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Autore: Amrlide    18/12/2008    3 recensioni
Anche i migliori possono sbagliare. Un colpo di sonno, un attimo di distrazione. Ma non era il suo caso. L'unica sua responsabilità, se proprio se ne voleva trovare una, era stata avere la folle idea di preparare una pozione ringiovanente durante una lezione, anzi durante una lezione alla classe in cui si trovava Neville Paciock.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ciao

Questa storia l'ho scritta parecchio tempo fa (l'avevo pubblicata su IoScrivo poi traslata in AccioFanfiction). L'ho un po' rimaneggiata nel tempo e ancora non mi convince del tutto... però oggi mi è tornata in mano e ho deciso di pubblicarla anche qui ^^
Sarebbe una Oneshot, ma ho preferito dividerla in due capitoletti.
Buona Lettura e Grazie a chi vorrà lasciare un commento


Anche i migliori possono sbagliare. Un colpo di sonno, un attimo di distrazione. Ma non era il suo caso. L'unica sua responsabilità, se proprio se ne voleva trovare una, era stata avere la folle idea di preparare una pozione ringiovanente durante una lezione, anzi durante una lezione alla classe in cui si trovava Neville Paciock. Quando la pozione del ragazzo era esplosa, alcune gocce dovevano essere cadute nel suo paiolo; e basta veramente poco per rendere imprevedibili le conseguenze di un intruglio magico.
Il professor Piton non ci aveva fatto caso, aveva rimproverato e tolto un bel po' di punti ai Grifondoro. A lezione finita, la classe era uscita e il professore aveva continuato a trafficare intorno al suo calderone. Era stato allora che era successo il disastro: aveva appena aggiunto una buona dose di paidina, quando il paiolo era esploso.
Ora si trovava disteso a terra con la scomoda sensazione di essere infagottato nei vestiti e la testa dolorante.
Fantastico...
Provò ad alzare il capo, ma si sentiva tutto indolenzito e il rombo dell’esplosione continuava a fischiargli nelle orecchie. Voleva massaggiarsi le tempie, ma la mano sembrava bloccata da chilometri di stoffa in più.
Un improvviso senso di consapevolezza gli fece sbarrare gli occhi: di scatto tentò di alzarsi, ma cadde bloccato da un groviglio di vestiti molto larghi.
Cosa…?
Cercò di liberarsi le mani. Piccole e paffute?
Non è possibile!
Si guardò intorno un po' stordito, ma ormai conscio della conclusione che la sua mente avrebbe tratto collegando tutti gli indizi: mani paffute, vestiti grandi, diversa percezione della stanza,… Era tornato bambino!!
La pozione, che continuava a ribollire allegramente nel paiolo a fianco, doveva aver funzionato anche troppo bene.
Per fortuna il suo effetto durava poco più di un'ora, in dipendenza alla dose. Ora lui non poteva averne presa molta: ne era stato investito, quindi non poteva averne bevuta poi tanta. Inoltre qualcosa continuava a bollire nel calderone e sulle pareti c'era ben poca traccia dell'esplosione… esplosione! Se era esplosa qualcosa doveva aver fatto reazione, e la stessa cosa poteva aver alterato le caratteristiche della pozione ringiovanente!
- "Per tutti i gargoyle!" - le labbra di Piton si mossero ma non uscì nessun suono: la voce era in qualche modo scomparsa.
Non ci mise molto a riconoscere gli effetti della pozione "Silentium", esattamente quella che Paciock stava cercando di preparare durante la sua lezione di poco prima.
Gli occhi del professore si restrinsero: una delle caratteristiche della pozione "Silentium" era la permanenza, caratteristica che la sua pozione ringiovanente avrebbe potuto tranquillamente acquistare.
In quelle condizioni non avrebbe potuto nemmeno chiedere aiuto a qualcuno!
Calma! Non ho bisogno dell’aiuto di nessuno. Posso farcela anche da solo! La mia mente è rimasta inalterata, basta che mi prepari un antidoto. Devo solo ragionare con calma, raccogliere le idee e fare un passo alla volta.
Si alzò liberandosi dal groviglio di vestiti. Tenne indosso solo il maglione nero che gli arrivava fino alle caviglie. Le maniche dovettero essere rivoltate parecchie volte prima di liberare completamente le mani.
Soddisfatto da questo primo piccolo successo, si guardò intorno cercando un metro di misura. Superava appena il sedile della sua sedia: doveva avere intorno ai 3-4 anni.
Piton impallidì, era tornato indietro di trent'anni! Nessuno l'avrebbe riconosciuto! Raccolse tutte le sue forze e si costrinse alla razionalità. Guardò il calderone straordinariamente grande che continuava a bollire.
Devo capire se quella pozione ha veramente assunto la caratteristica della permanenza e che altre possibili alterazioni può avere subito.
Sospirò.
Ce la posso fare…
Aveva solo bisogno della bacchetta, che aveva lasciato sulla cattedra. Senza perdersi d'animo, il professor Piton cercò di arrampicarsi sulla sedia. L'impresa era ardua, la sedia era troppo alta per lui, ma non si arrese. Saltò aggrappandosi con entrambe le mani all'altra estremità del sedile; cercò di tirarsi su di peso oscillando con le gambe per aiutarsi.
Un fragore sordo di legno accompagnò la sua caduta.
Oltre al su piccolo corpo la sedia stava schiacciando anche la sua determinazione. Ma non sia mai detto che Severus Piton sia un uomo che si arrende! Doveva solo trovare un'alternativa alla sedia per arrivare sul tavolo. Come se fosse facile…
Agli angoli degli occhi sentì avanzare delle lacrimucce infantili; chiuse gli occhi. La sua mente doveva rimanere adulta, non poteva cedere a pericolosi istinti infantili.
- Ehilà, piccolino! Ti sei fatto male?
Il professor Piton si sentì sollevare. Aveva la vista un po’ annebbiata, ma presto riuscì a focalizzare il viso che aveva davanti.
- "Granger! Cosa fai qui?"
Ovviamente la ragazza non poteva sentirlo, solo vedere le sue labbra muoversi a vuoto. E in questo caso, sembrava aver interpretato il tremare delle labbra come qualcosa d’altro.
- E' meglio mettere un po' d'acqua su quella botta, o ti verrà un gran bernoccolo!
Lo issò meglio tra le sue braccia e lo portò al lavandino.
- Ecco fatto. Va un po’ meglio ora? – sorrise incoraggiante mentre gli passava il pollice sulla guancia – Non c’è bisogno di piangere.
Io non sto piangendo! Vattene!
Il professore puntò le manine contro la spalla della sua allieva e spinse con tutte le sue forze.
Per tutta risposta, Hermione gliele prese con la mano libera e le scostò per poterlo avvicinare a sé.
- È pericoloso arrampicarsi sulle sedie. Potresti farti male.
Mi stai facendo la predica, Granger? Impicciati degli affari tuoi.
- Op! lo sai che pesi?
Non ti ho chiesto io di prendermi in braccio. Mettimi giù, anzi mettimi là sul tavolo.
Effettivamente il bambino pesava troppo per Hermione e per di più non la finiva di divincolarsi. Sempre tenendolo in modo che non cadesse o si allontanasse troppo dalle sue mani cercò un appoggio.
Sulla cattedra non sul banco. Piantala di accarezzarmi i capelli. Ora sto bene. Mettimi sul tavolo grande!
Piton indicava incessantemente con entrambi le mani dove voleva andare. Ma la signorina Granger sembrava non cogliere alcun messaggio gestuale.
- Che ci fa un bel bambino come te in questi lugubri sotterranei? – Hermione non smetteva di sorridere mentre gli accarezza i capelli. Era sorpresa perché il bambino non emetteva alcun suono, anche se non la metteva di divincolarsi e muoversi. Probabilmente faceva così perché non la conosceva…
- Come si chiama il proprietario di questo bel nasino?
Non toccarmi il naso!
- Uhm? Non me lo dici? Che belle guanciotte!
Non strizzarmi le guance! Avanti, Granger, leggi il labbiale: - “Dammi la mia bacchetta”.
Ma Hermione sembrava essersi persa in altre constatazioni sul suo aspetto di bambino.
- Quanto sei bello morbidoso!
Ecco, brava! Riprendimi in braccio e mettimi sulla cattedra. Vedi? - “Lì!” - Che fai? No! Non ci provare!
- Smack! – Hermione scoccò un sonoro bacio sulla guancia del bambino prima di stringerselo ondeggiando - Mi piace tantissimo stringere i bambini morbidosi come te!
Dalla spalla della sua allieva l’avvilito professore di Pozioni si figurava già accusato di molestie sessuali nei confronti di studentesse minorenni.
- Vuoi ballare con me?
Piton alzò di scatto la testa, cercando di portare la sua bocca nella visuale della Granger: - "Neanche morto"
- wow!
La ragazza non aveva atteso una risposta: aveva iniziato a pirolettare allegramente tra i banchi con il bambino in braccio.
- "Cinquanta punti in meno al Grifondoro!"
- Che ha questo ditino da puntarmi in questo modo aggressivo?
Hermione sorrideva, continuava a sorridere.
- "Non farai più quella faccia da ebete quando sarò tornato normale, Granger!"
- Che occhietti arrabbiati che hai! – la ragazza inclinò la testa e coprì gli occhi del bambino con una mano.
- "La mia pazienza ha un limite!"
- Bau, bau … Bubusettete! – scoprì li occhi al bambino e lo illuminò con un enorme sorriso ancora più radioso.
- "Bene, se tuo figlio sarà completamente deficiente, sapremo di chi sarà la colpa.”
La giovane fissò il suo sguardo sulle labbra del bambino. Piton immaginò che si stesse interrogando sul perché lui non avesse ancora detto una parola sebbene ogni bambino sano avrebbe già iniziato a inveire contro il trattamento subito.
- “Mettimi sulla cattedra, Granger." - di nuovo la sua mano indicò la sua bacchetta.
- Ah! Ti interessa il tavolo, eh? Tutte queste cose curiose …
Piton alzò gli occhi al cielo mentre veloce recuperava la sua bacchetta.
Ce l’ho fatta!
- No! Questa non la puoi ancora usare! – con decisione Hermione gliela tolse dalle mani - Può essere pericoloso. Adesso la mettiamo via…
- "Ti uccido Granger! Ridammi la mia bacchetta!"
Invano Piton si sbracciò, Hermione gli prese le mani e lo costrinse a sedersi.
- Ci sono tante altre cose con cui possiamo giocare.
- "Io non voglio giocare! Soprattutto non con te!" – Se avesse potuto, lo sguardo di Piton avrebbe incenerito la più promettente allieva di Hogwarts. Hermione però non sembrava darci peso.
- Perché questa boccuccia rossa fa tante smorfie ma non dice niente?
- "Forse puoi arrivarci, Granger. Puoi farcela! Di solito sei quasi intelligente. Vedi la pozione?"
Hermione si girò per seguire il dito del bambino.
- Oh! Il fuoco!
- "No. Non il fuoco, la pozione!"
- Non possiamo avvicinarci, il fuoco scotta.
- "Non puoi avvicinarti, se ti salta addosso quella pozione ti ritrovi nel mio stesso stato!"
Hermione tornò a fissare il bambino; dei pensieri razionali cominciavano a farsi strada nella sua mente.
- Ma i tuoi genitori ti hanno lasciato qui da solo?
- "Cominci a ragionare! Non è possibile lasciare un bambino così piccolo da solo, poi guarda come sono vestito…"
- Devi andare in bagno?
- "Il vestito, Granger, il vestito!” – Piton sbattè un piede sulla cattedra – “Fa’ funzionare quello stupido cervello che ti ritrovi! Guarda là.” – di nuovo puntò il dito cercando di muovere lentamente le labbra per far capire all’altra cosa volesse dire. – “Vedi che lì ci sono altri miei vestiti?"
- Chi è l'incosciente che lascia dei panni vicino a fuoco?! Bravo, piccolino!
Ti strapperò le mani se continui a toccarmi i capelli!
- Quanti anni ha questo giovane eroe?
- "Forse ci siamo Granger!"
Le mani paffutelle si chiusero formando un tre e un quattro di seguito.
- Tre e mezzo?
- "No! 34! 10+10…"
- Ehi! Sono un po' troppi questi!
- "Aspetta, te lo scrivo. " Piton si avvicinò piuma e pergamena.
- Vuoi disegnare?
Non si preoccupò di guardarla mentre si sforzava di tenere in mano la penna.
- Ti aiuto io.
Piton la lasciò fare. Forse inizia a capire.
- Due occhi, il naso, la bocca, due corna… che animale è?
Idiota!
- E' una mucca! – Hermione rise - Ne vuoi fare un'altra?
- "Dammi qua! Lasciami fare. Guarda: P, I, …"
- Così rompi il foglio e la penna. E poi non è educato strappare le cose di mano agli altri.
- "Ridammi quella penna!"
- Su, non fare i capricci!
Più in là il calderone continua a borbottare; il liquido denso lambiva ormai i bordi del paiolo.
- Adesso perché fai quella faccia arrabbiata? – sorrise avvicinandosi - Se non facessi sempre quel visetto imbronciato saresti carino. Uhm? Me lo fai un sorriso?
- "Non ho mai sofferto il solletico!"
- Eddai! Ridi!
- “Piantala di palparmi! Riderò solo dopo aver tolto un centinaio di punti al Grifondoro per offesa alla dignità dell'insegnante!"
- Perché non sorridi?
- "E tu perché davanti a un bambino fai la deficiente?!"
La pozione uscì e raggiunse il fuoco sfrigolando.
- Uhm? – Hermione si voltò verso il calderone.
- "Non ti avvicinare! È pericoloso!"
Ma la ragazza non lo sentì: un piccolo Blop! la investì.

  
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