuoi, sopracciglio a ricciolo?- ringhiò, chinandosi nuovamente in ricerca.
-Sappi che non ti getto il bidone dell’umido addosso solo perché abbiamo ospiti…- serrò la mascella sul filtro della sigaretta il biondo, fulminando il cassonetto con il verde all’interno, sperando in un auto combustione spontanea di entrambi.
-E a tal proposito, una leggiadra e formosa ragazza ti cerca… le dirò che sei impegnato a ricongiungerti con la muffa del tuo cervello, e le terrò compagnia io: MELLORIEEEE!!!-
-Umpf- storse il naso Zoro, affondando una mano in un ammasso scomposto di rifiuti, certo di aver intravisto qualcosa –Sarà Kuina- borbottò tra sé.
Era per caso un foglio di block notes quello che vedeva?
-Di a Kuina che non ho tempo: passerò io dopo da lei…- urlò contro Sanji, inginocchiandosi sul fondo del cassonetto.
-E Kuina chi sarebbe?-
Si strozzò con il respiro nel sentire nelle orecchie quella voce trillare nelle sue note cristalline.
Balzò in piedi, sollevando gli occhi al sorriso divertito di Nami che, addossata con le braccia alla finestra al fianco di un Sanji in overdose di cuori, sghignazzava nel fissarlo sguazzare in un cassonetto.
-Allora?- lo incalzò –Kuina è…?-
-Mia sorella- si affrettò a spiegare, tossicchiando per celare la voce improvvisamente agitata. Si grattò la nuca, ricomponendosi, cercando un briciolo della sua spavalderia.
-Tu…. Tu che ci fai…-
-Hai lasciato il quaderno degli appunti in biblioteca- fece dondolare un sgualcito e scarabocchiato quaderno tra le dita, sorridendo felina.
Le iridi nere di Zoro sgranarono fino a rendersi bianche.
Il quaderno.
Il suo quaderno, con dentro il preziosissimo numero di telefono di Nami.
-Ho come l’impressione che lo stessi cercando…- sorrise sornione la rossa.
-Che te lo fa credere?- grugnì, saltando fuori dal cassonetto.
-Mah… non eri tu quello che rovistava nella spazzatura?- sghignazzò.
-Non stavo cercando il quaderno- parlò asciutto, portandosi sotto la finestra, fissandola ghignate e strafottente.
-Che cercavi allora?- miagolò felina, sbattendo le lunghe ciglia scure, addossandosi con una spalla allo stipite della finestra.
Zoro ghignò, ammaliato dal sorriso che si allargava sulle invitanti e carnose labbra della rossa.
Dannazione: quanto avrebbe impiegato ad assaggiarle? Altri tre lunghi mesi?
Sarebbe sopravvissuto a tanto tempo, con una tale tentazione a porta di mano?
-Te lo dico a cena…- ghignò, avvicinandosi alla porta del condominio -… perché ti fermi no?-
Nami sorrise, attorcigliandosi una ciocca di rame tra le dita.
-A una condizione…- impose, facendo fremere Zoro, la mano già sulla maniglia della porta.
-Quale?- inarcò un sopracciglio.
-Fatti una doccia, Roronoa: hai guazzato in un cassonetto per il mio numero di telefono: sii almeno profumato al nostro primo appuntamento- ghignò, dandogli le spalle.
La mascella di Zoro sfiorò l’asfalto del vicolo, mentre lo sguardo nero e assassino si posava su Rufy.
-Che c’è?- si strinse nelle spalle il moro –Le ho detto la verità: stavi cercando il suo numero nei cassonetti del vicolo. Ma tranquillo…- si passò sorridente un dito sotto il naso -… non le ho mica detto che eri disperato per aver perso il suo numero-
 
 
 
 


 
Image and video hosting by TinyPic


 
Prossimo Prompt:inerzia
Zomi 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi