Scritto di getto pensando a te. Non è esattamente il
monologo che ti ho promesso – e che forse un giorno arriverà – ma questo ha
dettato l’ispirazione. E’ lei che mi comanda, non potrò mai tacerla o tradirla.
Spero che ti accontenterai. Sperando sia di tuo gradimento, il sipario si alza
e gli attori trepidano nell’attesa di cominciare.
~Anna
Principessa in un bosco di rovi
Lo vedi il castello laggiù
D’oro e tenebra è costruito
Lì è custodito il tesoro che agogni
E ti sembra vicino
Quand’è invece lontano mille chilometri
E non è ch’una chimera
Che le tue illusioni hanno fabbricato
Principessa di sola luce
Lontana dall’oscurità
Che il tuo cuore non sopporterebbe
Lo vedi il tuo animo, è così bianco e bello
Ma segnato di rosso
Stilla viva e pulsante di vita
Che cola, e segna la tua pelle
Ferite, colpi, graffi
E i rovi ti hanno ricoperta
Barriera anteposta a te
Lucchetto alla tua anima
Che il dolore non ti sfiori più
Ma chiudendoti dentro di te
Non solo perderai il dolore
Ma ogni cosa bella che la vita vuol donarti
Principessa in un bosco di rovi
Non perderti dentro te stessa
Principessa di luce
Abbandona il bosco di rovi
Principessa
Principessa
Principessa
Note che si propagano nella luce del crepuscolo. Il suono è
dolce come un coro di angeli, di voci bianche, di bambini vestiti con candide
tuniche.
Una canzone entra nel cuore dei passanti. Le parole hanno
il suono nostalgico di una poesia scritta di getto, ma che rivela tutto il
cuore del poeta, mettendo a nudo la vera natura della sua anima.
Il violino accompagna la voce cantante. Ed è come miele che
s’espande. La dolcezza stilla d’ogni parola, scritte da qualcuno dall’animo
puro … ma triste. Infinitamente triste.
Chi sia il compositore di questo testo non si sa. E
probabilmente non si saprà mai. Egli, od ella, ha preferito tenere celata la
sua identità. Nonostante questa melodia sia stata più volte trasmessa in radio,
l’autore, o l’autrice, non ha rilasciato mai interviste, n’è è stato mai in
qualche programma televisivo.
L’unica traccia che indica la reale esistenza di questo
poeta-cantautore – oramai credono tutti che l’artista sia un uomo, quindi per
convenzione ne parlerò come se parlassi d’un ragazzo, essendo anch’io
all’oscuro di chi sia veramente – è un piccolo articolo, che sembra quasi una
favola, comparso in un qualche giornale, pochi mesi fa. E’ stato messo
nell’ultima pagina, per volontà del cantante.
Esso spiega il motivo per cui scrisse quella canzone. Anzi
… spiega per CHI la scrisse.
Per una sua amica. La persona migliore che conoscesse.
Quella a cui si era più affezionato.
Ne tesse le lodi per quattro o cinque righe. La descrive
buona, generosa, sempre disponibile, dall’animo nobile e profondo, con un
grande talento per le poesie. Ne sottolinea, però, l’unico grande difetto : la
troppa sensibilità, mista poi all’introversione, che la portava a soffrire. A
soffrire immensamente.
Dice che quella canzone fu scritta per lei. Per dirle ciò
che in tanti anni di vicinanza, di lacrime e sorrisi, non è riuscita a dirle.
L’introversione e la timidezza è un tratto caratteristico anche del misterioso
cantante.
Poiché i riassunti non sono il mio forte, vi riporto
l’articolo nella sua interezza.
“Vi è solo un motivo per cui ho scritto ‘Principessa’ :
farla sentire a lei. Farle capire i suoi errori, aprirle gli occhi, comunicarle
quanto ho odiato dal profondo chiunque avesse osato farle del male, chiunque
avesse intaccato la sua bellissima anima. Solo lei sa chi sono realmente, a che
sesso appartengo, come mi chiamo. Credo capirà tutto questo dalle parole della
canzone.
“In realtà ci sono due versione di ‘Principessa’. La
versione canora, ch’è quella che conoscono tutti, e la versione sotto forma di
novella. Se non vi dispiace, vorrei raccontarla.
“A te, mia preziosa Principessa di Luce.
“C’era una volta un castello. Sembrava fatto d’oro, ma
quella era solo una patina utile a coprirne il marciume. Così erano anche gli
abitanti di quella rocca fortificata. Di fronte ad esso, un altro castello. Al
contrario di quell’altro, esso appariva come logoro e consumato, ma all’interno
nascondeva il tesoro di mille e mille re. Così erano le persone che lo
abitarono.
“Ebbene, le due principesse di questi così diversi manieri
un giorno s’incontrarono. Per convenzione le chiamerò Principessa Bianca e
Principessa di Luce, e credo sia estremamente facile capire chi sia una e chi
sia l’altra.
“Dicevo, le due fanciulle un giorno, casualmente,
s’incontrarono, e l’amicizia fu istantanea. I rapporti fra loro andarono bene
per un po’ di tempo. Ma c’era qualcosa, nella ragazza di tenebra, che non
andava.
“La superbia, forse dettata dal suo alto rango, l’aveva
accecata. Non riusciva a vedere le sofferenze della principessa luminosa. La
protervia le faceva credere che la sua amica fosse sempre lì con lei in
qualsiasi momento, qualsiasi cosa le facesse … come s’ella fosse un cane, un
animale domestico sempre fedele in qualsiasi situazione. E la fredda
indifferenza che caratterizzava la futura regnante infliggeva ogni volta nuove
ferite nello spirito della Principessa Candida.
“Colpo, colpo, ferita, ferita, graffio, graffio. Ogni
dolore, ogni nuovo dolore era come una fiamma che accendeva la miccia di una
bomba al suo interno, che lei tentava sempre di frenare. Ma un giorno,
inevitabilmente, esplose. E fu l’Apocalisse …
“Qui finisce il mio racconto. Andare più avanti
significherebbe per me snudare troppo di lei. Sarebbe come darle un altro
colpo. Ed è tutto quel che voglio evitare.
“Qui termina anche il mio discorso. Ringrazio tutti quelli
che hanno letto, sperando che l’abbia fatto anche lei. Ecco, se possibile
prolungherei un attimo quest’articolo. Ho un messaggio per lei, per la mia
Principessa Bianca :
“Non rinchiudere in fondo al cuore tutto ciò che ti rende
speciale per paura di soffrire. Perché sono più le persone che ti porteranno
amore e conforto, di quelle che ti porteranno in un baratro di tenebra – ma le
persone che t’amano ti ridaranno le ali per portarti su.
“Un giorno un vecchio angelo, ebbro di sofferenza e di
vita, ti chiederà di comprare le sue immense ali bianche per pochi soldi. Tu
accetta e vola via, spezzando le catene che ti riempiono di sofferenza. Ma
lascia una piuma sul mio davanzale, così saprò che ti sarai ricordata di me
prima d’arrivare in Paradiso.
“Ora, dopo queste frasi pseudo-filosofali che tanto mi si
addicono, concludo qui questo scritto, mio primo tentativo di
pseudo-articolo-giornalistico … anche se sembra più adatto ad una raccolta di
novelle.”
Qui veramente si è concluso l’articolo. Neanche da questo è
deducibile la sua identità, neanche il sesso a cui appartenga. Ma questo
m’incuriosisce. E parecchio. L’animo curioso di chi dedica la sua vita a far
sognare con le proprie sapienti parole dovrebbe essere di certo attratto da
questo mistero. Perciò la mia indagine continuerà per molto tempo ancora. Riuscirò
a capire chi sia il misterioso ‘paggio’ … perché paggio ? Ascoltate. La voce
bianca sta continuando la sua canzone. Forse sono quest’ultime strofe che hanno
fatto intuire la natura maschile del cantante. E danno il senso d’immensa
tristezza a tutto.
Principessa in un bosco di rovi
Quell’altra forse
Ti ha trasmesso la sua boria
Perché non vedevi
Quell’umile paggio
Che immensamente soffriva per te
Piangeva quando il tuo sorriso non era per lui
E dalle sue lacrime stillava
Principessa di luce
Il paggio viveva per te
Eri il suo chiodo impiantato nell’animo
E la cura delle sue lacrime
Principessa bianca
Apri gli occhi e guardati intorno,
I gigli del tuo animo fioriscono ovunque.