IMPORTANTE: Con questo mio scritto,
pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione
veritiera del carattere dei Mcfly
(e degli altri personaggi della mia storia), nè offenderli in alcun modo.
Capitolo
12.
Tom’s
POV.
Nell’ultimo periodo le cose non andavano
affatto bene. Non solo tra me e Giovanna, ma anche tra Danny e Candy, Harry che
era stato mollato, e adesso a quanto io sapevo, anche le cose tra Giuly e Doug
si erano messe male.
La sera del compleanno di Dougie, poco
dopo che io avevo chiamato Giuly come d’accordo, arrivarono da noialtri, e poco
dopo il loro arrivo, mi accorsi che Giuly aveva qualcosa che non andava,
infatti non fiatò per quasi tutta la serata. Quando era andata a prendere Doug,
era tutta felice per la festa e io mi sentivo sollevato per aver parlato con
lei di quello che mi stava accadendo con Giovanna, ma quando era tornata, il
suo sorriso si era spento, e quando gli invitati le facevano delle domande lei
annuiva solamente, scherzando molto poco con i nostri amici.
Era completamente assorta nei suoi
pensieri.
Danny invece, che non vedevo dalla sera
che era stato “abbandonato”, mi raccontò come stava proseguendo la sua
situazione con Candy e quello che faceva adesso che lei non era a casa con lui.
Mentre mi parlava sentivo una morsa al
cuore. Anche se era meschino da provare nei suoi confronti, sentivo che non
avrei mai voluto trovarmi nella sua stessa situazione, perché sapevo che non
sarei mai riuscito a sopportare ciò che stava sopportando lui in quel momento.
Mentre parlavo con Danny si avvicinò a
noi Giuly, per sentire le nostre chiacchiere. Ad un certo punto disse a Danny
che aveva provato a chiamare Candy per invitarla alla festa. Disse che avrebbe
voluto dirglielo prima, ma che lui non aveva mai risposto alle sue chiamate in
quei giorni. Candy le aveva detto che avrebbe preferito non partecipare alla
festa, ma che comunque faceva tanti auguri a Doug. Giuly disse che aveva
provato a convincerla, ma che non c’era stato niente da fare. Vedere la faccia
di Danny alle sue parole, mi fece comprendere quanto lui dovesse stare male in
quel momento. Il suo viso si era rattristito improvvisamente e si era chiuso in
un suo silenzio personale. Probabilmente non riusciva a capacitarsi del perché Candy
avesse risposto a Giuly e non alle sue chiamate. Dopotutto lui era il suo
ragazzo, ed era lui al quale avrebbe dovuto spiegare il perché della sua fuga
da casa.
Ma dentro di me, sapevo perché Candy
avesse risposto alla telefonata di Giuly.
Sapevo che l’amicizia che si era creata
tra le due ragazze era una vera amicizia.
Una di quelle amicizie nate nel periodo
del nostro debutto, proprio quando la nostra vita stava cambiando drasticamente.
Candy iniziò ad uscire con noi, e le ragazze si erano ritrovate a condividere
insieme i pettegolezzi sulla band, gli spostamenti per i tour, le prove negli
studi.. E stavano sempre assieme, a supportarci e sopportarci.
Nonostante ciò, cercai Giuly con lo
sguardo per capire se Candy avesse potuto dirle qualcosa in più che noialtri
non sapevamo, ma sfortunatamente non trovai risposte.
Quando Giuly si allontanò da noi, provai
a esporre a Danny la mia nuova teoria. Se Candy aveva parlato con lei,
probabilmente di lì a poco avrebbe ceduto e avrebbe parlato con qualcuno del
perché se n’era andata.
Dan mi sorrise tristemente e io
sospirai.
Quella festa non stava esattamente
andando come io e Giuly l’avevamo progettata quella mattina.
Ma anche se lei non mi aveva convinto
con il suo silenzio e Danny era distrutto da quello che stava succedendo, durante
la serata la persona che mi preoccupò maggiormente fu Doug.
Silenzioso come non mai e con lo sguardo
leggermente irritato.
Sicuramente
era successo qualcosa tra lui e Giuly.
Era veramente tanto che non passavamo
tutti una serata assieme (anche con Harry, che non si vedeva quasi mai in giro,
tutto indaffarato perché di lì a pochi giorni avrebbe aperto il suo tanto
desiderato negozio di dischi; e altri amici che non vedevano da tanto tempo e
che Giuly aveva chiamato per l’occasione) e invece di essere tutti felici
perché di nuovo insieme, passammo una serata silenziosa, a guardarci negli
occhi, gli uni con gli altri, addirittura quasi imbarazzati perché non sapevamo
che cosa dirci.
E Doug continuava ad essere pensieroso e
sfuggente alle mie domande.
Pareva avere più pensieri di Dan, che se
la passava peggio di tutti noi.
Ma ad essere sincero, anche io misi la
mia parte in quel silenzio. Non ero proprio dell’umore adatto per una festa e
Giuly quella mattina me lo aveva fatto notare, ma io avevo sperato che assieme
a loro il mio umore sarebbe migliorato. Ma non mi rallegrai per niente.
Per di più quella notte Giovanna tornò a
casa ancora più tardi del solito, tanto che pensai che lo avesse fatto apposta
per non trovarmi e non dovermi parlare.
E mi chiesi se veramente fosse stata a
lavorare fino a quell’orario, oppure se se n’era andata fuori a cena con
qualcuno dopo il lavoro, magari con un altro uomo.
Ero rammaricato per quello che era
successo tra di noi quella mattina, ma dalla mia parte non sapevo che altro
fare. Io sentivo di starla perdendo in qualche modo e lei sembrava non capirlo
abbastanza.
E forse per paura di sapere dove
veramente era stata quella notte, quando lei entrò in camera, io feci finta di
dormire e non parlammo.
Ma sfortunatamente o fortunatamente, non
trovammo il modo di parlare neanche il giorno dopo e quello dopo ancora.
Forse la verità era che nessuno dei due
aveva il coraggio di affrontare realmente il problema.
Stavo vivendo in una situazione
surreale.
La vita normale che avevo sempre vissuto
con Giovanna si era volatilizzata e al suo posto si erano create delle maschere
sui nostri volti. Le poche volte che incrociavamo i nostri sguardi, c’erano
solo dei falsi sorrisi e delle parole non dette.
E giorno dopo giorno il tempo passava, e
con esso il freddo iniziava a farsi
sentire.
Ma non era il freddo di metà Dicembre
che si stava impossessando di me. Era un freddo anomalo, che non avevo mai
provato prima. E non avevo mai provato quella strana sensazione di non voler
vedere Giovanna, o di non voler parlare con lei e tutto ciò mi preoccupava. Avevo
paura di quello che sarebbe successo.
Senza accorgermene stavo creando una
barriera per proteggermi da quel freddo che mi arrivava dritto nel più profondo
dell’anima. Cercavo di proteggermi, ma probabilmente non capivo che in quella
maniera, le cose sarebbero andate inevitabilmente verso il senso sbagliato. E
non sarebbero dovute andare così.
Sbuffai e alzai gli occhi da quel foglio
pentagrammato, ancora intatto.
Avevo perso il conto di quanti giorni ero
stato senza scrivere neanche una singola nota musicale.
E non me ne capacitavo, perché non
potevo vivere senza la musica.
Ma sapevo che cosa mi stava succedendo.
Io vivevo della musica e di Giovanna. E
quando le cose non andavano con una delle due, non andava neanche con l’altra.
Era già successo in passato e avrei
dovuto capirlo.
Ma anche se provavo e riprovavo a capire
che cosa realmente stava succedendo, non riuscivo a capacitarmi di come le cose
tra me e lei fossero arrivate a quel punto..
Avevamo praticamente smesso di parlarci.
E forse era colpa mia, che non riuscivo a capirla fino in fondo, ma lei ci aveva abbandonati e questo non lo
potevo sopportare.
Scossi la testa, cercando di mandare via
i cattivi pensieri che mi affollavano la mente.
Mi alzai e mi diressi verso la finestra
per guardare fuori.
La strada davanti casa era ricoperta da
una sottile strato di morbida neve e lo spettacolo che si presentava davanti ai
miei occhi era semplicemente bellissimo.
Sapevo quanto Holly adorasse la neve,
proprio come la sua mamma.. così mi decisi ad andare a svegliarla e portarla un
pochino a divertirsi.
Quando arrivai nella sua cameretta, la
trovai che dormiva beatamente nel suo lettino.
Rimasi ad osservarla per qualche minuto.
Era meravigliosa. I suoi boccoli d’oro mi ricordavano quelli di Giovanna, così
dannatamente perfetti e ben definiti. E i lineamenti così morbidi e rotondi..
sarei stato tutto il giorno a mordicchiarla, se non fosse stato per lei, che dopo
poco avrebbe iniziato a ridere e urlicchiare per
farmi smettere.
Sorrisi al pensiero di quanto adorassi
quella bambina. Non riuscivo a immaginarmi una vita senza di lei vicina a me,
soprattutto in un periodo come quello.
‹‹Hey stellina…›› sussurrai dandole un bacio sulla fronte.
Lei si mosse un po’, ma pareva che non
volesse essere svegliata.
‹‹Holly?›› riprovai io nuovamente.
Questa volta aprì gli occhi lentamente,
e poi se li stropicciò con una manina.
‹‹Pah?››
Durante il suo sonnellino non la
disturbavo mai, ed era più che normale che in quel momento fosse confusa.
‹‹Si stella sono io.
Ascoltami.. Fuori c’è la neve e ho pensato che potremmo divertirci un po’
insieme! Ti va o preferisci dormire ancora un po’?››
I suoi occhi iniziarono a brillare,
anche se era ancora molto addormentata.
‹‹Shi la nejeee!›› disse ridendo.
La sua felicità mi fece capire che ne
era valsa la pena disturbarla dal suo sonnellino privato. La presi in braccio e
la misi in piedi sul lettino, cercando di svegliarla piano piano.
Quando mi sembrò abbastanza sveglia
andai a prendere i suoi vestiti e iniziai a vestirla.
Poco dopo mi chiese:
‹‹Mamy?››
Io sospirai.
Odiavo quando mi chiedeva di Giovanna,
perché non mi andava di vederla triste e farle sapere che la mamma non era a
casa, che non era li con lei.
Così sorrisi.
‹‹Sai… mamma è al
lavoro, ma vedrai che tornerà presto››
I suoi occhini diventarono lucidi, ma mi
disse sorridendo:
‹‹Pupaccio di neje?››
Adoravo quando faceva così.
Posai i vestiti sul suo lettino e la
presi tra le mie braccia, stretta stretta a me.
‹‹Ti voglio tanto
bene lo sai?››
Mi stritolò il collo con le sue braccine.
‹‹Aww papy. Ti vojo bene anche io.
Pupaccio?››
Risi. Quando si fissava su una cosa,
quella dovevamo fare.
‹‹Si si adesso ci
vestiamo e andiamo a giocare un po’››
E dopo averla vestita con tanto di papalina
e guantini, uscimmo fuori.
Quell’aria dicembrina mi fece arrossare
le guance e il naso, e osservai che la stessa cosa stava capitando alla
piccolina.
Ci mettemmo nella parte del giardino
dove c’era più neve e iniziammo a fare un bel pupazzo.
Per fare il naso prendemmo la carota più
grande che avevamo in cucina, poi con due bottoni grandi presi dal set di
cucito di Giovanna facemmo gli occhi e con altri più piccoli facemmo la bocca,
rossi. Infine misi sulla testa una papala che Danny
mi aveva regalato l’anno prima a Natale.
Poi lo guardammo.
Sapevo che mancava qualcosa, ma non mi
veniva in mente che cosa.
Guardai la piccola, che tutta
preoccupata mi disse:
‹‹Ha feddo coshì!?!››
Prese la sua sciarpina
e la mise attorno al collo del pupazzo.
‹‹Ma brava la mia
piccolina! Mancava la sciarpa! Gentile che sei!››
Lei mi guardò sorridente, poi prese un
po’ di neve con una mano, modellandola in una piccola palla di neve e me la
tirò addosso.
Sentii la neve finirmi sulla papala e vidi Holly ridere di gusto.
Adoravo vederla ridere felice. La sua felicità
era anche la mia.
La presi in collo e iniziai a correre,
facendola volteggiare in aria. Non era più leggera come una volta, ma adoravo
sentire il suono della sua risata, che mi scaldava il cuore.
Ci divertimmo ancora un po’, poi quando
iniziai a vedere che la piccola iniziava ad essere stanca, la portai in casa e
le feci un bel bagnetto caldo. Poi le diedi la pappa e la misi a dormire.
Tutto sommato ero stato bene con lei
quel pomeriggio. Holly era il mio piccolo angelo personale, il mio toccasana.
Semplicemente l’adoravo e non avrei mai
potuto passare un giorno senza di lei.
Poco dopo che avevo finito di cenare, di
aver rigovernato tutti i piatti ed essermi fatto la doccia, mi preparai per
andare a dormire. Sentii la macchina di Giovanna sotto casa, così spensi la
luce del comodino (che era l’unica accesa) e scostai un poco la tenda, per
osservarla.
Anche se c’era l’ombra della sera, mi
ero accorto che il suo viso pareva provato, probabilmente dal lavoro e dalla situazione
che c’era in quel periodo tra di noi.
Un improvviso dolore al cuore mi fece
capire che stavo male non ce la facevo più a sopportare quella situazione. Avrei
dovuto fare qualcosa.
La vidi entrare nel vialetto e fermarsi
ad osservare il pupazzo di neve che avevo fatto quel pomeriggio con Holly. E fu
in quel momento che il mio cuore di disgelò completamente. Giovanna si era
inginocchiata a terra davanti al pupazzo di neve e poco dopo si era coperta il
viso con le mani, cercando di coprire quelle lacrime amare che le stavano
scendendo sul viso, ma che ormai avevo visto.
Sentivo il cuore battere in modo anomalo
e i miei occhi inumidirsi.
Era
arrivato per me il momento di cambiare le carte in tavola.
*
*
*
Eccomi di nuovo qua. Ci ho messo un po’
di più stavolta! Però sono tornata!
Lo so. Il capitolo fa veramente schifo.
Almeno la prima parte su per giù non si può leggere.
Era molto peggio di come è adesso. Ho
fatto del mio meglio per sistemarlo un po’, per cercare di migliorarlo. Spero di
esserci riuscita almeno un pochino.
Tom è un personaggio che mi sta
particolarmente a cuore.. e credo che nei capitoli che verranno capirete da che
parte sto.
Comunque lascio perdere i discorsi
inutili e ringrazio le tre gentilissime ragazze che mi hanno fatta felice con i
loro commentini:
RubyChubb: Credo che adesso si
sia capito quanto a Tom manchi Giovanna. Semplicemente ha paura di fare
qualsiasi cosa, perché pensa che una sua scelta potrebbe essere quella
sbagliata.. e non vuole perdere la persona che ama. Quindi fino ad adesso non
ha fatto niente, facendo sempre peggio alla sua situazione, ma speriamo che d’ora
in avanti si smuova un pochino. Credo che lui non si stia facendo scudo con la
piccola HollyAnn, ma che cerchi di starle più vicino
possibile per non farle mancare l’affetto di Giovanna, e che allo stesso tempo
se la stia tenendo stretta, perché è l’unico affetto che lo sta mandando avanti
in questo momento. Però vediamo come andrà.. Per quanto invece riguarda Giuly
spero che si capirà andando avanti. Una cosa è certa. Lei non vuole il male di
Doug. Alla prossima!!
Tsumika83:
Ma ciao Tsutomu + Mikako!!!
xD No scusami, ma tu mi hai aperto un nuovo mondo
spiegandomi il tuo nick xD
Allora. Quando ho visto che c’era una seconda recensione, pensavo che fosse Sil. Ho aperto e ho visto il tuo nick
e sono rimasta profondamente shockata. Comunque ti ringrazio tantissimo, perché
so quanto ci voglia alla tua manina a portare il mouse alla scrittina
“Vuoi lasciare una recensione?” quindi apprezzo ancora di più il tuo commento. Noi
abbiamo il problema che ci spoileriamo le storie nei
commenti xD ma si può?!? xD
però lo devo ammettere. Si, un pochino voglio farti soffrire _occh grazie!
x_blossom_x:
Shhh non parlare del fatidico giornoooo,
è un segreto di stampa. xD Comunque tu mi hai fatta
morire con questo commento *ahahahahah* tra angeli e santa non so chi è più
rincoglionito *ahaha* poi ci credo che i miei personaggi ne risentono personalmente… _occh e comunque
carissima la mia Sil.. si, tu lo sai che ciò che
succede a Danny è non colpa tua, ma *mmm* dato da te ecco! Me lo hai ispirato *sisi*
E dopo questa mi dileguo che tanto so che mi picchierai xD
Allora. Il prossimo capitolo molto
probabilmente lo posto la mattina di Natale. E so che una di voi mi odierà con
tutto il cuore. Ma non posso farci niente. Voglio essere cattiva fino in fondo.
Vi ringrazio dal profondo del mio
cuoricino che siete così buone a seguirmi sempre.
Mi fa estremo piacere.
Grazie.