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Autore: Lady Numb    14/02/2005    5 recensioni
I pensieri di Ginny Weasley dopo la morte del grande amore della sua vita,ucciso dalla persona che forse le è più cara al mondo...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarebbe bastato davvero poco

EVERYTHING STARTED WHEN HE LOOKED INTO MY EYES

 

Sarebbe bastato davvero poco.

Sarebbe stato così maledettamente facile lasciarsi andare e cadere giù per quelle scale, mettendo così in atto quello che già da un po’ di tempo era diventato il suo pensiero dominante, quello di andarsene per sempre, di liberarsi di quella vita che aveva iniziato ad odiare una settimana prima.

Un vagito attirò la sua attenzione sulla culla di vimini posta di fianco al suo letto e quando vide il frugoletto biondo dentro di essa il suo cuore tornò a sciogliersi per la gioia e qualsiasi proposito suicida abbandonò la sua mente.

Con gli occhi ancora gonfi per il lungo pianto chiuse la porta e si sedette sul bordo del letto, appoggiò le braccia sulla culla e si mise ad osservare il suo bambino che si muoveva come se fosse preso da un gioco interessantissimo, che solo lui capiva.

Fece passare la sua mano fra i suoi capelli biondi, per poi passare al viso e alle sue guance, l’unica nota rossa nel pallore della sua delicata pelle di bimbo.

Lo prese in braccio ed iniziò a cullarlo, non perché ce ne fosse davvero bisogno, quel giorno Ryan era particolarmente tranquillo, ma perché aveva bisogno di sentire che c’era, che era lì con lei, che lui era vivo... che lui era vivo.

Il piccolo sembrava molto felice di tutte quelle attenzioni e si mise a giocherellare con un dito della madre, emettendo alcuni gemiti di gioia.

La ragazza camminò attraverso la stanza per qualche minuto ancora, poi rimise il piccolo nella culla e azionò il carillon.

Una musichetta rilassante si diffuse nella stanza e varie api colorate cominciarono a girare sopra la testa del piccolo, che allungò le manine per cercare di prenderle.

Le mani del suo bimbo erano così belle... così uguali alle sue...

Si sporse verso la culla per sistemare il cuscino su cui poggiava la testa del bambino e incontro il ghiaccio dei suoi occhi che sembrava essere penetrato nel blu profondo dei suoi.

Distolse lo sguardo: no, non poteva sopportare di rivedere i suoi occhi, non ancora per lo meno.

La ragazza si distese sul letto e fissò il soffitto buio:da quando tutto era successo quel semplice pezzo di muro era diventato uno schermo su cui poteva rivedere i momenti più belli della sua vita... della loro vita...

Ora poteva vedere la sua faccia esasperata mentre lei lo trascinava nell’ennesimo negozio della giornata, poi era la volta del ristorante che amavano tanto e della sua espressione divertita dopo aver fatto la solita battutina al cameriere e infine vedeva il suo sguardo passare alla dolcezza quando il suo sguardo incontrava gli occhioni di Ryan.

Tutto questo non c’era più, era stato distrutto sotto i suoi occhi, frantumato in mille pezzi solo per un attimo di distrazione.

Sentì una lacrima rotolarle sulle guance:persino lei ne era sorpresa, aveva pianto così tanto in quei sette giorni, eppure le lacrime sembravano non esaurirsi mai.

Si chiedeva spesso dove fossero nascoste, si sentiva così vuota dentro che non capiva da dove potessero venire.

Quando suonò il campanello fece un salto sul letto:non si era accorta che fosse già così tardi.

Trovò un fazzoletto e si asciugò il viso, poi cercò di assumere un’espressione normale e scese ad aprire la porta.

Hermione ‘Ginny, va tutto bene?’

Ginny ‘sì, perché?’

Hermione ‘non hai una bella cera...non è che ultimamente lavori un po’ troppo?’

Ginny ‘ma no, non ti preoccupare Herm, è solo che oggi Ryan era un po’ più inquieto del solito...gli altri?’

Hermione ‘Ron ed Harry stanno arrivando, dovevano parcheggiare, Deva invece arriva dopo, ha finito il turno cinque minuti fa, è andata a casa a prepararsi’

Ginny ‘perfetto...purtroppo mi ero addormentata, quindi mi dovrai dare una mano perché non ho preparato niente!’

Hermione ‘siamo o non siamo streghe?avrà una sua utilità!’

Ginny ‘non ci credo...la signorina Granger che rifiuta le sane abitudini babbane?’

Hermione ‘ogni tanto ci vuole...e poi diciamoci la verità, dopo una giornata passata in ufficio fra cartacce e scartoffie di ogni genere l’ultima cosa di cui ho voglia è sgobbare ai fornelli!’

Ginny ‘così ti voglio Herm!dai, andiamo!’.

Ginny lasciò passare Hermione e scacciò via i pensieri che le affollavano la mente, non voleva pensare a quanto odiava dover essere falsa, a quanto odiava mostrare un sorriso che non aveva più.

Ron ‘ehy, di casa!’

Ginny ‘ciao Ron!’

Harry ‘ciao Gin!’

Ginny ‘ciao Harry!’

Ron ‘Ryan?’

Ginny ‘è di sopra, se è sveglio lo porti giù, grazie!’

Ron ‘con molto piacere!’

Hermione ‘vengo con te!’ e si fiondarono su per le scale, senza risparmiare spintoni e gomitate:entrambi volevano arrivare per primi e accaparrarsi il piccolo Ryan.

Harry ‘certo che a volte sono proprio dei bambini...’

Ginny ‘Harry, il fatto è che loro vogliono dei bambini, il che è un po’ diverso...’

Harry ‘e allora che aspettano?’.

Ginny sorrise:Ron era pazzo del suo nipotino, così come lo era sua madre, tuttavia la ragazza non avrebbe facilmente dimenticato lo shock dei suoi quando gli aveva comunicato di essere incinta, il fatto di avere solo vent’anni e che il padre fosse fuggito poi non l’avevano certo aiutata.

Fu solo un momento tuttavia, Molly si mostrò subito felice all’idea di avere un altro nipotino dopo i figli di Bill e Charlie e Ginny era sicura che fosse stato l’amore della sua famiglia a darle la forza di sopportare il peso della sua bugia ed era lo stesso amore che ora le dava la forza di sopportare il suo segreto.

A Ginny venne da sorridere quando ripensò al giorno in cui Ryan era nato:sia lei che i suoi erano nella camera d’ospedale e aspettavano con impazienza che l’infermiera portasse il bambino.

Quando videro entrare la culla i suoi sobbalzarono:il bambino era uno splendido maschietto, con dei bellissimi capelli inconfondibilmente biondi, cosa decisamente anomala per un membro della famiglia Weasley.

Ciononostante Molly era subito andata in brodo di giuggiole e non perdeva occasione per fargli da baby sitter.

Harry ‘Gin?’

Ginny ‘cosa?scusa Harry, mi ero distratta’

Harry ‘dicevo:se hanno così tanta voglia di bambini cosa aspettano ad averne uno?’

Ginny ‘ha parlato…cosa mi dici di te e Deva?’

Harry ‘beh...non ne abbiamo mai parlato, ma...perché no, se lei volesse...’

Ginny ‘sei innamorato come una mela cotta...’

Harry ‘forse...’

Ginny ‘gravissimo...lo ammetti!ti ha incastrato bello mio!’

Harry ‘ebbene sì...il suo fascino mediterraneo ha colpito in pieno!’.

Ginny rise, stavolta di cuore, perché era davvero felice per Harry:era un ragazzo d’oro e nella vita ne aveva già passate tante e si meritava davvero tutto il bene del mondo, nonché l’amore che la sua attuale ragazza gli dava.

Quel ciclone che corrispondeva al nome di Deva era arrivato, direttamente dall’Italia con furore, nella squadra degli Auror un anno prima e si era subito fatta riconoscere per quello che era:una pazza scatenata combinaguai dal cuore d’oro.

Tempo due mesi e lei ed Harry uscivano insieme e adesso già si parlava di matrimonio.

Proprio in quel momento si sentì un sonoro CRACK provenire dal salotto e sia Harry che Ginny si spostarono nell’altra stanza.

Ginny ‘Deva!ma che hai fatto?!’

Deva ‘normale routine, ho calcolato male la traiettoria!’

Harry ‘amore, direi che hai sbagliato in pieno!’.

Sia lui che Ginny si misero a ridere vedendo Deva appesa ad un gancio proprio sopra il caminetto, mentre la ragazza li osservava fintamente offesa.

Deva ‘non sforzatevi a tirarmi giù, non sia mai...’

Ginny ‘dai...Harry, dammi una mano...’.

Harry mosse la bacchetta pronunciando una formula e Deva fluttuò per qualche secondo, poi ricadde esattamente davanti al ragazzo.

Deva ‘grazie’

Harry ‘prego’ e si sporse per baciarla.

Ron ‘eccoci qui!’

Deva ‘amore!!!!’

Ron ‘sapevo che mi volevi bene Deva...’.

Il ragazzo non fece nemmeno in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo, all’improvviso sentì qualcuno che gli toglieva Ryan dalle braccia e il secondo dopo Deva era seduta sul divano impegnata a fare una serie di facce buffe per divertire il bambino, che sembrava apprezzare.

Hermione ‘credo non si riferisse a te...’

Ron ‘già...’

Ginny ‘bene ragazzi, che ne dite di metterci a tavola?’

Harry ‘proposta accolta!’ e tutti insieme si diressero verso la sala da pranzo.

 

Dopo cena i ragazzi erano seduti in salotto e stavano chiacchierando più o meno di tutto:famiglia, lavoro, cose stupide, cose serie, di tutto e di più.

Prima o poi però doveva succedere e Ginny lo sapeva, infatti verso le dieci Harry introdusse l’argomento che tanto temeva.

Harry ‘Ron, ho saputo che ti daranno una medaglia per il tuo comportamento nell’attacco della settimana scorsa...’

Ron ‘così pare…anche se non mi sembra di aver fatto nulla di che...’

Hermione ‘modesto...non solo grazie a te abbiamo messo dentro un consistente numero di mangiamorte, ma abbiamo anche eliminato il più pericoloso di tutti’

Deva ‘già...Malfoy ha fatto la fine che si meritava...anche se avrei preferito averlo fra le mani vivo...con tutto il male che ha fatto si meritava un processo in piena regola...’

Hermione ‘già...una bella condanna ad Azkaban non gliela toglieva nessuno...’

Harry ‘osa Herm, osa...quel vile si sarebbe guadagnato senza troppa difficoltà un bel bacio dai dissennatori...’

Ron ‘sempre che non fossero troppo disgustati per darglielo...’.

Una risata percorse la sala e nell’euforia generale nessuno si accorse che Ginny non si stava affatto divertendo.

Ginny ‘bene, salutate questo signorino –disse, prendendo Ryan dalle braccia di Hermione- perché è ora che vada a fare la nanna!’

Ron ‘ciao topolino!’

Harry ‘meraviglia!’

Deva ‘cucciolo!’

Herm ‘patatino!’

Ginny ‘ciao!’ disse facendo muovere una delle manine di Ryan per salutare, poi salì al piano superiore fino alla sua camera, dove mise il bambino nella culla e iniziò a dondolarla per farlo addormentare.

Quando finalmente Ryan fu volato nel mondo dei sogni, Ginny si lasciò cadere sul letto:se solo loro avessero saputo quanto stava male...

In quel momento, nonostante fossero i suoi migliori amici o, come nel caso di Ron, suo fratello, non riusciva a non provare risentimento nei loro confronti:loro non conoscevano Draco come lo aveva conosciuto lei, loro non sapevano davvero chi fosse Draco Malfoy.

Loro conoscevano Draco il mangiamorte, Draco il cattivo, Draco killer senza scrupoli, freddo e fedele servitore di Voldemort, loro conoscevano solo Draco la marionetta di Lucius Malfoy.

Il vero Draco lo aveva conosciuto solo lei, il Draco gentile, dolce, romantico, tenero, il Draco che lui stesso avrebbe voluto mostrare al mondo, ma che il rispetto verso suo padre gli impediva di esternare.

Ginny tornò con la mente alla settimana prima, all’attacco che i mangiamorte avevano sferrato contro la metropolitana della Londra babbana...

 

La gente correva in tutte le direzioni, ovunque era un saettare di maledizioni senza perdono, le luci verdi degli Avada Kedavra guizzavano pressoché dappertutto e molti erano i corpi dei babbani senza vita già stesi per terra.

Gli Auror erano arrivati quando l’attacco era iniziato già da vari minuti e si erano subito attivati: c’era chi, come Deva, metteva al sicuro i babbani ancora in pericolo, mentre c’era chi, come lei, Harry, Hermione e Ron, combattevano contro gli uomini in nero.

Ginny era in difficoltà, un mangiamorte era riuscito ad atterrarla e stava per sferrarle un Avada Kedavra, quando fu raggiunto da uno schiantesimo che lo sbalzò lontano da lei.

Una volta che la barriera del mangiamorte fu eliminata, si ritrovò a fissare gli occhi di Draco, che sorridendole leggermente le fece cenno di rimettersi in piedi.

Bastò quel secondo di distrazione, gli fu fatale.

Ginny vide solo una saetta bianca, che poi si rivelò essere una spada, conficcarsi con una traiettoria perfetta nel petto di Draco.

Il ragazzo sbarrò gli occhi, poi la fissò un’ultima volta, sempre sorridendo.

Solo lei riuscì a cogliere quelle poche ultime parole che il ragazzo disse: “Ti amo...e anche Ryan...”, un sussurro a fior di labbra, ma a Ginny sembrò un urlo in quel momento.

Dopo che ebbe pronunciato queste parole il ragazzo si accasciò a terra, ormai senza vita.

Ginny si impose di non piangere, non sarebbe stato normale che un Auror piangesse la morte di uno dei suoi nemici e si voltò per vedere chi le aveva fatto questo, chi le aveva tolto l’unico ragazzo che avesse mai amato e che mai avrebbe potuto amare.

Trasalì quando vide i capelli rossi e gli occhi blu di Ron.

Non era possibile, non poteva essere stato lui, non suo fratello, non Ron.

Il ragazzo corse verso di lei e, dopo aver osservato con un’espressione a metà fra il soddisfatto e il disgustato il corpo senza vita di Draco, si rivolse alla sorella.

Ron ‘Ginny, stai bene, ti ha fatto qualcosa?’.

Ginny non rispose, non ci riuscì, gli svenne fra le braccia prima ancora di poterselo impedire.

Nessuno se ne sorprese, la battaglia era stata molto dura e dal momento che tutti erano convinti del fatto che Draco le avesse fatto qualcosa parve la reazione più normale.

Quando si svegliò era in una stanza singola al San Mungo, circondata dai suoi fratelli e dai suoi genitori.

Aveva passato solo un altro giorno all’ospedale, poi aveva insistito per tornare a casa dal suo bambino.

Aveva bisogno di lui, perché lui la teneva occupata, perché le impediva di ripensare a quello che era successo, perché le impediva di dimenticare Draco, perché non era possibile dimenticarsi di lui quando aveva davanti ogni giorno il loro bambino, la sua copia.

Ginny non poté reprimere un sorriso che le si affacciò spontaneo sulle labbra: suo fratello, Harry ed Hermione avevano fama di essere fra gli Auror più abili e più intelligenti, eppure si erano bevuti tutta la storia del padre che, non appena aveva saputo che la fidanzata era incinta, si era fatto uccel di bosco.

La realtà era molto diversa: in quella casetta lei ci aveva vissuto proprio con Draco, o meglio, ci aveva vissuto con Draco quelle poche volte che lui aveva potuto raggiungerla, in fondo lui restava un mangiamorte ricercato da tutti gli Auror e lei restava una delle acerrime nemiche di Voldemort, il quale, se avesse scoperto il legame fra il più fido dei suoi servitori e la piccola Weasley, non avrebbe esitato a vendicarsi su di lui, su di lei e sul piccolo Ryan.

Ricordava bene l’ultima volta che Draco era stato con lei: era arrivato all’improvviso, con una ferita alla spalla, Ginny lo aveva medicato, poi avevano passato la serata a giocare con Ryan.

Ginny non poteva fare a meno di fermarsi a contemplare Draco mentre stava con Ryan: diventava una persona diversa, sembrava anche lui un bambino e forse lo era per davvero, in fondo Lucius Malfoy non gli aveva mai permesso di essere davvero bambino, gli aveva negato l’infanzia e ora lui la stava vivendo per la prima volta grazie a suo figlio.

Dopo che avevano messo a letto Ryan, lui l’aveva abbracciata e l’aveva portata nella loro stanza, l’aveva baciata in quel modo speciale, provocandole quelle emozioni che solo lui riusciva a darle e aveva trascorso la più bella notte della sua vita, erano sempre stati abbracciati, non si erano lasciati mai, nemmeno per un attimo, nemmeno per controllare Ryan, quella notte era stata solo loro, non c’era nient’altro e nessun’altro, solo Draco Malfoy e Ginny Weasley.

Come poteva essere finito tutto questo?

Ron ‘ehy, Gin, ci sei?’.

Ecco il suo ulteriore problema, suo fratello:tecnicamente lui era l’assassino del suo amore, ma come poteva fargliene una colpa?

Come poteva saperlo Ron che la spada che aveva ucciso Draco aveva ucciso anche lei?

Ginny ‘sì...stasera è stato peggio del solito...’

Ron ‘noi andremmo...’

Ginny ‘scendo subito’ e lo seguì per le scale.

Hermione ‘dorme?’

Ginny ‘come un sasso’

Harry ‘dovresti seguire il suo esempio, sei stravolta...’

Ginny ‘credo che lo farò Harry...’

Deva ‘bene, allora ci vediamo...dopodomani in ufficio!’

Ron ‘dopodomani?’

Ginny ‘ce l’ho anch’io un giorno libero, sai Ronald Weasley?’

Ron ‘giusto...ciao sorellina!’

Ginny ‘ciao...ciao Herm!’

Hermione ‘ciao Gin, ci sentiamo, magari fammi uno squillo quando posso chiamarti domani, ok?’

Ginny ‘ok, buonanotte a tutti’

Deva ‘notte Gin!’

Harry ‘notte!’.

Quando tutti se ne furono andati, Ginny richiuse la porta dietro di sé, inserì il sistema di sicurezza e si diresse verso le scale, ma prima di salire pronunciò un incantesimo e in pochi secondi cucina e sala furono perfettamente in ordine.

Dopo essersi concessa una doccia calda si infilò il pigiama e si mise a letto.

Quella serata, nonostante il finale non fosse stato dei migliori, era riuscita a darle almeno un briciolo di buonumore.

Controllò per l’ultima volta che Ryan dormisse tranquillo, poi si sistemò per bene sotto il piumone, con la ferma intenzione di non muoversi di lì se non per cause molto serie.

In quel momento, chissà perché, le tornò in mente una frase che Ron aveva pronunciato qualche mese prima, quando Ryan aveva circa tre mesi, senza sapere che la rossa lo stava ascoltando.

“Come si può abbandonare una creatura del genere?!”.

Ginny ci aveva pensato spesso, specialmente dopo la morte di Draco: lui non lo avrebbe mai abbandonato, ma senza saperlo era stato proprio Ron a trasformare in realtà la sua affermazione, ecco come si poteva abbandonare una creatura del genere, solo morendo.

La ragazza non odiava Ron per quello che aveva fatto, perché in fondo la colpa di tutto quello che era successo era solo sua, se lei avesse detto la verità al fratello fin da subito, dopo la sfuriata che di sicuro ci sarebbe stata, lui l’avrebbe capita, o forse no, non lo avrebbe fatto, ma di sicuro quel giorno non avrebbe ucciso Draco Malfoy.

Ginny sobbalzò quando sentì suonare il campanello,poi guardò l’ora:chi poteva essere alle undici di sera?!

Prese la bacchetta,fece un incantesimo di protezione alla stanza e alla culla di Ryan,poi scese al paino di sotto e aprì la porta,sempre con la bacchetta stretta in mano.

Quando vide Deva sulla soglia tirò un sospiro di sollievo e la fissò stupita.

Ginny ‘Deva?hai dimenticato qualcosa?’

Deva ‘forse tu ti sei dimenticata di dire qualcosa...o forse ti sei dimenticata che ho un certo sesto senso...’

Ginny ‘di che stai parlando?è tardi Deva,ho sonno...’

Deva ‘tu hai sonno esattamente quanto ne ho io,quindi nulla,in compenso stai nascondendo qualcosa...’

Ginny ‘Deva,stasera devi aver bevuto un po’ troppo...’

Deva ‘dopo averti ricordato che sono astemia ripeto:tu stai nascondendo qualcosa...perché non vuoi parlarne Gin?’

Ginny ‘ti...ti sbagli...’

Deva ‘no,non mi sbaglio e lo sai...siamo amiche Ginny,lo sai che di me ti puoi fidare...’

Ginny ‘non potresti capire Deva...è vero,vi sto nascondendo qualcosa,ma non posso dirti cosa...’

Deva ‘e perché non puoi?’

Ginny ‘perchè...perché non capireste...perché mi odiereste...’

Deva ‘noi non potremmo mai odiarti Ginny...parlarne ti farebbe solo bene...e poi,se decidessi di parlarne con me,ti assicuro che nessuno lo verrebbe a sapere,nemmeno Harry...’.

Ginny ci pensò per qualche istante:la tentazione era forte,da sola non riusciva più a sopportare il peso di quella situazione e sapeva di potersi fidare di Deva.

Ginny ‘mi prometti...che nessuno lo saprà?nessuno!’

Deva ‘te lo prometto...’

Ginny ‘ok...vieni dentro,dai’.

Deva si sedette sul divano mentre Ginny si accomodò sulla poltrona,poi ci fu qualche attimo di silenzio,rotto dalla rossa.

Ginny ‘vedi Deva...non è facile quello che sto per dirti...è un segreto che mi porto dietro da tanto tempo...sono due anni in effetti...’

Deva ‘così...così tanto?’

Ginny ‘sì...sì,così tanto Deva...solo che adesso...adesso è più difficile...perché io adesso sto male...’.

Deva si avvicinò all’amica e l’abbracciò,l’ultima frase l’aveva pronunciata con le lacrime agli occhi,era evidente che soffriva da morire:come avevano fatto tutti loro a non accorgersi di nulla fino ad allora?

Deva ‘cos’è successo,è cambiato qualcosa?’

Ginny ‘sì...è cambiato tutto...Deva,io vi ho mentito,non è vero che il padre di Ryan se ne è andato quando ha saputo che ero incinta...lui c’è sempre stato,solo che...ora è morto...e lo ha ucciso...’

Deva ‘chi lo ha ucciso Gin?’

Ginny ‘lo ha ucciso... Ron...’

Deva ‘Ron?!’

Ginny ‘sì,Ron,mio fratello...e sai qual è la cosa più buffa in tutto questo?sarà anche premiato per averlo fatto...’.

Deva iniziava a capire qualcosa,ma quello che stava capendo non le piaceva per niente:collegò velocemente le informazioni che Ginny le aveva dato e le mise in relazione col piccolo Ryan,con i suoi occhi di ghiaccio e i suoi capelli biondi.

Il risultato era a dir poco inquietante.

Ginny ‘sì...è proprio quello che stai pensando...il padre di Ryan era Draco Malfoy’.

La ragazza fissò la rossa incredula e sconvolta al tempo stesso:aveva detto proprio quel nome,non c’erano dubbi,aveva parlato proprio di Draco Malfoy, l’acerrimo nemico di tutto il corpo degli Auror,quello che Harry le aveva sempre descritto come un ragazzino viziato e arrogante,sempre pronto a prendere in giro Hermione e Ginny stessa,il servitore più vicino a Voldemort,il figlio di Lucius Malfoy,insomma,un mangiamorte.

Deva ‘ma...come...cioè...come è...’

Ginny ‘come è iniziata,è questo che vuoi sapere?’

Deva ‘beh...sì,anche quello...’

Ginny ‘ok,ma mettiti comoda,perché è una storia abbastanza lunga...’.

Deva si sedette sul divano,facendo capire all’amica di essere pronta ad ascoltarla e Ginny iniziò a raccontare la loro storia,ogni singolo istante era marchiato a fuoco nei suoi ricordi.

 

Ginny aveva deciso di usare la sua ora libera andando nel vicino internet point per navigare un po’ sulla rete:come suo padre aveva una grande passione per tutto ciò che era babbano e soprattutto i computer esercitavano su di lei un certo fascino.

Al comando generale degli Auror avevano qualcosa di simile,ma ovviamente erano la versione magica,facevano tutto da soli,mentre Ginny adorava sentire il suono dei tasti,vedere le parole che si scrivevano sullo schermo perché lei lo voleva e non perché la macchina era programmata per farlo.

Stava visitando un sito musicale quando sentì un forte botto provenire dal negozio di fronte,un negozio di scarpe se non si sbagliava.

Immediatamente strinse la mano attorno alla bacchetta che aveva in tasca,poteva trattarsi di un attacco terroristico babbano,ma vista la situazione che vigeva in quel periodo poteva benissimo essere un attentato organizzato dal Signore Oscuro.

La seconda ipotesi si rivelò esatta,dopo qualche istante Ginny vede una serie di figure nere giungere sul luogo e i primi babbani iniziarono a cadere sotto i colpi delle maledizioni senza perdono.

La ragazza non perse la calma,avvisò il comando della situazione e chiese rinforzi,poi iniziò a schiantare i mangiamorte a distanza,senza esporsi troppo,in fondo loro erano circa una ventina,mentre lei,almeno per il momento era da sola.

Dopo poco fu raggiunta dagli altri Auror e la lotta assunse caratteristiche sempre più violente,Ginny vide suo fratello Charlie che veniva portato via su una barella da Deva e vide che molti Auror giacevano a terra,mentre quelli che combattevano erano,come lei d’altronde,stremati.

All’improvviso avvertì una presenza alle sue spalle e quando si voltò si trovò a fissare gli occhi gelidi di Draco Malfoy.

Draco ‘Weasley’

Ginny ‘Malfoy...’

Draco ‘mi fermerei volentieri a chiacchierare con te,ma temo di doverti eliminare’ e dopo aver urlato le parole ‘Avada Kedavra’ un fascio verde partì dalla sua bacchetta.

Ginny lo evitò per un soffio e gli lanciò uno schiantesimo che colpì il bersaglio,Draco non si aspettava che la ragazza evitasse il suo colpo e non si era preparato al contrattacco e cadde pesantemente a terra.

Ginny sfoderava un sorrisetto vittorioso che faceva andare su tutte le furie Draco e mantenne la stessa espressione fiera mentre schiantava un mangiamorte che aveva tentato di attaccarla alle spalle.

Draco era impressionato,quella ragazzina era diventata davvero molto brava,non lo avrebbe mai detto ai tempi di Hogwarts,quando era semplicemente la sorellina pasticciona,goffa e pure bruttina di Ron Weasley.

Ora doveva ammettere che era diventata una splendida diciannovenne,i capelli rossi,scompigliati dal combattimento,le ricadevano sulle spalle,incorniciandole il viso,pallido in cui dominavano i grandi occhi blu.

Ma che diavolo stava pensando?

Quella era un Auror e lo stava tenendo sotto tiro!

Velocemente riprese la sua bacchetta,caduta a poca distanza da lui,e la schiantò,non sapeva nemmeno lui perché,debolmente,poi si alzò e si smaterializzò,come molti dei suoi compagni avevano già fatto,in quanto gli Auror stavano riportando una vittoria schiacciante.

Ginny si rialzò e si diresse verso la passaporta che portava al San Mungo,dove riuscì a trovare la camera di Charlie.

Quando seppe che il fratello aveva riportato solo alcune ferite superficiali tirò un sospiro di sollievo e decise di tornare a casa.

Prima di addormentarsi si trovò a ripensare alla fase finale del combattimento di quel pomeriggio,quella che l’aveva vista faccia a faccia con Malfoy.

Le vennero in mente due domande fondamentali: innanzitutto si chiedeva perché lui l’avesse schiantata così...debolmente...quando avrebbe benissimo potuto approfittare di quella sua distrazione per lanciarle un Avada Kedavra o comunque schiantarla molto più violentemente, poi si chiedeva anche perché, una colta che l’aveva atterrata, si era smaterializzato subito e non aveva tentato di finirla, cosa che sarebbe stata fattibile, Ginny non appena si era rialzata si era guardata intorno e il più vicino a lei era Harry, a un centinaio di metri di distanza, quindi Malfoy avrebbe avuto tutto il tempo necessario.

Le altre domande che le venivano in mente in quel momento la inquietavano non poco: perché non lo aveva immobilizzato mentre lui era a terra disarmato, ma soprattutto, perché si era incantata a fissare gli occhi di Malfoy?

 

Deva ‘quindi è così che è iniziato tutto...’

Ginny ‘potrei risponderti che è così,ma non è precisamente quello che ha dato il via a tutto...quella è stata solo la scintilla,la bomba vera e propria doveva ancora scoppiare...’.

 

Qualche giorno più tardi si trovava nel suo ufficio,quando non era sul campo di battaglia Ginny lavorava presso l’amministrazione del comando generale e stava archiviando alcune vecchie pratiche quando vide Harry correre trafelato nel suo ufficio.

Harry ‘dobbiamo correre a Kensington Park,è in corso un attacco in grande stile!’

Ginny ‘arrivo!’ e seguì correndo il ragazzo,presero la prima passaporta che trovarono e si ritrovarono in mezzo ad un combattimento furioso.

Immediatamente sfoderarono le loro bacchette e iniziarono a combattere contro i mangiamorte.

Questa volta gli Auror faticavano a debellare i nemici,erano aumentati considerevolmente rispetto all’ultima volta e sembravano essere anche molto più forti.

Ginny stava lottando con uno di essi e lo aveva quasi atterrato,ma fu investita da uno schiantesimo lanciato da chissà chi in quella bolgia e cadde a terra.

Il mangiamorte con cui stava combattendo le fu davanti in un lampo e,ancora stordita per la botta presa in testa,riuscì appena a distinguere la bacchetta puntata contro di lei.

Era già preparata a morire quando vide l’imponente figura del suo nemico sbalzata via da quello che aveva tutta l’aria di essere uno schiantesimo molto potente, si girò nella direzione da cui esso era arrivato e si stropicciò gli occhi:forse era stata la botta in testa,ma quello che ancora aveva la bacchetta alzata nella sua direzione sembrava proprio Draco Malfoy.

Il giovane mangiamorte fece un sorrisetto ambiguo rivolto alla ragazza,poi si ributtò in mezzo alla mischia.

Ginny faticava ancora a realizzare quello che le era successo e per questo rimaneva lì,ferma a terra,facile vittima di un attacco.

Fortunatamente Bill si accorse di lei e corse subito a soccorrerla,la fece alzare e la portò alla passaporta più vicina.

Nella fretta però Bill aveva scelto una delle passaporte per il comando generale anziché quella del San Mungo,ma in fondo,pensò Ginny,era meglio così,non si era fatta nulla,aveva solo bisogno di riprendersi e non c’era niente di meglio della tranquillità del comando vuoto per farlo.

Entrò nel suo ufficio e si distese sul divanetto di pelle su cui di solito faceva accomodare le personalità più in vista e chiuse gli occhi.

Qualche secondo più tardi sentì qualcuno camminare nel corridoio e sentì il leggero spostamento d’aria provocato dall’apertura della porta sui suoi capelli: chiunque fosse non voleva che lei si accorgesse della sua presenza,infatti aveva prestato molta cura a non fare il minimo rumore,anche se invano.

Quando la persona fu a pochi metri da lei Ginny scattò in piedi e puntò la bacchetta contro il suo avversario.

Ginny ‘che diavolo ci fai qui Malfoy?’

Draco ‘però...udito sopraffino...’

Ginny ‘ti ho chiesto che vuoi!’

Draco ‘beh...prima ti ho fatto un favore...ora dovresti ringraziare,funziona così normalmente’

Ginny ‘bene,grazie Malfoy,ora vattene o mi vedrò costretta a chiamare il resto del gruppo’

Draco ‘com’è che l’impeccabile Weasley lascia libero di andarsene uno dei mangiamorte più ricercati di tutto il mondo magico?’

Ginny ‘sono una persona riconoscente,ma la mia è una riconoscenza limitata,quindi sparisci!’.

Draco non disse nulla,ma con una rapidità impressionante fu addosso alla ragazza e la fece cadere a terra,mentre la sua bacchetta finiva lontano.

La ragazza fissò irata il giovane che le stava addosso,perché mai aveva deciso di lasciarlo libero,ecco quello che aveva ottenuto,ora la vittima era lei.

Ginny ‘bene Malfoy,uccidimi pure adesso!’

Draco ‘se avessi voluto ucciderti lo avrei fatto prima Weasley’.

La ragazza lo fissò confusa:se non voleva ucciderla cosa voleva farle,forse consegnarla al Signore Oscuro?

La risposta arrivò praticamente subito:il ragazzo si chinò su di lei e la baciò e,cosa che la scioccò più di tutte,lei rispose con passione.

Le mani di lui scesero a cingerle i fianchi e salirono sulla sua schiena,sotto la maglietta e nonostante il cervello le urlasse di tirargli una ginocchiata e di immobilizzarlo subito non riuscì a controllare il brivido di piacere che la percorse quando le slacciò il reggiseno e le sue mani scesero lungo i suoi fianchi fino a raggiungere le sue gambe.

Il ragazzo se ne accorse e sul suo volto apparve un ghigno di soddisfazione,tuttavia tacque e la baciò di nuovo.

 

Circa un’ora più tardi Ginny vide suo fratello Ron,Hermione ed Harry correre nel suo ufficio.

Ron ‘Gin,stai bene?’

Ginny ‘sì,tutto ok...’

Hermione ‘ci hai fatto prendere uno spavento!’

Harry ‘già...Bill diceva di averti mandato al San Mungo,ma non risultavi in nessun elenco,poi per fortuna si è accorto di aver sbagliato passaporta...’

Ginny ‘tranquilli,sto bene,ho solo preso una bella botta in testa,ma ora è tutto passato...eccome,se è passato...è andato tutto bene?’

Hermione ‘sì...Charlie è stato a tanto così dal catturare Malfoy,ma poi è sparito e nessuno è stato più in grado di trovarlo...’

Ginny ‘lo so bene perché non l’hanno più trovato... beh,l’importante è che stiate tutti bene,Malfoy lo prenderemo...vittime?’

Ron ‘purtroppo non sono poche,era in corso uno spettacolo nel parco...’

Harry ‘abbiamo fatto il più in fretta possibile,ma il bilancio resta alto...’

Hermione ‘beh,io credo che ora sia meglio che ce ne andiamo tutti a casa e ci riposiamo un po’...non può farci che bene’

Ginny ‘sono d’accordo con te...’.

 

Deva ‘immagino sia superfluo chiederti cos’abbiate combinato tu e Malfoy mentre tutti lo cercavano...’

Ginny ‘esatto...la bomba è scoppiata proprio quel giorno...’

Deva ‘e che bomba ragazzi...’.

 

Circa una settimana più tardi i ragazzi erano a cena da lei e tutti ridevano senza ritegno delle battute di George e Fred,che quella sera stavano dando il meglio di loro stessi.

Verso mezzanotte tutti se ne andarono e Ginny,ancora col sorriso sulle labbra,sistemò tutto quello che era rimasto in giro e stava per andare a letto quando il campanello suonò.

Stava per aprire la porta,ma questa si spalancò da sola rivelando la figura di Draco.

Ginny ‘e tu che ci fai qui?’

Draco ‘passavo’

Ginny ‘e chi ti ha detto che puoi passare da me?’

Draco ‘mmh...intuito...’.

Ovviamente Ginny non lo cacciò,la verità era che dentro di sé non vedeva l’ora che Draco tornasse da lei,anche se la voce dentro di lei continuava a dirle che non avrebbe dovuto farlo.

A quella sera seguirono altre sere e altri giorni in cui i due si incontravano clandestinamente,passavano ore insieme chiusi in una camera oppure nascosti da qualche parte a parlare.

 

Ginny ‘scusa un attimo,Ryan sta piangendo’

Deva ‘ok’.

Ginny corse al piano di sopra e una volta arrivata nella sua camera prese in braccio il bambino e lo cullò fino a farlo riaddormentare,poi ridiscese in salotto da Deva.

Ginny ‘dove eravamo rimaste?’

Deva ‘mi stavi dicendo che poi vi siete incontrati molte altre volte...’.

 

La storia fra lei e Draco andava avanti ormai da un anno e nessuno si era mai accorto di nulla e,si vergognava quasi ad ammetterlo,non provava nessun tipo di rimorso all’idea di stare con uno dei più pericolosi mangiamorte del mondo magico,uno che,fra le altre cose,aveva più volte ferito e tentato di uccidere quelli che lei amava:sapeva che lui non lo avrebbe più fatto ora,anche se non lo avrebbe mai ammesso esplicitamente.

Tutto insomma procedeva bene,finchè Ginny fece quella scoperta.

Aveva dato appuntamento a Draco in un vicolo vicino al comando che entrambi conoscevano bene,era il loro luogo segreto,dove si incontravano quando avevano solo poco tempo a disposizione.

Ginny vide una figura coperta da un mantello nero avvicinarsi e distinse chiaramente i capelli biondi di Draco sotto il cappuccio.

Draco ‘che c’è,hai detto che volevi parlarmi’

Ginny ‘sì,infatti’

Draco ‘non è per metterti fretta,ma ho davvero poco tempo,devo essere...non posso dirti dove fra cinque minuti’

Ginny ‘ok...allora sarò breve...aspetto un bambino’.

La ragazza aveva visto Draco irrigidirsi per un istante,poi aveva affondato i suoi occhi in quelli di lei con uno sguardo indecifrabile,a metà fra il felice e lo stupito.

Draco ‘e non è una buona notizia?’ le aveva chiesto,mantenendo nonostante la notizia la sua proverbiale calma.

Ginny ‘per me lo è...per te?’

Draco ‘lo è anche per me’.

Ginny gli si era buttata fra le braccia e lo aveva abbracciato e lui l’aveva stretta forte a se:lei sapeva bene che anche se non lo diceva chiaro e tondo era felice per quella notizia tanto quanto lo era lei.

In seguito avevano discusso più approfonditamente la questione e avevano deciso che Ginny avrebbe raccontato tutto ai suoi,dicendo che il padre era fuggito e che avrebbero vissuto insieme a casa di lei quando Draco non fosse stato costretto dal suo legame con Voldemort ad essere altrove.

Ginny era al settimo cielo,non poteva chiedere di più vita,o meglio,da un lato avrebbe di gran lunga preferito non dover raccontare tutte quelle bugie alla sua famiglia,ma d’altro canto l’amore che Draco sapeva darle valeva tutto questo.

Quando poi era nato Ryan le cose erano andate anche meglio:Draco diventava un altro quando stava col piccolo,una persona adorabile,un ragazzo fantastico,un padre meraviglioso e tutto era andato bene fino alla sera prima di quel maledetto attacco alla metropolitana babbana.

Quella sera era stata l’ultima sera che aveva trascorso con Draco,quell’ultima indimenticabile sera,e proprio allora lui l’aveva guardata con i suoi occhi di ghiaccio e con il tono più serio che gli aveva mai sentito usare le aveva fatto una promessa.

Draco ‘domani ci sarà un attacco...ma ti prometto che sarà l’ultimo a cui parteciperò...poi lascerò le schiere di Voldemort e ce ne andremo,io,te e Ryan...non so come faremo,ma ce ne andremo da qui,lontano da tutti,potremo vivere come delle persone...normali’.

Avevano passato un’ora buona a pianificare nei dettagli la loro nuova vita,avrebbero traslocato in un altro stato,forse la Spagna,e avrebbero vissuto come dei babbani qualunque,avrebbero cresciuto Ryan insieme e sarebbero state felici.

Tutti i sogni però erano stati uccisi da quella spada.

 

Ginny ‘il resto lo sai...’

Deva ‘sì,lo so...non me lo sarei mai aspettato...è una storia...incredibile,non mi viene in mente un aggettivo migliore per descriverla...non glielo dirai mai?’

Ginny ‘a chi?’

Deva ‘a Ron...a Hermione ed Harry...ai tuoi...’

Ginny ‘non lo so...forse glielo dirò,tanto ora che senso ha nascondere tutto?Anche se...’

Deva ‘che cosa?’

Ginny ‘Ron...lui non lo ha fatto con cattiveria,o meglio,lui odiava Malfoy e sono sicura che non aspettasse altro,ma credo...se io glielo avessi detto lui non lo avrebbe mai fatto,forse lo avrebbe arrestato,questo certamente,ma non lo avrebbe ucciso...se io gli dicessi la verità,se io gli dicessi che Ryan è un Malfoy...lui potrebbe pensare che gli sto sbattendo in faccia il fatto che per colpa sua...per colpa sua ho perso l’unico ragazzo che potrò mai amare...’

Deva ‘questa è una decisione che spetta solo a te Ginny...sei una ragazza coraggiosa...io non so se avrei avuto la forza che hai mostrato tu...anzi,non l’avrei avuta di sicuro’

Ginny ‘grazie Deva...non sai quanto mi sento meglio ora...so che mi posso fidare di te,so che non dirai nulla...e mi ha fatto davvero bene...’

Deva ‘ti ringrazio per la fiducia,ti assicuro che è ben riposta...se vorrai parlare ancora,se ti venisse in mente qualcosa che non riesci a sopportare da sola...sai dove trovarmi,un attimo e mi materializzerò qui...’

Ginny ‘allora forse è meglio che levi il gancio dal camino...’

Deva ‘no,per pietà,altrimenti cado direttamente per terra!’.

Le due ragazze risero al pensiero di Deva che si schiantava a terra,decisamente togliere il gancio non era un’idea buona.

Deva ‘bene...ora vado,si è fatto tardi e fra poco la mia sveglia suonerà...’

Ginny ‘è vero,mi dispiace averti fatto fare così tardi...’

Deva ‘non ti preoccupare,il signorino Potter quando ci si mette d’impegno fa anche più tardi...’

Ginny ‘no,grazie,non voglio dettagli...ci sentiamo!’

Deva ‘ok,ciao!’.

Ginny richiuse la porta dietro di sé,salì in camera e si fermò ad osservare Ryan,che dormiva placidamente.

Per la seconda volta quella notte si mise sotto le coperte e ripensò alle ore appena trascorse:parlare con Deva le aveva fatto davvero bene,era sincera quando lo diceva,le sembrava che il peso che aveva dentro fosse notevolmente diminuito.

Nonostante questo al pensiero di tutti i bei momenti che lei e Draco avevano passato insieme una lacrima cadde sul cuscino.

Ginny l’asciugò e sempre ripensando a quei capelli biondi come l’oro e agli occhi di ghiaccio del suo amore si addormentò.

 

 

CIAO A TUTTI!

QUESTA E’ LA PRIMA VOLTA CHE SCRIVO QUALCOSA SU HARRY POTTER E IN PARTICOLARE SULLA MIA COPPIA PREFERITA,OSSIA GINNY E DRACO (MA VA?!MA COSA VI DICO MAI?!).

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE COME SEMPRE ALLA MITICA SABRY CHE NON MI HA ANCORA UCCISO E SOPPORTA I MIEI ORMAI PERENNI DELIRI!!

SPERO CHE CHIUNQUE SIA COSI’ BRAVO DA ARRIVARE FINO ALLA FINE VOGLIA LASCIARMI UNA PIIIIIIIIIICCOLA RECENSIONCINA!

BACI BACI!!

Lady Numb

   
 
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