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Autore: yukiko_no_niji    18/12/2008    3 recensioni
"Il suono del campanello mi riscosse dai miei pensieri. Guardai l’ora e sulla mia faccia si allargò un sorriso. ‹‹Arrivo!›› urlai. Sicuramente anche lui era tornato da lavoro." Sequel di "New Life" - McFly
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IMPORTANTE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere dei Mcfly (e degli altri personaggi della mia storia), offenderli in alcun modo.

 

Capitolo 12.

Tom’s POV.

 

Nell’ultimo periodo le cose non andavano affatto bene. Non solo tra me e Giovanna, ma anche tra Danny e Candy, Harry che era stato mollato, e adesso a quanto io sapevo, anche le cose tra Giuly e Doug si erano messe male.

 

La sera del compleanno di Dougie, poco dopo che io avevo chiamato Giuly come d’accordo, arrivarono da noialtri, e poco dopo il loro arrivo, mi accorsi che Giuly aveva qualcosa che non andava, infatti non fiatò per quasi tutta la serata. Quando era andata a prendere Doug, era tutta felice per la festa e io mi sentivo sollevato per aver parlato con lei di quello che mi stava accadendo con Giovanna, ma quando era tornata, il suo sorriso si era spento, e quando gli invitati le facevano delle domande lei annuiva solamente, scherzando molto poco con i nostri amici.

Era completamente assorta nei suoi pensieri.

Danny invece, che non vedevo dalla sera che era stato “abbandonato”, mi raccontò come stava proseguendo la sua situazione con Candy e quello che faceva adesso che lei non era a casa con lui.

Mentre mi parlava sentivo una morsa al cuore. Anche se era meschino da provare nei suoi confronti, sentivo che non avrei mai voluto trovarmi nella sua stessa situazione, perché sapevo che non sarei mai riuscito a sopportare ciò che stava sopportando lui in quel momento.

 

Mentre parlavo con Danny si avvicinò a noi Giuly, per sentire le nostre chiacchiere. Ad un certo punto disse a Danny che aveva provato a chiamare Candy per invitarla alla festa. Disse che avrebbe voluto dirglielo prima, ma che lui non aveva mai risposto alle sue chiamate in quei giorni. Candy le aveva detto che avrebbe preferito non partecipare alla festa, ma che comunque faceva tanti auguri a Doug. Giuly disse che aveva provato a convincerla, ma che non c’era stato niente da fare. Vedere la faccia di Danny alle sue parole, mi fece comprendere quanto lui dovesse stare male in quel momento. Il suo viso si era rattristito improvvisamente e si era chiuso in un suo silenzio personale. Probabilmente non riusciva a capacitarsi del perché Candy avesse risposto a Giuly e non alle sue chiamate. Dopotutto lui era il suo ragazzo, ed era lui al quale avrebbe dovuto spiegare il perché della sua fuga da casa.

Ma dentro di me, sapevo perché Candy avesse risposto alla telefonata di Giuly.

Sapevo che l’amicizia che si era creata tra le due ragazze era una vera amicizia.

Una di quelle amicizie nate nel periodo del nostro debutto, proprio quando la nostra vita stava cambiando drasticamente. Candy iniziò ad uscire con noi, e le ragazze si erano ritrovate a condividere insieme i pettegolezzi sulla band, gli spostamenti per i tour, le prove negli studi.. E stavano sempre assieme, a supportarci e sopportarci.  

Nonostante ciò, cercai Giuly con lo sguardo per capire se Candy avesse potuto dirle qualcosa in più che noialtri non sapevamo, ma sfortunatamente non trovai risposte.

Quando Giuly si allontanò da noi, provai a esporre a Danny la mia nuova teoria. Se Candy aveva parlato con lei, probabilmente di lì a poco avrebbe ceduto e avrebbe parlato con qualcuno del perché se n’era andata.

Dan mi sorrise tristemente e io sospirai.

 

Quella festa non stava esattamente andando come io e Giuly l’avevamo progettata quella mattina.

Ma anche se lei non mi aveva convinto con il suo silenzio e Danny era distrutto da quello che stava succedendo, durante la serata la persona che mi preoccupò maggiormente fu Doug.

Silenzioso come non mai e con lo sguardo leggermente irritato.

Sicuramente era successo qualcosa tra lui e Giuly.

 

Era veramente tanto che non passavamo tutti una serata assieme (anche con Harry, che non si vedeva quasi mai in giro, tutto indaffarato perché di lì a pochi giorni avrebbe aperto il suo tanto desiderato negozio di dischi; e altri amici che non vedevano da tanto tempo e che Giuly aveva chiamato per l’occasione) e invece di essere tutti felici perché di nuovo insieme, passammo una serata silenziosa, a guardarci negli occhi, gli uni con gli altri, addirittura quasi imbarazzati perché non sapevamo che cosa dirci.

E Doug continuava ad essere pensieroso e sfuggente alle mie domande.

Pareva avere più pensieri di Dan, che se la passava peggio di tutti noi.

Ma ad essere sincero, anche io misi la mia parte in quel silenzio. Non ero proprio dell’umore adatto per una festa e Giuly quella mattina me lo aveva fatto notare, ma io avevo sperato che assieme a loro il mio umore sarebbe migliorato. Ma non mi rallegrai per niente.

 

Per di più quella notte Giovanna tornò a casa ancora più tardi del solito, tanto che pensai che lo avesse fatto apposta per non trovarmi e non dovermi parlare.

E mi chiesi se veramente fosse stata a lavorare fino a quell’orario, oppure se se n’era andata fuori a cena con qualcuno dopo il lavoro, magari con un altro uomo.

Ero rammaricato per quello che era successo tra di noi quella mattina, ma dalla mia parte non sapevo che altro fare. Io sentivo di starla perdendo in qualche modo e lei sembrava non capirlo abbastanza.

E forse per paura di sapere dove veramente era stata quella notte, quando lei entrò in camera, io feci finta di dormire e non parlammo.

 

Ma sfortunatamente o fortunatamente, non trovammo il modo di parlare neanche il giorno dopo e quello dopo ancora.

Forse la verità era che nessuno dei due aveva il coraggio di affrontare realmente il problema.

Stavo vivendo in una situazione surreale.

La vita normale che avevo sempre vissuto con Giovanna si era volatilizzata e al suo posto si erano create delle maschere sui nostri volti. Le poche volte che incrociavamo i nostri sguardi, c’erano solo dei falsi sorrisi e delle parole non dette.

 

E giorno dopo giorno il tempo passava, e con esso il freddo iniziava a farsi sentire.

Ma non era il freddo di metà Dicembre che si stava impossessando di me. Era un freddo anomalo, che non avevo mai provato prima. E non avevo mai provato quella strana sensazione di non voler vedere Giovanna, o di non voler parlare con lei e tutto ciò mi preoccupava. Avevo paura di quello che sarebbe successo.

Senza accorgermene stavo creando una barriera per proteggermi da quel freddo che mi arrivava dritto nel più profondo dell’anima. Cercavo di proteggermi, ma probabilmente non capivo che in quella maniera, le cose sarebbero andate inevitabilmente verso il senso sbagliato. E non sarebbero dovute andare così.

 

Sbuffai e alzai gli occhi da quel foglio pentagrammato, ancora intatto.

Avevo perso il conto di quanti giorni ero stato senza scrivere neanche una singola nota musicale.

E non me ne capacitavo, perché non potevo vivere senza la musica.

Ma sapevo che cosa mi stava succedendo.

Io vivevo della musica e di Giovanna. E quando le cose non andavano con una delle due, non andava neanche con l’altra.

Era già successo in passato e avrei dovuto capirlo.

Ma anche se provavo e riprovavo a capire che cosa realmente stava succedendo, non riuscivo a capacitarmi di come le cose tra me e lei fossero arrivate a quel punto..

Avevamo praticamente smesso di parlarci. E forse era colpa mia, che non riuscivo a capirla fino in fondo, ma lei ci aveva abbandonati e questo non lo potevo sopportare.

 

Scossi la testa, cercando di mandare via i cattivi pensieri che mi affollavano la mente.

Mi alzai e mi diressi verso la finestra per guardare fuori.

La strada davanti casa era ricoperta da una sottile strato di morbida neve e lo spettacolo che si presentava davanti ai miei occhi era semplicemente bellissimo.

Sapevo quanto Holly adorasse la neve, proprio come la sua mamma.. così mi decisi ad andare a svegliarla e portarla un pochino a divertirsi.

 

Quando arrivai nella sua cameretta, la trovai che dormiva beatamente nel suo lettino.

Rimasi ad osservarla per qualche minuto. Era meravigliosa. I suoi boccoli d’oro mi ricordavano quelli di Giovanna, così dannatamente perfetti e ben definiti. E i lineamenti così morbidi e rotondi.. sarei stato tutto il giorno a mordicchiarla, se non fosse stato per lei, che dopo poco avrebbe iniziato a ridere e urlicchiare per farmi smettere.

Sorrisi al pensiero di quanto adorassi quella bambina. Non riuscivo a immaginarmi una vita senza di lei vicina a me, soprattutto in un periodo come quello.

 

‹‹Hey stellina…›› sussurrai dandole un bacio sulla fronte.

Lei si mosse un po’, ma pareva che non volesse essere svegliata.

‹‹Holly?›› riprovai io nuovamente.

Questa volta aprì gli occhi lentamente, e poi se li stropicciò con una manina.

‹‹Pah?››

Durante il suo sonnellino non la disturbavo mai, ed era più che normale che  in quel momento fosse confusa.

‹‹Si stella sono io. Ascoltami.. Fuori c’è la neve e ho pensato che potremmo divertirci un po’ insieme! Ti va o preferisci dormire ancora un po’?››

I suoi occhi iniziarono a brillare, anche se era ancora molto addormentata.

‹‹Shi la nejeee!›› disse ridendo.

La sua felicità mi fece capire che ne era valsa la pena disturbarla dal suo sonnellino privato. La presi in braccio e la misi in piedi sul lettino, cercando di svegliarla piano piano.

Quando mi sembrò abbastanza sveglia andai a prendere i suoi vestiti e iniziai a vestirla.

Poco dopo mi chiese:

‹‹Mamy?››

Io sospirai.

Odiavo quando mi chiedeva di Giovanna, perché non mi andava di vederla triste e farle sapere che la mamma non era a casa, che non era li con lei.

Così sorrisi.

‹‹Sai… mamma è al lavoro, ma vedrai che tornerà presto››

I suoi occhini diventarono lucidi, ma mi disse sorridendo:

‹‹Pupaccio di neje?››

 

Adoravo quando faceva così.

Posai i vestiti sul suo lettino e la presi tra le mie braccia, stretta stretta a me.

‹‹Ti voglio tanto bene lo sai?››

Mi stritolò il collo con le sue braccine.

‹‹Aww papy. Ti vojo bene anche io. Pupaccio?››

Risi. Quando si fissava su una cosa, quella dovevamo fare.

‹‹Si si adesso ci vestiamo e andiamo a giocare un po’››

 

E dopo averla vestita con tanto di papalina e guantini, uscimmo fuori.

Quell’aria dicembrina mi fece arrossare le guance e il naso, e osservai che la stessa cosa stava capitando alla piccolina.

Ci mettemmo nella parte del giardino dove c’era più neve e iniziammo a fare un bel pupazzo.

Per fare il naso prendemmo la carota più grande che avevamo in cucina, poi con due bottoni grandi presi dal set di cucito di Giovanna facemmo gli occhi e con altri più piccoli facemmo la bocca, rossi. Infine misi sulla testa una papala che Danny mi aveva regalato l’anno prima a Natale.

Poi lo guardammo.

 

Sapevo che mancava qualcosa, ma non mi veniva in mente che cosa.

Guardai la piccola, che tutta preoccupata mi disse:

‹‹Ha feddo coshì!?!››

Prese la sua sciarpina e la mise attorno al collo del pupazzo.

‹‹Ma brava la mia piccolina! Mancava la sciarpa! Gentile che sei!››

Lei mi guardò sorridente, poi prese un po’ di neve con una mano, modellandola in una piccola palla di neve e me la tirò addosso.

Sentii la neve finirmi sulla papala e vidi Holly ridere di gusto.

Adoravo vederla ridere felice. La sua felicità era anche la mia.

La presi in collo e iniziai a correre, facendola volteggiare in aria. Non era più leggera come una volta, ma adoravo sentire il suono della sua risata, che mi scaldava il cuore.

 

Ci divertimmo ancora un po’, poi quando iniziai a vedere che la piccola iniziava ad essere stanca, la portai in casa e le feci un bel bagnetto caldo. Poi le diedi la pappa e la misi a dormire.

Tutto sommato ero stato bene con lei quel pomeriggio. Holly era il mio piccolo angelo personale, il mio toccasana. Semplicemente l’adoravo e non avrei mai potuto passare un giorno senza di lei.

 

Poco dopo che avevo finito di cenare, di aver rigovernato tutti i piatti ed essermi fatto la doccia, mi preparai per andare a dormire. Sentii la macchina di Giovanna sotto casa, così spensi la luce del comodino (che era l’unica accesa) e scostai un poco la tenda, per osservarla.

Anche se c’era l’ombra della sera, mi ero accorto che il suo viso pareva provato, probabilmente dal lavoro e dalla situazione che c’era in quel periodo tra di noi.

Un improvviso dolore al cuore mi fece capire che stavo male non ce la facevo più a sopportare quella situazione. Avrei dovuto fare qualcosa.

La vidi entrare nel vialetto e fermarsi ad osservare il pupazzo di neve che avevo fatto quel pomeriggio con Holly. E fu in quel momento che il mio cuore di disgelò completamente. Giovanna si era inginocchiata a terra davanti al pupazzo di neve e poco dopo si era coperta il viso con le mani, cercando di coprire quelle lacrime amare che le stavano scendendo sul viso, ma che ormai avevo visto.

Sentivo il cuore battere in modo anomalo e i miei occhi inumidirsi.

 

Era arrivato per me il momento di cambiare le carte in tavola.

  

 

  *                                                                                         *                                                                                           *

 

Eccomi di nuovo qua. Ci ho messo un po’ di più stavolta! Però sono tornata!

Lo so. Il capitolo fa veramente schifo. Almeno la prima parte su per giù non si può leggere.

Era molto peggio di come è adesso. Ho fatto del mio meglio per sistemarlo un po’, per cercare di migliorarlo. Spero di esserci riuscita almeno un pochino.

Tom è un personaggio che mi sta particolarmente a cuore.. e credo che nei capitoli che verranno capirete da che parte sto.

Comunque lascio perdere i discorsi inutili e ringrazio le tre gentilissime ragazze che mi hanno fatta felice con i loro commentini:

 

RubyChubb: Credo che adesso si sia capito quanto a Tom manchi Giovanna. Semplicemente ha paura di fare qualsiasi cosa, perché pensa che una sua scelta potrebbe essere quella sbagliata.. e non vuole perdere la persona che ama. Quindi fino ad adesso non ha fatto niente, facendo sempre peggio alla sua situazione, ma speriamo che d’ora in avanti si smuova un pochino. Credo che lui non si stia facendo scudo con la piccola HollyAnn, ma che cerchi di starle più vicino possibile per non farle mancare l’affetto di Giovanna, e che allo stesso tempo se la stia tenendo stretta, perché è l’unico affetto che lo sta mandando avanti in questo momento. Però vediamo come andrà.. Per quanto invece riguarda Giuly spero che si capirà andando avanti. Una cosa è certa. Lei non vuole il male di Doug. Alla prossima!!

 

Tsumika83: Ma ciao Tsutomu + Mikako!!! xD No scusami, ma tu mi hai aperto un nuovo mondo spiegandomi il tuo nick xD Allora. Quando ho visto che c’era una seconda recensione, pensavo che fosse Sil. Ho aperto e ho visto il tuo nick e sono rimasta profondamente shockata. Comunque ti ringrazio tantissimo, perché so quanto ci voglia alla tua manina a portare il mouse alla scrittina “Vuoi lasciare una recensione?” quindi apprezzo ancora di più il tuo commento. Noi abbiamo il problema che ci spoileriamo le storie nei commenti xD ma si può?!? xD però lo devo ammettere. Si, un pochino voglio farti soffrire _occh grazie!

 

x_blossom_x: Shhh non parlare del fatidico giornoooo, è un segreto di stampa. xD Comunque tu mi hai fatta morire con questo commento *ahahahahah* tra angeli e santa non so chi è più rincoglionito *ahaha* poi ci credo che i miei personaggi ne risentono personalmente… _occh e comunque carissima la mia Sil.. si, tu lo sai che ciò che succede a Danny è non colpa tua, ma *mmm* dato da te ecco! Me lo hai ispirato *sisi* E dopo questa mi dileguo che tanto so che mi picchierai xD

 

Allora. Il prossimo capitolo molto probabilmente lo posto la mattina di Natale. E so che una di voi mi odierà con tutto il cuore. Ma non posso farci niente. Voglio essere cattiva fino in fondo.

Vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino che siete così buone a seguirmi sempre.

Mi fa estremo piacere.

 

Grazie.

  

  

   
 
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