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Autore: rowen91    26/03/2015    2 recensioni
Le anime pure dei bambini non devo esse toccate. la loro innocenza non è in grado di riconoscere il bene dal male. Se le loro anime vengono imprigionate in corpi non loro e l'unica cosa che riconosco è il dolore.... la loro fantasia non ha limiti.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giugno passò rapido insieme alle ultime folate fresche primaverili. Ora il caldo era umido e l’aria era irrespirabile. Roxy era distesa su una sdraio in giardino, cercando di rendere più d’orata la sua pelle ormai brunita. Mike era in cucina e preparava due fresche limonate e aggiungendo degli anti dolorifico per la testa. Uscì dalla porta sul retro e si avvicinò a lei mettendosi proprio davanti al sole. “Se ti metti cosi al sole, ti finisci di rincoglionire” le disse mettendo un bicchiere di limonata sul tavolino vicino a Roxy. “Mi fa male la testa” balbettò lei cercando di afferrare il bicchiere “ho bevuto come una spugna. Quell’ultimo cocktail non dovevamo prenderlo”. “Quella Stefania ti ucciderà” la sbeffeggiava Mike sorseggiando la sua limonata  “è di gran lunga più pazza di te, ed è tutto dire…”. Anche se Roxy aveva gli occhiali da sole, Mike capì che si stava innervosendo, anche molto. “Odio quel sorrisino da schiaffi che tieni” aggiunse nervosa svuotando tutto d’un sorso metà bicchiere “lo trovo inquietante”. “Qui qualcuno è permalosa oggi”  disse Mike alzandosi e avviandosi verso casa. “A che ora vai stasera?” gli chiese Roxy ad alta voce. “Devo attaccare verso mezzanotte” rispose “quindi me ne parto verso le undici e venti”.
Tra un sonnellino e l’altro, le undici di sera non si fecero attendere e la pesante sbronza della precedente notte era quasi passata. Mike si stava riprovando la divisa da guardiano e non poté fare al meno di notare che gli stava molto bene, tanto che i commenti piccanti di Roxy non tardarono. “Ti prego non arrestarmi agente!” stuzzicò Roxy avvicinandosi in maniera provocante “Non ho fatto la cattiva…”. Mike la prese per i fianchi e la baciò e lei rispose al bacio. “Stai facendo di tutto per non farmi andare, vero?” chiese Mike senza lasciarla. “È così evidente?” rispose lei “ti giuro, ancora non capisco perché fai qual cazzo di lavoro. Ti… Ci stai togliendo tutto il divertimento”. “Roxy!” sbuffo esasperato Mike mentre si cambiava e infilando la divisa in una borsa “lo voglio fare punto e basta. Già ti ho detto che si tratta di una cosa tutta mia.”  Lei si lasciò cadere sul letto e non parlò, Mike capì che era delusa, si stese vicino a lei e la baciò sulla guancia. “Dai non fare così, si tratta solo di due mesi. A fine estate ti faccio bel regalo.” cercò di giustificarsi con il suo tono da ”cucciolo adorabile”. Roxy sbuffò sorridendo. “Ti conviene andartene, ORA! O ti uccido e faccio la vedova allegra con uno più bello e più ricco di te” aggiunse lei afferrando il telecomando del televisore. Mike sorrise e, baciandola ancora una volta, si avviò al Freddy Fazbear Pizza con il fuoristrada.
Il parcheggio era quasi deserto e Mike andò, a passo sicuro, verso l’ufficio di Ivan. Le porte erano aperte e lui era chino sulla scrivania armeggiando con dei fogli. Mike bussò sul muro e Ivan alzò lo sguardo verso il rumore. “Mike, sei tu. Buona sera!” esclamò mentre sistemava i documenti nel cassetto “sei in anticipo, vuoi magiare qualcosa?”. “No grazie Signore, già mangiato”. “Bene allora!” disse Ivan schiarendosi la voce “vieni ti faccio vedere”. Mike si avvicinò e Ivan accese il piccolo monitor che aveva sulla scrivania e prese il telecomando. “Andando dal canale 10  a canele 20, grazie alle telecamere a circuito chiuso, puoi vedere le varie zone del locale” spiegò Ivan “ dalla telecamera 1a, puoi vedere gli animatronics , con la 1b hai una panoramica della sala festa principale. Con 1C potrai vedere Foxy fuori uso. Con la telecamera 5 tieni sotto controllo la sala di manutenzione dei personaggi, con la 7 le entrate dei bagni, con la 3 lo sgabuzzino e con la 2a, 2b e 4a, 4b puoi tenere sotto controllo i corridoi che portano alle entrate dell’ufficio”. Mike era stupefatto per l’ottima sorveglianza  “e la telecamera 6?” chiese incuriosito. “Quella ho preferito tenerla chiusa” rispose Ivan con tono neutro “sai, per rispetto di quei poveri ragazzi”. Mike preferì non aggiungere altro, anche se non si spiegava il perché di ben due telecamere fisse per ognuno dei due corridori. Ivan si alzò e gli diede un mazzo di chiavi con appeso il portachiavi di Freddy l’orso “Queste sono le chiavi del locale: cucina, spogliatoi, bagni entrata principale, entrata sul retro, sgabuzzino e camera manutenzioni”. “E le chiavi dell’ufficio?” chiese Mike mettendosi il mazzo di chiavi in tasca. “Non c’è ne bisogno. Le porte si posso chiudere solo dall’interno” affermò Ivan avvicinandosi alla plancia di controllo ai lati delle entrate “Basta premere il bottone rosso per chiudere e per riaprire, e il bottone blu per accendere la luce nei corridoi fuori” Ivan diede dimostrazione e Mike rimase sorpreso nel vedere le porte blindate scendere con un rapido tonfo e rialzandosi con altrettanta velocità. “Perché solo dall’interno?” chiese ancora . “Da quando è avvenuto l’assassinio nel 1986 sono diventato un po’… paranoico” rispose sbrigativo Ivan. Mike annuì alla spiegazione poco esauriente. “Bene, allora vado a cambiarmi” disse infine mentre si avviava verso la porta “ non c’è bisogno che mi accompagni, mi ricordo ancora dove sono gli spogliatori”. “Un‘ultima cosa” disse Ivan con tono ancora più neutro “Gli animatronics, durante la notte, li lascio accesi. Se li spegnessi, il loro Servomotore potrebbero danneggiarsi. Sono dei modelli vecchi. Quindi se li vedessi muovere; non spaventarti troppo. Il turno finisce alle 6 del mattino. Bhe! Buon lvoro!”.
Mike si cambiò e andò verso l’ufficio di Ivan.
Prima Notte: 00.00 am
Mike era seduto davanti al piccolo televisore e cambiava di continuo. Tutto era immobile e tutto in ordine.
01.00am                                                            
L’ora passò lenta. Mike non sapeva come impegnare il tempo e restare un’altra ora li seduto, equivaleva alla pazzia. Si alzò sgranchendosi le articolazioni e munito di torcia e chiavi, incominciò la sua ronda notturna. Il corridoi erano bui, deserti. Mike, anche se si sentiva la sicuro,  era un po’ nervoso e pensò che il ristorante, illuminato debolmente dalle luci dei lampioni e privo di bambini allegri, era alquanto inquietante e sinistro. Entrò nella sala principale e, come previsto, era tutto in ordine e gli animatronics erano fermi e sorridenti, fissando il vuoto. Fece un paio di giri tra i tavoli addobbati, giusto per perdere una decina di minuti, e riuscì dalla sala. La torcia elettrica illuminava il pavimento che percorreva senza fretta. La luce incominciò a tremolare mentre era vicino ai bagni. Mike sbuffò infastidito picchiettando la torcia per sistemarla. Fievoli rumori metallici echeggiarono  per le sale vuote. Mike si girò rapido. Provenivano nella sala principale. Ritornò in sala a grande falcate. Con la torcia illuminò ogni angolo della sala, ma tutto era in ordine. “L’edifico è vecchiotto” pensò Mike “normali rumori di casa”.
04.00am
“La più bella festa di compleanno della mia vita!” saltellava allegro nell’auto accarezzando i regali  scartati nella festa “mamma? Posso apri la scatola di Spiderman? Ci voglio giocareee!” ripeté voglioso. “Eric, ho detto di no!” esclamò la madre esasperata “qui si rompe, quando arriviamo a casa, lo puoi aprire”. “Ma papà!” continuò Eric con i lacrimoni, i suoi occhioni neri luccicavano alla luce dei lampioni. “Non mi voglio intromettere tra te e tua madre!” esclamò scherzoso l’uomo alla guida. Eric incrociò le braccia rassegnato. I genitori sorrisero nel vederlo imbronciato, adoravano vedere capelli neri di loro adorato figlio arruffarsi dalla rabbia.
Piccoli rumori svegliarono Eric dal sonno; abbracciava il suo nuovo peluche a forma di tirannosauro-rex . Si strofinò gli occhi con il palmo della mano e vide un bell’orsacchiotto gigante dal cappello a cilindro, dal papillon sgargiante e dalla pelliccia d’orata. “ Golden Freddy!” esclamò allegro il ragazzino , scivolò da sotto le coperte e si avvicinò alla finestra aprendola. “Ciao Golden Freddy! Che ci fai qui?” domandò divertito il ragazzino. Freddy  caccio fuori da dietro la schiena un palloncino colorato e lo regalo al ragazzo. Il ragazzino lo accettò sorridendo. Freddy si allontanò saltellando verso il furgoncino colorato della pizzeria freddy fazbear pizza. “Dove vai?” chiese Eric. Golden Freddy si girò e fece gesto di seguirlo. “Ma sto in pigiama!” disse Eric, ma Freddy continuava a invitarlo. Il ragazzino saltò furi dalla finestra incespicando e, correndo allegro, si avvicinò orsacchiotto. Gli strinse la mano , e saltarellando entrambi, si avvicinarono al retro del furgoncino e salirono. Tutto buio. Eric era steso a terra e dolorante con gli arti che gli facevano un male indescrivibile. Piangeva. “Mamma! Papà!” cercava di urlare Eric con la voce soffocata dalle lacrime. Tutto era buio e l’unica cosa che vedeva era il pupazzo robotizzato di Bonnie illuminato da una luce giallina. Eric era terrorizzato e voleva solo tornare a casa, ma non riusciva a muoversi. Le gambe gli facevano troppo male. Passi lenti riecheggiarono in tutto quel silenzio. Golden Freddy si avvicinava lento verso il ragazzino dolorante . “Mi fanno male le gambe!” disse piangendo e dolorante il piccolo Eric “Aiutami ti preg!”. Eric era ancora più terrorizzato. Golden  Freddy alzò piano il braccio, impugnando un grande coltello. Antimi di silenzio seguirono . Un urlo, uno scatto rapido di Freddy e tutto buio e dolore. Poi un ultima immagine: Golden Freddy che alzava lentamente le zampe , con dietro lui ancora il puppazzo inanimato di Bonnie, illuminato da una tetra luce gialla.
05.50 am
Mike si svegliò di soprassalto. Si era appisolato sulla scrivania. Si stropicciò gli occhi e prese un attimo di respiro da quel strano sogno. Il turno era  quasi finito e Mike, prima di andare, fece un altro giro di ispezione dalle telecamere: 01/07/1997  ore 05.50am, telecamera 1b, ok. Telecamera 7, ok. Telecamera 1c, ok. Telecamera 1a, non era ok. Telecamera 5, ok. Mike, soppresso, ritornò al canale precedente. Nell’inquadratura, solo Chica e Freddy erano li fermi. Bonnie non c’era più. Mike cambiò nuovamente canale, cercando dove diavolo poteva essersi ficcato. Telecamera 1b: Era in mezzo ai tavoli e non si muoveva. Oscuramento improvviso della telecamere, poi l’immagine era nuovamente nitida. Bonnie non c’era più, si era mosso. Telecamera 4a. Telecamera 4b.Telecamera 5. Telecamera 2a: Tra le luci a intermittenza, misteriosamente accesa, si vedeva la sagoma sinistra di un coniglio gigante. Bonni era nel corridoio. Buio ancora, Telecamera oscurata. L’immagine era di nuovo nitida, ma niente. Si era mosso ancora. Il sangue nelle vene di Mike si raggelarono agl’improvvisi rumori e alle fievole risate di bambini. Mike sposto lo sguardo dal piccolo televisore. Bonnie era li fermo davanti a lui. Per un lungo e interminabile secondo gli occhi di Mike si rispecchiarono in quelli inanimati e freddi di Bonnie.  Poi un attimo, uno scatto improvviso, Bonnie cercò di azzannare Mike in viso, con le fauci aperte e urlando con voce stridula e metallica. Mike si coprì d’istinto il viso con le mani urlando dal terrore . Silenzio. Mike fece scivolare lentamente le mani dalla faccia, scoprendo per prima cosa gl’occhi. Nulla, Bonnie non era li. Mike cambiò immediatamente il canale del televisore. Telecamera 1a. I tre animatronics erano li fermi e continuarono a fissare il vuoto. Mike sospirò dal sollievo e si asciugò, con la manica, il sudore dalla fronte. “Non mi ubriacherò mai più!” si disse Mike tra se, dando la colpa all’alcol.
06.00am
Il turno era finito e Mike si avviò verso casa, scacciando dalla mente quelle orrende immagini dalla testa.
   
 
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