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Autore: MauraLCohen    26/03/2015    7 recensioni
“I love you truly” è la mia personale revisione della serie Saint Seiya dopo la battaglia contro Apollo. La storia è interamente concentrata sull'amore di Seiya e Saori e dai problemi che questo comporta.
La storia è formata da 60 capitoli (sono pazza, lo so.) e riprende alcune parti della serie classica e di Omega, altre del film ma sopratutto degli “OAV”.
ultimo avvertimento: la storia verrà corretta dopo la pubblicazione dell'ultimo capitolo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Saori Kido, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amor profano, amor proibito '
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Piccola premessa prima di lasciarvi alla storia: contrassegno il capitolo come “OOC” perché mi rendo conto di aver spinto parecchio sul loro lato “adolescenziale”.

 

 

 

 

 

La guerra contro Lucifero era finita da qualche mese e tutti, cavalieri compresi, erano tornati alle loro vite. 

 

Quella mattina Lady Isabel si era svegliata più tardi del solito, cosa alquanto strana conoscendo la smania di precisione della ragazza. La colpa, infatti, era di Pegasus che, da quando avevano fatto ritorno dalla Grecia, l'aveva-letteralmente-rapita.

I due, per la maggior parte del tempo, erano rimasti insieme facendosi notare il meno possibile dal resto del gruppo, ancora all'oscuro della loro relazione.

 

Quel giorno però avevano entrambi qualcosa di importante da fare: all'orfanotrofio era tornata Daisy, la ragazza dai lunghi capelli color dell’oro che aveva "prestato" il proprio corpo ad Eris, Dea della discordia. La fanciulla, dopo quella brutta esperienza, aveva lasciato momentaneamente Nuova Luxor per passare del tempo sola con se stessa, dopo che Athena le aveva spiegato la situazione e che l'aveva supplicata di non farne parola con nessuno, soprattutto con Lamia.

Oggi, però, dopo due anni, era pronta a riprendere il proprio posto all'orfanotrofio e tutti, eccetto Crystal, ne erano ben felici.

Il Cigno infatti non era pronto a rivedere la giovane educatrice per la quale, qualche tempo prima, aveva preso una sbandata. Il problema era che i suoi sentimenti da allora erano mutati... insomma, non c'era più solo lei, ma anche Flare, sorella minore di Hilda di Polaris.

Tra i due, dopo la battaglia ad Asgard, si era instaurato un rapporto che andava oltre l'amicizia...anche se tra loro non c'era stato nulla di più di qualche sguardo fugace.

 

In ogni caso, ormai, Crystal era consapevole che non avrebbe potuto evitarla e quindi, lui e gli altri, sarebbero andati a trovarla nel pomeriggio, dato che Lady Isabel aveva del lavoro arretrato alla Grande Fondazione.

 

 

 

La giovane si svegliò un po' di soprassalto, rendendosi conto che erano le 10.15 e lei sarebbe già dovuta essere in macchina; balzò giù dal letto facendo attenzione a non svegliare Pegasus che, sicuramente, avrebbe continuato a dormire fino all'una. 

 

"Sembra un bambino" pensò contemplando il viso del suo amato che riposava, prima di correre a vestirsi: visto che quel giorno non avrebbe dovuto essere Athena, decise di usare un paio di jeans color grigio sbiadito, un maglioncino nero a collo alto e degli stivaletti che iniziavano un po' sopra la caviglia, col tacco, anche loro tutti neri.

 

Si avvicinò al letto per prendere il cellulare ma, in quel momento, Pegasus le incatenò il braccio con la mano per tirarla sopra di lui.

 

<< Buongiorno tesoro... >> disse il bel cavaliere dandole un bacio. << Volevi uscire senza salutarmi? >> proseguì poi, sorridendo.

 

<< Vendendo come dormivi, non volevo disturbarti >> gli rispose lei, ribaciandolo. 

 

<< Vai in Fondazione ? >> domandò, indicando l'orologio stile ottocento appeso alla grande parete dinnanzi a loro.

 

<< Yess, ho un sacco di cose da fare e scartoffie da controllare... passerò una mattinata molto divertente >> asserì la giovane Dea in maniera molto sarcastica.

 

<< Non ti invidio, sai? Ricordati però che alle 16:00 dobbiamo andare all'orfanotrofio. >> gli ricordò il cavaliere, sollevandosi leggermente per abbracciarla.

 

<< Tranquillo, me lo ricordo. Ti chiamo come ho finito ma tu vedi di non rimanere a letto tutto il giorno! >>

E dandogli un altro piccolo bacio, afferrò la borsa ed il cellulare e si diresse verso la porta; ma prima che potesse uscire la voce di Pegasus la fermò. 

 

<< .. Ti amo! >> e strizzando l'occhio, la salutò con la mano. 

 

<< Ti amo anch'io... a dopo! >> rispose Isabel, che uscì richiudendo la porta per poi dirigersi al piano di sotto dove ad attenderla c'era Mylock.

 

<< Buongiorno Milady, come ha dormito? >> domandò l'uomo squadrando la ragazza.

 

<< Molto bene, grazie Mylock. >> disse la ragazza mentre infilava delle cartelle all'interno della borsa.

 

<< La macchina è già fuori che l'aspetta... non vuole fare colazione prima? >>.

 

<< No grazie, Mylock. Sono già in ritardo così. Solo, fammi una cortesia, dì a Teodora* di lasciare così la mia camera, ci penserò poi io a rimetterla in ordine come torno dall'orfanotrofio.>>.

 

<< Perfetto Lady Isabel, sarà fatto. Solo una piccola informazione: Pegasus dorme ancora? >> disse il maggiordomo sorridendo alla ragazza che a sua volta gli sorrise, arrossendo.

 

<< Non sta proprio dormendo, è più in uno stato di dormiveglia ma, Mylock, lascialo riposare. >>.

 

<< Certo! Buona giornata, Signorina. >> la rassicurò l'uomo aprendole la porta.

 

<< Grazie Mylock, altrettanto! >> rispose lei uscendo dalla casa e salendo in macchina.

 

Il tragitto in macchina durò poco, o almeno così sembrò a lady Isabel che aveva passato tutto il tempo a pensare gli ultimi tre mesi: lei era cambiata tanto e in parte era merito di Pegasus, che era riuscito a risvegliare il suo lato umano, da troppo tempo silente dentro di lei.

 

E' proprio vero: nonostante dentro di me ci sia una parte divina, sono più umana degli umani stessi… Sarà forse l'amore a far questo al mio animo?” sospirò delicatamente, voltando il viso verso la parte alta del finestrino per rivolgere gli occhi al cielo “Possibile che un sentimento così nobile e puro che arricchisce la vita di un uomo, ad un Dio - che sia Athena o che sia Zeus - sia del tutto sconosciuto e come tale temuto?” Sorrise osservando il suo riflesso nel vetro e, con un piccolo gesto della mano, si sistemò la frangia mentre la macchina veniva parcheggiata dinanzi al grande e imponente cancello bianco della fondazione.

 

<< Signorina Isabel, siamo arrivati. >> disse il conducente aprendo la portiera della ragazza.

 

<< Bene, grazie. A dopo! >> rispose Isabel prendendo la borsa e scendendo dall'auto, concedendo un piccolo ed accennato sorriso al suo interlocutore.

 

<< Io l'aspetterò qui, Milady. >> replicò l'autista, contraccambiando il sorriso e richiudendo lo sportello.

 

<< Non è necessario, ci metterò parecchio tempo... La farò chiamare come ho terminato! >> finì Lady Isabel andando via e lasciando l'uomo, un po' spiazzato, alle sue spalle.

 

Bene, che la giornata abbia inizio. Ormai saranno secoli che non metto piede qui dentro... Tra Lucifero, i problemi del Santuario & Co., non ho avuto il tempo di pensare agli affari. ” pensò la giovane Isabel entrando in Fondazione mentre un ometto baffuto, dotato di occhiali e dalla costituzione bella pienotta, le si avvicinava per salutarla.

 

<< Buongiorno Signorina Isabel. >>.

 

<< Buongiorno Edgard*! >> rispose decisa la ragazza con un sorriso smagliante mentre il piccolo uomo le consegnava due cartelle che parevano esploderle in mano per i troppi fogli che contenevano.

 

<< L'aspetta parecchio lavoro, eh? >> fece notare il piccolo uomo mentre, contraccambiando il suo sorriso, si allontanò lasciandola sola con i suoi pensieri.

 

Non scherzavo prima quando dicevo di avere una "marea di scartoffie" da controllare. Non la finirò più!”.

 

Era già stanca ancor prima di iniziare e così, contro voglia, prese il primo foglio.

 

<< Bla, Bla, Bla... Timbra! >> e con un gesto secco della mano destra schiacciò con forza il timbro su un piccolo foglio di carta.

 

A questo preferisco centomila volte la sacra assemblea in compagnia di Saga!” ammise sconsolata la povera Dea.

 

Andò avanti così per qualche ora e nel frattempo Pegasus si era deciso ad alzarsi. 

 

Oddei che dormita” pensò il bel cavaliere alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno per farsi una doccia.

Rimase sotto l'acqua calda solo una ventina di minuti, anche lui, come la sua amata, non poteva fare a meno di pensare a quante cose fossero cambiate per via della loro storia.

 

Una Dea e un cavaliere? Se me lo avessero raccontato sarei scoppiato a ridere e invece, l'amore è strano... forse troppo! E il nostro oltre che strano e pure clandestino... forse saremo pazzi a fare un simile affronto agli Dei ma difenderemo questo nostro sentimento con le unghie e con i denti”.

 

Quando finalmente uscì dal bagno con in dosso solo un leggero asciugamano che lo copriva dal inizio del bacino in giù, aprì l'armadio e prese, come al solito, le prime due cose che gli capitarono sotto tiro: un paio di vecchi Jeans e una polo blu scuro*.

 

<< Pronto! >> esultò guardandosi, compiaciuto, allo specchio.

 

Erano ormai le 14.00 e Isabel sarebbe tornata solo tra un'ora; così si mise a guardare il primo film che trovò in DVD: un piccolo CD che era riposto sopra ad una mensola vicino alla porta-finestra.

 

<< Charade*? >> disse guardando la copertina. << Che roba sarà mai? >> si domandò, divertito e incuriosito.

 

 

 

Il tempo passò in fretta e lady Isabel aveva ormai finito di fare la piccola donna e poté prendere il telefono per chiamare Pegasus: 

 

- Buonasera signorina - disse il giovane cavaliere rispondendo al telefono.

 

- Ehi - rispose lei, facendo comparire una piccola curva sulle labbra.

 

- Hai finito di lavorare? -

 

- Si, sto aspettando che arrivi l'autista! - asserì lei, non tenendo conto del tono sarcastico del suo amato.

 

- Come lo stai aspettando? non dovrebbe stare lì ad aspettare te? -

 

- Teoricamente, ma gli ho detto di andare a farsi un giro perché ci avrei messo parecchio tempo e non mi andava di lasciare in macchina, per quattro ore, quel pover'uomo. -

 

- Che brava persona che sei! Ma sai che se Mylock dovesse scoprirlo, se lo mangerebbe - rispose, ridendo, il Saint.

 

- Non lo saprà... Tu invece che hai fatto in tutto questo tempo? - chiese la giovane Dea mentre con lo sguardo fissava il circolare lento della lancetta dell'orologio che portava al polso.

 

- Ho fatto una doccia e poi ho guardato:Charade. - 

 

-Ah si? e ti è piaciuto? - domandò un po' stupita Lady Isabel.

 

(Tutto poteva aspettarsi da quel ragazzo eccetto quello.)

 

Pegasus e Charade, avrei voluto gustarmi la scena!”pensò, divertita al solo pensiero.

 

- Piaciuto è un parolone, diciamo che per quel poco che ho capito lo posso definire “guardabile” - ammise il cavaliere scoppiando a ridere.

 

- Ed io stupida che ti do retta. - disse lei continuando a ridere.

 

- Tranquilla, ti riempirò la stanza di DVD di Star Wars, ci stai? -

 

- Per tutti gli Dei dell'Olimpo. - esclamò la reincarnazione di Athena, per poi continuare – Lascia lì il mio Charade, povera Reggie Lampert...- sbuffò, sconsolata.

 

- Come no... vabbè, sbrigati a rientrare che mi sto annoiando... - la incitò Pegasus non riuscendo a smettere di ridere.

 

- Puoi sempre riguardarlo, così non ti annoi e magari lo capisci, anche. - gli fece notare lei.

 

- Sicuramente! Anzi, ti dirò di più: prendo pure un'enciclopedia, un bel romanzo rosa da novecento pagine e, perché no, invito Sirio a farlo con me, che te ne pare? -

 

- Dei, quanto sei scemo... è un così bel film che non pretendo che tu lo capisca. - disse la giovane Isabel continuando a ridere.

 

-Ma come sei gentile... è arrivato l'autista? -

 

- Oui, in questo momento. Ci vediamo tra poco. - rispose la ragazza, allontanando da sé il cellulare.

 

- A dopo - disse il ragazzo chiudendo la telefonata e gettandosi a peso morto sul letto.

 

Lanciò il telefono sopra il cuscino e con l'asciugamano iniziò a strofinarsi i capelli ancora umidi.

 

Maledizione, mi verrà il torcicollo!” e, alzandosi di colpo, aumentò la velocità con la quale sfregava le sue ciocche ribelli.


                                                                                      ********

 

<< Si può sapere che ti prende? >> domandò Lamia all'amica che fremeva sulla sedia.

 

<< C-cosa? >> sobbalzò la giovane Daisy.

 

<< Sono più di dieci minuti che fai e disfai il nodo del tuo grembiule. Se continui così consumerai il filo! >> le fece notare la ragazza, sorridendole amorevolmente.

 

<< Sc-cusa, >> arrossì la fanciulla << ero distratta! >>.

 

Lamia scoppiò a ridere vedendo l'espressione imbarazzata da bambina che era comparsa sul volto della collega.

 

<< Stai pensando a Crystal? >> le chiese passandole un bicchiere d'acqua.

 

Ecco, come al solito... colpita e affondata” pensò Daisy, diventando bordeaux sotto gli occhi divertiti della ragazza dai capelli blu.

 

<< Guarda che con me ne puoi parlare, insomma... siamo nella stessa barca! >>.

 

<< Lo so ma non è questo! Crystal è grande e vaccinato- single, tra l'altro- può fare quello che vuole ! >> … “Però se non lo facesse sarebbe meglio!”.

 

Nemmeno lei credeva a quello che diceva ma non voleva far stare in pensiero Lamia così, mentire sembrava la soluzione più semplice.

 

<< Da quello che so, Crystal, in questo periodo non ha frequentato nessuno! Almeno così mi ha detto Pegasus! >> la giovane Lamia aveva capito cosa si celava nel cuore dell'amica e come poteva non capirla, lei che sapeva esattamente come ci si sentiva a stare in una situazione di silenzio totale.

 

Nessuna, come no! Magari ne ha frequentate a migliaia e Pegasus non se n'è neanche accorto!” I pensieri di Daisy erano confusi e di sicuro non l'aiutavano a calmarsi: le tremavano le mani e cercava di tenere a bada almeno le gambe.

 

<< Te l'ho detto, non mi interessa! Lui è single, che faccia quello che vuole. Tra noi non c'è niente! >> le rispose, quasi sgarbata, passandosi una mano sulla spalla.

 

Madonna, Lamia. Mi stai esasperando! Da quando fai tutte queste domande e fai tutte queste deduzioni?!” si domandò la ragazza sorridendo alla parete che ora aveva davanti.

 

<< In ogni caso, quella agitata dovresti essere tu, no? Non sei tu quella che deve rincontrare qualcuno di importante dopo tanto tempo? >> le fece notare subito dopo.

 

Ehehehe cara, ora è il mio turno!”.

 

<< Che cosa vai blaterando? >> la rimproverò la giovane educatrice. << Anche Pegasus, come Crystal, è abbastanza grande per fare ciò che vuole! >>.

 

Amica mia, sei proprio cotta!” pensò Daisy, ridacchiando sotto i baffi.

 

<< E poi, viste le circostanze, è meglio non farsi troppe illusioni! >> proseguì, sconsolata.

 

<< Intendi forse dire... >> chiese la ragazza avvicinandosi all'amica.

 

<< Non voglio dire nulla... credo solo che sia strano che, in tre mesi, sia io che gli altri, lo abbiamo visto col binocolo. >> Lamia schivò il suo sguardo per evitare che capisse quanto dolore c'era in quelle parole, si avvicinò piano alla finestra e osservando il cielo sospirò piano.

 

Voglio solo sapere la verità, non importa quale sia... o lei o me... anche se farà male, ho il diritto di saperlo!”.

 

<< Lamia, sai che questo non significa nulla... no? Pegasus è solito farsi sempre gli affari suoi! >> provò a consolarla Daisy, poggiandole una mano sulla spalla.

 

<< Non è questo Day*, davvero! >> rispose la giovane, scostando con delicatezza la mano dell'amica.

 

<< E allora c'entra quell'Asher? >> chiese poi, incuriosita, sentendo la risposta della ragazza.

 

<< C-COOSA?! MA ASSOLUTAMENTE NO! >> le gridò contro, Lamia, rossa come un peperone.

 

<< Ah no? A me pareva che, vedendo con quanta premura è venuto a salutarti oggi, ci fosse qualcosa tra voi! >> Daisy scoppiò a ridere anche se sapeva che quello che stava dicendo non aveva senso, voleva solo tirare su il morale alla compagna e si sa che “IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI”.

 

<< Ma va là. Io e Asher siamo solo buoni amici, da un po' di tempo a questa parte! >> ammise la ragazza, giocherellando con una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso.

 

<< Mmh, mi fido. >> disse Daisy dandole una pacca sulla spalla in segno di saluto.

 

 

 

                                                                                    ********

 

<< Aiuto! Mai più lasciare che il lavoro si accumuli... >> sbuffò Lady Isabel entrando nella stanza e scaraventando la borsa sul letto, sotto gli occhi divertiti di Pegasus che la attrasse a sé prendendola per un braccio.

 

<< Ben tornata! >> disse, piano, con un filo di voce, al suo orecchio.

 

<< Sono a pezzi! Quasi quasi rimpiango il Santuario! >> ammise la giovane Dea appoggiando il capo sulla spalla del compagno, mentre questo si accomodava sul letto portandola con sé.

 

<< Addirittura?! Già non saranno un paio di carte a sconfiggere la Dea Athena... >> Pegasus non poteva fare a meno di prenderla un po' in giro, vedendo la sua faccia affranta e distrutta.

<< Erano tutto tranne che “un paio”, credi a me! >> lo corresse, dandogli un piccolo colpetto sulla schiena.

 

I due ragazzi, che avevano lasciato in Grecia il loro lato “combattivo”, in questi tre mesi si erano dati “alla pazza gioia” scappando dagli sguardi indiscreti della città. Nonostante questo, però, come ogni storia d'amore, anche la loro, aveva il suo “tallone d'Achille” ovvero: dover sempre mentire ai propri amici.

Sia Lady Isabel che Pegasus avrebbero voluto dire tutta la verità, ma non avevano trovato né il modo né l'occasione e, soprattutto, non avevano trovato il coraggio.

 

Mancavano ormai meno di 15 minuti all'arrivo di Andromeda, Crystal e Sirio che avevano trascorso questo periodo ognuno per i fatti suoi, a parte il Cigno e Andromeda che avevano passato un mese intero alla ricerca di Phoenix che era scomparso dalla notte del crollo del Palazzo degli intrighi.

 

 

 

 

 

                                                                                              ********

 

Piazzola situata al centro di Nuova Luxor:

 

<< Ahh! Che faticaccia! >> sbuffò Crystal, lasciandosi cadere su una panchina della grande piazza centrale della città.

 

<< Insomma, Crystal, che ti prende? Sei stato tu a voler venire a piedi, Lady Isabel aveva mandato una macchina della fondazione! >> lo rimproverò Andromeda, sedendosi al suo fianco.

 

La giornata era serena, il sole splendeva alto e la brezza leggera stava a significare solo una cosa: l'estate era vicina! La piazzola era deserta, durante quelle ore del giorno, non era trafficata né da bambini né tanto meno da adulti e Crystal, quando poteva, ci andava a trascorrere qualche ora per stare da solo con se stesso quando aveva una qualche preoccupazione... proprio per questo era voluto andare a piedi e proprio per questo si era fermato esattamente in quel punto.

 

<< Scusa amico, ma sono agitato... avevo bisogno di sfogare questo stress in qualche modo! >> ammise il Saint del Cigno, chiudendo gli occhi e portandosi entrambe le mani dietro la testa.

 

<< E percorrere 20km a piedi è un buon modo per sfogarsi? >> chiese, sarcastico, l'amico. << Insomma, Crystal, sapevi che prima o poi Daisy sarebbe tornata... hai solo paura di una cosa inevitabile? >>.

 

<< Non ho paura, Andromeda. E solo che avrei preferito fare i conti col passato in un altro momento... >> Il cavaliere deglutì a fatica, in realtà avrebbe preferito non fare mai i conti col passato.

 

Si, insomma... andiamo! Sembra uno scherzo crudele. Dopo che Daisy ha deciso di andare via per qualche tempo, noi siamo andati ad Asgard e lì c'era Flare... Ora torna ed io devo scegliere“.

 

<< Cos'è che ti preoccupa, allora?! Da quando hai appreso la notizia del suo rientro ti sei chiuso a riccio... sono preoccupato per te! >> Andromeda, che da sempre ha instaurato col suo compagno un rapporto fraterno, non mentiva quando diceva che era preoccupato: difficilmente aveva visto Crystal turbato e questa visione non gli andava a genio. Più che altro odiava quando, preso dallo sconforto, egli si chiudeva in se stesso e non lasciava più entrare nessuno.

 

<< Avanti, dillo... Dì che sono sempre il solito e bla bla bla. Hai ragione, sono un codardo... non so decidere nemmeno quale delle due scegliere, come pensi che l'affronterò oggi? >> gli sbraitò contro, il Cigno. Mentre la sua voce tremava, pareva quasi stesse per piangere.

 

<< Non ho detto che sei un codardo, non mettermi in bocca parole non mie! >> lo rimproverò Andromeda. << Io ti sto solo dicendo che dovresti capire cosa vuoi ma per farlo hai bisogno di sfogarti e di parlare con qualcuno! >> Il cavaliere si avvicinò piano al compagno d'armi e amico, gli posò dolcemente una mano attorno al collo, come fa un fratello.

 

<< Crystal, nessuno è abbastanza forte da affrontare la vita da solo! E tu non fai accezione! >> un filo di voce, affilato come un rasoio, fuoriuscì dalle piccole e carnose labbra del Saint. Aveva detto poco, quasi niente, eppure quelle parole sconvolsero il Cigno che, mentre faticava per non far scendere le lacrime, abbracciò il compagno come mai aveva fatto prima.

 

 

 

 

                                                                                          *******

 

Lady Isabel si era assopita tra le braccia del suo amato che, invece, era sveglio a contemplare la sua fragilità e la sua bellezza.

 

Piccola e indifesa, due aggettivi che mai ti avrei attribuito! Tutto eri da bambina benché meno questo... poi gli eventi ti hanno stravolta, cambiata... e con te, anche io, l'ho fatto! Ho scelto di combattere e l'ho fatto solo per te, perché niente dovrà mai nuocerti... io, a costo della mia vita, lo impedirò!”.

 

Gli occhi dei Saint di Pegaso erano lucidi e lasciavano intravedere quanto, a volte, l'amore potesse essere profondo nonostante l'età. La stretta alla vita della giovane si fece più stretta, Pegasus, le scostò leggermente il viso dal suo petto per riuscire ad alzarsi e, a malincuore, ridestarla da quel sonnellino che si era concessa.

 

<< Avanti dormigliona, Sirio e gli altri staranno arrivando... >> disse il cavaliere con un filo di voce, mentre gli occhi della sua amata, piano piano, iniziarono a schiudersi.

 

<< M-ma che? >> chiese con un anonimo sguardo da bambina assonnata che fece sorridere Pegasus.

 

<< Sei crollata subito... >> la informò aiutandola ad alzare il busto e avvicinandola a sé.

 

La ragazza non fiatò più, si era del tutto persa nel castano intenso degli occhi del “suo” ragazzo.

Sentiva una strana sensazione di torpore avvolgerla, era inebriata dalla figura solenne che la sorreggeva.

 

E' qualcosa di meraviglioso svegliarsi e trovarlo qui, accanto a me, con lo stesso sguardo innamorato di quando mi sono addormentata*”.

 

<< Allora, intendi lasciarmi alzare oppure mi vuoi sequestrare? >> le domandò Pegasus, ridendo. Facendole notare che con le braccia intrecciate attorno al suo busto, lo aveva totalmente incatenato ed impossibilitato a muoversi. Lady Isabel abbassò leggermente il capo scuotendolo impercettibilmente per svegliarsi, liberò Pegasus e anche lei balzò in piedi per finire di prepararsi.

 

Lady Isabel aveva dato due energiche passate di spazzola sui lunghi capelli mentre Pegasus, che di spazzole non ne voleva nemmeno sentir parlare, si era rinchiuso in bagno a far cosa, solo lui lo sapeva.

 

Erano parecchio tesi, non sapevano ancora come giustificare la loro “scomparsa” ma poco prima si erano fatti una grande risata pensando alle facce dei loro amici se avessero saputo la verità!

 

 

 

 

 

 

 

                                                                            °°°°°°°°°

 

Finalmente erano tutti arrivati: Sirio, Crystal (ancora un po' scosso dalla conversazione avuta precedentemente con Andromeda), Andromeda ed, infine, un Kiki vagabondo che aveva fatto il diavolo a quattro per andare a trovare i suoi amici.

 

La verità è che già da prima della battaglia ad Asgard, Kiki, si era affezionato parecchio a Lady Isabel. Crescendo sempre e solo con Mur, la giovane reincarnazione della Dea Athena, per lui, era diventata una figura femminile importante: più che la sua Dea, un'amica.

 

 

<< Di Phoenix nessuno sa niente? >> chiese Lady Isabel consapevole, già, di quale sarebbe stata la risposta.

 

<< No, Milady! Ho provato a mettermi in contatto con lui ma niente: è sparito di nuovo! >> ammise Andromeda, sconsolato.

 

<< Non state in pena per lui, starà senz'altro bene... si farà vivo lui quando ce ne sarà bisogno. Phoenix è un lupo solitario, mica può vivere col branco! >> puntualizzò, sarcastico, il cavallo alato che scatenò una risata generale!

 

<< Allora, voi due... >> disse il Dragone indicando Isabel e Pegasus << Quando contavate di dircelo? >>.

 

I due giovani, sbiancati, si scambiarono un piccolo sguardo d'intesa e di disperazione.

 

Scoperti!” pensarono entrambi.

 

<< Insomma, lo hanno capito pure le colonne della Terza Casa... >> sorrise, infierendo, Kiki!

 

Pegasus avanzò deciso affiancando la sua amata che era di un colore indescrivibile per via dell'imbarazzo!

 

<< E' stato tutto troppo veloce, volevamo trovare il momento giusto per dirvelo... >> disse, cercando di mantenere un tono solenne mentre Sirio già rideva.

 

<< Avanti, ci conosciamo da una vita... pensavate davvero che non vi avremmo capito? >> Il Dragone, che se la rideva sotto i baffi, aveva fatto capire con poche e semplici parole, al suo amico, che non doveva mai dubitare del loro sostegno!

 

<< Non volevamo mettervi in una situazione spiacevole... insomma, io rimango comunque Athena! >> e finalmente anche la giovane Dea si decise a parlare, appoggiandosi leggermente a Pegasus che le strinse la vita.

 

<< Milady, noi siamo devoti alla Dea Athena ma conosciamo benissimo chi si cela dietro il lato divino... Non abbia mai paura di fidarsi di noi... oltre che cavalieri, siamo suoi amici! >> la rassicurò Sirio accompagnato dai consensi del resto del gruppo.

 

<< Hai capito Pegasus?! Buono buono, zitto zitto, s'è preso la migliore! >> urlò Kiki, sferrando un pugno al bacino del cavaliere facendo scoppiare tutti a ridere.

 

<< Hai perso un'occasione per star zitto, marmocchio! >> lo rimproverò Pegasus, dandogli una botta in testa.

 

Il giardino, di colpo, si era trasformato in un angolo di giochi tra ragazzi che volevano solo ridere e scherzare sotto i raggi del caldo sole del Giappone.

 

<< Su, in carrozza! >> Esordì Mylock, interrompendo le risate dei ragazzi per invitarli a salire nella macchina che aveva fatto preparare.

 

<< Bene, andiamo... grazie Mylock! >> asserì Lady Isabel mentre tutti già si dirigevano a sedersi.

 

La limousine nera della fondazione era dotata di otto posti disposti a salottino, permettendo così a tutti di stare insieme. Pegasus si fiondò vicino al finestrino accogliendo tra le sue braccia la sua amata, sollevata al pensiero di non doversi più nascondere.

 

In pochi minuti, volati tra risate e racconti insensati di Kiki, arrivarono all'orfanotrofio, dove i tre prediletti del cavallo alato stavano sulla soglia fremendo all'idea di rivedere il loro idolo.

 

<< PEEEGAAASUSSS! >> Urlarono, vedendolo scendere!

 

<< Mmh, pare proprio che i tuoi ammiratori ti acclamino! >> lo prese in giro Lady Isabel.

 

<< Ehehehe modestamente! >> rise lui, abbracciandola dolcemente.

 

<< Pegasus... >> la voce della ragazza si fece più dura e il Saint capì al volo cosa stava per dirgli...

 

<< Parlerò con Lamia, stai tranquilla! >> la rassicurò subito dopo e, appena l'ultimo cavaliere scese dalla macchina, tutti si diressero a gran velocità verso l'ingesso che era stato invaso dai bambini.

 

<< Ciao bambini... >> li salutò dolcemente Pegasus, facendogli la linguaccia.

 

<< PPPEEGAAASUSS! >> lo acclamarono a gran voce prima di saltargli addosso.

 

<< Piiaan... uno alla volta... >> li rimproverò, divertito.

 

<< Ahh, insomma... siete sempre i soliti... >> disse Lamia, avvicinandosi al cancelletto.

 

Subito gli occhi della giovane educatrice si posarono sulla reincarnazione di Athena che, soave, sorrideva alla vista di Pegasus sovrastato da quei bambini.

 

E' bella sì” si disse tra sé e sé.

Lamia non la odiava, anzi, ha sempre provato ammirazione per quella ragazza nonostante fosse una chiara rivale in amore.

 

<< Su bambini, lasciate stare Pegasus! >> e con uno schiocco delle dita, tutti i bambini si dileguarono rapidi.

 

<< Ah però! >> esclamò Andromeda << Basta poco per metterli in riga! >>.

 

<< Basta avere le giuste armi! >> aggiunse sarcastica una Daisy incantevole.

 

<< Daisy, che bello rivederti! >> dissero in coro i Saint.

 

<< Fa piacere anche a me rivedervi tutti, ragazzi. >> poi si volto verso Lady Isabel << Milady, è un piacere rivederLa! >>

 

<< Anche per me, cara! Sono contenta che tu sia tornata... >> le sorrise la ragazza, abbracciandola.

 

Un gesto che lasciò un po' tutti sbalorditi. La Dea era solita essere gentile ed educata ma mai si era concessa un contatto fisico con qualcuno.

 

<< Entrate, su! >> gli invitò Lamia facendo cenno di seguirla.

 

Si sedettero nei tavolini all'aperto, era una così bella giornata che stare chiusi dentro era un abominio. I bambini avevano rapito Pegasus che, come sempre, stava dando spettacolo sotto gli occhi divertiti dei compagni. Lady Isabel invece, si era accomodata su un'altalena, e, compiaciuta, osservava in disparte tutto quello che accadeva.

 

<< Milady? >> La voce di Crystal la fece sussultare.

 

<< Crystal, che ci fai qui? Dovresti essere di là con Sirio e gli altri, no? >>.

 

<< Non mi andava, mi creda! >> ammise sconsolato sedendosi nell'altalena a fianco a quella in cui era seduta Isabel.

 

<< E per via di Daisy? >> chiese, sorridendogli, la ragazza.

 

Ecco, pure lei l'ha capito!” Pensò, esausto, il cavaliere.

 

<< Già... >> La voce del Saint si spezzo e questo fece rattristare la giovane Dea.

 

<< Crystal, prima di parlare con lei dovresti chiarirti con te stesso. Conosco Flare, è una ragazza stupenda ma tu devi capire se è davvero lei che vuoi! >> la mano della ragazza si posò su quella del suo amico e, con un piccolo sorriso, cercò di trasmettergli un po' di coraggio.

 

<< Lady Isabel, lei come ha fatto a capire che Pegasus era, insomma, quello giusto? >> chiese il Cigno, contraccambiando il sorriso.

 

<< Non è una cosa che capisci Crystal, la senti e basta... smetti di pensare e lasciati guidare dal cuore, è l'unico consiglio che posso darti! >>

 

Al Saint passò davanti agli occhi una vita intera e, balzando in piedi, ringraziò la giovane fanciulla e si diresse correndo verso il resto del gruppo... finalmente sapeva cosa fare.

 

 

 

 

                                                                            *******

 

<< Guarda chi sta arrivando! >> disse Lamia a Pegasus che, sorridendo, batté le mani.

 

<< Era ora! >> esultò.

 

<< Hanno parecchio di che parlare quei due... >> sorrise la ragazza, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.

 

<< E, Lamia, credo che non siano gli unici... >> Pegasus di colpo si era fatto serio, deciso.

 

<< Pegasus, non è necessario... credimi! >> lo rassicurò lei. << So cosa mi vuoi dire, vi ho visti... ma puoi stare tranquillo, io sto bene! >>.

 

Lamia era una ragazza forte, ed anche se non era vero quello che diceva, in cuor suo avrebbe preferito soffrire in silenzio piuttosto che far star male Pegasus.

 

<< Lamia, tu sai che per me sei come una sorella... >> Il Saint aveva gli occhi lucidi, aveva letto nel cuore della sua amica e mai avrebbe voluto dargli un dolore così grande...

 

<< Pegasus, te lo giuro... sto bene! >> Altra bugia e sta volta a tradirla furono gli occhi inondati di lacrime, al che Pegasus la attrasse a sé abbracciandola stressa!

 

<< Non voglio che tu soffra, Lamia. Io ti voglio bene... davvero! >> le sussurrò piano e ci mancò poco che anche lui scoppiasse a piangere.

 

<< Lo so Pegasus, lo so... >> la ragazza si allontanò da lui, cercando di sorridergli. << Sono felice per te, credimi! Hai davvero bisogno di qualcuno che ti domi! >> disse, poi, dandogli un pugnetto sulla spalla.

 

Lamia, non sai quanto io ammiri la tua persona. Sei una ragazza forte e solare... “

 

Il cavaliere era felice che l'amica avesse compreso il suo sentimento, non avrebbe mai voluta vederla piangere ma Lamia, dopo un secondo di sfogo, aveva ritrovato il suo sorriso che placò il senso di colpa che era nato nel cuore di Pegasus.

 

 

 

                                                                   ********

 

 

Il rossore sulle gote di Crystal fece sorridere la giovane Daisy che lo aveva seguito lungo il porto consapevole che avrebbero dovuto conversare di qualcosa che sarebbe potuto essere o piacevole o distruttivo.

 

<< Crystal... >> lo chiamò la ragazza, tirandolo per il braccio. << Vuoi tranquillizzarti?! Stai correndo come un matto, faccio fatica a starti dietro! >> lo rimproverò.

 

Il cavaliere sorrise, fermandosi di colpo.

 

<< Scusami, ahaha. >>.

 

<< Allora, di che volevi parlarmi? >> chiese curiosa la giovane Daisy.

 

Per un attimo Crystal perse il sorriso. Anche lui, come Pegasus, non voleva far soffrire una persona alla quale voleva bene.

 

<< Daisy, sono passati due anni da l'ultima volta che ci siamo visti... di tempo ne è trascorso parecchio e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Non ti nego di aver subito provato un'attrazione nei tuoi confronti molto forte ma... >> per un attimo si interrompe, riprendendo fiato e respirando a fondo.

 

<< Crystal.. >> la voce della ragazza era dolce...

 

<< No, Daisy! Lasciami finire... >> la canzonò. << Nel tempo è arrivata un'altra ragazza e ho imparato a distinguere l'amore dall'attrazione... >>.

 

<< Crystal!! >> a quel punto la sua voce si fece dura. << Stai tranquillo... non mi devi nessuna giustificazione. Di tempo ne è passato tanto ed io non mi sono fatta sentire per niente... Credimi, Crystal... hai fatto bene! >> La ragazza gli sorrise, anche se i suoi occhi erano lucidi... si avvicinò piano e dandogli un piccolo bacio sulla guancia, lo salutò e se ne andò... veloce.

 

<< D-Daisy, aspettami!! >> le urlò il cavaliere, raggiungendola.

 

<< Forza, vediamo se riesci a prendermi... >> e con un sorriso temerario, scappò via nuovamente...

 

Ahh queste donne!” pensò il Saint.

 

La giornata passò in fretta e fu, per molti, una liberazione... tra vari chiarimenti e sentimenti svelati, tutto quella notte poterono dormire tranquilli. Soprattutto Pegasus che, seduto nel divano aspettava che Lady Isabel scendesse al piano di sotto dopo che Kiki si fosse addormentato. Le lancette dell'orologio giravano, così incuriosito, salì le scale fino ad arrivare alla stanza di Kiki; Aprì, piano, la porta facendola cigolare il meno possibile. L'immagine che gli si presentò davanti lo fece scoppiare a ridere: Kiki, totalmente scoperto rannicchiato tra le braccia di Lady Isabel che era caduta in un sonno profondo.

 

<< Andiamo, ti porto a letto! >> disse il Saint prendendo in braccio la ragazza che dormiva indisturbata.

 

Ma quanto ti piace riposare, eh?” chiese il cavaliere tra sé e sé.

 

Appoggiò la ragazza delicatamente sul letto, la coprì con cura e le stampò un bacio sulla fronte.

 

<< Buonanotte amore mio! >> le sussurrò piano, sdraiandosi al suo fianco ed avvolgendola in un amorevole abbraccio.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Note dell'Autrice:

 

Eccomi, eccomi! Sono tornata a distanza di pochissimo tempo (yheeee!) con questo capitolo che sì, è senza dubbio parecchio “OOC”... ma non me ne vogliate... Dopo quattro capitoli di lotte e combattimenti avevo bisogno di dar sfogo alla mia vena romantica xD hahahaha. In ogni caso, ahimè, per rivedere un “OOC” così bisognerà aspettare al 15° capitolo xD abbiate pietà di me ma ora c'è Zeus ed ho un'ideuccia da proporvi (vedrete poi ù.ù).

 

Tra l'altro devo ringraziare: Innominetuo(due volte, anche per la revisione al capitolo <3 ) e So_Shiryu per l'idea sulla storia di Hyoga (Crystal)!

Mi avete ispirata parlando di Flare :p <3

 

e poi, come sempre, devo anche ringraziare Shadowfax che ha fatto da incentivo alla stesura di questo capitolo (tu sai cosa intendo u.u <3 )

 

Detto questo, ho detto tutto e non devo dire altro (non fate caso ai miei giochi di parole senza senso, ho dimenticato di accendere il cervello oggi!)

 

A seguire trovate le varie note sui nomi assurdi che sono comparsi nella storia e le varie spiegazioni.

 

Ci si vede (...legge...) al prossimo capitolo.

 

-LadyforSeiya

 

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Dorota*Nome di fantasia creato perché non riesco ad immaginarmi Mylock che rifà il letto, abbiate pietà... sono una povera pazza!

 

Edgard*Altro nome di fantasia (non chiedetemi come mi sia venuto!) pensato per un “ipotetico” (molto ipotetico) segretario!

 

Polo blu scuro*Allora, qui c'è da fare un discorso serio ( see, vabbè... ci crediamo), partiamo dal presupposto che io non ho mai compreso perché, nei manga, ogni personaggio indossi sempre gli stessi vestiti e quindi, siccome sono molto furba, ho deciso di modificare questa “regola”.

 

Charade*E' un vecchio film degli anni sessanta (Produzione di: Stanley Donen e James Ware ) ambientato in Francia... L'ho amato come poche cose nella mia vita e non potevo non metterlo, sappiate che ero tentata dal mettere un monologo solo su questo ma ve l'ho risparmiato xD.

 

E' qualcosa di meraviglioso svegliarsi e trovarlo qui, accanto a me, con lo stesso sguardo innamorato di quando mi sono addormentata”*: E' possibile che questa frase l'abbia letta/sentita da qualcuno, mi pare troppo poetica per essere farina del mio sacco ma non ne sono sicura! :p 

   
 
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