Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Calipso19    27/03/2015    1 recensioni
Un viaggio infinito che racconta l'ormai leggenda di un mito troppo grande per una vita sola. Una storia vissuta sulle ali della musica, respinta dalla razionalità umana, colpevole solo d'essere troppo anomala in una civiltà che si dirige alla deriva. La rivisitazione di un esempio da seguire.
( Capitolo 4 modificato in data 14 marzo 2016)
Dalla storia:
- Sono cambiate tantissime cose da quando guardavamo le stelle nel guardino a Gary.
- E ne cambieranno altrettante Mike. Se fra quarant'anni saremo ancora insieme te ne accorgerai.
Insieme.
Michael ripetè nella mente quella parola più volte, come una lezione da imparare, e concluse quel bellissimo quadro con un sorriso.
- Certo che saremo ancora insieme, non dire sciocchezze.
- Ci credi davvero Michael? - lei lo guardò con occhi seri e sinceri. - Le persone attorno a te arrivano e se ne vanno come niente.
- Certo che lo credo, anche se non so dirti in che modo. E dovresti crederci anche tu Jackie, avere un po’ più di fiducia.
Abbassò gli occhi per vedere le proprie mani cingere la vita di Jackie, scorse una piccola macchia di pelle bianca sul polso.
Chissà quanto ancora si sarebbe allargata.
Tutto cambiava, senza sosta.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


L'importante è esserne all'altezza. 

 

 

Le emozioni che sentiva erano più facili da trasformare in musica.

Bastava premere con forza i tasti del pianoforte per calmare la rabbia, o muovere lentamente le dita per creare una melodia dolce e spontanea.

Ecco ciò che amava fare.

Creare e dar vita a un nuovo progetto.

Fare musica era certamente l'ispirazione perfetta per lui.

C'erano così tante idee invisibili, che in un lampo si trasformavano in melodie dolci o rabbiose.

E poi, naturalmente, c'era la danza, e l'adrenalina irrefrenabile che non poteva controllare.

 

Sentiva dentro di sè la forza di un'energia implacabile, a cui non sapeva dare una spiegazione e che poteva sfogare solo attraverso la musica.

Dopo alcuni momenti interminabili cominciò a cantare e, assorto, fissando con occhi socchiusi il registratore acceso davanti a sè, si convinse che quella sarebbe stata la sua canzone più bella.

Tuttavia, sapeva che non sarebbe servita per Off The Wall.

L'album era già uscito.

 

---

 

Los Angeles, Encino, Mega villone Jackson

1979, agosto

 

Sera. Buio. Silenzio.

Musica in casa Jackson.

 

- Non posso crederci. No, non posso crederci.

 

- Piantala.

 

- No, è impossibile. Non ci credo.

 

- Oh insomma, sono comunque due importanti premi!

 

- Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto mi sento ignorato.. E poi scusa, in base a cosa hanno composto la classifica?

 

- Michael!!!!

 

- Trovo tutto questo un'ingiustizia…

 

- Chiudi quel forno o ti uccido con queste mani.

 

Michael si voltò verso Jackie, contrariato.

 

- Non mi dire che trovi giusto il fatto che mi abbiano dato solo quei due miseri premi…

 

- Intanto non chiamarli miseri. C'è gente che morirebbe per essere al tuo posto. E poi, accontentati! Hai 21 anni. C'è tempo per salire. E abbandona quella faccia imbronciata, santo cielo!

 

Irritato, il ragazzo si voltò verso il televisore, borbottando.

Perché gli avevano dato solo due premi? 

L'album non era andato bene? Era piaciuto o no?

Quincy e gli altri erano rimasti entusiasti davanti alla notizia, ma lui si sentiva perplesso.

Poi, il dubbio si mutò in rabbia.

 

- Aspetta la prossima volta.. Oh, aspetta la prossima volta…

 

Jackie gli appoggiò le mani sulle spalle dolcemente.

 

- Non sopporti essere il secondo, eh?

 

Michael sbuffò, irritato.

 

- Non è questo, è che…

 

Ma lei non lo lasciò finire.

Raccolse la gonna e saltò sul divano.

Michael la fissò stupito e divertito.

 

- Jackie, ma che…

 

- Non ti vanno bene i due premi? Va bene. La prossima volta faremo meglio. Anzi, faremo molto meglio! 

 

- Jackie, cosa stai…?

 

- Sai che ti dico Mike? Hai ragione tu. - E continuò a saltare. - Non si spreca sangue e sudore per un premio solo. Bisogna vincere tanti premi! E i più ambiziosi…

 

- Mi prendi in giro.

 

- No Mike, lo penso davvero. Penso che il tuo talento non sia da sprecare in questo modo. Ma sono anche certa che presto la gente si accorgerà di tutto questo.

 

- Lo pensi davvero?- le chiese stupito.

 

- Sicura al 100%. 

 

Incoraggiato dalle parole della ragazza, anche lui si alzò e cominciò a saltare sul divano.

 

- Che Dio ti benedica Jackie!

 

- Michael, cosa facciamo ora? 

 

- Ci mettiamo subito al lavoro mia cara.

 

- Ladies and gentleman, Michael Jackson alle prese con un nuovo album!

 

- Accompagnato da Jacqueline Foster! Aow!

 

- Yeeah!

 

- Ma siete pazzi? Giù dal divano immediatamente!

 

Fra le risate, i due si sedettero sui cuscini, mentre Katherine li fissava con aria severa.

 

- Siete andati fuori di testa? Non voglio più vedervi sul divano!

 

Ma Michael non la stava ascoltando.

Era al telefono e parlava con il suo produttore, eccitato.

 

- Q caro come stai? Senti, rilassati finchè puoi perché ho intenzione di ricominciare subito.

 

- è una minaccia! - urlò Jackie nella cornetta.

 

Da quella serata così movimentata però passarono due settimane, senza che Michael abbia portato una sola melodia in studio.

Era tormentato da altro.

Un brutto presentimento che non lo faceva dormire.

 

A parte le differenze che lo isolavano dai fratelli e la brutalità del padre, Michael non aveva altri problemi e non avrebbe mai pensato che qualcosa avrebbe potuto sconvolgergli l'esistenza.

Quel qualcosa non era una semplice disgrazia.

 

---

 

Los Angeles, Encino, villa Jackson

1979, fine estate

 

Era appena uscito dalla doccia quando, vendendo la sua immagine allo specchio, notò che c'era qualcosa di strano.

 

Osservò meglio e con orrore misto a paura notò immediatamente una macchia bianca sul petto.

Anzi, erano tante macchie, e si chiese come aveva fatto a non accorgersene prima.

Non potevano esser spuntate all'improvviso.

Minuscole, grandi poco meno delle biglie, ma per nulla insignificanti.

Le grattò ma non successe nulla: la pelle aveva cambiato colore.

Grattò ancora, graffiandole, cercando di strapparsele da dosso, preso dalla paura, ma niente poteva scalfire le tracce di un prossimo muto dolore.

Si sentì estraneo da sè stesso.

 

No, non è vero, pensò in preda al panico, non esiste, è innaturale.

 

Indietreggiò, atterrito, fissando il suo riflesso come se fosse un parassita.

Non aveva mai sentito parlare di un fenomeno simile e mai avrebbe immaginato che esistesse.

Come poteva lui aver cambiato colore?

Sarebbe passato? Poteva accettarlo?

Pregò che fosse solo un brutto sogno ma quando si accorse delle gocce di sudore che colavano copiosamente sulla fronte guardò in faccia la realtà.

 

Come un automa si vestì e ancora prima di avvertire Katherine chiamò Jackie.

Erano le sette di sera ma sapeva che a lei non sarebbe importato.

 

Poco più di un ora dopo, attendeva con ansia l'esito del medico, seduto su un letto d'ospedale, in preda a mille pensieri.

Ciò che gli era accaduto era assurdo.

 

- Signor Jackson, io…. non vorrei mai dirle queste parole.

 

- Mi dica dottore. Cos'ho?

 

- Lei è affetto da un'acuta e rarissima forma di vitiligine.

 

- Vitiligine?

 

- Mi sorprende che proprio lei ne sia contagiato. Deve sapere che la vitiligine è una malattia della pelle, che perde a poco a poco la melanina, che la colora. 

 

- Non ho mai sentito parlare di questa malattia!

 

- Infatti, sembra che la popolazione colpita sia minore del 3% in tutto il mondo. Questa forma inoltre è la più insolita e pericolosa.

 

- Oh Dio… E c'è una cura?

 

- Purtroppo no.

 

- Come sarebbe? E cosa accadrà?

 

- Non abbiamo nessuna certezza su come possa agire la vitiligine su di lei. Tutto ciò che posso dirle è che lentamente la sua pelle schiarirà, non so dove e in quanto tempo.

 

- Capisco…. è contagiosa?

 

- No, si trasmette solamente in via genetica. Dovrà però seguire delle precauzioni.

 

- Quali?

 

- Non si esponga al sole.

 

- Non.. espormi al sole?

 

- La pelle sbiancata ne è allergica e lei è più sensibile ai raggi solari, tanto da rischiare di ustionarsi. Se necessario, potrà proteggerla con alcune creme che le prescriverò.

 

- Ma … ma queste macchie mi arriveranno anche sul viso?

 

- E' probabile… Senta, so che lei è una celebrità, e che questa malattia potrebbe crearle disagi e equivoci con il pubblico. Se permette un consiglio… si ritiri. Così non può continuare.

 

Ritirarsi.

Abbandonare i suoi sogni per una stupida malattia genetica.

Mai e poi mai.

Avrebbe continuato a lottare.

Dopotutto era come una sfida.

Una sfida con sè stesso.


------------ 
Ben tre capitoli oggi. Il motivo? Innanzitutto per scusami con i lettori per il ritardo nell'aggiornare. E poi per la qualità scarsa dei contenuti: ammetto che questi sono capitoli vecchi, la storia è arrivata molto più avanti, ma non ho tempo di correggerli perché per farlo dovrei riscriverli completamente e non ne ho proprio il tempo. Vi assicuro che col tempo e l'avanzare della storia la qualità di scrittura migliorerà nettamente (non dico di essere un portento nello scrivere, ma sarà senz'altro meglio di questi primi capitoli). 
Siamo già al capitolo 31, ma la storia è appena all'inizio... Se volete continuare a seguirmi, prometto che non ve ne farò pentire. 
Grazie a quelli che leggono e che a volte recensiscono. A presto!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Calipso19